Impieghi totali e impieghi vivi
L’analisi che segue si basa sulla nuova serie statistica predisposta dalla Banca d’Italia a partire da giugno 2011, con l’entrata nel sistema bancario della Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e l’esclusione delle Istituzioni finanziarie e monetarie (IFM). Si è trattato in sostanza di un nuovo cambiamento, dopo quello avvenuto nel 2010, quando vi era stata l’iscrizione di poste contabili precedentemente stralciate, secondo le disposizioni dei principi contabili internazionali (IAS)4.
In provincia di Forlì-Cesena, al 31 ottobre 2016, si riscontrano 13,7 miliardi di euro in impieghi totali5; la flessione rispetto al medesimo periodo del 2015 è stata pari all’1,7% (-3,0% in regione e , 0,9% in Italia). L’erogazione dei prestiti totali alle imprese private provinciali si è contratta (-2,6%), mentre risulta in aumento il credito erogato alle famiglie consumatrici (+2,2%, in linea con la media degli ultimi 12 mesi ).
Gli impieghi vivi in provincia, che corrispondono ai finanziamenti erogati alla clientela residente al netto delle sofferenze e delle IFM, al 31 ottobre 2016 si attestano a 11,9 miliardi di euro e sono diminuiti tendenzialmente del 3,2%, consolidando la fase negativa in atto da giugno 2012 (trend medio degli ultimi 36 mesi: -3,8%), sebbene dall'inizio del 2015 la caduta appaia in rallentamento.
In regione la flessione è stata del 3,4%, mentre a livello nazionale la riduzione è apparsa minore (-0,9%).
La flessione degli impieghi vivi è maggiormente rilevante per quanto riguarda il tessuto produttivo (-5,4% rispetto al medesimo periodo del 2015, trend a 12 mesi pari a -4,6%), contrazione più accentuata rispetto al dato regionale (-3,3%) e nazionale (-1,9%). Le imprese di piccola dimensione (con meno di 20 addetti) in provincia risultano quelle più colpite dalla flessione dei prestiti (-7,1%).
Il ridimensionamento degli impieghi vivi al settore produttivo provinciale (imprese e famiglie produttrici), avvenuto tra ottobre 2015 e ottobre 2016, ha riguardato il comparto delle costruzioni (-17,8%) e quello dei sevizi (-6,5%, il cui peso sul totale degli impieghi vivi alle imprese è pari al 52,3%). La flessione degli impieghi nel settore delle costruzioni appare rilevante anche a livello
2 La consistenza degli sportelli si riferisce al terzo trimestre del 2016 (ultimo dato disponibile); la popolazione residente, come sopra, è quella al primo gennaio 2016.
3 L’indicatore è stato costruito utilizzando il dato della popolazione ISTAT residente al primo gennaio 2016.
4 Da giugno 2010 sono stati inclusi tutti i prestiti cartolarizzati, o altrimenti ceduti, che non soddisfano i criteri di cancellazione previsti dai principi contabili internazionali (IAS), in analogia alla redazione dei bilanci. L’applicazione di tali criteri ha comportato la re-iscrizione in bilancio di attività precedentemente cancellate e passività ad esse associate, con conseguente incremento delle serie storiche di impieghi e depositi.
5 Finanziamenti erogati dalle banche a soggetti non bancari calcolati al valore nominale al lordo delle poste rettificative e al netto dei rimborsi. L'aggregato comprende: mutui, scoperti di conto corrente, prestiti contro cessione di stipendio, anticipi su carte di credito, sconti di annualità, prestiti personali, leasing (da dicembre 2008 secondo la definizione IAS17), factoring, altri investimenti finanziari (per es. commercial paper, rischio di portafoglio, prestiti su pegno, impieghi con fondi di terzi in amministrazione), sofferenze ed effetti insoluti e al protesto di proprietà.
L'aggregato è al netto delle operazioni pronti contro termine e da dicembre 2008 esso è al netto dei riporti e al lordo dei conti correnti di corrispondenza.
regionale (-15,3%) e nazionale (-12,7%). Gli impieghi vivi del settore industriale provinciale sono, invece, aumentati del 2,3% (+2,5% in regione e -1,0% in Italia), con un trend positivo dal dicembre 2015 e una media mobile a 12 mesi pari al +3,0%.
