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Analisi qualitativa dei testi

Nel documento Gruppo di Lavoro INDIRE: (pagine 148-156)

Parte II. Osservazione e analisi dei prototipi di intervento territoriale

7. La rilevazione sul portfolio delle competenze

7.3. Analisi qualitativa dei testi

Il questionario di rilevazione prevedeva una precedente descrizione del modello di portfolio per il quale il referente per la valutazione stava andando a rispondere; questi testi, insieme a quelli relativi al punto sul portfolio della sezione tematico-analitica della Scheda di rilevazione del Format di prototipo sono andati a costituire un corpus analizzato qualitativamente con l’ausilio di un software per l’analisi statistica dei dati testuali. In questo modo abbiamo rilevato l’universo semantico di riferimento dell’insieme di quanto è stato riferito al Portfolio da parte delle 207 reti di progetto F3 e su questa cosa abbiamo elaborato alcune informazioni sulle relazioni fra i lemmi più significativi6.

La mappa concettuale sopra è stata elaborata attraverso la selezione automatica delle parole chiave; la grandezza dei singoli lemmi evidenzia la quantità delle loro occorrenze nel corpus e il colore la loro vicinanza tematica. Il maggior peso è di “Studente”, ben più evidente di “ragazzo” (posizionato a destra

6 La risposta aperta di ciascun questionario di rilevazione e ogni campo relativo al portfolio della scheda finale sono stati trattati come i documenti costituenti il corpus. In fase di importazioni nel software TLab, è stata utilizzata una lista di multiword ricavata dalla precedente lettura veloce di questi testi; lista che ha permesso il riconoscimento delle parole composte (es: consiglio di classe, scheda di autovalutazione, percorso formativo, scuola primaria ecc). Una volta importato il corpus il vocabolario è stato personalizzato, riportando i diversi lemmi di una comune radice semantica ad un’unica forma indicante il concetto di riferimento, utilizzando per questo il lemma derivante dal corpus e riconducibile a questo ipotetico thesaurus. Questo processo però ha avuto delle eccezioni, come ad esempio

“docente”, al quale è stato riportato anche “insegnante”, al fine di lasciare la parola riferita a questo ruolo data la presenza degli altri del medesimo contesto (studente, dirigente scolastico), mentre a “insegnamento” sono state riportate tutte le forme del verbo “insegnare”.

Infine sono stati uniti i lemmi derivanti da una radice diversa ma riconducibili ad un unico concetto (es: competenza e skill), così come le diverse forme composte indicanti il medesimo significato (es: scuola elementare e scuola primaria).

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142 sull’ascisse). Altre parole di pesantezza leggermente inferiore sono “scuola”, “percorso” e

“documentazione”, ma notiamo anche “valutazione” e “riflessione”, cromaticamente e dimensionalmente uguali. Per interpretare questo dato cerchiamo di esplorarlo maggiormente, soffermandoci su alcune di queste parole, andando a valutare la loro co-occorrenza con altre, singolarmente o in coppia.

Il grafico sopra ci permette di concentrare l’attenzione su “studente” e “ragazzo”7. Entrambe indicano chiaramente la medesima categoria di persone, ma con una diversa accezione semantica: la prima rimanda alle sue funzioni di ruolo nell’ambiente di riferimento (la scuola), la seconda invece al suo stato individuale. In pratica un ragazzo è persona di giovane età che svolge vari ruoli, fra i quali lo studente per la scuola, il figlio per la famiglia ecc ed è degno di nota constatare che scrivendo del portfolio, indicato quale strumento utile a comprendere interessi e particolarità della persona nella sua interezza sia utilizzata molto di più la parola “studente” di quella “ragazzo”. D’altra parte possiamo anche asserire che “studente” co-occorre maggiormente di “ragazzo” con “portfolio”, visto che in molte frasi questo è associato al ruolo, nell’intento di valorizzare chi lo riveste con i significati derivanti anche dai contesti extracurricolari e extra-scolastici.

Vediamo che “auto-apprendimento”, “creatività” e “sfida” ricorrono in egual misura con “ragazzo” e con “studente”; mentre con il resto delle occorrenze prevale la seconda e perfino con il caso di “non

7 A studente sono stati riportati anche i lemmi “alunno” e “allievo”, invece a “ragazzo” sono stati riportati “bambino” e

“giovane” nella forma grammaticale nominale.

