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Altre licenze

Nel documento Profili giuridici delle licenze Open Source (pagine 99-104)

3. Le licenze per il software Libero e Open Source

3.11 Altre licenze

Oltre alle licenze viste in precedenza esistono una serie di licenze meno utilizzate, che nonostante questo meritano una menzione. In particolare:

Licenza Artistica – Artistic License

La Licenza Artistica è una licenza software scritta da Larry Wall e utilizzata per certi pacchetti di software libero, tra i più noti l'implementazione standard di Perl. Il nome della licenza è un riferimento al concetto di Licenza poetica. L'appartenenza alla lista delle licenze Open è una questione molto discussa. È stata criticata dalla Free Software Foundation per il fatto che è "troppo vaga: alcuni passaggi sono troppo complicati per ciò che vogliono spiegare e il significato non è chiaro. Spesso viene suggerito di non utilizzare questa licenza da sola, ma fornire la doppia licenza AL/GPL, com'è stato fatto per i progetti Perl. Infatti la “Sezione 5” della Licenza Artistica vieta la vendita del software, ma permette che sia venduta una distribuzione di software aggregato di più di un programma. In questo modo, raggruppando un programma sotto Licenza Artistica con un Helloworld.c di cinque righe di codice, è possibile vendere i due software aggregati. Inoltre la Licenza Artistica richiede che le modifiche siano rese gratuite, ma fornisce poi una scappatoia (nella Sezione 7) che permette di mantenerle private e perfino di porre sotto dominio pubblico parti del programma sotto la licenza stessa.

I problemi che la prima versione di AL si portava avanti sono stati risolti nella versione 2.0, approvata dalla Free Software Foundation come Licenza Libera e Open Source.

Microsoft Public License – Ms-PL

Il programma Microsoft Shared Source è nato nel 2001 con l’intento di avvicinare la compagnia al mondo Open Source la cui cultura andava dilagando. Il programma fornisce diverse tipologie di licenza sia open sia closed source, ognuna con diversi gradi di restrizione. Nonostante la Microsoft abbia tentato con questa azione un avvicinamento alla fazione avversaria del free software, molte sono state le voci contrarie. Alcuni tra i più importanti fautori del mondo Open hanno definito le licenze Shared Source come una presa in giro, in quanto non permettono una vera liberalizzazione del codice. La licenza in particolare permette la ridistribuzione del software a scopo commerciale; la diffusione del binario derivato, purché abbia licenze compatibili con la Ms-PL, o la ridistribuzione del sorgente ma solo con Ms-PL. Al contrario non concede alcun diritto sull'utilizzo di nomi, loghi o marchi dei contributori; la licenza decade se un contributore sostiene che un suo brevetto sia infranto dal software; necessita la conservazione di tutti i brevetti, loghi o marchi anche per piccole porzioni di codice.

Common Public License – CPL

La CPL è stata creata con lo scopo di sostenere lo sviluppo collaborativo, ma allo stesso tempo protegge questi progetti da contributori malevoli che possono introdurre al loro interno codice che infrange brevetti di loro proprietà così da potersi rivalere dei diritti. Permette di riutilizzare i contenuti sotto altre licenze, la ri-compilazione di un programma sotto CPL senza effettuarne alcuna modifica e di licenziarlo con una licenza totalmente diversa, anche proprietaria. Obbliga però ogni contributore a garantire a tutti i destinatari del programma una licenza royalty free e che il codice sorgente sia sempre disponibile.

Apple Public Source License

E' la licenza open source sotto cui Apple ha rilasciato il sistema operativo Darwin. La licenza è stata scelta appositamente per invogliare la community di sviluppatori open source a migliorare il progetto Darwin. La prima versione della Apple Public Source License è stata approvata dalla Open Source Initiative (OSI). La Versione 2.0, rilasciata il 29 giugno 2003, è conforme alle linee guida della Free Software Foundation, ed è stata anche approvata dall'OSI. La Free Software Foundation ha approvato la Apple Public Source License 2.0 come una licenza per software gratuito, ma mentre ha incoraggiato gli sviluppatori a lavorare su altri progetti coperti dalla Apple Public Source License, ha consigliato ai suddetti sviluppatori di non rilasciare altri software con questa licenza, perché non è compatibile con la GNU General Public License e potrebbe interferire con progetti rilasciati interamente come software proprietario.

IBM Public License – IPL

E' una licenza di software libero/open source scritta e talvolta usata dalla IBM, approvata sia dall'OSI che dalla FSF. La IPL differisce dalla GNU General Public License (GPL), in quanto attribuisce responsabilità sul codice all'editore o al distributore del software licenziato. Secondo la IBM questo dovrebbe favorire gli usi commerciali del software open source, senza lasciare ai vari contributori rischi di responsabilità. I fautori della IPL ritengono che questa abbia una definizione di responsabilità molto più chiara rispetto alla GPL. Inoltre, essa è incompatibile con la GPL in quanto contiene alcune restrizioni non incluse nella GPL. Tra i progetti che usano la licenza IPL figura il demone di posta Postfix.

