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La licenza GNU LGPL

3. Le licenze per il software Libero e Open Source

3.2 La licenza GNU LGPL

La GNU Lesser General Public License (abbreviata in GNU LGPL o solo LGPL) è una licenza libera protettiva, inizialmente nota con il nome di GNU Library General Public License, creata dalla Free Software Foundation. Questa licenza, infatti, nacque con il preciso intento di essere utilizzata per le librerie, studiata come compromesso tra la GNU General Public License e altre licenze meno restrittive (non-copyleft) quali la Licenza BSD, la Licenza X11 e la Licenza Apache.

La scelta fu dettata anche da una precisa intenzione strategica, poiché se anche le librerie "fossero state distribuite attraverso la GPL, infatti, anche i programmi che le avessero utilizzate avrebbero dovuto divenire software coperto da GPL, in quanto opere derivate".

Fu scritta nel 1991 (aggiornata nel 1999 e nel 2007) da Richard Stallman, con l'ausilio legale di Eben Moglen.

Storia

I problemi derivati dall'impostazione rigida e "virale" della GPL hanno creato alcuni problemi in certe fasi dello sviluppo di software. Ci sono infatti alcuni tipi di software, come le librerie di funzioni, che per la loro natura strumentale devono essere combinate con altro software per poter risultare utili. In questo caso, l'obbligo di rilasciare tutto il pacchetto software sotto GPL poteva risultare un deterrente allo sviluppo di librerie libere. Ecco che la Free Software Foundation ha pensato alla redazione di una sorta di "sorella minore" della GPL, chiamata infatti Lesser GPL che, in via del tutto straordinaria, risultasse più elastica nelle sue clausole.

La prima versione di LGPL è stata la 2.0, numerata così perché uscita contemporaneamente alla versione 2.0 della GPL (gennaio 1991). Successivamente, tale versione ha subito delle modifiche portandola alla versione 2.1 (nel febbraio del 1999), la quale comprendeva qualche correzione minore e soprattutto il cambio di nome da Library a Lesser. L'ultima versione infine, cioè la versione 3.0, fu pubblicata nel giugno del 2007 sempre in contemporanea con la GPL 3.0.

Caratteristiche della licenza

Dato che la LGPL non è altro che una derivazione dalla GPL, essa contiene solo delle variazioni di quelli che sono i principi espressi all'interno della licenza madre.

La LGPL è una licenza di tipo copyleft ma, a differenza della licenza GNU GPL, non richiede che eventuale software "linkato" al programma sia rilasciato sotto la medesima licenza e, per tale ragione, può essere utilizzata anche all’interno di un software commerciale. Essa, quindi, rappresenta un compromesso tra la libertà assoluta che la GPL giustamente esige e quelle che sono le logiche di mercato. Il motivo che ha portato la FSF ad immettere questa nuova licenza, quindi, è il seguente: i software proprietari, se possono scegliere quali librerie usare, scelgono tra quelle che permettono al programma stesso di rimanere non libero; se le librerie libere sono nettamente superiori alle loro concorrenti, non devono porsi questo problema, perché un software per essere di qualità potrebbe/dovrebbe utilizzarle e divenire libero; se invece non lo sono, per trovare una maggiore diffusione, devono permettere il proprio utilizzo all’interno di programmi non liberi, quindi usare la LGPL.

Un'altra caratteristica della LGPL è rappresentata dalla possibilità di convertire software che la usa in software coperto da GPL (sezione 3 della licenza): questo è utile per il riutilizzo di codice LGPL in applicativi o librerie GPL, o se si vuole evitare che il software venga usato all'interno di software proprietari.

Deve essere il programmatore stesso che rilascia la libreria a scegliere di preferire LGPL rispetto alla più restrittiva GPL: questa, però, è una scelta influenzata solamente dagli scopi del singolo sviluppatore.

Facendo una sintesi su quanto descritto nel testo della licenza:

1) Si deve riprodurre chiaramente su ogni copia un'appropriata nota di copyright e di assenza di garanzia; si devono mantenere intatti tutti i riferimenti a questa licenza e all'assenza di ogni garanzia; si deve dare ad ogni altro destinatario del programma una copia della LGPL insieme al programma. Ogni traduzione della LGPL deve essere accompagnata dalla LGPL originale.

2) Se si modifica la propria copia della libreria o parte di essa, si può redistribuire la libreria risultante a patto di farlo sotto le condizioni della LGPL.

3) Se si copia o si distribuisce la libreria, si deve corredarla del corrispondente codice sorgente completo, in una forma leggibile dal calcolatore. Non serve fornire il codice sorgente dei programmi che si collegano alla libreria.

4) Se si ottiene il permesso dal titolare del diritto d'autore, è possibile rinunciare ad ognuna di queste condizioni. Le utilizzazioni personali e gli altri diritti non sono in nessun modo limitati da quanto sopra elencato. La scelta fatta è stata compiuta per poter competere sul loro terreno e promuovere l’approccio free software, rispetto allo schema "proprietario". Tuttavia, Stallman

stesso afferma che è (ancora oggi) preferibile limitare l’uso della LGPL solo ai casi in cui non ci sia alternativa, e utilizzare quanto più possibile la GPL per puntare direttamente sull’effetto virale di quest’ultima, se non addirittura sul rilascio fin dall’inizio di programmi con licenza libera. Infatti, la licenza madre per il software libero resta la GPL.

Applicazioni

La LGPL è principalmente usata per le librerie software. Talvolta è utilizzata anche da applicativi quali ad esempio Mozilla Firefox (web browser open source multipiattaforma discendente di Mozilla Application Suite, prodotto da Mozilla Foundation), OpenOffice.org (software di produttività personale sviluppato da Oracle Corporation, che ha la caratteristica di essere parzialmente compatibile con i formati di file di Microsoft Office) e 7-Zip (programma di compressione di file).