• Non ci sono risultati.

§ II STRUTTURA DEL TESTO

Tavole 20-21 Cavalle e cavall

C. Aspetto mutilo / deforme

2. Apparato interpretativo 1 Il codice

2.1.1. Il funzionamento della logica binaria

La maggior parte degli omina di Šumma izbu è organizzata in strutture binarie estremamente regolari: le protasi sono formate da coppie polari delle quali la più produttiva è la coppia destra/sinistra; le apodosi possono essere a loro volta distinte in favorevoli e sfavorevoli, definendo anche in questo ambito una struttura binaria di base. Le due parti dell’omen sono poste in relazione secondo una logica basata sulla correlazione di coppie di opposti simmetricamente polari. Questo sistema, operativo in tutti i settori della divinazione mesopotamica, riflette un evidente simbolismo: il lato destro appartiene all’“io” e attrae una serie di associazioni e valori positivi, in altre parole rappresenta la pars familiaris; viceversa, il lato sinistro, identificato con “il nemico” (pars hostilis), è considerato negativo1. Una delle espressioni più chiare di questa distinzione si trova nel capitolo finale, chiamato Multābiltu, della serie di extispicina Bārûtu:

CT 20 43-48 i: 59-61 (= Multābiltu, Tavole 2-3: 44)

birīt imitti jûmma šumēlu ša nakri ana šulum šarri ana kakki ana ~arrāni / ana #abāt āli ana šulum mar#i ana zanān šamê ana epēš #ibûti / u mimma ma’dāti têrta teppušma “quando tu effettui un’extispicina

per il benessere del re, per la guerra, per la campagna (militare), per la presa di una città, per il benessere di un malato, per la pioggia, per il compimento di un’impresa e qualsiasi altra cosa il lato destro riguarda me, quello sinistro riguarda il nemico” (Koch 2005, 114-115)

Se applicato a &umma izbu il principio destra/positivo – sinistra/negativo è apparentemente invertito: in generale una malformazione sul lato destro (l’“io”) è sfavorevole, mentre la presenza della medesima malformazione sul lato sinistro (“il nemico”) è favorevole. Questo rovesciamento può essere facilmente spiegato con l’osservazione che il significato di un omen dipende dal prodotto di due fattori: il valore positivo/negativo di un segno e il contesto in cui esso si presenta. Nel caso di &umma izbu, una malformazione, vale a dire un segno negativo, sul lato destro è sfavorevole per l’“io”; viceversa, se essa appare sul lato sinistro che attiene al

nemico è favorevole. Le varianti a questo principio generale saranno analizzate nel seguito del capitolo.

Come si è detto, la regolare costruzione delle protasi in coppie polari coincide con l’altrettanto regolare costruzione delle apodosi. Un’analisi statistica delle apodosi degli omina le cui protasi applicano la dicotomia destra/sinistra ha permesso di riconoscere il costante ricorso a strutture sintatticamente semplici, tipo soggetto _ verbo oppure soggetto _ oggetto – verbo, di rado arricchite da circostanziali, costruite con verbi attivi, transitivi e intransitivi, ma anche con un ampio uso di forme passive.

Con un ulteriore approfondimento dell’analisi è stato possibile riscontrare delle regolarità nei sistemi di costruzione delle apodosi, cioè nei modi in cui la polarità delle protasi trova corrispondenza in quella delle apodosi in buona parte tramite la semplicità sintattica di queste ultime. Si possono distinguere cinque gruppi principali:

Protasi Apodosi

polarità destra – sinistra

A) polarità dei predicati verbali B) polarità dei soggetti

C) polarità “io”/nemico

D) polarità tramite inversione delle funzioni sintattiche

E) significato contrario

Il gruppo D) costituisce in realtà un sottogruppo di C) ma è così ampiamente attestato da poter essere studiato singolarmente. Questi gruppi saranno ora esaminati in modo dettagliato. La sezione finale dell’analisi è dedicata alle triadi di omina, cioè sequenze dedicate a parti del corpo doppie (orecchie, occhi, mani etc.) nelle quali la malformazione è osservata prima a destra, poi a sinistra e infine su entrambe le parti.

