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Capitolo III: Il pensiero di Salvatore Sassi

4.3. Analisi di affidabilità aziendale. Ratings

Tabella 1: Descrizione delle classi di “rating” comunemente utilizzati a livello internazionale

Il concetto di default è di fondamentale importanza per l’assegnazione della scala di rating, essendo il riferimento per la determinazione dei principali parametri di rischio, e.g. la probabilità di default, Pd, il tasso di perdita in caso di dafault, Lgd, e il tasso di perdita attesa, El.

Di ausilio per la stima del profilo di rischio “creditizio” da parte della banca è senza dubbio l’analisi dell’andamento nel tempo del rapporto di finanziamento di un’azienda effettuato da Banca d’Italia per mezzo della divisione “Centrale dei Rischi87”.

87 La Centrale Rischi è stata istituita con la delibera del CICR del 16 maggio 1962, adottata su proposta dell’Organo di Vigilanza, al fine di creare un sistema di centralizzazione dei rischi, per consentire alle banche di gestire in modo razionale i molteplici finanziamenti concessi.

Descrizione Rischio Rating

Solvibilità molto elevata. Eccellente posizionamento sul mercato. Capacità di far fronte al debito indipendentemente da possibili condizioni economiche avverse

1 Aaa

Elevata affidabilità nel rimborso del debito. Non si evidenzia una significativa vulnerabilità nel caso di condizioni economiche avverse

2 Aa

Qualità di copertura del debito alta, con maggiore sensibilità alle fluttuazioni economiche. Ciò rende incerto il pagamento puntuale e per intero del debito

3 A

La capacità di copertura del debito è adeguata, ma più debole. Nel breve termine, la capacità di far fronte al debito è accettabile. Tuttavia, nel caso di condizioni economiche poco favorevoli questa capacità potrebbe alterarsi

4 Bcc

Il rischio di incapacità di rimborso del debito è abbastanza alto in particolare nel lungo periodo.

Ma accettabile

5 Bc

Il rischio di incapacità di rimborso del debito è abbastanza alto in particolare nel lungo periodo.

La posizione richiede un continuo monitoraggio

6 B

7 Ccc

8 Cc

Probabilità molto elevata che si verifichi un

mancato pagamento del debito 9 C

10 Ddd

11 Dd

12 D

Il debitore si trova in stato di insolvenza Default

Alta

Media

Bas sa Incertezze molto elevate circa la capacità di rimborso del debito e degli interessi

È evidente che una definizione univoca di default non è semplice da stilare, tuttavia può essere agevole la classificazione di crediti “dubbi”88 prevista dalla disciplina di vigilanza di Banca d’Italia. Si distinguono così le situazioni creditorie in “sofferenze”,

“incagli”, “crediti ristrutturati” e “crediti scaduti” o “sconfinanti” (past due).

Gli istituti creditizi sono particolarmente influenzati dal rischio di insolvenza da parte dei loro clienti; una stima attendibile del rischio, in tal caso, non tiene conto Tra gli obiettivi principali anche quello di fornire informazioni trasparenti su coloro che risultano esposti con la banca per affidamenti oltre una certa soglia e di coloro che risultano incapaci di far fronte ai debiti verso il sistema bancario per qualsiasi tipo di finanziamento, che sia di ausilio per una migliore gestione del rischio di credito e che funga quindi da stabilizzatore del mercato bancario.

Il prospetto di analisi utilizzato è definito “matriciale” poiché è rappresentato da «una tabella a doppia entrata, nella quale le righe rappresentano i dati da rilevare, le colonne i caratteri atti a qualificarli. Per indicare che un certo dato è qualificato da un certo carattere, si appone un simbolo all’intersezione tra riga e colonna. Il simbolo identifica la lista di modalità ammissibili, la quale può essere separatamente specificata.

