• Non ci sono risultati.

Analisi dello spread EUR LIBOR/EURIBOR – EONIA

La parte analitica di ogni sottocapitolo, riguardante la coppia di tassi relativi alla valuta considerata e il loro spread, si articola nei seguenti aspetti:

UTILIZZO DELL’EONIA

2.3.3 Analisi dello spread EUR LIBOR/EURIBOR – EONIA

Le figure seguenti riportano due gruppi di grafici raffiguranti lo spread EUR LIBOR – EONIA, nel primo, e lo spread EURIBOR – EONIA, nel secondo, in entrambi i casi con riferimento a quattro scadenze (overnight, 1, 3, 6 mesi). Nel secondo gruppo di grafici, riguardanti lo spread tra EURIBOR ed EONIA, non viene raffigurato il differenziale per la scadenza giornaliera poiché il tasso EURIBOR non è disponibile per la scadenza giornaliera. Tuttavia, il tasso EONIA può essere considerato equivalente ad un tasso EURIBOR con scadenza overnight in quanto rappresenta la media dei tassi che le banche del panel si applicano vicendevolmente su prestiti con scadenza giornaliera.

Figura 5: SPREAD EUR LIBOR - OIS (EONIA) (gennaio 2006- luglio 2017)

Fonte: elaborazione propria (dati ottenuti da Bloomberg Finance L.P.)

Figura 6: SPREAD EUR LIBOR - OIS (EONIA) (gennaio 2006- luglio 2017)

Fonte: elaborazione propria (dati ottenuti da Bloomberg Finance L.P.)

I grafici relativi agli spread tra EUR LIBOR – EONIA ed EURIBOR – EONIA, per le scadenze da 1 a 6 mesi, potrebbero apparire d’impatto identici: ciò è dovuto alle lievi differenze, descritte e dimostrate nella sezione precedente, che sussistono

tra l’EUR LIBOR e l’EURIBOR che si sono visti distanziare di circa 10 punti base nel periodo compreso tra il 2010 e il 2014, quindi difficilmente percepibile con le scale adottate in questi grafici.

Questi spread sono considerati degli indicatori delle condizioni di stress del mercato interbancario. Analogamente a quanto si è potuto osservare con lo spread tra il tasso USD LIBOR e il tasso OIS, si assistette ad un loro primo significativo rialzo in corrispondenza dell’inizio della crisi del 2007, raggiungendo il picco più alto intorno ad ottobre del 2008, a seguito del fallimento di Lehman Brothers, avvenuto nel settembre 2008. Tuttavia, questi spread non raggiunsero gli smisurati livelli di oltre 350 punti base toccati dai loro omologhi per il mercato del Dollaro, ma si attestarono intorno ai 200 punti base. D’altro canto, quando lo spread si ampliò nuovamente, nel 2011, lo fece in misura decisamente maggiore rispetto a quello relativo al mercato statunitense. Il motivo di ciò è riconducibile alla perdita di fiducia degli operatori nei confronti delle banche europee. La crisi dei debiti sovrani europei ha avuto un ruolo di primaria importanza nell’incremento dello stress nei mercati dell’Eurozona. Dopo che l’economia europea ha potuto riacquisire una certa fiducia e credibilità, si è assistito ad una significativa riduzione dello spread senza registrare ulteriori impennate e mantenendosi, da allora, a dei livelli relativamente contenuti.

Fattori che influenzano lo spread EUR LIBOR/EURIBOR – EONIA

Tra le maggiori cause scatenanti l’impennata dello spread all’inizio della crisi finanziaria c’è sicuramente da menzionare il rischio di liquidità creatosi nel mercato monetario: una condizione di incertezza sulla futura illiquidità nel mercato dei prestiti interbancari ha reso difficoltoso la gestione della liquidità delle banche nonché la loro capacità di reperire le risorse liquide adeguate alle proprie necessità. A un maggiore rischio di liquidità, manifestato maggiormente nei livelli dell’EUR LIBOR e dell’EURIBOR, si è affiancato un aumento dei costi per le banche a causa della richiesta di un maggiore premio per il rischio di liquidità o per la disponibilità di prestiti di liquidità per scadenze più brevi. Con un maggiore rischio di liquidità e con la grave asimmetria informativa che caratterizzava il

mercato, si è registrato un declassamento del merito creditizio delle controparti comportando una crescita del rischio di credito di controparte. Queste condizioni hanno condotto ad una forte riduzione dell’attività delle banche ed inevitabilmente anche della liquidità nel mercato dei prestiti overnight nell’Eurozona.

Un altro fattore che potrebbe aver fornito un piccolo contributo all’espansione dello spread viene individuato nelle aspettative sui tassi di interesse. Con riferimento ai meccanismi di trasmissione della politica monetaria, la BCE si serve dei tassi della stessa al fine di manovrare, in primis, i tassi a breve termine, tra cui il tasso EONIA: tasso dei prestiti interbancari non garantiti con scadenza giornaliera rappresentante uno strumento di primo ordine per l’implementazione della politica monetaria. I risultati ottenuti si trasmettono successivamente sui tassi di interesse a lungo termine che incidono sulle decisioni di famiglie e imprese. Pertanto, il futuro livello dei tassi pone le sue basi sul livello del tasso EONIA. Tuttavia, la crisi finanziaria ha avuto un effetto di disturbo su tale capacità indicativa della politica monetaria e, conseguentemente, sulle aspettative sui tassi di interesse futuri. La risposta alla crisi da parte della BCE si è configurata nell’adozione di una politica monetaria espansiva attraverso l’immissione di liquidità nel sistema bancario ottenendo un abbassamento dei tassi di interesse a breve, compreso il tasso EONIA (quindi i costi di finanziamento delle banche sul mercato monetario).

Un ulteriore fattore, influente in particolar modo su questi spread riguardanti l’Euro, è stato rappresentato dal rischio connesso alla crisi dei debiti sovrani: il rischio che uno Stato possa risultare insolvente e, quindi, incapace di ripagare il proprio debito. Gli istituti bancari, dipendenti dai finanziamenti a breve termine, hanno subito negativamente gli effetti della crisi dei debiti sovrani in quanto uno Stato con un basso livello di rating spesso coinvolge nel declassamento anche le banche nazionali dello stesso Paese. Tale declassamento, nell’Unione Europea, verificatosi per le difficoltà di alcuni Paesi europei di rifinanziamento del proprio debito pubblico, ha avuto effetti particolarmente nocivi per tutta l’Eurozona: ha suscitato il timore di un potenziale effetto domino sugli altri Paesi europei e di una disgregazione dell’Eurozona. Dopo aver riportato un po’ di fiducia nei sistemi

bancari nazionali, gli Stati hanno potuto ridurre i loro costi di finanziamento contribuendo, in questo modo, a ricondurre gli spread EUR LIBOR/EURIBOR – EONIA ai bassi livelli che mantengono tuttora.