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2.1. Distribuzione cronologica e archeologica delle fonti 2.2 1 Il secondo millennio

2.1.2. Le biblioteche e gli archivi assiri 1 Assur

Alcuni testi appartenenti o riconducibili a &umma izbu sono stati rinvenuti ad Assur. Il rinvenimento più importante è rappresentato da VAT 9718 (Ass. 11600a), che costituisce il principale testimone del commentario-#âtu alla serie136. Il testo fa parte della biblioteca di una casa privata venuta alla luce nell’area cDII9 (N7), nella parte sud-occidentale del sito137. All’interno della biblioteca sono state trovate circa 25 tavolette, per la maggior parte di contenuto letterario e divinatorio: tra i testi letterari si segnalano le Tavole 2, 6 e 7 dell’Enūma

eli^ e una celebrazione del dio Nabû; tra i testi divinatori, oltre al commentario a &umma izbu,

due manoscritti rispettivamente della 23ma e della 45ma Tavola della serie divinatoria &umma

ālu138. Sulla base del contesto archeologico e dell’analisi paleografica la biblioteca può essere datata alla seconda metà del 7° sec. a.C. L’assenza di colofoni adeguatamente preservati impedisce di identificare gli scribi o i proprietari del testi139.

Un breve estratto dal Commentario Principale (ll. 121-123), VAT 10071 (Ass. 1114), associato ad altri estratti da vari testi letterari (Maqlû, “inno a &ama^”, Ludlul bēl nēmeqi, Enūma

eli^, Erra) e lessicali (Erim~u^, Diri), è stato rinvenuto nella biblioteca di una casa privata

134 Vd. Pedersén 2005, 78-82 (M4).

135 Vd. Oppenheim 1970, 65-66 tav. 1. I nomi di alcuni scribi compaiono sui colofoni di alcune delle tavolette: vd. Pedersén 2005, 80.

136 Il commentario è stato pubblicato in TCS 4, 211-229. Vd. in dettaglio il paragrafo 2.2.1. in questo Capitolo. 137 Per il contenuto di questa biblioteca vd. Pedersén 1985-1986 (vol. 2), 83-84 e id. 1998, 136 (Assur 22). 138 KAL 1, 44-50 nr. 11 e 90-93 nr. 22.

139 Il colofone di un manoscritto della Tavola 2 dell’Enūma eli^ (LKA 4) menziona un “giovane apprendista” (^amallû #e~ru): è possibile che sia anche l’autore di VAT 9718 (vd. Frahm 2011, 211).

nell’area hB4V (N2), nell’angolo orientale dello Ziqqurat di Assur140. La biblioteca, che data al

7° sec., contiene una sessantina di testi, soprattutto di carattere lessicale, ma anche compendia divinatori e testi letterari141. I colofoni fanno riferimento ad un Nabû-a~u-iddina, della famiglia Dadiu (“scriba” tup^arru) e a suo figlio &ama^-balā\u (^amallû #e~ru) come proprietari di alcune delle tavolette di N2142.

Il manoscritto principale del rituale Namburbi contro il male preannunciato dalla nascita di un feto umano o animale deforme, VAT 13617 (LKA 114; Ass. 17721ak)143, è stato rinvenuto nella più grande biblioteca scavata ad Assur, nell’area Hd8I (N4)144. La biblioteca, datata al 7° sec., contiene ca. 1198 tavolette, per la maggior parte rituali, incantesimi e testi terapeutici. I colofoni di molte tavolette identificano come scribi o proprietari Nabû-bēssunu, figlio di Baba-^uma-ibni, suo figlio Ki#ir-A^^ur, entrambi definiti “esorcisti del tempio di A^^ur” (MA&.MA& bīt A^^ur) e il nipote di Ki#ir-A^^ur, Ki#ir-Nabû “giovane esorcista” (MA&.MA&

#e~ru) o semplicemente “esorcista” (MA&.MA&)145.

