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5.  I finanziamenti d’innovazione sociale in Italia, di

6.4  Analisi empirica delle relazioni innovative

La riflessione proposta è strumentale al commento delle forme di rela-zioni innovative individuate nel campione dei progetti intervistati. Nell’am-bito dell’indagine, si rilevano le differenti tipologie di relazioni instaurate tra gli attori dell’innovazione sociale, pertanto, si procede ad analizzare il valore creato da tali connessioni.

Tuttavia, trattandosi di sistemi aperti e fortemente collaborativi, la com-mistione tra ruoli ed identità dei soggetti è spesso tale da non consentire il rigido inquadramento degli stessi in modelli organizzativi preordinati. A tal proposito, alcuni intervistati dichiarano che le “collaborazioni cambiano in

funzione del mutamento delle esigenze, degli attori e delle dinamiche evolu-tive dell’innovazione sociale”. Altri affermano che “l’innovatività si trova nell’aggregare soggetti che solitamente non comunicano facendoli lavorare insieme; la metodologia di aggregazione è ibrida in quanto non è propria di nessuno di loro, perciò è nuova secondo l’ottica che questi attori innovano stando insieme e non adottando metodologie esistenti”.

Secondo questo approccio dunque non sono le modalità ad assumere ri-lievo nell’ambito dell’innovazione relazionale ma bensì i risultati di queste combinazioni. Al pari di organizzazioni aperte che metabolizzano gli input esterni diffondendoli a tutti i livelli, i sistemi collaborativi producono impatto sociale proprio perché capaci di assorbire le risorse provenienti dalla rete generandone di nuove da immettere nella stessa; tale meccanismo risulta per definizione mutevole, nonché riflesso dell’evoluzione dei ruoli e delle rela-zioni.

Ciò che risulta possibile approfondire non è dunque inerente la sistema-tizzazione delle connessioni tra gli attori, ma bensì l’impatto generato da tali legami dimostrando che l’innovazione relazionale, quale elemento cardine dell’innovazione sociale, può di fatto contribuire a produrre valore per il con-testo di riferimento.

Secondo la definizione adottata nel presente rapporto, si parla di relazioni innovative quando mediante un progetto si instaurano nuove connessioni ba-sate su diverse modalità interattive o su differenti ruoli assunti dai soggetti coinvolti. In tal senso, può trattarsi di relazioni intrattenute tra soggetti che, antecedentemente l’iniziativa, non attuavano forme di comunicazione, op-pure di ruoli diversi rispetto a quelli tradizionalmente assunti dagli attori. È

significativo rilevare come, nella successiva tabella (tab. 6.1), la maggior parte delle risposte alla domanda inerente il perché l’iniziativa dovrebbe es-sere considerata innovativa, siano orientate verso motivazioni di natura rela-zionale.

Rispettivamente 37 e 26 risposte riguardano l’attivazione di nuovi rap-porti di natura orizzontale e verticale tra i soggetti coinvolti nella realizza-zione dell’attività. Ciò implica che gli attori, relativamente ai propri casi, considerano quale elemento innovativo proprio la relazione esistente alla base degli stessi; ne segue che il valore aggiunto che tali soggetti credono di apportare risiede nella collaborazione e nello scambio.

Tab. 6.1 Principali ragioni per le quali il progetto di IS va considerato innovativo

Ragioni N. di ri-sposte

Attivazione di nuove relazioni tra soggetti coinvolti nella realizzazione

dell’attività (collaborazione orizzontale) 37 Attivazione di nuove relazioni tra produttore e utilizzatore

(collabora-zione verticale) 26

Diffusione di prodotti/servizi a categorie di utenti prima esclusi dalla loro

fruizione 25 Innovazione del modello di business/modello produttivo dei soggetti

coinvolti 25 Utilizzo di nuove tecnologie 23

Strutturale miglioramento di determinate condizioni ambientali o sociali, in precedenza irrisolte 21 Condivisione del valore economico creato tra molti attori 16

Altro 1

Ulteriore evidenza è rappresentata dal livello di innovatività delle colla-borazioni citate direttamente proporzionale al beneficio sociale, quindi al va-lore, da esse generato. Nell’analisi proposta, su un totale di 56 intervistati, il 48% dichiara di considerare significativamente innovativa la tipologia di re-lazioni intraprese, mentre il 13% instaura legami del tutto innovativi (tab. 6.2). È possibile affermare che il 61% delle iniziative è orientata verso le-gami relazionali differenti da quelli tradizionali, i quali rappresentano solo il 30% dell’innovazione sociale individuata.