Intel Open Source License

La licenze è identica alla BSD License tranne che per l’aggiunta di una sezione che riguarda l’esportazione del prodotto licenziato. Tale sezione non modifica i termini della licenza ma semplicemente ricorda all’utenza le normative americane in materia di esportazione di prodotti software al momento della creazione della licenza stessa (maggio 2000) e assegna al destinatario della licenza la responsabilità di verificare se l’eventuale esportazione nel proprio paese è

compatibile con la normativa referenziata. La stessa Intel ha richiesto nel 2005 all’OSI (Open Software Initiative) di rimuovere la propria licenza open dall’elenco delle licenze approvate, al fine di scoraggiarne eventuali impieghi futuri della stessa, pur chiedendo di conservarla per non costringere al ri- licenziamento di tutti i prodotti fino a quel momento licenziati con la stessa. Le motivazioni addotte dalla stesa Intel per tale richiesta si basano sull’esigenza di ridurre notevolmente il proliferare di licenze open, cosa che rende complesso il processo di individuazione della licenza più adatta alle esigenze dei vari licenzianti. Le richiesta ha ricevuto il plauso della comunità tecnica gravitante intorno alle problematiche dei meccanismi di licenza e della stessa OSI, ma ha evidenziato una mancanza del meccanismo di riconoscimento delle licenze open da parte di OSI: non esiste una procedura formale né informale per la disattivazione di una licenza ed il suo disconoscimento da parte dell’estensore e per prevenirne impieghi futuri.

Sun Public License – SPL

Viene definita dalla SUN Microsystems appositamente per la pubblicazione di vari software open source fra cui NetBeans. Sulla base di tale considerazione si può far risalire la nascita della licenza al 2000 circa, data di nascita del progetto NetBeans.

Viene riconosciuta licenza open source dalla Open source Initiative (OSI) e come licenza per software libero dalla Free Software Foundation. E’ basata sulla MPL (Mozilla Publi License) ad al momento risulta abbandonata dalla stessa SUN a favore della licenza CDDL (Common Developement and Distribution License) che l’ha soppiantata in toto. Infatti il progetto NetBeans è stato rilasciato sotto SPL fino alla versione 5.5, mentre per le successive versioni è stata adottata la CDDL. Sostanzialmente la SPL consente di copiare, distribuire e modificare il software, ma non di rivenderlo. Altro vincolo importante è che il software risultante dalle precedenti operazioni consentite su un software SPL deve essere disponibile con la medesima licenza e sotto forma di codice sorgente. Infatti il testo della licenza recita espressamente che nessun diritto o licenza è garantita per porzioni di codice estrapolate e/o separate dal codice sotto SPL e per commistioni di codice sotto SPL con altro codice che non venga rilasciato sotto GPL o altri dispositivi esterni e che il prodotto di modifiche o commistioni di SPL deve essere pubblicato son la medesima licenza SPL.

E’ evidente che un limite fondamentale della SPL è l’impossibilità di garantire la licenza a fusioni di codice SPL e codice brevettato o comunque proprietario e sotto altro tipo di copyright tradizionale per cui comunque sia stata concessa la licenza di impiego nello specifico progetto dai legittimi detentori dei diritti: per tali porzioni di codice non sarebbe possibile una pubblicazione con SPL né sarebbe possibile fornire il codice sorgente.

Common Developement ans Distribution License – CDDL

E’ stata scritta dalla SUN, sottoposta per l’approvazione alla Open Source Iniziative il 1° dicembre 2004 e riconosciuta come licenza open source nel gennaio 2005. E’ derivata dalla SPL e, in definitiva, dall’unico progenitore MPL. Ha determinato l’abbandono della SPL in concomitanza con la pubblicazione sotto forma di software open source del sistema operativo Unix Solaris e con l’avvio del progetto openSolaris che ha comportato il rilascio di circa 19 milioni di righe di codice e 1660 brevetti. Proprio tali brevetti ed il codice ad essi legato costituiscono il punto dolente dell’impiego della licenza SPL che in tutti gli altri aspetti, contempla le esigenze del progetto. OpenSolaris è un sistema operativo di fascia alta dotato di funzioni di sicurezza intrinseche e di capacità di sostenere applicazioni mission critical per grandi aziende, banche e operatori telefonici. Ovviamente Sun ha voluto garantirsi la possibilità di includere eventuali nuovi interessanti sviluppi nel suo sistema Solaris, e per ottenere ciò ha dovuto scrivere la licenza CDDL (Common Developement ans Distribution License).

In particolare la CDDL permette di collegare parti di codice rilasciate con licenze diverse e di inglobare il codice prodotto in altri software commerciali (a patto di rilasciare il nuovo codice sorgente delle parti modificate che sono sotto licenza CDDL). Quindi consente la integrazione di codice proprietario e sottoposto a brevetto con codice open source a tutti gli effetti, senza determinare incompatibilità o ereditarietà di licenze pericolose per la stabilità del progetto specifico. D’altro canto funge anche da energico disincentivo dal tentare di brevettare il codice rilasciato, rispettando contemporaneamente lo sforzo collettivo della comunità a sostegno del progetto e gli investimenti pregressi di chi ha iniettato nel progetto stesso codice proprietario brevettato.

CAPITOLO 4

Nel documento Profili giuridici delle licenze Open Source (pagine 99-104)