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almeno il 40 per cento dei giovani dovrà essere laureato

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Popolazione in età 30-34 anni che ha conseguito un titolo di studio universitario per sesso nei Paesi europei. Anno 2015 (valori percentuali)

Fonte: Eurostat

Il livello di istruzione della popolazione di 30-34 anni è tra gli indicatori individuati dalla Commissione europea nella Strategia Europa 2020. Il target fissato, da raggiungere entro il prossimo decennio, è che almeno il 40 per cento dei giovani europei tra i 30 e i 34 anni consegua un titolo di studio universitario o equivalente. Tale percentuale per l’Italia scende al 26-27 per cento.

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

Uomini Italy Uomini Emilia-Romagna Donne Italy Donne Emilia-Romagna

0

Ireland Norway Sweden United Kingdom Denmark Netherla nds Finland France Poland Slovenia Belgium Spain Greece EU28 Austria Hungary Germany Bulgaria Portugal Croatia Czech Republic Slovakia Romania Italy

Totale Uomini Donne

Target UE: 40% Target Italia: 26-27%

Nel 2015, in Italia, il 25,3 per cento dei giovani 30-34enni ha conseguito un titolo di studio universitario, con un incremento di 8 punti percentuali tra il 2005 (17,1 per cento) e il 2015.

Nel 2015, più dellla metà dei paesi dell’Unione europea (i paesi del Nord Europa insieme a Polonia, Slovenia, Francia,Spagna e Grecia) ha già raggiunto il target fissato nella Strategia Europa 2020. L’Italia si colloca, invece, all’ultima posizione nella graduatoria dell’Unione, mostrando un valore dell’indicatore inferiore di oltre 13 punti alla media UE28, pur avendo raggiunto l’obbiettivo fissato per la componente femminile. In tutti gli Stati membri infatti le donne risultano più istruite degli uomini.

Popolazione in età 30-34 anni che ha conseguito un titolo di studio universitario per sesso nelle regioni italiane. Anno 2015 (valori percentuali)

Fonte: Eurostat

In Italia 11 regioni hanno superato l’obiettivo, tra cui l’Emilia-Romagna, con il 28,8 per cento (23,6 per cento per gli uomini e 33,9 per cento per le donne). Il Molise è la regione con la più alta quota di laureati in quella fascia di età, pari al 32,4 per cento.

6) 20 milioni di persone in meno dovranno essere a rischio di povertà.

Il rischio di povertà, indicatore adottato da Europa 2020 così come costruito da Eurostat sulla base dell’indagine Eusilc, viene definito dalla quota di popolazione che sperimenta almeno una delle suddette condizioni:

- rischio di povertà dopo i trasferimenti sociali (cioè persone che vivono in famiglie con un reddito equivalente inferiore al 60 per cento del reddito equivalente mediano disponibile, dopo i trasferimenti sociali);

- situazione di grave deprivazione materiale (cioè persone che vivono in famiglie che dichiarano almeno quattro deprivazioni su nove tra: 1) non riuscire a sostenere spese impreviste, 2) avere arretrati nei pagamenti (mutuo, affitto, bollette, debiti diversi dal mutuo); non potersi permettere 3) una settimana di ferie lontano da casa in un anno 4) un pasto adeguato (proteico) almeno ogni due giorni, 5) di riscaldare adeguatamente l’abitazione; non potersi permettere l’acquisto di 6) una lavatrice, 7) un televisione a colori, 8) un telefono o 9) un’automobile);

0 5 10 15 20 25 30 35 40

Molise Umbria Provincia Trento Lazio Toscana Lombardia Emilia- Romagna Marche Friuli- Venezia Veneto Liguria Italy Provincia Bolzano Abruzzo Calabria Piemonte Basilicata Puglia Sardegna Campania Sicilia

Totale Uomini Donne

Target Italia: 26-27%

- appartenenza a famiglie a intensità lavorativa molto bassa (cioè persone con meno di 60 anni che vivono in famiglie dove gli adulti, nell’anno precedente, hanno lavorato per meno del 20 per cento del loro potenziale).

La riduzione prospettata dalla Comunità Europea è di 20 milioni di persone a rischio povertà o esclusione sociale in meno entro il 2020, a cui l’Italia dovrebbe contribuire con un calo delle persone a rischio di 2 milioni e 200 mila unità.

Purtroppo a seguito della crisi economica, il trend positivo europeo si è concluso nel 2009, dal 2009 al 2012 infatti il numero di persone in condizione di povertà ed esclusione sociale è tornato a salire. Fortunatamente dal 2012 al 2015 il trend è di nuovo decrescente.