A) Polarità dei predicati verbali

A questa sezione appartengono coppie di omina nelle quali la polarità destra/sinistra delle protasi trova corrispondenza a livello delle apodosi nella polarità dei predicati verbali. Una delle coppie più produttive in questo senso è quella costituita dai verbi sapā~u “disperdere” e

rapāšu “essere, diventare largo” (vd. Esempi 1 e 2). Il soggetto nelle apodosi degli omina tratti

dai feti umani è bīt amēli “la casa dell’uomo” oppure bītu ^ū “quella casa”, mentre in quelle degli

omina tratti dagli izbu è tarba#u šū “quel recinto” oppure tarba# amēli “il recinto dell’uomo”.

Negli Esempi 3-5 sono prese in considerazione ulteriori contrapposizioni: sapā~u “disperdere”/ ana pāni(^u) alāku “prosperare”, ul e^ēru “non prosperare” / ana pāni(^u) alāku

“prosperare”, gamāru “finire” / arāku “essere lungo”. Nell’Esempio 6 i verbi sapā~u “disperdere” e pa~āru “radunare, raccogliere” costituiscono dei veri antonimi2:

Esempio 1 (

sapā~u

/

rapā^u

_

bīt amēli

):

T. 3: 5) šumma sinništu ulidma uzun imitti^u #e~rat bīt amēli issappa~ “se una donna partorisce e l’orecchio destro (del feto) è piccolo – la casa dell’uomo sarà dispersa”

T. 3: 6) šumma sinništu ulidma uzun ^umēli^u #e~rat bīt amēli irappi^ “se una donna partorisce e l’orecchio sinistro (del feto) è piccolo – la casa dell’uomo si allargherà”

Esempio 2 (

sapā~u

/

rapā^u

_

tarba#u ^ū

):

T. 14: 93) šumma izbu šēpšu ša imitti ana kīdi paslat tarba#u šū [issappa~] “se il piede destro di un izbu è contorto verso l’esterno – quel recinto [sarà disperso]”

T. 14: 94) šumma izbu šēpšu ša ^umēli ana kīdi paslat tarba#u šū irap[pi^] “se il piede sinistro di un izbu è contorto verso l’esterno – quel recinto si allarghe[rà]”

Esempio 3 (

sapā~u

/

ana pāni^u alāku

_

tarba#u ^ū

):

T. 16: 4) šumma izbu kursinni imitti^u arkītu lā ibbašši tarba#u šū issappa~ “se un izbu non ha il polpaccio posteriore destro – quel recinto sarà disperso”

T. 16: 5) šumma izbu kursinni ^umēli^u arkītu lā ibbašši tarba#u šū ana pāni^u illak “se un izbu non ha il polpaccio posteriore sinistro – quel recinto prospererà”

Esempio 4 (

ul e^ēru

/

ana pāni^u alāku

_

bītu ^ū

):

T. 3: 83) šumma sinništu ulidma šēp imitti^u kubbulat bītu šū ul iššir “se una donna partorisce e il piede destro (del feto) è contorto – quella casa non prospererà”

T. 3: 84) šumma sinništu ulidma šēp šumēli^u kubbulat bītu šū ana pāni^u illak “se una donna partorisce e il piede sinistro (del feto) è contorto – quella casa prospererà”

Esempio 5 (

gamrū

/

arkū

_

ūmū rubê

)

T. 3: 2) šumma sinništu ulidma uzun imitti^u lā ibbašši ūmū rubê gamrū “se una donna partorisce e (il feto) non ha l’orecchio destro – i giorni del principe sono alla fine”

T. 3: 3) šumma sinništu ulidma uzun šumēli^u lā ibbašši ūmū rubê arkū “se una donna partorisce e (il feto) non ha l’orecchio sinistro – i giorni del principe sono (ancora) lunghi”

2 Vd. Freydank 1999, 151-159. Sull’uso dell’antonimoa in sumerico e akkadico vd. in generale Dossin 1973, 353- 366.

Esempio 6 (

sapā~u

/

pa~āru

_

apil amēli

):

T. 3: 16) šumma sinništu ulidma uzun imitti^u ina isišu u^tappilma šaknat apil amēli bīt amēli isappa~ “se una donna partorisce e l’orecchio destro (del feto) è abbassato sulla sua mascella – l’erede dell’uomo disperderà la casa dell’uomo”