Il modello consente definizioni complete, univoche e non ridondanti delle informazioni statistiche di interesse. La sua caratteristica fondamentale risiede nella capacità di descrivere ciascuna funzione statistica mediante una sola riga del piano di rilevazione. Ciò garantisce la sinteticità della rappresentazione, rendendola particolarmente adatta alla descrizione di sistemi statistici complessi, quali le segnalazioni statistiche e di vigilanza.»

Si tratta di una rappresentazione pluridimensionale in grado di cogliere i diversi profili della relazione banca-cliente e che funge da valido supporto per la gestione dei sistemi di rating.

88 Tra le situazioni creditizie cosiddette “dubbie” rientrano coloro che risultano incapaci di far fronte ai debiti verso il sistema bancario per qualsiasi tipo di finanziamento, cioè coloro che vengono dichiarati “insolventi”. L’insolvenza è la condizione di coloro che, per l’entità del debito accumulato, sono ritenuti non più in grado di adempiere con regolarità ai propri debiti e la loro posizione viene

“passata a sofferenza” con avvio delle pratiche per il recupero coattivo. Situazione parzialmente diversa è quella di coloro che risultano segnalati per esposizione superiore alla soglia di riferimento, anche se l’andamento del rapporto creditizio è regolare, perché in questi casi la concessione di nuovi crediti sarà approvata previa valutazione della solvibilità del richiedente, in altre parole della capacità di far fronte ai nuovi debiti che sommano ai precedenti. Per quanto riguarda le segnalazioni che originano da insolvenza è importante distinguere tra il “passaggio a sofferenza” della posizione dal semplice “incaglio”. Questa seconda situazione è quella di coloro che pur trovandosi in difficoltà temporanee sono costretti a ritardare i pagamenti alla banca (che comunque devono proseguire con una certa regolarità) ma ciò non può dare luogo alla segnalazione alla Centrale Rischi e pertanto alla banca è rimessa la responsabilità di valutare soggettivamente in quali casi operare la segnalazione, il che comporta la possibilità di errori e valutazioni eccessivamente rigide che di fatto comportano l'esclusione dell’utente da qualsiasi accesso al credito. I crediti “ristrutturati” derivano da rapporti contrattuali modificati o accesi nell’ambito di un’operazione di ristrutturazione, cioè un accordo con il quale un intermediario, a causa del deterioramento delle condizioni economico-finanziarie del debitore non riconducibile unicamente a profili attinenti al rischio-paese, acconsente a modifiche delle originarie condizioni contrattuali che generano una perdita.

La tipologia di credito anomalo detto “scaduto o sconfinante” è stata introdotta di recente per rendere la classificazione coerente con la nozione di esposizioni in default prevista da Basilea 2. Secondo le istruzioni della Banca d'Italia, un’esposizione è considerata tale quando il debitore è in ritardo da almeno 90 giorni (sono previste tuttavia eccezioni a 180 giorni) su un’obbligazione creditizia ritenuta rilevante.

solamente della probabilità di default, poiché ad interessare il profilo di rischio di tali aziende vi è anche l’esposizione creditizia al momento dell’insolvenza, exposure at default, Ead, la perdita in caso di contenzioso, loss given default, Lgd, e la vita residua del prestito, Maturity, M.

Inoltre è essenziale analizzare la consistenza finanziaria e la dimensione dell’azienda a cui viene affidato il credito e il livello di rischio della natura dell’investimento.

In dettaglio, il criterio di rating consiste nell’assegnare un punteggio qualitativo89 a definiti indicatori “indiretti” di performance, storici e prospettici, di struttura finanziaria e di situazione economica, monetaria, finanziari, patrimoniale e così via. L’obiettivo è quello di prevedere sistematicamente l’affidabilità dell’azienda a seconda della dinamicità dei suoi dati di bilancio. Un’azienda con un livello medio/alto di rating gode pertanto di una buona reputazione nel profilo di rischio e può concordare per un più conveniente rapporto costo/beneficio del finanziamento.

