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L’ Anoressia: ieri e ogg

Da un’indagine condotta da Rudolph Bell raccolta nel suo testo “La Santa Anoressia” su centosette sante italiane nel medioevo, la metà presentava e soffriva di Anoressia Nervosa10, la ricostruzione dell’autore oltre ad essere molto interessante sottolinea il

comportamento anoressico quattrocento anni prima delle prime diagnosi mediche (Bell,1998).

L’Anoressia nervosa è un’avversione del cibo dovuta a qualche disturbo della personalità, questa definizione incompleta e con termini impropri, non accenna che il comportamento anoressico consiste necessariamente nell’opporsi al cibo, ma anche in una crisi della personalità, legata all’autonomia, la quale nelle antiche leggende non è trattata. Spesso associata c’è una forte depressione, un conflitto interiore che porta queste donne al regredire in ogni senso, sopprimendo ogni bisogno fisiologico, mettendo a repentaglio la loro vita. Bell, cerca di mettere in risalto le somiglianze, le differenze e le cause dinamiche e psicologiche dell’anoressia di un tempo a quella contemporanea, spiegando che nonostante il nome e i tratti siano gli stessi di oggi, il corpo ne è sempre il mezzo principale per eccellenza, ma le motivazioni, sono ben diverse.

10«Anoressia, dal greco an (privazione, mancanza) e orexis (appetito) è un termine usato per

indicare una diminuzione dell’appetito o un’avversione al cibo. Tutti hanno sperimentato temporaneamente l’anoressia; qualche trauma emotivo, un semplice raffreddore ha diminuito il senso dell’odorato, un evento stressante. Spesso gli studenti vicino a un esame possono perdere l’appetito, o gli atleti possono non aver appetito in vista di una gara importante. Anche una quantità di squilibri ormonali possono essere cause dell’avversione del cibo in generale, le donne incinte hanno frequentemente delle preferenze alimentari che non debbono essere mal interpretati come capricci» (Bell, 1998, p. 3).

Una è causata dal desiderio di esser santa, una dall'essere magra, ma per entrambi i motivi accettano con gioia gli effetti del digiuno.

A tal proposito Feighner11, attraverso un’analisi dimostra una notevole somiglianza

tra la santa anoressia e l'anoressia nervosa, quando la santità era collegata alla magrezza, il rifiuto del cibo era un piacere e anziché raggiungere solamente una forma molto esile del corpo si leggeva un desiderio di estrema ribellione, perciò non veniva solo notato come un comportamento distorto nei riguardi del cibo (Bell, 1998).

Le donne per diventare sante si ispiravano a specifici modelli analogamente la magrezza contemporanea occidentale ricerca costantemente un'ideale di bellezza perfetto da seguire e imitare, con lo scopo di raggiungere apprezzamenti sia dai parenti in particolare i genitori, sia agli occhi di Dio.

Entrambe non tengono conto delle minacce, rimproveri o rassicurazioni riguardanti la malattia, a tal proposito occorre spendere una particolare osservazione, in relazione ai bisogni e ai desideri interiori. Le sante anoressiche detestavano i loro desideri corporali ed erano terrorizzate dalla possibilità che essi potessero emergere senza preavviso, per essere sante era necessario non avere bisogni sessuali, narcisistici o nutritivi, e qui si denota nuovamente la correlazione tra santità e digiuno, il rifiuto del cibo da parte di esse nel cammino per diventare santa.

11 «Il criterio generalmente accettato per la diagnosi dell’anoressia nervosa, pubblicato da J.P.

Feighner e dai suoi collaboratori nel 1972 è il seguente: 1. insorgenza anteriore all’età di 25 anni;

2. mancanza di appetito accompagnata da una perdita di almeno il 25% del peso corporeo normale;

3. atteggiamento distorto e avverso nei confronti del cibo, del mangiare o del peso, che non tiene conto né della fame, né dei rimproveri, degli incoraggiamenti o delle minacce; (…)

4. nessuna malattia che possa essere la causa dell’anoressia e della perdita di peso

5. nessun altro psichiatrico, in particolare disturbi di ordine affettivo, schizofrenia, disturbi ossessivi compulsivi e nevrosi fobica

6. almeno due delle manifestazioni seguenti a) amenorrea, b) lanugo (capelli fini e morbidi) c) bradicardia (battito cardiaco rallentato) d) periodi di iperattività , e) episodi di bulimia ( fase insaziabile, f) vomito ( può essere auto-provocato)»

(J.P. Feighner, E. Robins e S.B. Guze, Diagnostic criteria for use in Psychiatric Research,« Archives of General Psychiatry » 26, 1972, pp. 57-63 ).

Le attuali anoressiche sono diffidenti del proprio corpo e preoccupate delle loro necessità fisiche, son ben coscienti che mangiare è importante ma esse provano sentimenti repulsione contro il cibo anche nei confronti del sesso e sono disgustate dall'egoismo, la magrezza significa assenza di desideri ed estrema privazione, la purezza e la pulizia fisica è indispensabile per questa unione così vivificante e appagante. Inoltre le anoressiche odierne sono incapaci di mantenere rapporti con le altre persone, il loro vero rapporto intimo, privato e personale è con la loro dieta, dove non esiste nessun intermediario, esse preferiscono mantenere un rapporto apparentemente distante, indipendente e autosufficiente.

Quindi la purezza nutrizionale e fisica in generale permette alle anoressiche di mantenere questo stretto rapporto con la sua dieta, se questo rapporto viene a mancare, esse si sentiranno incomplete, come se mancasse una parte di loro stesse, che neanche un essere umano può completare e sostituire.

L'anoressia al giorno d'oggi presenta il tasso più alto di mortalità tra le malattie psichiche12, il percorso terapeutico è molto difficile e tortuoso, i confessori di un

tempo delle sante, equivalgono a parallelismi con i professionisti terapeutici di oggi, dove ascoltano, cercano di comprendere e proporre soluzioni tentando di condurre a comportamenti idonei, anche pochi uomini all’epoca erano in grado di comprendere tale atteggiamento e coglierne il vero significato.

L’anoressia, attualmente si rivela una minaccia molto presente, in particolare nelle giovani ragazze, molte di esse guariscono e riescono a condurre una vita appagante e produttiva, ma nonostante i progressi riguardanti le cure e le terapie da intraprendere molte donne non ne escono mai, diventa una disperata sopravvivenza senza lieto fine.

12In Italia sono circa 3 milioni i giovani che soffrono di disturbi del comportamento alimentare

(DCA), di cui il 95,9% sono donne e il 4,1% uomini. Il numero di decessi in un anno per anoressia nervosa si aggirano tra il 5,86 e 6,2%, tra 1,57 e 1,93% per bulimia nervosa e per gli altri disturbi tra 1,81 e 1,92% (Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione clinica, Ansa.it).

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