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Recepimento della Direttiva 2014/94/UE

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SEZ II - Gabinetto del Presidente della Giunta V) AGENDA DIGITALE

VIII) PIANIFICAZIONE MOBILITA' E TRASPORTI

VIII.2 Recepimento della Direttiva 2014/94/UE

Con decreto legislativo 16 dicembre 2016, n. 257 (entrato in vigore il 14 gennaio 2017) è stata approvata la disciplina di attuazione della Direttiva 2014/94/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 22 ottobre 2014, sulla realizzazione per la dotazione minima di un’infrastruttura per i carburanti alternativi (idrogeno, gas naturale, GPL, elettrico…).

In essa vengono definite le priorità del Quadro Strategico Nazionale con disposizioni dettagliate per lo sviluppo di punti di rifornimento per il trasporto dei carburanti alternativi su tutto il territorio nazionale, che demandano anche alla Regione la loro attuazione.

Inoltre, per lo sviluppo dell’elettrico nei trasporti viene riaffermata l’importanza del Piano Nazionale Infrastrutturale per la Ricarica dei veicoli alimentati a Energia elettrica (PNIRE) - istituito dall’articolo 17 della legge 134/2012- e del suo aggiornamento, nel cui ambito il Ministero dei Trasporti ha già emanato due bandi per il finanziamento di progetti regionali per lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica cui la Regione Emilia-Romagna ha partecipato con i Progetti “Mi Muovo Mare” (in fase di attuazione per ricariche pubbliche nei comuni della zona adriatica) e “PNIR-ER” (in fase di riparto preliminare del finanziamento rivolti ai Comuni/Aziende di settore/privati).

Sempre nell’ambito della sopracitata legge 134/2012 vengono modificate e sviluppate ulteriormente le misure, già esistenti, per agevolare la realizzazione dei punti di ricarica e di parcheggio dei veicoli elettrici riferite agli edifici di nuova costruzione con standard quantitativi definiti, sia commerciali che abitativi, per cui i Comuni devono adeguare il proprio regolamento edilizio entro il 31 dicembre 2017. La legge 134 del 2012 prevede che le Regioni vigilino sull’applicazione di tali norme e applichino, nel caso di loro non rispetto, i poteri -anche inibitori e di annullamento- previsti dalle loro leggi regionali.

Sono quindi definite e sviluppate delle misure sui cui la nostra Regione sta già lavorando nell’ambito del Piano regionale “Mi Muovo Elettrico” con azioni come:

•la realizzazione dal 2013 della rete regionale interoperabile di infrastrutture per la ricarica elettrica pubblica che porterà entro la metà del prossimo anno all'installazione, con spese a carico dei distributori (130 punti di ricarica già installati);

•inoltre, a corollario degli annuali accordi della qualità dell’aria tra Regione ed EE.LL. che hanno definito fin dal 2002 la limitazione della circolazione ai veicoli più inquinati nel periodo invernale nelle principali aree urbane e ora ribadita ed ampliata nel PAIR 2020, il percorso di analisi e di valutazione che è stato svolto con gli Enti locali, ha portato la Regione Emilia-Romagna alla sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa con i maggiori Comuni del proprio territorio per l’armonizzazione delle regole di accesso e sosta dei veicoli elettrici nelle zone a traffico limitato dei centri urbani. Da ottobre 2012 le auto elettriche possono accedere liberamente alle Zone a Traffico Limitato e parcheggiare gratuitamente nelle strisce blu. L’accordo è aperto a tutti i Comuni che vorranno aderire nel corso degli anni;

•nell’ambito dei Fondi POR FESR 2014-2020 con l’Asse 4:”Promozione della low carbon economy nei territori e nel sistema produttivo” sono stati definiti i settori degli interventi per la mobilità sostenibile, con priorità allo sviluppo dell’ITS (Intelligent Transport System) anche per attività di monitoraggio e informazione agli utenti, fatto messo in rilievo anche dal Decreto legislativo.

Infine il Decreto attuativo definisce tra le misure a sostegno della realizzazione degli obiettivi del Quadro Strategico Nazionale nelle sue varie articolazioni, ai fini di promuovere la diffusione dei combustibili alternativi e la realizzazione dell'infrastruttura per i combustibili alternativi nei servizi di trasporto anche pubblico, la priorità delle linee guida (in corso di avanzata elaborazione nel tavolo di confronto tecnico MIT e referenti regionali), per la redazione dei piani urbani per la mobilita' sostenibile - PUMS - che devono tenere conto dei principi previsti nel sopracitato decreto.