Da Assur proviene un testimone medio-assiro della Tavola 7 di &umma izbu (VAT 9966 = KAR 403), ma il suo esatto luogo di rinvenimento non è noto. Un nuovo frammento neo- assiro, VAT 11526, è stato recentemente pubblicato come KAL 1 48146. Il testo, preservato solo su un lato, contiene l’inizio di cinque omina legati all’osservazione delle viscere di un izbu. Una sua collocazione nella Tavola 16 della serie standard, dove sono trattati omina di questo tipo, può essere solamente ipotizzata147. Un ulteriore frammento, VAT 9908 (KAL 1 47), è stato rinvenuto nel cortile sud-occidentale del tempio del dio A^^ur, nell’area hE4I148. Esso

140 Pedersén 1985-1986 (vol. 2), 29-34 e id. 1998, 134 (Assur 18). Per VAT 10071 vd. Frahm 2011, 164 e 166. 141 Pedersén 1985-1986 (vol. 2), 31-34. Un piccolo archivio contenenti diversi tipi di documenti è stato rinvenuto all’interno di un vaso d’argilla.

142 Secondo Frahm 2011, 211-212 è possibile che il commentario sia stato copiato da &ama^-balā\u come parte della sua educazione da scriba.

143 Per la pubblicazione del testo vd. Maul 1994, 336-343. Il rituale è stato riprodotto in traduzione nel paragrafo 2.2.4. di questo Capitolo.

144 Vd. Pedersén 1985-1986 (vol. 2), 41-76 e id. 1998, 135-136 (Assur 20). I colofoni di alcuni testi specificano che sono stati scritti per un uso immediato in alcuni rituali o trattamenti medici.

145 Pedersén 1985-1986 (vol. 2), 44-47. Per lo stemma della famiglia vd. BAK, 19. 146 Anche in questo caso il contesto di ritrovamento è ignoto.

147 Vd. KAL 1, 9.

148 Pedersén 1985-1986 (vol. 1), 31-42 (M2) e ibid. vol. 2, 12-28 (N1). Id. 1998, 83-84 (Assur 1) e 132 (Assur 15). La relazione tra le due biblioteche non è sicura: vd. id. 1985-1986 (vol. 2), 18-19.

appartiene ad una biblioteca provvista di molti testi letterari medio-babilonesi e medio-assiri149. La data di fondazione della biblioteca non può essere stabilita, mentre la sua distruzione risale con sicurezza al 614 a.C.; ciò significa che i testi medio-babilonesi e medio-assiri vi sono stati conservati fino all’epoca neo-assira. La tavoletta contiene omina-a~û “estranei” di &umma izbu e

&umma ālu150.

2.1.2.2. Kalhu

Un testimone di &umma izbu è stato rinvenuto a Kal~u (moderna Tell Nimrūd), nella biblioteca del tempio del dio Nabû151. La città diviene la capitale assira intorno al 878 a.C., sotto il regno di A^^urna#irpal II (883-859 a.C.). La biblioteca del tempio del dio Nabû, un santuario situato a sud dell’entrata principale alla cittadella di Kal~u, era ospitata all’interno di una serie di ambienti (NT 12-14) disposti lungo il lato orientale del cortile interno del tempio, antistanti le celle di Nabû e della sua consorte Ta^mētu, collocate sul lato occidentale del medesimo cortile152. Costruita probabilmente durante il regno di Adad-nērārī III (810-793 a.C.), essa viene utilizzata in maniera continuativa fino alla distruzione della città nel 612 a.C.153. Al suo interno vi sono state trovate ca. 280 tavolette di carattere letterario ed erudito: testi divinatori soprattutto, di cui un buon numero astrologici, testi magici e medici, liste lessicali; a questi si aggiungono, in numero minore, inni e preghiere, rituali, testi letterari154. La maggior parte delle tavolette è venuta alla luce nella stanza NT 12, che probabilmente fungeva da scriptorium o “stanza delle tavolette”, in uno stato di notevole disordine dovuto ad occupazioni del sito successive al 612 a.C. e ai numerosi interventi archeologici del 19° secolo155.

Una tavoletta a due colonne redatta in ductus babilonese - ND 4405/18 (CTN 4 32) + ND 4405/37 (CTN 4 86) + ND 4405/52 (CTN 4 31) + ND 4405/59 (CTN 4 87) + ND 4405/60 (CTN 4 33) + ND 5553C (CTN 4 34) + ND 5581B (CTN 4 35)156 – preserva sul recto le ll. 13-

149 Vd. KAL 1, 5+48.

150 Vd. il paragrafo 2.2.2. in questo Capitolo.

151 In generale sulle biblioteche e gli archivi di Kal~u vd. Pedersén 1998, 143-154 e Oates-Oates 2001, 195-225. 152 Pedersén 1998, 151-152 (biblioteca “Kal~u 14”) e Oates-Oates 2001, 111-123.

