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Ed è appunto quanto avviene nelle sedute, non plenarie ma più ristrette, che hanno luogo nei locali del palazzo a ciò deputati, a partire dal giorno 3 aprile

71 ASC, Parlamenti, 179 cit., cc. 113 ss.

72 Ibidem, cc. 116 ss.

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Alle quattro e mezza del pomeriggio si riuniscono, «in quadam cela regi] palati!

ad celebrationem generalis parlamenti» il viceré con i principali ministri e il segretario Marongiu.

Anche in tale circostanza si osservano, dai presenti convenuti, sia un deter-minato cerimoniale, sia un ordine altrettanto precostituito nel disporsi e collo-carsi rispetto al viceré, al solito seduto «sub quodam baldachino... in cathedra», per cui nei seggi allineati lungo la parete destra si situano il reggente Sisternes, i giudici della Regia Udienza e l'avvocato fiscale regio, mentre sulla sinistra seg-gono il procuratore reale, il mastro razionale, il reggente la tesoreria e l'avvoca-to fiscale e patrimoniale73.

I tre Bracci sono a loro volta simultaneamente riuniti: l'ecclesiastico nel palazzo arcivescovile, il militare nella chiesa della Beata Vergine della Speranza e íl reale nell'aula magna del palazzo di città. All'ordine del giorno, la nomina degli abilitatori che, per parte della Corte, risultano essere Sisternes, Soro e Martorell; di tale nomina si recano a portare la notizia ai Bracci, con la corri-spondente lista messa per iscritto, Roger e Carcassona con il Marongiu, oltre che a consegnare i documenti presentati e letti nella seduta inaugurale dei lavo-ri dell'assemblea. Da notare anche qui le assai formali procedure e la lavo-rigida eti-chetta che presiedono all'andirivieni degli emissari di ciascun Braccio che ven-gono a turno a rendere noti i nomi dei propri abilitatori (nella fattispecie, il marchese di Laconi per i nobili, l'arcivescovo di Cagliari per gli ecclesiastici e il giurato in capo per quanto concerne le città), all'accoglienza loro riservata e alla ricezione, da parte del viceré, di ciascun singolo atto.

Al termine dell'intensa seduta, il viceré fissa per il giorno 5 la riunione, nella sacrestia della chiesa mayor, degli abilitatori così nominati, riservandosi di comunicare ai Bracci la data stabilita per loro.

Il Parlamento in seduta plenaria non riprende, tuttavia, l'8 aprile, come pre-annunziato, perché in tale data, e per sei volte successive, i lavori vengono pro-rogati, contestualmente ad altrettanto pubbliche denunzie di contumacia a carico degli assenti, addirittura per un intero mese74.

Ma dai primi di aprile si avviano per un verso la seconda fase del processo già ricordato di conferimento-assestamento delle procure, e per l'altro il non meno complesso iter delle abilitazioni. L'uno e l'altro si protraggono per circa un paio di mesi; per quanto concerne le procure, ne entrano in circolo di nuove nelle mani, anche, di rappresentanti diversi (non più di una dozzina, in ogni caso) da quelli coinvolti ed emersi sin dalla prima tornata. Ciò che però caratterizza la fase in atto è il gran numero di sostituzioni di procure (oltre 100) che viene a

73 Ibidem, cc. 127 SS.

74 Ibidem, cc. 143r - 148v.

concretizzarsi a beneficio di nuovi soggetti che in larghissima maggioranza sono cagliaritani, esperti in diritto, burocrati e funzionari, membri dell'entou-rage di governo, e ben spesso "gente di Castello", indicazione quest'ultima di indubbia rilevanza socio-politica e istituzionale.

