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Pari opportunita'

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SEZ II - Gabinetto del Presidente della Giunta V) AGENDA DIGITALE

XI FORMAZIONE E LAVORO XI. Pacchetto giovani

XII. L’attuazione del diritto dell’unione europea (fase discendente)

XII.7 Pari opportunita'

Tra i principali riferimenti europei, per le politiche regionali, vi sono gli indirizzi e le priorità definiti nel documento “Impegno strategico a favore della parità di genere 2016-2019“ in cui sono confermati gli orientamenti della Strategia per la promozione della parità tra donne e uomini 2010-2015, adottata dalla Commissione europea nel 2010 (COM (2010)491) e sono indicate le future tappe di lavoro per il raggiungimento dell'uguaglianza di genere nella prospettiva di Europa 2020. In particolare vengono definiti cinque settori prioritari tematici: 1) accrescere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e garantire pari indipendenza economica per donne e uomini; 2) ridurre il divario di genere in termini di retribuzioni, salari e pensioni e combattere quindi la povertà delle donne; 3) promuovere la parità tra donne e uomini nel processo decisionale;

4) lottare contro la violenza di genere e proteggere e sostenere le vittime; 5) promuovere la parità di genere e i diritti delle donne in tutto il mondo.

In tutti i settori prioritari si porrà attenzione al ruolo degli uomini, all’eliminazione degli stereotipi di genere e alla promozione di ruoli di genere non discriminatori.

Sull'importanza della Strategia Europea, del suo percorso di revisione e degli impegni futuri si è soffermata (in particolare al punto n) la Risoluzione dell'Assemblea legislativa n. 2616 che ha chiuso la Sessione europea regionale 2016, in cui viene richiamata la Risoluzione del Parlamento europeo del 3 febbraio 2016 su una nuova

Inoltre, il 26 ottobre 2015 il Consiglio ha adottato il Piano d’azione sulla parità di genere 2016-2020 (Conclusioni del Consiglio relative al Piano d’azione sulla parità di genere 2016-2020).

Sugli indirizzi europei vi sono da segnalare, inoltre, due recenti iniziative: la Proposta di risoluzione del Parlamento europeo sulla parità tra donne e uomini nell'Unione europea 2014-2015, che rivolge numerosi inviti alla Commissione per l'adozione di specifiche misure finalizzate al rafforzamento delle strategie e la Proposta di Raccomandazione del Parlamento europeo destinata al Consiglio sulle priorità dell'UE in vista della sessantunesima sessione della Commissione dell'ONU sulla condizione femminile.

Le politiche regionali per l’uguaglianza di genere. Settori prioritari di azione.

L'Assessorato pari opportunità si è dato, tra gli obiettivi prioritari di legislatura, l’attuazione della Legge regionale 6/2014 “Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere” che mira ad agire su vari fronti, in coerenza con gli orientamenti europei, dall’occupazione ad una corretta rappresentazione della donna sui media, dal riequilibrio nella normativa elettorale, alla prevenzione e contrasto alla violenza di genere. Nell'ambito dell'area pari opportunità si è lavorato agli impegni assunti sin da inizio Legislatura, sia nell’integrare la dimensione di genere nelle politiche regionali (mainstreaming di genere), sia nella promozione e diffusione di una cultura attenta alla parità e al contrasto degli stereotipi di genere, che sono alla base delle discriminazioni subite ancora dalle donne nella società. In questo modo si vuole contribuire anche all’importante obiettivo di contrastare la violenza contro le donne, che da tale cultura e stereotipi sessisti trova alimento. In coerenza con gli orientamenti europei, le attività realizzate nel 2016 hanno riguardato alcune principali direttrici di lavoro.

1. Prosecuzione dell’attività dell’Area di integrazione del punto di vista di genere e valutazione del suo impatto sulle politiche regionali (in attuazione dell’art. 39 della L.R. 6/2014, la Giunta ha rinnovato l’istituzione dell’Area di integrazione con Delibera di Giunta n. 459/2015), organismo formato da rappresentanti di tutte le Direzioni generali regionali.

Tra gli strumenti del sistema paritario, la L.R. 6/2014 prevede il Bilancio di genere (Art. 36) ed il Piano interno integrato delle azioni regionali in materia di pari opportunità di genere (Art. 40).

Nel 2016 è stato realizzato il primo Bilancio di genere della Regione Emilia-Romagna, frutto dell’impegno dell’Area di integrazione, del Servizio statistico e del Servizio Bilancio.

Con l’avvio di questa prima sperimentazione si sono coordinati entrambi i documenti, in modo che, pur mantenendo ciascuno la propria specificità, possano integrarsi e essere strumenti di lettura l’uno dell’altro. Mentre il Piano fornisce una panoramica delle azioni regionali, il Bilancio di Genere rappresenta uno strumento con

cui l’Amministrazione, attraverso l’elaborazione di dati, statistiche e analisi centrate sul genere, può valutare in maniera più puntuale le proprie scelte al fine di migliorare eventualmente la propria azione e se necessario ricalibrare le priorità di intervento rispetto ai bisogni delle cittadine e dei cittadini.