In Italia nel periodo 2009-2012 i poveri sono aumentati di più di 3 milioni di unità. Dal 2012 al 2015 si sono mantenuti intorno ai 17 milioni, senza evindenti segnali di contrazione.

Popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale in migliaia dal 2005 al 2015

Fonte: Eurostat

124.656 122.936

119.205

115.908 114.208 116.356 119.282 122.230 121.433 120.654

117.604

14.891 15.141 15.222 15.082 14.799 14.891 16.858 17.975 17.224 17.146 17.469

0 5.000 10.000 15.000 20.000 25.000 30.000 35.000 40.000 45.000 50.000

50.000 60.000 70.000 80.000 90.000 100.000 110.000 120.000 130.000 140.000 150.000

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

UE27 Italy

Target UE: -20.000.000 rispetto al 2005

Target Italia: -2.200.000 rispetto al 2005

Popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale in percentuale sul totale della popolazione dal 2005 al 2015

Fonte: Eurostat

Per poter fare dei confronti fra Paesi o regioni, è necessario utilizzare l’indicatore percentuale della quota di popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale sul totale della popolazione.

Nel 2015, il 28,7 per cento delle persone residenti in Italia è a rischio di povertà o esclusione sociale, contro il 23,7 per cento della media UE27 e il 15,4 per cento dell’Emilia-Romagna.

L’Italia fa registrare dal 2009 al 2012 un aumento dell’indicatore di 5 punti percentuali.

Lo stesso aumento l’Emilia-Romagna lo fa registrare fra il 2010 e il 2013.

Nel periodo 2013-2015 l’Emilia-Romagna vede la popolazione a rischio provertà diminuire di 2,4 punti percentuali.

Percentuale di popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale nel 2005 e nel 2015 nei Paesi europei

Fonte: Eurostat

25,8 25,3

24,5 23,7 23,3 23,7 24,2 24,7 24,5 24,4 23,7

25,6 25,9 26,0 25,5 24,9 25,0

28,1

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

UE27 Italy Emilia-Romagna

35,7

28,7 28,6 28,2 26,6 25,9

24,2 23,7 23,5 23,4

21,1 20,0 19,2 18,4 18,3 17,7 17,7 16,8 16,4 16,0

14,0 13,0

Greece Italy Spain Hungary Portugal Ireland Estonia UE28 United Kingdom Poland Belgium Germany Slovenia Slovakia Austria Denmark France Finland Netherlands Sweden Czech Republic Iceland

2005 2015

Nel 2015 solo la Grecia fa registrare una percentuale di persone a rischio povertà maggiore di quella italiana. Se si confrontano i livelli di povertà del 2015 con quelli di 10 anni prima, nel complesso dell’Unione Europea la poverà è diminuita, grazie alle migliori condizioni sperimentate dai Paesi dell’Est Europa (Ungheria, Estonia, Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca). Nei restanti Paesi Europei le persone a rischio povertà sono aumentate.

Percentuale di popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale nel 2005 e nel 2015 nelle regioni italiane

Fonte: Eurostat

Nel contesto italiano, quasi la metà dei residenti nel Mezzogiorno è a rischio di povertà ed esclusione: sono il 55,4 per cento in Sicilia, il 47,8 per cento in Puglia, il 46,1 per cento in Campania, il 44,2 per cento in Calabria. In tutte le regioni la percentuale di poveri è aumentata rispetto al 2005, tranne che in Calabria e in Friuli-Venezia Giulia.

La situazione dell’Emilia-Romagna è molto favorevole, in quanto presenta una percentuale di persone a rischio povertà ed esclusione sociale pari al 15,4 per cento, superiore solo al Friuli-Venezia Giulia.

.

55,4

47,8 46,1 44,2 41,5

36,6 31,7 30,1 28,7 28,5 27,0 25,8 23,0

18,6 18,0 17,9 17,6 16,8 15,8 15,4 14,5 0,0

10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0

Sicilia Puglia Campania Calabria Basilicata Sardegna Molise Abruzzo Italy Umbria Lazio Liguria Marche Toscana Piemonte Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste Lombardia Veneto Provincia Trento Emilia-Romagna Friuli-Venezia Giulia

2005 2015

II) IL SEMESTRE EUROPEO

Nel documento pagina 1 di 177 (pagine 25-30)