Tuttavia è possibile che le nuove metodologie non siano in grado di esprimere pienamente le qualità delle aziende di piccole e medie dimensioni, in quanto istituti più critici da valutare e di norma caratterizzati da una maggiore probabilità di insolvenza. Tra le ragioni principali vi è la considerazione da parte delle agenzie di ratings che tali aziende, esaminate come “retail”90, sono meno correlate tra loro a livello di rischio e inoltre sono meno sensibili all’andamento del ciclo economico. La struttura più flessibile rispetto ad un’azienda di grandi dimensioni agevola però la loro adattabilità nei confronti della dinamicità ambientale.

89 Le principali aree di indagine dell’analisi qualitativa riguardano il complesso delle scelte imprenditoriali, l’esperienza e la professionalità del personale dipendente, nonché le capacità finanziarie dell’imprenditore, della compagine sociale e dei garanti. A questi fattori va aggiunta l’analisi delle caratteristiche dell’impresa (e.g. struttura organizzativa, modalità di gestione e di sviluppo delle risorse umane, investimenti in R&S e così via).

Lo studio è completato con l’analisi delle tendenze evolutive dell’economia e del mercato di riferimento al fine di verificare il vantaggio competitivo dell’impresa e la sua capacità di far fronte a eventuali mutamenti interni ed esterni.

90 Nel caso di imprese nel segmento al dettaglio, o retail, spesso la banca decide di realizzare una gestione per insiemi omogenei di clienti, detta in pool. Il rating in questi casi viene assegnato all’intera classe oggetto di analisi e il pricing potrebbe risultare più standardizzato e impersonale.

Le stime condotte a livello europeo91 dal Comitato di Basilea, giugno 2006, dimostrano comunque che l’adozione degli Internal ratings based92, Irb, ─ “insieme strutturato e documentabile di metodologie e processi organizzativi che permettono la classificazione su scala ordinale del merito di credito di un soggetto e che quindi consentono la ripartizione di tutta la clientela in classi differenziate di rischiosità, a cui corrispondono cioè diverse probabilità di insolvenza” (fonte ABI) ─ consentirebbe alle banche europee di beneficiare di una riduzione del loro patrimonio minimo di garanzia.

Va precisato che la dottrina aziendalista tradizionalmente associa il rischio ad un concetto “sistemico” di cui la situazione di insolvenza è parte. Inoltre, una razionale gestione del rischio aziendale impone, che vi sia una stretta correlazione di convenienza economica tra il rischio di un’operazione e il suo rendimento netto.

L’analisi del costo/beneficio di un alternativa di investimento necessita infatti di considerare anche il costo del finanziamento che è influenzato essenzialmente da due elementi:

a) il tasso d’interesse di uno strumento finanziario privo di rischio, risk less;

b) una componente che copre il rischio di credito, credit spread.

Occorre poi considerare anche i costi commerciali, di controllo, nonché la percentuale di remunerazione del capitale investito dall’azienda erogatrice del credito.

91 Si fa riferimento al quinto Quantitative impact study, Qis 5, del 19 settembre 2005 con aggiornamento del 16 giugno 2006. Il Comitato di Basilea di Supervisione bancaria ha rivisto la “calibratura” ─ fattore bilanciante per il rischio di credito pesato sulle attività ─ del suo framework sul capitale per le aziende di credito, “International convergence of capital measurement and capital standards: a revised framework”, meglio conosciuto come Basel II Framework.

Al fine di assicurare che la previsione del Basel II Framework sia basata sui più recenti e altamente qualificati dati e per valutare l’impatto delle nuove proposte per il riconoscimento dei default è stato realizzato attraverso l’ausilio di un efficace questionario rivolto a 382 banche in 32 paesi.

92 Il Sistema di Rating interno è un insieme di processi organizzativi e di controllo finalizzato alla raccolta e al trattamento elettronico di informazioni quantitative e qualitative rilevanti per una valutazione sintetica del merito creditizio di un soggetto e della rischiosità delle singole operazioni creditizie. Il rating interno è perciò un indicatore che esprime su scala ordinale la capacità di un soggetto di onorare le obbligazioni contrattuali, ovvero la sua probabilità di inadempimento.