153 Pedersén 1998, 152 e Oates-Oates 2001, 207-208.

154 Questi testi sono stati pubblicati da Wiseman-Black 1996. Alcune importanti recensioni al volume: Mayer 1998, 269-271; Biggs 1999, 149-151; Lambert 1999-2000, 149-155; Geller 2000, 331-339.

155 Oates-Oates 2001, 207-208.

156 Il luogo di ritrovamento dei testi è NT 12, eccezion fatta per ND 5553C, rinvenuto in NT 14: Wiseman-Black 1996, 38 e 40.

41, 43-46, 82(?)-97, 103-120 della Tavola 1 di &umma izbu e sul verso alcuni omina non identificabili, le ll. 15-34 della Tavola 3 e un frammentario colofone. Il colofone è purtroppo molto frammentario157.

2.1.2.3. Ninive

La maggior parte delle tavolette di &umma izbu proviene da Ninive, una delle più importanti città assire, divenuta capitale dell’impero neo-assiro dal 705 a.C. per volontà di Sennacherib. Gli scavi condotti dagli archeologi britannici a partire dalla metà del 19° secolo nell’area della cittadella (Kuyunjik) hanno portato alla luce la più ampia e importante collezione di testi cuneiformi mai scoperta, la famosa “biblioteca di Assurbanipal”: testi religiosi, letterari e divinatori, opere legate all’istruzione degli scribi e una gran parte della corrispondenza reale, per un totale di ca. 26000 testi158.

Molto poco è noto riguardo ai luoghi di rinvenimento delle tavolette159. La maggior parte è stata trovata nelle stanze 40 e 41 del Palazzo Sud-occidentale - il “Palazzo senza rivali”, fatto costruire da Sennacherib tra il 703 e il 694 a.C. e utilizzato dai suoi successori, Esarhaddon e Assurbanipal, fino al 645 a.C.160. Altre tavolette provengono dalla stanza C e da una biblioteca rinvenuta nell’angolo meridionale del Palazzo Nord, la residenza del principe ereditario (bīt

redûti)161. Le tavolette rinvenute nell’area del tempio del dio Nabû, collocato poco a sud del Palazzo Nord, appartengono invece ad una biblioteca templare fondata dal re162.

Questo immenso corpus è il prodotto di un’intensa attività scribale, fortemente voluta dal sovrano e, come abbiamo visto, incentivata dall’acquisizione di tavolette provenienti da

157 La ricostruzione della tavoletta si deve a Biggs 1996, 90, che ha identificato CTN 4 86-87 come parte di &umma

izbu e probabile “join” a CTN 4 31-35. La maggior parte delle tavolette trovate nella biblioteca del tempio di

Nabû sono scritte in ductus assiro. Quelle scritte in ductus babilonese, oltre a ND 4405/18+, sono: ND 5575 (CTN 4 59; testo emerologico), ND 4307 (CTN 4 60; modello di extispicina), ND 4405/61 (CTN 4 175; preghiera bilingue), ND 5494C (CTN 4 187; rituale), ND 5583 (+) ND 5584 (+) ND 5585 (+) ND 5586 (CTN 4 233; lista di segni), ND 5554 (CTN 4 242; testo lessicale). Vd. Wiseman-Black 1996, 5-6.

158 In generale sulla biblioteca di Assurbanipal vd. Lieberman 1990, Pedersén 1998, 158-165, Fincke 2003/2004. 159 Vd. Parpola 1986, 223-236 e Reade 1986, 213-222.

160 Sembra che alcune delle tavolette rinvenute in queste stanze siano cadute dal piano superiore a seguito della distruzione del palazzo nel 612 a.C.: vd. Pedersén 1998, 161 (Niniveh 1).

161 Ibid., 163 (Niniveh 4 e 5).

diverse città della Mesopotamia meridionale, Babilonia e Borsippa soprattutto163. Queste ultime, una volta giunte a destinazione, non vengono direttamente incorporate nella biblioteca, se non in casi eccezionali, ma piuttosto ricopiate su altre e segnate con colofoni che ne attribuiscono la proprietà al re164.

Sulla base dell’evidenza in nostro possesso, è possibile affermare che all’interno della biblioteca si trovavano diverse copie (almeno quattro) della serie standard di &umma izbu, tredici commentari (undici in ductus assiro e due in ductus babilonese), almeno due copie di una serie di excerpta dalla serie standard e altrettante del rituale apotropaico Namburbi contro il male preannunciato dalla nascita di un izbu165.

2.1.3. Le biblioteche e gli archivi babilonesi