Il settore qui definito “altre industrie” raggruppa tutte le divisioni non comprese nei settori precedentemente descritti: si parla di attività per le quali, a causa della minore concentrazione sul territorio provinciale e della bassa significatività del campione, non si è ritenuto di poterne dettagliare gli andamenti separatamente. Le attività aggregate sono quelle della fabbricazione e lavorazione della carta, della stampa e della lavorazione di minerali non metalliferi; a queste si aggiungono le produzioni di gioielleria, di strumenti medici e dentistici e la riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature. Complessivamente si tratta di 765 imprese attive che occupano 4.435 addetti.
La dimensione media è di 5,8 addetti per impresa e le aziende con oltre 19 addetti sono il 4,8% ed impiegano il 48,1% degli addetti del settore. Per il 50,6% si tratta di ditte individuali mentre le società di capitale sono il 21,7%. Il 95,4% delle persone con cariche è nato in Italia mentre il 3,2% è di origine extracomunitaria. Sul totale delle attività manifatturiere provinciali questo settore rappresenta il 20,8% delle imprese e l'11,8% degli addetti.
Anche il 2016 è stato un anno positivo ma con segnali di rallentamento. La percentuale di imprese che hanno dichiarato un andamento positivo nel quarto trimestre 2016 rispetto allo stesso dello scorso anno si è abbassata (dal 56,0% al 36,4%) mentre quelle che hanno riscontrato una diminuzione della produzione sono salite al 40,9%. La produzione è cresciuta del 2,8% con un utilizzo degli impianti pari al 73,0%. Il fatturato, realizzato per il 19,7%
all’estero, è aumentato del 4,6% a valori correnti.
Complessivamente la domanda è risultata in crescita: è aumentata sia la domanda interna (+2,9%) che quella estera (+4,3%) che ha rappresentato il 18,0% degli ordinativi.
Il numero degli addetti è aumentato del 2,1% (+2,6% gli operai). Il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni nel 2016 è ulteriormente diminuito.
Le prospettive espresse dagli operatori per il primo trimestre evidenziano una crescita della domanda, soprattutto interna, e della produzione ma un calo dell’occupazione.
ALTRE INDUSTRIE – Forlì-Cesena
Variazioni medie degli ultimi 12 mesi rispetto ai 12 mesi precedenti
Produzione (a volume fisico)
Produzione
rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente ripartizione percentuale delle risposte
E DILIZIA
Secondo l’Osservatorio Congiunturale sull'Indu-stria delle Costruzioni curato dall’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), i dati di preconsuntivo descrivono il 2016 come l’anno delle occasioni mancate per il settore delle costruzioni. Alcune importanti misure della legge di stabilità non hanno, infatti, prodotto i risultati attesi, anche a causa della netta frenata dei lavori pubblici. L’anno si è chiuso quindi con un risultato deludente per gli investimenti in costruzioni con
un aumento dello 0,3% in termini reali rispetto all’1% previsto un anno fa.
La produzione del settore non è sostanzialmente ripartita: -0,2% nei primi dieci mesi dello scorso anno. In termini di occupazione l’edilizia è l’unico comparto a far rilevare una diminuzione del 4,9%
nei primi nove mesi del 2016 (dal 2008 i posti di lavoro persi sono a 600mila). Molto difficile risulta l’accesso al credito: nei primi 9 mesi del 2016 i flussi di finanziamento delle banche registrano un -4,3% nel comparto abitativo e -14,1% nel non residenziale. Gli investimenti per la nuova edilizia residenziale si riducono del 3,4% anche per il 2016.
Qualche lieve segnale positivo è stato rilevato per gli investimenti nel settore non residenziale privato (+0,8%) e per gli investimenti in opere pubbliche (+0,4%).
L’unico comparto che continua a registrare una crescita degli investimenti è quello della riqualificazione del patrimonio abitativo (+1,7%): grazie anche ai bonus fiscali, gli investimenti in riqualificazione degli immobili sono cresciuti negli anni della crisi fino a ricoprire un ruolo driver con il 37% del totale degli investimenti nel settore.
E’ proseguita la crescita del “mercato della casa”: i dati relativi ai primi nove mesi del 2016 mostrano un aumento del 20,4% delle compravendite rispetto all’anno precedente.
Sulla base di queste indicazioni si stima che il totale delle compravendite in tutto il 2016 sarà pari a 520mila unità, 20mila in più rispetto a quanto previsto un anno fa. Nel 2017 le transazioni aumenteranno ancora, salendo a 550mila. Va evidenziato però che a fronte della ripartenza del mercato immobiliare, i prezzi sono rimasti stabili o addirittura più bassi di quelli di un anno fa. Non è stata infatti la domanda a ripartire ma l’offerta a rassegnarsi ad accettare prezzi inferiori. Neanche la cancellazione dell’IMU sulle prime abitazioni sembra essere servita: la ripartenza alla quale stiamo assistendo non è uguale alle dinamiche del passato.