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143 formale”, che indica certamente un contesto fuori dalla scuola, nel quale il ragazzo non riveste il ruolo di studente, ma evidentemente la scuola va a ricercarcelo. In questi testi quindi, pur volendo ampliare l’orizzonte di riferimento oltre le mura scolastiche, è il ruolo (studente) a prevalere sullo stato (ragazzo).

Altri casi interessanti sono “linguaggio” e “occasione”, con i quali le due parole di riferimento co-occorrono maggiormente insieme, tanto che la co-occorrenza reciproca prevale sulla presenza unica di

“ragazzo”. Quindi il passaggio netto dalla prevalenza del ruolo a quella dello stato è mediata da una presenza contemporanea delle due.

Il Portfolio è stato indicato come strumento in grado di lasciare traccia e includere le esperienze dei diversi contesti di vita e per questo abbiamo deciso di valutare (attraverso il grafico sopra) le co-occorrenze di “scuola” ed “extra-scuola”. In questo caso solo “prove significative” e “obiettivi del percorso” sono presenti più volte insieme alla seconda rispetto alla prima; d’altra parte la pedagogia insegna che le prove significative anche quando oggetto di verifica, sono svolte fuori dalla scuola, nel cosiddetto ambiente reale. Il secondo esempio invece fa presupporre l’indicazione che gli obiettivi del percorso abbiano consistenza più fuori che dentro la scuola e infatti, come vedremo nell’analisi degli studi di caso, il recupero dell’interesse o la presa in carico delle problematiche dei ragazzi è stata svolta fuori dal contesto scolastico, nell’extra-scuola. A questo punto la maggior presenza di co-occorrenze di

“scuola” con “PON F3” sembrerebbe riportare al contesto di partenza gli obiettivi del percorso realizzato. Infine, anche in questo caso, è interessante notare la maggiore co-occorrenza congiunta delle due parole con “vissuto”, rispetto alla sola presenza insieme ad essa della parola “extra-scuola”, come a

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144 rilevare la minore capacità comprensiva e inclusiva del “vissuto” extrascolastico nei discorsi che comunque partono dal contesto scolastico.

Infine prendiamo in esame le co-occorrenze delle parole “valutazione” e “riflessione”, che nella mappa concettuale abbiamo visto della medesima evidenza e riferite allo stesso tema semantico. “Riflessione”

predomina nella co-occorrenza con “strumento di valutazione”, “modalità di apprendimento” e “scelte di studio”, ma è ovviamente una parola più usata anche in relazione a “autostima”, “vita” e

“atteggiamento”. “Valutazione” risulta ovviamente più presente con “capacità”, ma anche con

“competenze” – caso non riportato nel grafico seguente per un limite numerico del software -. È interessante l’equilibrio fra le parole nella co-occorrenza con “studente”, come pure la prevalenza della prima con “genitore”. Infine la maggior presenza di “valutazione” con “concretezza” e

“partecipazione” sono indice della ricerca di un suo arricchimento semantico in senso oggettivo e di condivisione.

Nella Scheda di rilevazione del format di prototipo, come per tutte le altre domande stimolo, quella relativa al portfolio si chiudeva con la richiesta di indicare i punti di forza e i punti di criticità. Nei due grafici successivi sono quindi mostrate le relazioni di co-occorrenza nelle frasi del corpus fra la parola posta al centro e le altre poste intorno. Ognuna di queste parole è quindi in relazione diretta con parola

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145 al centro, rispetto alla quale è più o meno vicina esprimendo così il legame più o meno stretto con esso espresso nel testo.

“Punto di forza”, in quanto più vicini alla parola al centro del grafico sopra, sono “studente” e riflessione”, mentre “ragazzo” ha una distanza quasi doppia. Invece fra i punti di criticità (vedi grafico sotto) emergono per la loro vicinanza: “complessità”, “tempistica” e “strumentazione”.