Il bilancio di genere rappresenta un’azione chiave per l’applicazione del gender mainstreaming, e “uno degli strumenti utilizzati dai responsabili politici per affrontare i divari di genere”, come anche ribadito nella Risoluzione del Parlamento europeo dell’8 marzo 2016 sull’integrazione della dimensione di genere nei lavori del Parlamento europeo.

2. Prosecuzione dell'impegno per favorire la diffusione di una cultura attenta alle differenze ed al contrasto agli stereotipi sessisti, capace cioè di considerare l’apporto delle donne nell’economia e nella società, accanto ad un’effettiva parità, quali elementi fondamentali dei processi di sviluppo locale e l’uscita dalla crisi.

Va ricordato che all’eliminazione degli stereotipi di genere nell'UE è stata dedicata una specifica Risoluzione del Parlamento Europeo il 12 marzo 2013. Tale obiettivo è stato posto come una fondamentale leva per il cambiamento, il contrasto di ogni discriminazione e della stessa violenza contro le donne.

Come esplicitato nella Risoluzione, poichè gli stereotipi di genere rappresentano un forte ostacolo al raggiungimento della parità tra donne e uomini, è importante proseguire nelle iniziative finalizzate alla diffusione di una cultura attenta alle differenze e al contrasto agli stereotipi sessisiti.

In quest’ottica, con la L.R. 22/2015, è stato introdotto l’art. 8 bis L.R. 6/2014, per consentire la promozione e realizzazione di “Interventi regionali e a sostegno delle iniziative di enti locali e di associazioni di promozione sociale, organizzazioni di volontariato e Onlus" attive nella: a) diffusione ed attuazione del principio di pari opportunità fra donna e uomo; b) promozione e valorizzazione della condizione femminile; c) prevenzione e contrasto di ogni violenza e discriminazione sessista.

In attuazione di tale articolo, con DGR 1476/2016, è stato pubblicato un Bando per 1 milione di Euro a sostegno di progetti presentati da Enti locali e associazioni rivolti alla promozione ed al conseguimento delle pari opportunità e al contrasto delle discriminazioni e della violenza di genere. Con DGR 1988/2016 sono stati approvati 49 progetti, avviati nel 2016 e che si concluderanno nel 2017.

3. Per la diffusione di una cultura di genere, nell'ambito delle attività volte a valorizzare il ruolo delle donne nella storia e nella società regionale, nel 2016, in occasione del 70° anniversario del primo voto delle donne italiane, si è avviato il progetto Madri della Res Publica (DGR 618/2016). Il progetto è stato elaborato dall'Assessorato alle Pari opportunità in collaborazione con l’Assemblea Legislativa e con il Centro documentazione donna di Modena e si articola su diverse iniziative:

a) Mostra fotografica land art “Madri della Res Publica” in occasione del 70° della nascita della Repubblica italiana (2-30 giugno 2016) e pubblicazione relativo catalogo.

Sono state coinvolte circa 40 amministrazioni tra province e comuni.

b) Convegno “Madri della Res Pubblica” realizzato il 27 giugno 2016, che ha focalizzato la questione storiografica della nascita della Repubblica grazie anche al voto delle donne, diritto politico acquisito dopo un secolo di lotte.

c) Ricerca (avviata nel 2016, si svilupperà nel 2017) su "Le donne emiliano-romagnole nella nascita e nello sviluppo del modello emiliano". Obiettivo della ricerca è quello di valorizzare l’apporto delle donne e delle loro organizzazioni e associazioni nella costituzione del nucleo di valori, scelte amministrative e di sviluppo economico che da lì a poco daranno vita al “modello emiliano”, configurazione socio-politica che si realizzerà concretamente a partire dalla fine degli anni ’50.

Con riferimento all'attività di comunicazione istituzionale della Regione, nel 2016 si è proseguito il lavoro per la diffusione delle Linee guida in ottica di genere per la comunicazione istituzionale, frutto di un percorso formativo rivolto ai comunicatori dell’amministrazione per promuovere un’attenzione al genere nel linguaggio e nella comunicazione istituzionale (tematica considerata anche dalla LR 6/14, art. 9). Dopo il seminario regionale di presentazione nel 2015 e l'invio di una lettera divulgativa alle Amministrazioni comunali, l'assessora Petitti, con lettera alle direzioni generali ed un comunicato su INTERNOS ha promosso l'utilizzo delle Linee Guida da parte di tutte le strutture dell'amministrazione. Si è dato inoltre avvio al lavoro per la trasformazione delle linee guida in uno strumento di autoformazione in e-learnig attraverso la piattaforma regionale SELF.