Tale manovra, o strategia, di alleggerimento, o come sembra più probabile, di smistamento consapevole e orientato di suffragi 'indiretti', ulteriore segno di quel clima politico e istituzionale di "normalizzazione", come si è già accenna-to, e dopo la fase della più energica repressione, quando si tratta di ripristina-re ripristina-relazioni ordinarie più tranquille e rasseripristina-renaripristina-re íl clima, mantenendo alta la vigilanza e il controllo, efficace ma discreto, della situazione che sembra aleg-giare sul Parlamento convocato dal viceré Santo Stefano, riguarda appieno anche i tre procuratori maggiori. A "bocce ferme", per così dire, è ancora il marchese di Laconi, detentore del maggior numero di procure (60), che river-sa comunque sulla piazza cagliaritana la più parte delle sue 22 sostituzioni ope-rate; a ruota, l'Alagòn con 59 procure e 28 sostituzioni, quindi Roger, rispetti-vamente con 54 e 15; assai distaccati, Giuseppe Delitala y Castelvì, governato-re dei Capi di Cagliari e di Gallura, con 10 e 4; Geronimo Guitiergovernato-rez (9 e 7) e Francesco Montanacho (7 e 6).

Anche per le sostituzioni, in definitiva, la concentrazione del fenomeno (82 casi) a carico di un numero ristrettissimo di parlamentari (sei in tutto, come si è detto, ma con i primi tre in posizione di assoluta preminenza) è del tutto evi-dente. Il totale definitivo, tra procure dirette e sostituzioni, ascende alla cifra di circa 300, per un numero di voti effettivi considerevolmente inferiore75.

Relativamente alle abilitazioni, la verifica dei poteri e dei titoli di legittimità non è sempre agevole e univoca, così come non sono pochi i casi per i quali diventano necessarie lunghe e specifiche indagini al fine di dirimere contenzio-si anche pesanti. Dai documenti, non sempre concordi fra loro, contenzio-si evince che le sedute sono più numerose in aprile (una dozzina), cinque-sei in maggio e tre in giugno, per un totale di diverse centinaia di abilitati nell'ambito del Braccio militare, incluse le procure (per un ridotto numero delle quali vi è esplicita menzione) e tra i quali comunque vi sarebbe un centinaio abbondante di abili-tati all'ammissione in Parlamento, ma senza voto, a causa della minore età.

Come è ovvio, la Commissione si occupa, in sedute specifiche, o anche miste, delle abilitazioni riguardanti il Braccio ecclesiastico ed il Reale, ma entrambe coinvolgono entità numericamente relativamente poco consistenti76.

" Tutto il complesso gioco delle attribuzioni delle deleghe e le successive manipolazioni si ricavano, nei termini formali, dai documenti contenuti nei volumi 177 e 178 della serie cui qui si fa riferimento, più che dal registro 179 contenente essenzialmente il processo verbale dei lavori dell'assemblea. A essi occorre quindi fare riferimento, utilizzando, come si è peraltro giù avver-tito, anche i corrispondenti regesti.

76 ASC, Parlamenti, 177, con le indicazioni delle varie sessioni dedicate alle abilitazioni, fino a tutto aprile 1677; ASC, Parlamenti, 178, per il prosieguo lungo il corso dello stesso anno. In

Anche tutto quanto si inscrive nella sfera del processo delle abilitazioni — tra i dati cruciali dell'esperienza storica parlamentare sarda — ha la sua etichetta ed i suoi formalismi procedurali, che riguardano i luoghi e le modalità di lavoro, il ruolo e le gerarchie tra i presenti, la registrazione degli atti e la loro comunica-zione.

Così l'insediamento e il giuramento degli abilitatori avvengono in seduta solenne, alla presenza dei maggiori ministri e autorità; le figure coinvolte, sia da parte regia, sia da parte dei Bracci, sono del maggiore calibro; l'arcivescovo di Cagliari, ad esempio, riafferma in questa sede, come rappresentante dell'Eccle-siastico, il proprio diritto a precedere i rappresentanti del Militare (Laconi) e del Reale (Carnicer), e tale prerogativa gli viene prontamente riconfermata dal Sisternes.

Le riunioni si tengono in appositi locali del palazzo arcivescovile, messi quin-di a quin-disposizione dello stesso arcivescovo de Angulo, e nonostante il buon ritmo e l'intensità di lavoro da parte degli abilitatori non mancano critiche e sollecitazioni a procedere ancora più speditamente. Con particolare calore, la questione viene portata all'attenzione del viceré accanto a molte altre richieste ufficiali, proposte dal marchese di Villasor in data 9 maggio, in quanto il pro-trarsi e il procedere lentamente delle abilitazioni arreca inconvenienti e danni ai cavalieri non ancora abilitati ed in attesa di esserlo''.