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146 Riportare alcune di queste frasi sui punti di forza e di criticità8 può essere utile a constatare la contraddizione fra le potenzialità avvertite dai docenti nell’uso del portfolio - sia per riuscire a riconoscere il ragazzo nella sua interezza quindi cogliendo tutte le sue potenzialità, sia inseguire il dialogo fra i diversi ambiti in qui si sviluppa il processo di apprendimento – e tutti gli elementi ostacolanti la sistematizzazione di questo strumento, dovuti ad una sostanziare ritrosia verso la novità, che porta con sé il forte rischio che la sperimentazione resti una parentesi nell’organizzazione ordinaria della scuola.

Principali punti di forza: il coinvolgimento in prima persona dell'allievo a cui è stata offerta la possibilità di fare unità, di ricostruire la propria identità, di orientarsi tra i significati ed i vissuti personali superando l'inevitabile frammentazione delle esperienze scolastiche e non; il lavoro sinergico tra le varie componenti e lo sviluppo del lavoro cooperativo.

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Punto di forza del portfolio è senz’altro la testimonianza visibile del percorso educativo e didattico che ogni corsista ha intrapreso e del grado di autoconsapevolezza del lavoro svolto evidenziato da ogni allievo attraverso la narrazione .

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Per quanto riguarda invece i punti di forza del portfolio possiamo evidenziare la presenza di schede che contribuiscono all'acquisizione di un'attenta definizione di sé in diversi ambiti (cognitivi, tecnologici, relazionali ecc) che spesso negli alunni non è affatto scontata, mentre tra i punti di debolezza segnaliamo la resistenza da parte di un numero ristretto di alunni che si è rifiutato di riconsegnare il portfolio poiché temeva che le informazioni riportate potessero essere controproducenti. Ciò ha ovviamente reso attuale il tema della percezione dell'istituzione scolastica che talvolta viene percepita come una minaccia per tutti quegli alunni che vivono la scuola come un obbligo e non come un'opportunità. Un'ulteriore criticità riscontrata è la corposità del modello sperimentato e la sua standardizzazione per tutti i moduli che ha reso la compilazione difficile per gli studenti della scuola media.

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Punti di forza: attraverso la sua compilazione è emerso il profilo completo dell'alunno. Criticità: si è evinta una reale difficoltà dei ragazzi di scrivere di sé o anche di rappresentarsi graficamente ed è emersa la necessità di maggiori connessioni con l'attività ordinaria

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Punti di forza: l'80% dei tutor accoglienza ha valutato positivamente lo strumento per le seguenti ragioni:

coinvolgimento delle famiglie, riflessione periodica e sistematica, attenzione alle caratteristiche individuali, emotive, alle metodologie di studio e apprenditive, acquisizione di maggiore consapevolezza del lavoro svolto.

Punti di debolezza: non tutti gli alunni dimostrano adeguata motivazione alla compilazione ed uso dello strumento; risulta opportuno dedicarvi tempi adeguati; non tutti sono risultati in grado di effettuare la compilazione in formato digitale.

8 Le citazioni testuali sono frutto di estrazioni tramite parole chiave nei contesti elementari, elaborate tramite TLab. Del totale delle estrazioni sono riportate solo quelle considerabili più significative e articolate.

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I documenti disponibili potranno essere utilizzati agevolmente dai docenti per meglio personalizzare la loro programmazione didattica e metodologia di valutazione. Il punto di forza principale del portfolio si è rivelato quello di aver offerto un'opportunità di riflessione condivisa fra docenti, studenti e genitori sui concetti stessi di valutazione, documentazione e orientamento.

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Il portfolio ha agito sul percorso formativo consentendo all'alunno di riflettere sul proprio percorso di apprendimento e sui propri atteggiamenti e ha permesso allo stesso tempo agli alunni di autovalutarsi, migliorando la propria autostima attraverso i risultati raggiunti e i prodotti realizzati. Il portfolio ha agito come strumento utile per costruire connessioni tra attività aggiuntive e ordinarie consentendo una circolarità educativa fra docenti, esperti ed alunni. Esso è stato inserito a circa un mese dall'inizio delle attività e in alcune scuole della rete è stato presentato anche ai consigli di classe in incontri dedicati. Per le/i ragazze/i è stata un' esperienza nuova accolta favorevolmente, che ha contribuito a migliorare la percezione di sé in forma positiva e, pertanto, questo aspetto è da considerarsi un punto di forza della sperimentazione. Le criticità hanno riguardato, invece, il coinvolgimento effettivo dei genitori nell'esprimere indicazioni e commenti sugli apprendimenti acquisiti dagli alunni e nella collaborazione alla definizione del “piano di orientamento“ per il futuro e il coinvolgimento effettivo di tutti i consigli di classe sia per la numerosità degli stessi, sia per il disimpegno dei docenti verso un'attività percepita come un ulteriore carico di lavoro non retribuito.