T. 3: 17) šumma sinništu ulidma uzun šumēli^u ina isi^u u^tappilma šaknat apil amēli bīt amēli upa~~ar “se una donna partorisce e l’orecchio sinistro (del feto) è abbassato sulla sua mascella – l’erede dell’uomo riunirà la casa dell’uomo”

B. Polarità dei soggetti

In questo gruppo sono raccolte coppie di omina nelle quali la polarità destra/sinistra delle protasi trova corrispondenza a livello delle apodosi nella polarità dei soggetti. Ne vengono qui di seguito proposti due esempi:

Esempio 1 (

lillu

/

a^arēdu

_

alādu

):

T. 3: 11) šumma sinništu ulidma uzun imitti^u ina lēti^u \e~ât lillu ina bīt amēli i’allad “se una donna partorisce e l’orecchio destro (del feto) è vicino alla sua guancia – un handicappato nascerà nella casa dell’uomo” T. 3: 12) šumma sinništu ulidma uzun šumēli^u ina lēti^u \e~ât ašarēdu ina bīt amēli i’allad “se una donna partorisce e l’orecchio sinistro (del feto) è vicino alla sua guancia – un bambino perfetto nascerà nella casa dell’uomo”3

Esempio 2 (

nazāqu

/

\ūb libbi^u

_

i^^akkan^u

):

T. 3: 30) šumma sinništu ulidma na~īr imitti^u lā ibbašši nazāqu iššakkanšu “se una donna partorisce e (il feto) non ha la narice destra – avrà (in sorte) dispiacere”

T. 3: 31) šumma sinništu ulidma na~īr šumēli^u lā ibbašši \ūb libbišu iššakkan^u “se una donna partorisce e (il feto) non ha la narice sinistra – avrà (in sorte) felicità”

C. Polarità “io”/nemico

A questa sezione appartengono coppie di omina nelle quali la polarità destra/sinistra delle protasi trova corrispondenza a livello delle apodosi nella polarità espressa dalla coppia “io” – nemico, vale a dire, una delle apodosi è sfavorevole per l’“io”, l’altra è sfavorevole per il nemico:

Esempio 1

T. 3: 77) šumma sinništu ulidma pēm imitti^u la ibbašši māt rubê i~alliq “se una donna partorisce e (il feto) non ha la coscia destra – il paese del principe andrà in rovina”

T. 3: 78) šumma sinništu ulidma pēm šumēli^u la ibbašši māt nakri i~alliq “se una donna partorisce e (il feto) non ha la coscia sinistra – il paese del nemico andrà in rovina”

Esempio 2

T. 5: 30) šumma la~ru nēša ulidma uzun imitti^u lā ibbašši Adad būla ira~~i# “se una pecora genera un leone e questo non ha l’orecchio destro – Adad distruggerà il bestiame”

T. 5: 31) šumma la~ru nēša ulidma uzun šumēli^u lā ibbašši Adad būla ša nakri ira~~i# “se una pecora genera un leone e questo non ha l’orecchio sinistro – Adad distruggerà il bestiame del nemico”

Nell’esempio citato la mancanza dell’orecchio destro è associata ad una predizione sfavorevole per l’“io”, in questo caso da identificarsi con “il bestiame” (būla) oggetto dell’azione; viceversa, in congiunzione con la mancanza dell’orecchio sinistro, la medesima predizione è sfavorevole per il nemico o meglio “il bestiame del nemico” (būla ša nakri). Si veda anche l’esempio che segue con ālu “città”:

Esempio 3

T. 5: 35) šumma la~ru nēša ulidma īn^u ša imitti lā ibbašši ālu ina pilši [i##abbat] “se una pecora partorisce un leone e questo non ha l’occhio destro – la città [sarà presa] tramite una breccia”

T. 5: 36) šumma la~ru nēša ulidma īn^u ša šumēli lā ibbašši āl nakri ina pilši [i##abbat] “se una pecora partorisce un leone e questo non ha l’occhio sinistro – la città del nemico [sarà presa] tramite una breccia”