Si riprende concretamente il giorno 7 maggio, ma in sessione ristretta, come quella del 3 aprile, nello stesso luogo e con gli stessi attori. Questa volta tocca però nominare i trattatori e i giudici dei gravami, altro snodo cruciale di tutta la regìa dell'azione parlamentare'''. Per parte viceregia, gli incarichi vanno, come trattatori, a Sisternes, Roger, Carcassona e Carnicer, mentre per l'esame dei greuges ancora al Sisternes, onnipresente, ai giudici Cavassa, Ruggio e Fer-nandez de Heredia, nonché al tesoriere Delitala. Si procede all'informativa (ambasciatori Carnicer e Soro, con quest'ultimo che trova modo di sollevare un cavillo in ordine al proprio ruolo rispetto a quello del collega, ma ricevendo un brusco richiamo all'obbedienza) e quindi, con l'arrivo, a vario intervallo, anche piuttosto lungo, degli emissari dei Bracci, all'integrazione e completamento delle commissioni, secondo risulta dai papeles che vengono da essi consegnati al viceré.

Per le città, trattatori sono i sindaci di Cagliari, Sassari e Alghero, ed il giu-rato in capo di Cagliari; tra i giudici e provveditori dei gravami, i sindaci di Ori-stano, Castellaragonese, Iglesias e Bosa; per gli ecclesiastici, rispettivamente, gli

particolare, cfr. lunghi e particolareggiati elenchi degli abilitati alle cc. 227 ss. del volume 179, alle date del 15 e del 24 maggio; concretamente, si tratta di 472 abilitazioni.

77 Sull'importanza del ruolo degli abilitatori e la crucialità del loro operato, cfr. tra gli altri, B.

ANATRA, La Sardegna dall'unificazione cit., pp. 543 ss.

78 ASC, Parlamenti, 179 cit., cc. 150r. ss.

arcivescovi di Cagliari e Oristano; il vescovo di Ampurias e il procuratore del-l'arcivescovo di Torres (trattatori), nonché i canonici Cugia, Vacca, Rachis e l'arciprete Nurra (giudici); per i militari (emissari il Ripoll e il Carnicer) le indi-cazioni riguardano i nomi dei marchesi di Villasor, Laconi e Albis, e di Anto-nio Manca Dell'Arca (trattatori); ancora, di Baldassarre Dexart, Giuseppe de la Mata, Gavino Martinez e Francesco Carola, come giudici.

Per tutti, convocazione per il giorno seguente in cattedrale, presso la cappel-la delcappel-la Vergine del Rosario, in vista delcappel-la cerimonia del giuramento, e cappel-la lunga seduta, protrattasi fin quasi alla mezzanotte, viene tolta. Prima, tuttavia, il vice-ré ha provveduto pure in merito alla protesta di Oristano contro Sassari e Alghero, per rivendicare la seconda posizione della città immediatamente dopo Cagliari. In pratica, secondo Oristano, il proprio buon diritto sarebbe fuori discussione, considerata l'importanza economica e strategica, la quantità di popolazione, le vicende storiche; ma intanto il suo appello non va oltre l'am-missione della protesta con il rispetto di quanto solitamente osservato al riguar-do nei precedenti parlamenti'''.

La seduta in cattedrale, presso la cappella della Vergine del Rosario, ha luogo effettivamente nel pomeriggio del giorno 8. Il canonico Cugia presenta un arti-colato memoriale che il viceré dà in lettura al segretario e che contiene in pra-tica l'indicazione dei modi e degli scopi del lavoro di esaminatori e giudici dei gravami, delle garanzie per un sollecito ed efficace svolgimento del delicato compito, dei tempi entro cui operare e dei severi controlli da attuare, delle istruzioni cui attenersi nei casi di assenze forzate, morte e accidenti vari. Il tutto appare finalizzato a rendere possibile l'assunzione di decisioni rapide e soddi-sfacenti, prese dalla commissione su «qual si vol greuges fets per la Magestat del Rey nostre Senor o qual se vol antecessor de gloriosa memoria, de los governadors de Espaiia, o qual se vol altres que por Sa Magestat hagian governai, y per los exel-lentissims senors Virreys passats, per Vuestra Exellencia, Governadors, veces por-tants de aquells y per qual se vol offisials reals, ordinaris o delegats, tant de justis-sia, com del real patrimony, a qual se vol estaments...universitats o particolar del present regne...»80. Intende: qualsivoglia gravame fatto dalla maestà del re, nostro signore, da qualunque dei suoi predecessori, dei suoi governatori di Spagna, o chiunque altro che abbia governato in nome di Sua Maestà, o dagli eccellentissimi viceré passati, da vostra eccellenza, governatori, loro facenti fun-zioni e veci, da qualsivoglia officiale regio, ordinario o delegato, tanto di giusti-zia come del patrimonio, a uno qualunque degli Stamenti, università o indivi-duo particolare di questo regno...». Determinazioni adottabili, peraltro e se del caso, anche a maggioranza, formata nella fattispecie rispettando il requisito