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La costruzione del portfolio è stata, pertanto, trasversale all'intero percorso formativo e si è rivelata particolarmente utile nella creazione di significativi punti di connessione tra le attività (e le valutazioni) progettuali e quelle ordinarie. Tutto ciò non solo per la sua valenza come strumento di integrazione e di documentazione dei percorsi di apprendimento realizzati in contesti formali, informali non formali, ma anche perché per la prima volta i docenti curricolari sono stati coinvolti in tutte le fasi di costruzione del portfolio, per la parte specificatamente di competenza della scuola del mattino. In tale direzione, il portfolio ha evidenziato tutte le sue potenzialità come strumento di orientamento e di riflessione comune utile ad accompagnare il percorso di miglioramento e a supportare gli allievi nella narrazione, nel riconoscimento e nella valutazione delle competenze acquisite ed in particolare quando si manifestano nei prodotti realizzati.

Sotto questo punto di vista il portfolio si è rivelato uno strumento innovativo e più incisivo nell'obbligare i due “mondi“, quello della scuola del mattino e quello della scuola aggiuntiva a confrontarsi e a dialogare per guardare all'allievo nella sua interezza di persona. Dalla sperimentazione fatta nell'ambito del progetto è scaturita sempre di più la convinzione che l'adozione del portfolio, anche nelle scuole secondarie di secondo grado, sia un elemento indispensabile per il riconoscimento e la valorizzazione di saperi specifici di cui gli allievi sono in possesso e che la scuola tradizionale non riesce, con gli strumenti di valutazione in uso, a intercettare e valorizzare. Per questo consideriamo la sperimentazione e l'adozione del portfolio nelle classi un punto di forza dell'esperienza progettuale.

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In conclusione riteniamo che di per sé lo strumento definito sia un punto di forza, perché documenta in modo analitico, plurimo ed oggettivo il percorso formativo. D’altra parte punto di debolezza può essere il fatto che ci sia stato poco tempo e poche occasioni, per di più solo queste extracurricolari, per sperimentarlo e monitorarne gli effetti.

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148 Dopo incontri con tutor ed esperti, si è lavorato alla strutturazione del Portfolio, in sinergia con il GdC. In ciascun Percorso , in ragione del target e della fascia d'età, è stata adattata la struttura condivisa. Nella stesura c'è stata la collaborazione di tutor, esperti e docenti del CdC di provenienza dell'allievo, anche se soggetto coordinatore è stato il tutor del modulo accoglienza. Il Portfolio non da tutti è stato vissuto come strumento utile e formativo, né didatticamente fruibile, quanto, piuttosto, come adempimento dovuto.

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La durata delle attività (ogni percorso ha abbracciato l'intero anno scolastico), la presenza continua di specialisti, le attività realizzate hanno determinato delle aspettative che, in larga misura, sono state attese.

Questa documentazione è stata poi consegnata al tutor dell’Orientamento che ha avuto l'incarico di assemblare il portfolio, poiché l'ultima sezione comprendeva e focalizzava questo aspetto. Il documento finale, infatti, si trova nel faldone dell'Orientamento. Tra i punti di forza di questo strumento si rileva un maggiore coinvolgimento dei genitori, una partecipazione più costruttiva verso la scuola e anche verso il proprio figlio/a. É stato registrato, anche, un rapporto più solido nei confronti della scuola che ha riconosciuto i progressi compiuti dai ragazzi attraverso le attività informali, l'impegno profuso e i risultati raggiunti. Come criticità si rileva il fatto che il lavoro svolto non sempre emerge dal Portfolio. Spesso i manufatti, le foto, i video realizzati sono talmente tanti e ognuno di loro ha rappresentato e rappresenta un tassello importante dell'iter progettuale, che è stato difficile allegarli. In esso sono stati inseriti i momenti più salienti, ma alla fine non è così esaustivo da descrivere il reale impatto che questo progetto ha avuto nell'esperienza di ognuno dei partecipanti.

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