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5.  I finanziamenti d’innovazione sociale in Italia, di

5.3  La dimensione del fenomeno dei finanziamenti

I dati estratti dalla ricerca mostrano (tab. 5.1) che complessivamente nel 2014 e nel 20151 sono stati stanziati fondi pari a circa 39 milioni di euro. La ripartizione dei fondi è di circa 18.600.000 € nel 2014 e di 20.300.000 nel 2015. Da un punto di vista prettamente numerico sono stati censiti nei 2 anni di riferimento un totale di 33 bandi, di cui 6 sono stati lanciati esclusivamente nel 2014 e 19 nel 2015.

Tab. 5.1 Totale finanziamenti

2014 2015

N Bandi 11 22

Tot Finanziamenti (Migliaia di Euro) 18.595 20.250

Gli erogatori dei bandi sono stati suddivisi in tre categorie, in base alla descrizione della loro compagine sociale. La distinzione (tab. 5.2) è stata fatta tra finanziatori pubblici (ministeri, comuni, province o regioni), finan-ziatori privati (aziende e associazioni) e fondazioni (fondazioni operative e fondazioni di erogazione).

Tab. 5.2 Tipologie di Finanziatore

Tipologia di finanziatore N finanziamenti

Finanziatore Privato 8 Finanziatore Pubblico 16

Fondazione 10 Tot 34

I dati evidenziano una preponderanza di finanziamenti da parte di attori pubblici (pari al 47%), seguiti da finanziamenti erogati da fondazioni (29%) e attori privati (24%). Come già dimostrato da precedenti studi (vedi Maz-zuccato, 2013) di fronte all’emersione di innovazioni rivoluzionarie, il prin-cipale investitore è sempre lo stato che per primo gioca il ruolo più impor-tante in termini di rapporto tra rischio e investimento. Anche nel caso dell’in-novazione sociale, la tesi dello stato innovatore è confermata dai dati. Questo dato è rilevante ai fini del dibattito sul significato stesso dell’innovazione sociale. Si propongono due letture del fenomeno; la prima rivolta a compren-dere il ruolo dello stato e del ruolo dell’innovazione sociale in un’ottica ge-nerale di allocazione di risorse pubbliche sempre più scarse, e una seconda lettura che tenga presente la capacità di sostenibilità di prodotti o servizi in-novativi che devono sviluppare un proprio modello di business.

Facendo riferimento alla prima chiave di lettura, secondo una parte della letteratura sull’innovazione sociale, questa nasce proprio dall’esigenza di ri-durre il perimetro dell’azione pubblica con l’obiettivo di ridare ossigeno all’economia, grazie all’intervento di attori privati che possano prendere il posto del pubblico. In questo senso, i dati mostrano che, almeno in una prima fase, l’attore pubblico svolge ancora un ruolo primario, con la differenza che assume il ruolo di finanziatore e non più di attuatore. La distinzione tra fi-nanziatore e attuatore serve a raggiungere una maggiore efficienza econo-mica da parte delle organizzazioni che effettivamente erogano prodotti o ser-vizi.

Analizzando gli stessi dati secondo la chiave di lettura relativa alla ricerca di un modello di business sostenibile, il ruolo dei principali finanziatori, lo stato in primo luogo e fondazioni in secondo, è incentrato su forme di eroga-zione rivolte a supportare progetti in via di sviluppo con un alto tasso di in-novatività anche da un punto di vista della sostenibilità economica. Ogni startup di innovazione sociale è in cerca di un modello di business che sia

scalabile e replicabile, di conseguenza il rischio legato al ritorno del finan-ziamento è più elevato rispetto a imprese che operano in settori consolidati. Ne consegue che organizzazioni pubbliche e fondazioni finanziano progetti di innovazione sociale perché il loro compito e la loro missione è proprio quella di stimolare la capacità innovativa delle organizzazioni assumendosi un rischio più alto rispetto a quello che possono sostenere organizzazioni private. Dato che l’innovazione sociale è un fenomeno ancora in fase di af-fermazione, la maggior parte delle organizzazioni che propongono attività in questo ambito sono organizzazioni con un alto tasso di innovazione anche nel modello di business, e con un livello di sostenibilità economica tutto da dimostrare.