79 ASC, Parlamenti, 179 cit., cc. 169r. ss.

ASC, Parlamenti, 179 cit., cc. 199-223.

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della presenza in essa di almeno un giudice nominato dalla Corte e di uno per ogni Stamento tra quelli designati, appunto, dai bracci, e nelle quali non può avere voce o ruolo alcuno degli avvocati e procuratori fiscali, se non espressa-mente richiesto.

Il viceré, dal canto suo, «se contenta condescender a las cosas suplicadas», sic-ché si procede al giuramento formale sui Vangeli, nello spirito e seguendo anche la lettera di quanto riportato nel memoriale-petizione del Cugía; giura lo stesso viceré (nelle mani di Roger, essendo assente il governatore di Cagliari) e quindi via via tutti gli altri tenuti a farlo. Del tutto, come al solito, viene redat-to e registraredat-to apposiredat-to 'atredat-to', mentre specifica 'grida' pubblica viene emanata dal viceré per rendere edotti tutti i regnicoli che entro 30 giorni potranno 'pro-porre' gli eventuali aggravi patiti, documentati adeguatamente, sui quali chie-dere e ottenere giustizia.

Il giorno seguente, in palazzo, viceré e ministri si dedicano a redimere con-trasti sorti in merito alla nomina dei trattatori, ma sono in effetti gli stessi ricor-renti, Matteo Pilo barone di Putifigari e il marchese di Soleminis (Enrico de Rocabertì) con Francesco Brunengo (questi ultimi contro Antonio Manca Del-l'Arca), dopo aver proposto il gravame, a chiedere che venga registrato il loro

" desistimiento" e che quindi non si proceda più oltre, al fine di non intralciare e ritardare il sollecito corso del Parlamento. Ad ogni buon conto, il viceré aveva fatto procedere alla nomina dei relativi giudici (10 maggio) e portato il caso davanti alla commissione, già disposta al voto81.

La ripresa dei lavori, ancora in seduta ristretta e dopo due nuove proroghe, ha luogo il 13 maggio, con la ratifica di quanto avvenuto sino ad allora, in partico-lare della vicenda del gravame rientrato, di cui detto sopra.

Da parte dei Bracci viene avanzata la richiesta di poter disporre della lista di tutti gli abilitati, onde accelerare le procedure e lo stesso lavoro dei trattatori; il viceré, nell'assicurare la massima disponibilità al riguardo ed impegnandosi a far recapitare tale lista, fissa al giorno 15 la riunione dei trattatori stessi.

Questi ultimi hanno il delicatissimo compito di predisporre quanto concer-ne l'ammontare e le modalità del 'servizio': si riuniscono in giunta (17 maggio) nel salone grande del palazzo, «sentados cada qual en su silla llevando en medio una tabla cubierta de damasco colorada y en cima de vaqueta de Flandes»82 e discutono per un'ora e mezza. La loro proposta, recata al viceré dal reggente Sísternes (che, come si è visto, fa parte della commissione) è che, tenuto conto delle necessità ma anche delle cattive condizioni del Regno, sia il viceré a far conoscere la quantità che chiede in nome del sovrano; dal canto loro, sono

81 ASC, Parlamenti, 179, cit., cc. 260 ss.

82 «Seduti ognuno sulla propria sedia, con in mezzo una tavola ricoperta di damasco e sopra da pelle delle Fiandre».

pronti a fare il più e il meglio possibile, a condizione che «todo lo que fuere para

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