Nel 2017 potrebbe tuttavia finalmente verificarsi una svolta generale per il settore con un aumento dello 0,8% degli investimenti; crescita rivista in rialzo rispetto alle previsioni del luglio scorso grazie
NUMERO DELLE IMPRESE ATTIVE (I-286) Forlì-Cesena – Analisi del periodo 2009-2016 Costruzioni
Valore Indicatore: 5.693 imprese minimo: 5.693 - massimo: 6.752 - medio: 6.300 Fonte: Infocamere (StockView)
Elaborazione: SIMET
al contributo delle misure della Legge di bilancio 2017 in termini di investimenti infrastrutturali e opere pubbliche, rafforzamento degli incentivi fiscali (in particolare per gli interventi di ricostruzione delle zone terremotate), messa in sicurezza sismica e efficientamento energetico.
Ma, secondo ANCE, per garantire che nel 2017 si concretizzi la ripresa sono necessarie alcune condizioni:
• modificare il Codice degli appalti: nella condivisione di obiettivi di trasparenza, efficienza e legalità, per sbloccare i cantieri sono necessarie modifiche che consentano alle amministrazioni di aggiudicare appalti e consegnare lavori in tempi certi e con modalità più snelle anche portando a termine il percorso attuativo della riforma;
• attuare Casa Italia: passare alla fase attuativa varando al più presto il decreto del Mit sulla classificazione sismica degli edifici per rendere pienamente utilizzabili gli incentivi fiscali della Legge di bilancio, rendendo effettivamente possibile la cessione a terzi dei crediti fiscali derivanti dagli interventi di messa in sicurezza, rendendo immediatamente operativo il Fondo investimenti e sviluppo infrastrutturale;
• realizzare la rigenerazione urbana: con l’estensione della detrazione Irpef agli interventi di demolizione e ricostruzione anche con incrementi volumetrici, l’introduzione di agevolazioni fiscali ai trasferimenti di aree per facilitare l’avvio di programmi di edilizia residenziale già previsti nei piani urbanistici e prevedendo una detassazione dei dividendi delle persone fisiche che investono in progetti di rigenerazione urbana;
• favorire la eco-conversione del mercato immobiliare: prorogando la detrazione del 50% dell’IVA pagata sull’acquisto di case in classe A e B per almeno un triennio e incentivando la rottamazione delle abitazioni detassando le permute di case energivore e obsolete tra privati e imprese che si impegnano alla loro riqualificazione;
• costruire un rapporto trasparente tra banche e imprese: per migliorare l’accesso al credito delle imprese di costruzioni, è necessario che la riforma del Fondo di Garanzia per le Pmi entri in vigore nel più breve tempo possibile e serve un nuovo rapporto banca-impresa con criteri condivisi per la presentazione e la valutazione dei progetti.
L’edilizia rappresenta storicamente un settore strategico per l’economia provinciale con un forte ruolo come driver di filiera. Nonostante la crisi gravissima e prolungata che ha colpito questo settore più duramente degli altri, in particolare nel nostro Paese secondo gli ultimi dati 2014 dell’Istituto Tagliacarne, il settore delle costruzioni rappresenta ancora il 6,2% del valore aggiunto provinciale rispetto al 4,8% regionale e 4,9%
nazionale.
Nonostante il ridimensionamento di questi ultimi anni, il settore delle costruzioni (ramo F della codifica delle attività economiche Ateco 2007) nel territorio di Forlì-Cesena rappresenta ancora una fetta importante del tessuto economico anche per lo stretto legame esistente con altri comparti significativi. A fine anno il settore contava 5.693 imprese attive che impiegavano 12.757 addetti.
Sul totale delle attività provinciali rappresenta il 15,2% delle imprese e l'8,6% degli addetti.
Rispetto a dicembre 2015 lo stock si è
ulterior-PERSONE CON CARICHE SOCIALI PER CLASSE DI ETÀ E NAZIONALITÀ (Settore F - Costruzioni)
Forlì-Cesena - al 31/12/2016
** Per n. 11 persone con cariche sociali non è attribuita alcuna nazionalità o classe di età
Fonte: Infocamere (StockView)
Elaborazione: Camera di Commercio della Romagna
Rapporto sull’Economia – Anno 2016 e scenari 147
mente ridotto (-1,6%) con un tasso più elevato rispetto al complesso di tutte le attività economiche (-1,1%); rilevante anche il numero dei fallimenti riscontrati nel corso dell'anno (17 su 71 totali) che hanno interessato il settore.
Si tratta di una struttura imprenditoriale molto frammentata: la dimensione media è, infatti, di 2,2 addetti per impresa e le imprese con oltre 19 addetti (62) sono solo l’1,1% anche se impiegano il 22,9% degli addetti del settore. Il 67,6% è costituito da ditte individuali, mentre le società di capitale sono il 14,9%.
Analizzando i dati sulle persone con cariche sociali (titolari, soci e amministratori, ...), per il settore edile provinciale, risulta che ogni 100 cariche in imprese attive 16,9 sono coperte da individui nati fuori dall'Italia di cui 12,8 da persone nate in Paesi extracomunitari (in maggioranza albanesi seguiti da tunisini, svizzeri, macedoni e marocchini) e 4,1 da nati in Paesi dell’Unione Europea (in maggioranza rumèni). Il 77,7% degli stranieri ha meno di 50 anni contro il 48,3% degli italiani.