Partendo da entrambe le letture del dato, si evidenzia comunque il fatto che l’attore pubblico svolga un ruolo di abilitatore al quale va riconosciuta la figura di istituzionalizzatore dell’innovazione sociale. I soggetti privati che hanno finanziato in questi due anni i progetti in questione, hanno elargito denaro a fondo perduto, sotto forma di challenge prize o grant.

Se si considera, invece, l’ammontare di finanziamenti suddiviso per le tre categorie di attori, emerge che l’attore principale, in termini di volumi finan-ziati è quello delle fondazioni con il 57% degli investimenti, a cui seguono gli attori pubblici con il 38%, e in fine le organizzazioni private, con solo il 5% (tab. 5.3).

Tab. 5.3 Investimenti per tipologia di attore e investimento medio (cifre espresse in migliaia di euro)

Soggetto finanziatore Privato Pubblico Fondazione Totale

Totale investimenti 1.775 14.935 22.385 39.095 Totale in percentuale 5% 38% 57%

Numero finanziamenti 8 16 10 Media finanziamento 222 933 2.239

Data la novità del fenomeno, i bandi di finanziamento sono bandi esplo-rativi, ed innovativi a loro volta, erogati per lo più da soggetti lungimiranti che sperimentano modalità innovative di supporto alle imprese. Questa let-tura è avvalorata anche dai dati sulla fase del ciclo di vita delle imprese fi-nanziate. I bandi erogano finanziamenti a imprese in fase di avvio e startup, o a imprese in fase di sviluppo o crescita. Uno solo dei bandi è rivolto ad

attività di ricerca diversa da quella effettuata all’interno delle università. Dato che il soggetto erogatore non è una università, tale bando è stato lasciato nella classificazione generale.

Tab. 5.4 Ciclo di vita delle imprese finanziabili

Startup Crescita Ricerca Tot

Fondazione 9 1 10

Attore Pubblico 10 5 1 16

Attore Privato 6 2 8

Tot 22 8 1 34

Più della metà dei bandi (il 65%) è dedicato al finanziamento di nuove imprese (startup) mentre il 24% dei bandi è rivolto a progetti che richiedono finanziamenti dedicati alla crescita dell’iniziativa. La ricerca rappresenta giusto l’1% (tab. 5.4)

Da un punto di vista settoriale (tab. 5.5), la maggior parte dei bandi sono rivolti a imprese che operano in una serie di settori; questo è giustificato dal fatto che come già espresso in precedenza in altri capitoli del rapporto, l’in-novazione sociale è trasversale a molti settori e dai quali scaturiscono anche prodotti o servizi innovativi. Si riportano di seguito i dati sui settori finanziati dai bandi.

Tab. 5.5 Settori finanziati dai bandi di innovazione sociale

Ambito N Bandi

Agricoltura – Alimentazione 8

Co Working 8

Cultura – Turismo 16

Formazione 11

Healt Care – Assistenza Sanitaria 19

Sharing Economy 9

Smart Technology 17

Sostenibilità Ambientale 9

L’analisi settoriale dei finanziamenti mostra una predominanza di alcuni temi su tutti: il settore dell’assistenza sanitaria e dell’healthcare è il settore maggiormente finanziato, segue subito dopo il tema dei servizi di welfare (in tutti i bandi si fa esplicito riferimento a sistemi innovativi di welfare), al tema delle smart technology come tecnologie abilitanti e al settore del turismo (di grande rilievo per il paese Italia).

Si evidenzia la focalizzazione dei finanziamenti su settori riconosciuti in letteratura come temi portanti dell’innovazione sociale (fig. 5.1). Si tratta, infatti, di settori in cui l’intersezione tra valore economico e valore sociale è alta. Il tema dell’assistenza sanitaria e dell’healhtcare, insieme al settore del welfare rappresentato i settori indicativi dell’innovazione sociale italiana.

Fig. 5.1 Distribuzione dei settori finanziati dai bandi di SI