4. Le politiche per le pari opportunità rappresentano una vera e propria risorsa strategica per lo sviluppo che la Regione da anni persegue, considerando e valorizzando l’apporto delle donne nell’economia e nella società. Per contribuire a rafforzare il radicamento sul territorio di una cultura delle differenze sarà necessario agire in sinergia con i diversi soggetti - istituzionali e non - impegnati su queste tematiche, valorizzando la ricchezza già presente nel territorio regionale stesso. In tale direzione, un fondamentale ruolo sarà svolto dal Tavolo permanente per le politiche di genere, anch'esso tra gli strumenti per il sistema paritario previsti dalla L. R. 6/2014 (art.38), del quale si è avviata la costituzione nel 2016.

Le problematiche dell’occupazione femminile costituiscono una tra le priorità delle politiche regionali ed europee di competenza degli Assessorati al lavoro, alle attività economico-produttive agricole ed industriali, al welfare. In questa sede, si ricorda solamente la specifica sezione dedicata all'uguagliana di genere nel Patto per il lavoro siglato il 20 luglio 2015 e recepito con Deliberazione di Giunta regionale n.1646 del 2/11/2015. In tale ambito, anche attraverso l'utilizzo dei fondi Fondi Strutturali e d'Investimento europei (SIE), si è puntato a valorizzare e rafforzare il ruolo che le donne svolgono nell’economia e nella società regionale attraverso vari strumenti, tra cui i servizi pubblici per l’impiego e politiche attive per il lavoro, l’incentivazione e la qualificazione

dell’occupazione e dell'imprenditria femminile, dedicando una particolare attenzione alle donne in situazione di fragilità sociale e di povertà.

A tal proposito si ricorda la Risoluzione del Parlamento europeo del 26 maggio 2016 sulla povertà: una prospettiva di genere.

Analogamente importante, permane l'attenzione al ruolo del welfare e dell’offerta dei servizi alle famiglie, rispetto alla priorità dell’occupazione femminile, politica di specifica competenza dell'Assessorato al welfare.

L'importanza del tema, nell'ottica delle pari opportunità, si segnala anche con riferimento al Programma di lavoro 2017 della Commissione europea, ed in particolare al Punto 11. Pilastro europeo dei diritti sociali, laddove si prevedono iniziative per affrontare le problematiche legate alla conciliazione tra vita professionale e vita privata per le famiglie che lavorano.

In tale ambito confluiscono le misure dell’iniziativa n. 2 del Programma 2016 "Un nuovo inizio per i genitori che lavorano", su cui già si era indicato l‘interesse lo scorso anno e che rientrano tra le priorità del Patto per il lavoro, per favorire l'occupazione femminile e riguardanti diverse leggi regionali:

- L.r. 30 luglio 2015, n. 14 (Disciplina a sostegno dell'inserimento lavorativo e dell'inclusione delle persone in condizione di fragilità e vulnerabilità);

- L.r. 27 giugno 2014, n. 6 (Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere);

- L.r. 28 marzo 2014, n.2 (Norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare);

- L.r. 1 agosto 2005, n. 17 (Norme per la promozione dell'occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro).

Le politiche per la conciliazione tra vita lavorativa e familiare rappresentano una questione strategica per il perseguimento degli obiettivi di sviluppo economico ed occupazionale dell’Unione Europea poiché, ancora oggi, l'armonizzazione tra vita e lavoro è uno degli ostacoli principali all’accesso e alla permanenza delle donne nel mercato del lavoro. All'importanza del tema è stata dedicata la Risoluzione del Parlamento europeo del 13 settembre 2016 "Creazione di condizioni del mercato del lavoro favorevoli all'equilibrio tra vita privata e vita professionale", con la quale è stato espresso un forte impegno politico per rafforzare le opportunità di armonizzazione tra vita e lavoro di donne e uomini.

A livello regionale tale tematica è affrontata in particolare nel Titolo VII della L.R.6/2014 ed è stata accolta come prioritaria nei diversi documenti di programmazione regionali riferiti alle strategie per lo sviluppo dell’occupazione in ottica di genere. Gli interventi volti ad ottenere una migliore integrazione tra vita lavorativa e vita familiare sono considerati strategicamente importanti al fine di affrontare una serie di problematiche sociali, quali, ad esempio, i mutamenti nella composizione della forza lavoro, nelle forme di organizzazione del lavoro, nell’individuazione di un nuovo welfare, e negli sviluppi demografici.

Si ricorda, infine, che l'importanza di tenere in considerazione adeguatamente gli aspetti di genere ed i carichi familiari nelle politiche per la crescita e la creazione di occupazione era stata evidenziata nella Risoluzione di chiusura della sessione europea

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