CARICHE SOCIALI PER CLASSE DI ETÀ E NAZIONALITÀ (Settore F - Costruzioni) Forlì-Cesena - al 31/12/2016
Fonte: Infocamere (StockView)
Elaborazione: Camera di Commercio della Romagna
COSTRUZIONI - FATTURATO - FORLÌ-CESENA
Variazione del volume di affari (fatturato) sullo stesso trimestre dell'anno precedente e variazione degli ultimi 12 mesi rispetto ai 12 mesi precedenti
Fonte: Evoluzione congiunturale del settore delle Costruzioni - Unioncamere Emilia-Romagna Elaborazione: Camera di Commercio della Romagna
I dati disponibili per la provincia evidenziano una congiuntura ancora con qualche difficoltà ma con valori migliori rispetto al quadro regionale. La rilevazione, riferita a Forlì-Cesena e condotta da Unioncamere, lascia intravedere qualche segnale di ripresa del volume d’affari: mentre la regione presenta variazioni altalenanti (con un dato negativo nel 3° trimestre) in provincia i tassi sono sempre in terreno positivo e in crescita costante dal 2° trimestre. Nella media degli ultimi quattro trimestri in Emilia-Romagna si registra un aumento dello 0,4% inferiore a quanto rilevato a Forlì-Cesena che chiude l'anno con un +1,9%; nel quarto trimestre rispetto al 2015 è stata del 7% contro il 38% dello scorso anno; solo il 12%
ha dichiarato invece di aver aumentato i livelli produttivi.
Secondo l’ultimo numero disponibile dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate riferito a fine 2015, nella nostra provincia le compravendite di unità residenziali restano poche ma hanno registrato una ripresa (+9,3% rispetto all’anno precedente il numero delle transazioni normalizzate); questa tendenza pare confermata anche dai dati dei primi 2 trimestri del 2016.
Nel 2016 l’occupazione ha dato qualche segno di ulteriore cedimento. Il numero dei dipendenti per i quali sono stati fatti versamenti presso le Casse Edili operanti nella provincia è apparso ancora in diminuzione (-3,1% nell’annata edile che va da ottobre 2015 a settembre 2016 rispetto alla precedente); escludendo le fasce di età estreme, la contrazione è riscontrabile fra i dipendenti appartenenti alle fasce di età inferiori ai 50 anni, ma è più significativa in quella dei giovani tra i 21 e 30 anni; crescono, invece, quelli in fascia da 51 a 60 anni. L’età media delle maestranze continua
INDICE DEL NUMERO DELLE TRANSAZIONI NORMALIZZATE (NTN)
Provincia di Forlì-Cesena – Settore residenziale
RAPPORTO DI INTENSITÀ DEL MERCATO IMMOBILIARE (IMI) TRANSAZIONI / STOCK
Provincia di Forlì-Cesena – Settore residenziale
INDICE DELLE QUOTAZIONI NELLE COMPRAVENDITE Provincia di Forlì-Cesena – Settore residenziale
Fonte: Agenzia delle Entrate (Osservatorio del Mercato Immobiliare) Elaborazione: Camera di Commercio della Romagna
Rapporto sull’Economia – Anno 2016 e scenari 149
comunque ad aumentare. Tuttavia le ore lavorate denunciate dalle 847 imprese iscritte presso le Casse Edili si sono attestate a 4,55 milioni con un lieve aumento dello 0,7% rispetto all’anno precedente; dal 2007 la contrazione è stata complessivamente del 58,7%.
In base ai dati disponibili al 06/02/2017, nel 2016 l’utilizzo nel settore Costruzioni della Cassa
Integrazione Guadagni, pur sempre rilevante, è stato inferiore all'anno precedente. Gli interventi
“ordinari” sono diminuiti (-14,1% rispetto al 2015), quelli “straordinari” sono dimezzati (-52,1%) e quelli “in deroga” si sono quasi azzerati (-94,2%). Anche quest'anno la Cassa Integrazione Guadagni straordinaria è stata la forma di sostegno prevalente nel settore rappresentando il 52,3% delle ore totali autorizzate per il settore. Complessivamente il settore delle costruzioni, con oltre 555 mila ore concesse in provincia (circa un quinto dell'ammontare complessivo), ha registrato una diminuzione del 55,8%.
CASSE EDILI
Forlì-Cesena – Anni edili 2014/15 e 2015/16
2014/15 2015/16 Var. %
Numero imprese 873 847 -3,0%
Dipendenti (Operai) 4.676 4.533 -3,1%
Ore lavorate 4.522.780 4.553.551 +0,7%
Fonte: Casse Edili della provincia di Forlì-Cesena Elaborazione: Camera di Commercio della Romagna
CASSE EDILI – ORE LAVORATE
Forlì-Cesena - Serie storica annate edili da 2002 a 2016
Fonte: Casse Edili della provincia di Forlì-Cesena Elaborazione: Camera di Commercio della Romagna