Si conferma e consolida il trend positivo degli impieghi vivi alle famiglie consumatrici6 della provincia di Forlì-Cesena (+1,3%, media ultimi 12 mesi +3,4%), con una inversione di tendenza nella dinamica tendenziale che si riscontra da giugno 2015 e che risulta in linea con quella della regione Emilia-Romagna e dell’Italia (entrambe pari al +1,5%).
La flessione degli impieghi vivi alle imprese in provincia risulta maggiormente accentuata per quelle con meno di 20 addetti (-7,1%), che costituiscono la maggioranza del tessuto produttivo. La comparazione con gli altri territori di riferimento appare ancora sfavorevole per la provincia.
Risulta in crescita, con riferimento al 30 settembre 2016 rispetto al medesimo periodo del 2015, anche la componente del credito al consumo7 (+4,3%), per un ammontare di circa 568 milioni di euro (dato comprensivo di banche e società finanziarie). L'aumento di tale componente per il trimestre in esame si riscontra anche in regione (+6,6%) e in Italia (+3,0%).
In flessione anche i finanziamenti a medio/lungo termine (superiori ai 12 mesi) messi a disposizione, al 30 settembre 2016, dal sistema creditizio (-0,7% rispetto al medesimo periodo del 2015, -1,1% in regione, +0,6% in Italia), con un trend medio degli ultimi 12 mesi pari al +0,8%.
6 Individui o gruppi di individui nella loro qualità di consumatori.
7 Si indica, ai sensi dell'art. 121 del Testo Unico Bancario (D.Lgs 385/1993 e successive modificazioni e integrazioni), la concessione nell'esercizio di un'attività commerciale o professionale, di credito sotto forma di dilazione di pagamento, di finanziamento o di altra analoga facilitazione finanziaria a favore di una persona fisica che agisce per gli scopi estranei all'attività imprenditoriale o professionale eventualmente svolta (consumatore).
DINAMICA DEGLI IMPIEGHI VIVI – DETTAGLIO SETTORIALE Situazione al 31 ottobre 2016
Forlì-Cesena
Emilia-Romagna Italia Totale clientela ordinaria residente (escluso le IFM) (a) -3,2% -3,4% -0,9%
di cui: Imprese e famiglie produttrici (b) -5,4% -3,3% -1,9%
Industria +2,3% +2,5% -1,0%
Costruzioni -17,8% -15,3% -12,7%
Servizi -6,5% -3,7% +0,8%
di cui: Famiglie consumatrici +1,3% +1,5% +1,5%
(a) Le IFM sono le istituzioni finanziarie e monetarie (b) Le famiglie produttrici sono imprese fino a cinque addetti Fonte: Banca d'Italia (Base Dati Statistica)
Elaborazione: Camera di Commercio della Romagna
DINAMICA DEGLI IMPIEGHI VIVI AL SETTORE PRODUTTIVO - DETTAGLIO DIMENSIONALE Situazione al 31 ottobre 2016
Forlì-Cesena
Emilia-Romagna Italia
Imprese e famiglie produttrici -5,4% -3,3% -1,9%
Piccole imprese (a) -7,1% -5,0% -4,0%
Medio-grandi imprese (b) -4,9% -2,9% -1,4%
(a) Imprese con meno di 20 addetti (b) Imprese con almeno 20 addetti Fonte: Banca d'Italia (Base Dati Statistica) Elaborazione: Camera di Commercio della Romagna
Rapporto sull’Economia – Anno 2016 e scenari 195
I finanziamenti per cassa
I finanziamenti per cassa rappresentano un ulteriore aspetto di quanto le banche concedano all’economia. Essi corrispondono all’ammontare dei crediti per cassa, al netto delle sofferenze, censiti dalla Centrale dei rischi, accordati o erogati dagli intermediari segnalanti8. L’utilizzato delle somme accordate dalle banche ai propri clienti si differenzia dagli impieghi per l’assenza delle sofferenze e per la presenza dei pronti contro termine (PCT). I finanziamenti per cassa rappresentano, nella sostanza, una variabile sovrapponibile agli impieghi vivi commentati precedentemente, ma al lordo dei PCT. Rispetto agli impieghi vivi che derivano dalle segnalazioni di vigilanza, i dati dei finanziamenti per cassa hanno il vantaggio di non risentire degli effetti dovuti ai principi contabili internazionali (IAS), in quanto segnalati dalla Centrale dei rischi, consentendo pertanto confronti temporali di più ampio respiro.