Anche questo in coerenza con il fatto che la Regione Emilia-Romagna nell’elaborazione dei diversi Piani Regionali (il Piano Aria Integrato Regionale PAIR 2020 -DGR n. 2314 del 21/12/2016-, il Piano Regionale Integrato dei Trasporti PRIT 2025 Documento Preliminare DGR 1073/2016 e il Piano Energetico Regionale PER 2030 -DGR 2284/2016) ha inteso perseguire la loro massima integrazione.

In tale ambito la Regione ha stanziato – con la DGR 275/2016- 350.000 euro per l'elaborazione delle “linee di indirizzo dei PUMS” da parte di 11 Comuni e della Città Metropolitana di Bologna (Delibera 1939/2016). Con Delibera di Giunta regionale n.1939/2016 è stato concesso il relativo contributo ai 12 enti locali coinvolti. Con Delibera di Giunta regionale n.275/2016 sono stati definiti gli elementi minimi per la redazione delle suddette Linee di indirizzo e entro dicembre 2016 gli enti locali finanziati hanno trasmesso le loro Linee di indirizzo del piano con relativa approvazione amministrativa, mentre l'approvazione definitiva dei PUMS dovrebbe avvenire entro il 2017.

SEZ. III – Direzione Generale AGRICOLTURA, CACCIA E PESCA IX.1 Premesse sulla Politica Agricola Comune

La Politica Agricola Comune (PAC) è stata, per ragioni economiche ed istituzionali, uno dei grandi processi di costruzione dell’ “Europa”. Considerata la principale tra le politiche settoriali di intervento, nel corso degli anni, per affrontare i continui mutamenti intervenuti negli scenari economici, compresi quelli internazionali, è stata oggetto di continue revisioni.

Ciò è avvenuto non perdendo mai di vista l’obiettivo principale: garantire un reddito soddisfacente agli agricoltori europei pur in presenza della necessità di ridurre gli stanziamenti del bilancio UE per il settore agricolo.

Nel 2008 la PAC ha festeggiato i suoi primi cinquanta anni interrogandosi sul futuro e sottoponendosi ad un Health Check, cioè - secondo le parole della Commissione europea - ad una “valutazione dello stato di salute della politica esistente”, che permettesse “di apportarvi ulteriori adeguamenti in sintonia con l’evoluzione del mercato e altri sviluppi”

(così la “Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio” del 20 novembre 2007 – COM 2007, 722 def.).

Il 2013 è stato l’anno cruciale per l’approvazione della nuova riforma 2014-2020 ed in particolare del quadro finanziario pluriennale. Nel mese di novembre sono stati infatti approvati dal Parlamento in prima lettura le proposte di regolamento mentre a dicembre il Consiglio ha approvato in via definitiva il quadro finanziario pluriennale che ha previsto la destinazione di circa 400 miliardi alla PAC. Nel suo complesso la riforma ha mantenuto la struttura a pilastri della PAC: il primo pilastro include il sostegno al reddito e le misure di gestione del mercato, mentre il secondo pilastro riguarda lo sviluppo rurale.

A dicembre 2013 sono stati approvati i 4 regolamenti chiave di riordino della PAC e precisamente:

§ Regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e che abroga il regolamento (CE) n.

1698/2005 del Consiglio

§ Regolamento (UE) n. 1306/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della politica agricola comune e che abroga i regolamenti del consiglio (CEE) n. 352/78, (CE) n. 165/94, (CE) n. 2799/98, (CE) n. 814/2000, (CE) n. 1290/2005 e (CE) n.

485/2008

§ Regolamento (UE) n. 1307/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 recante norme sui pagamenti diretti agli agricoltori nell’ambito dei regimi di sostegno previsti dalla politica agricola comune e che abroga il regolamento (CE) n. 637/2008 del Consiglio e il regolamento (CE) n.

73/2009 del Consiglio

§ Regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio

agricoli e che abroga i regolamenti (CEE) n. 922/72, (CEE) n. 234/79, (CE) n.

1037/2001 e (CE) n. 1234/2007 del Consiglio

Nel corso del 2014, 2015 e 2016 sono stati approvati diversi Regolamenti di attuazione sia esecutivi che delegati ed è stato delineato il quadro generale della regolamentazione a livello comunitario.

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