Le modalità con significativi aspetti innovativi e del tutto innovative riflet-tono l’assoluta innovazione relazionale sia dei ruoli degli attori che relativa-mente al fatto di connettere soggetti i quali non avevano mai instaurato, prima dell’iniziativa, forme di interazione.

Al fine di identificare le differenti manifestazioni che il valore derivante da queste collaborazioni può assumere, vengono di seguito riportate le principali evidenze riscontrate nell’indagine.

Tab. 6.2 Livello di innovatività delle collaborazioni tra gli attori dei progetti di IS

Livello di innovatività N. progetti %

Modalità con significativi aspetti innovativi 27 48% Modalità tradizionale 17 30% Modalità del tutto innovativa 7 13% Modalità poco innovativa 5 9% Totale dei progetti 56 100%

In tal senso, la maggior parte degli intervistati (tab. 6.2) fonda le ragioni dell’innovazione relazione, dunque la modalità con la quale essa si manife-sta, nel dialogo tra entità che individuano nel progetto una circostanza favo-revole alla comunicazione. Infatti, per alcuni “L’innovatività delle

collabo-razioni riguarda il fatto che il progetto consente di instaurare un legame tra enti non profit ed imprese”, pertanto, soggetti tra i quali non vi era contatto

sono portati a realizzare insieme un business sociale.

In altri casi sono proprio le aziende a migliorare i propri processi me-diante una collaborazione con individui solitamente estranei a tali organiz-zazioni: si tratta, ad esempio, di imprese che adottano il linguaggio dell’arte ai fini della formazione interna delle risorse umane.

Un’ulteriore forma di innovazione relazionale si ravvisa nell’utilità so-ciale della collaborazione. Dalle interviste emerge che tale modalità potrebbe riassumersi nella “visione dal basso” che gli attori promuovono. Secondo questo approccio, il supporto della società a determinate esigenze non può essere unilaterale (filantropia), ma deve necessariamente consistere nella

“ri-mozione di tutti quegli ostacoli che limitano l’autodeterminarsi dei bisogni sociali” ovvero nel favorire una società sempre più accessibile nella quale

l’iniziativa individuale al soddisfacimento di un bisogno collettivo diviene attuabile e produttiva di valore. È il caso di progetti che mirano ad integrare figure svantaggiate in realtà collaborative, nelle quali sono gli stessi detentori del bisogno a prender parte al processo di risoluzione della necessità sociale.

A conferma di quanto esposto, vi sono casistiche per le quali la tecnologia rappresenta un mezzo per ridurre i costi sociali in quanto rende accessibile un servizio non disponibile a tutti. Anche in questo caso, la società non può essere osservata come un mero strumento filantropico ma bensì come un contesto nel quale i bisogni emergono e vengono soddisfatti mediante la con-divisione delle azioni e del valore generato dai risultati delle stesse.

A tal proposito, alcuni intervistati hanno dichiarato che “l’impatto sociale

in termini di innovazione riguarda il tentativo di cambiare il paradigma dell’assistenzialismo”; in molte circostanze, grazie a questo approccio, non

si parla più di problematica a carico della società bensì di un’esigenza che, divenendo un business di natura sociale, attribuisce continuità e sostenibilità alla misura di sostegno adottata.

6.5 Conclusioni

Nel presente capitolo si è proceduto illustrando i concetti posti alla base dell’innovazione relazionale quale forma di condivisione dei benefici tra gli attori dell’innovazione sociale. Si tratta dunque di modalità orientate all’identificazione di soluzioni condivise (ovvero di valore) nell’ambito di quello che può definirsi un sistema di scambio aperto.

Alla luce di ciò diviene rilevante individuare le manifestazioni attraverso le quali prende forma l’innovazione relazionale, le quali consentono di trac-ciare i caratteri distintivi delle collaborazioni poste alla base del fenomeno. Si tratta di legami mutevoli in quanto connessi alla naturale evoluzione degli attori e dell’innovazione sociale stessa, difficilmente inquadrabili in schemi organizzativi ma nei quali è possibile ravvisare delle condizioni comuni e condivise. Infatti, l’innovazione relazionale è tale se effettivamente i rapporti instaurati generano valore risolvendo un bisogno sociale. L’impatto prodotto è tendenzialmente più elevato quando queste relazioni hanno luogo tra attori per natura diversi (soggetto pubblico, enti non profit, imprese) o quando esse divengono strumentali non solo a colmare un’esigenza collettiva ma anche a far fronte ad un vero e proprio costo sociale.

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7. La forza economica e la variabile finanziaria