I dati provinciali aggiornati a settembre 2016 hanno evidenziato una contrazione tendenziale dell’accordato operativo totale9 pari 4,3% (2,1% in Emilia-Romagna, -1,6% in Italia), coerentemente con la flessione dei prestiti rilevata e discussa in precedenza. In flessione anche la componente a breve termine dell'accordato operativo totale (-6,5%), così come per la regione (-0,9%) e a livello nazionale -2,4%).
Analogamente, per la provincia di Forlì-Cesena, i dati riportano una flessione (-4,9%) rispetto ai 12 mesi precedenti anche dell'accordato operativo utilizzato (pari al 76,8% dell'accordato totale) che corrisponde all’ammontare del credito effettivamente erogato alla clientela e che ha manifestato una dinamica analoga a livello regionale (-4,8%) e nazionale (1,5%).
La percentuale di utilizzato sull’accordato totale in provincia scende al 76,8% dal 77,3% di un anno prima; il dato regionale è pari al 71,5% (in riduzione dallo scorso anno), quello nazionale è il 79,1%
(sostanzialmente stabile). La percentuale di utilizzato a breve termine sull’accordato totale a breve termine, in provincia, è pari al 45,2%, in diminuzione rispetto al medesimo periodo del 2015.
Per quanto concerne lo sconfinamento delle somme accordate, la situazione emersa a settembre 2016 in provincia di Forlì-Cesena riporta una contrazione di tale variabile (10,6% rispetto al dato del 30 settembre 2015), in linea con il trend degli ultimi 12 mesi (12,0%). La percentuale di sconfinamento sull’utilizzato della provincia di Forlì-Cesena è pari al 2,6% (al 30 settembre 2015 era pari al 2,7%), valore in linea con il dato regionale (2,8%) e inferiore a quello nazionale (3,4%).
La situazione sopra descritta si è associata alla contrazione (-3,0% rispetto al medesimo periodo del 2015) dei margini disponibili, che rappresentano la differenza positiva tra il credito accordato (comprensivo dello sconfinamento) e quello utilizzato10.
I tassi di interesse
Il 2016, in continuità con l’anno precedente, si è caratterizzato per tassi di riferimento sostanzialmente nulli o negativi. La curva dei tassi forward si presenta inclinata positivamente, con valori negativi entro i 12 mesi. I principali benchmark di riferimento sono esposti nella tavola della pagina seguente.
In base alle rilevazioni di Banca d'Italia, i tassi praticati in provincia di Forlì-Cesena dal sistema bancario alla clientela residente (al netto delle IFM) sono apparsi in riduzione con riferimento alle
8 L’aggregato comprende le operazioni autoliquidanti, a revoca e a scadenza, oltre ai finanziamenti a procedura concorsuale.
9 Ammontare del credito direttamente utilizzabile dal cliente in quanto derivante da un contratto perfezionato e pienamente efficace.
10 Il margine disponibile è calcolato per ogni operazione segnalata da ciascun intermediario alla Centrale dei rischi senza alcuna compensazione né fra le operazioni che presentano sconfinamenti né fra gli intermediari che segnalano lo stesso affidato.
tre principali tipologie di operazioni:
1. operazioni autoliquidanti11; 2. operazioni a scadenza12; 3. operazioni a revoca13.
A livello provinciale, per il totale della clientela ordinaria residenziale (comprensiva pertanto di imprese e famiglie) si osservano migliori condizioni in termini di tasso effettivo unicamente per le operazioni autoliquidanti (i.e. anticipazioni di fatture e sconto di effetti).
Il trend discendente dei tassi effettivi rilevati si osserva anche per gli altri livelli territoriali di riferimento, coerentemente all’andamento dei tassi di riferimento.
Le condizioni proposte alle imprese per le operazioni autoliquidanti (anticipazione di fatture o sconto di cambiali) pari al 3,11% (media dei primi tre trimestri del 2016) risultano migliorate rispetto alla media del 2015 (3,62%) e maggiormente favorevoli ove comparate con il contesto regionale (-44 punti base) e nazionale (-55 punti base). Con riferimento alle famiglie consumatrici, i tassi medi applicati alle operazioni autoliquidanti (4,12%) sono apparsi in diminuzione di 46 punti base rispetto alla media del 2015, con un livello inferiore al dato regionale (5,17%) e nazionale (4,37%). Il tasso attivo applicato a tali operazioni per la totalità della clientela residente (escluso le IFM) è sostanzialmente coincidente con quello applicato alle imprese, essendo tale tipologia di operazioni particolarmente rivolta a questa ultima classe di clientela.
Per quanto concerne i tassi applicati alle operazioni sui rischi a scadenza (mutui), il livello medio per il totale della clientela è pari al 2,59%, in flessione di 42 punti base dal 2015. Il tasso praticato su tali categorie di finanziamento, considerate per la loro natura relativamente meno rischiose rispetto ad altre, appare tuttavia superiore di quello medio regionale (2,19%) e di quello nazionale (2,01%). La medesima situazione tra territori si osserva con riferimento alla clientela “imprese”
(2,67%, superiore al dato regionale e nazionale); per le famiglie consumatrici, tali operazioni di finanziamento in provincia hanno presentato un tasso effettivo pari al 2,40% (-28 punti base rispetto al dato medio del 2015). Il differenziale appare leggermente sfavorevole nei confronti della
11 Categoria di censimento della Centrale dei rischi nella quale confluiscono operazioni caratterizzate da una forma di rimborso predeterminato, quali i finanziamenti concessi per consentire l’immediata disponibilità dei crediti che il cliente vanta verso terzi. Si tratta, nella sostanza, di operazioni che configurano uno smobilizzo di crediti, quali ad esempio le anticipazioni di fatture e lo sconto di cambiali.
12 Categoria di censimento della Centrale dei rischi relativa a operazioni di finanziamento con scadenza fissata contrattualmente e prive di una fonte di rimborso predeterminata, quali ad esempio mutui e anticipazioni attive non regolate in conto corrente.
13 Categoria di censimento della Centrale dei rischi nella quale confluiscono le aperture di credito in conto corrente.
TASSI DI INTERESSE DI RIFERIMENTO Anno 2016
Tasso di riferimento (a) Periodo Valore
BCE tasso di rifinanziamento principale Ultimo in vigore 0,0%
BCE tasso di rifinanziamento marginale Ultimo in vigore 0,25%
BCE tasso su depositi overnight Ultimo in vigore -0,40%
EURIBOR 3 mesi Media mensile12 mesi -0,26%
EURIBOR 6 mesi Media mensile12 mesi -0,16%
EURIBOR 12 mesi Media mensile12 mesi -0,03%
BOT 12 mesi Media mensile12 mesi -0,14%
BTP 10 anni Media mensile12 mesi 1,487%
RENDISTATO Media mensile12 mesi 0,908%
(a) I dati si riferiscono alla rilevazione del 20 gennaio 2017 Fonte: Banca d'Italia, Banca Centrale Europea
Elaborazione: Camera di Commercio della Romagna
Rapporto sull’Economia – Anno 2016 e scenari 197
regione (+14 punti base) e poco rilevante per il contesto nazionale (-5 punti base).
Per quanto riguarda i tassi relativi ai rischi a revoca, operazioni di norma maggiormente rischiose, il trend dei primi 9 mesi in provincia (5,76%) è in flessione rispetto al dato medio del 2015 (6,48%).
Il tasso medio provinciale del 2016 per il totale della clientela risulta superiore a quello regionale e nazionale; tuttavia, con riferimento alle imprese la situazione si inverte e il tasso applicato in provincia di Forlì-Cesena (5,95%) risulta il migliore degli altri territori di riferimento. Lo spread favorevole con il livello nazionale è sempre osservabile nella serie storica, manifestando, fermo restando le condizioni operative difficoltose degli ultimi anni, una competitività del sistema creditizio locale. Per le famiglie consumatrici, infine, il tasso medio del 2016 (4,45%) è inferiore al valore medio del 2015 e degli anni precedenti esposti, sebbene maggiormente oneroso rispetto al dato regionale (+25 punti base) e nazionale (+53 punti base).