§ II STRUTTURA DEL TESTO
Tavole 20-21 Cavalle e cavall
A. Somiglianza con animal
A.1. Sistemi binari
Un consistente numero di omina della serie fa riferimento alla nascita di feti umani e izbu con parti del corpo di (altri) animali o simili a membra di (altri) animali – nel secondo caso il paragone è introdotto da kīma “come”. Uno dei criteri organizzatori all’interno di questa categoria è quello binario destra/sinistra. La sua applicazione riguarda tutte le parti del corpo che si presentano in coppia, per le quali la malformazione è attestata sempre prima sul lato destro e poi su quello sinistro. Uno sviluppo ulteriore di questo schema porta alla costituzione di triadi in cui il terzo omen contiene l’osservazione della malformazione su entrambe le parti del corpo.
Diadi: destra/sinistra
i) T. 7: 63) [^umma] izbu lēssu ^a <imitti> pani nē^i ^aknat … “[se] la guancia <destra> di un izbu ha il volto di un leone …”
ii) T. 7: 64) [^umma iz]bu lēssu ^a <^umēli> pani nē^i ^aknat … “[se] la guancia <sinistra> di un [iz]bu ha il volto di un leone …”
iii) T. 10: 49) šumma izbu kappi īnīšu ša imitti kīma ša nēši ... “se la palpebra superiore destra di un izbu è come quella di un leone …”
iv) T. 10: 50) šumma izbu kappi īnīšu ša šumēli kīma ša nēši ... “se la palpebra superiore sinistra di un izbu è come quella di un leone …”
Triadi: destra/sinistra/entrambi
i) T. 3: 87) šumma sinništu ulidma šēp imittišu kīma šēp raqqi … “se una donna partorisce e il piede destro (del feto) è come il piede di una tartaruga …”
ii) T.´3: 88) šumma sinništu ulidma šēp šumēlišu kīma šēp raqqi … “se una donna partorisce e il piede sinistro (del feto) è come il piede di una tartaruga …”
iii) T. 3: 89) šumma sinništu ulidma šēpāšu u qātāšu kīma ša raqqi … “se una donna partorisce e i piedi e le mani (del feto) sono come quelli di una tartaruga …”
Come dimostra il seguente elenco, uno dei paragoni più produttivi all’interno della serie è quello con il leone:
Esempi:
i) T. 2: 1) šumma sinništu ulidma qaqqad nē^i ^akin … “se una donna partorisce e (il feto) ha la testa di un leone …”
ii) T. 2: 44) šumma sinništu ulidma īnāšu kīma īn nēši … “se una donna partorisce e gli occhi (del feto) sono come gli occhi di un leone …”
iii) T. 3: 1) šumma sinništu ulidma uzun nēši šaknat … “se una donna partorisce e (il feto) ha un orecchio di leone …”
iv) T. 7: 66) [^umma] izbu ^innāt nē^i ^akin … “[se] un izbu ha i denti di un leone …” v) T. 10: 48) [šumma] izbu īnā nēši šaknā … “[se] un izbu ha gli occhi di un leone …” vi) T. 12: 35) [šumma izbu pi nēši [šakin] … “[se un izbu] ha [la bocca di un leo]ne …”
vii) T. 14: 47) šumma izbu šēpātušu erbe kīma šēp nēši … “se le quattro zampe di un izbu sono come la zampa di un leone …”
A.2. Sequenze verticali
La maggior parte degli omina che possono essere ricondotti a questa categoria è organizzata in sequenze verticali5. Esse si presentano come elenchi di animali o parti del corpo di animali. Ne vengono qui di seguito proposti tre esempi:
i) T. 2: 1-8: ^umma sinni^tu ulidma qaqqad … ^akin … “se una donna partorisce e (il feto) ha la testa …”
- nē^i “di un leone” (1) - barbari “di un lupo” (2) - kalbi “di un cane” (3) - pagî “di una scimmia” (4) - ^a~î “di un maiale” (5) - #erri “di un serpente” (6) - kurkîmu^en “di un’oca” (7)
- i##ūri “di un uccello” (8)
ii) T. 3: 24-27: ^umma sinni^tu ulidma appi … ^akin “se una donna partorisce e (il feto) ha il naso …”
- i##ūri “di un uccello” (24) - ur^āni“di un uccello-ur^ānu” (25) - ~āzî“di un uccello-~āzû” (26) - Lu~uš^î “di Lu~u^^û” (27)6
iii) T. 12: 9-15: ^umma izbu appi ... ^akin “se un izbu ha il naso …” - rīmti “di una mucca selvatica” (9)
- rīmti … 1 īn^u ina pūti^u “di una mucca selvatica …(e ha) un (solo) occhio sulla fronte” (10)
- āribi “di un corvo” (11) - erî “di un’aquila” (12)
- erî … 1 īn^u […] “di un’aquila … (e ha) un (solo) occhio […] (13) - erî … nap^ātu^u petiā “di un’aquila … (e) la sua gola è aperta” (14) - #abīti “di una gazzella” (15)
Quest’ultimo esempio mostra come la protasi sia talvolta ampliata attraverso l’aggiunta di ulteriori deformazioni: assenza di parti del corpo (10, 13) e aspetto mutilo/deforme di parti del corpo (14). Come vedremo nell’analisi delle successive categorie, si tratta di uno schema ampliamente utilizzato nella serie. Sequenze di questo tipo sono numerose e possono essere molto elaborate. Nelle Tavole che riguardano gli izbu spesso si fa riferimento alla nascita di esseri ibridi che riuniscono le caratteristiche fisiche di animali diversi. Si veda, ad esempio, la sequenza iniziale della Tavola 7:
T. 7: 1-23) ^umma izbu qaqqad … ^akin “se un izbu ha la testa di ... ” - nē^i “di un leone” (1)
- nē^i u zibbat nē^i “di un leone e (ha) la coda di un leone” (2) - nē^i u zibbat šēlibi “di un leone e (ha) la coda di una volpe” (3)
- nē^i …ma 2 pagrūšu 2 zibbātu^u “di un leone…e (ha) due corpi e due code” (4)
- nē^i …ma u ūru “di un leone …e (ha) una vulva” (5) - nē^i ^ārat imēri “di un leone (e ha) il pelo di un asino” (6) - nē^i u pagar imēri “di un leone (e ha) il corpo di un asino” (7) - barbari “di un lupo” (8)
- kalbi “di un cane” (9)
- kalbi u pagar nē^i “di un cane e ha il corpo di un leone” (10) - šēlibi “di una volpe” (11)
- pagî “di una scimmia” (12) - asi “di un orso” (13) - lurmi “di uno struzzo” (14) - turā~i “di uno stambecco” (15)
- turā~i u pagar nē^i “di uno stambecco e ha il corpo di un leone” (16) - rimti “di una mucca selvatica” (17)
- alpi “di un bue” (18) - imēri “di un asino” (19) - sīsî “di un cavallo” (20)
- sīsî [u pagar nē^i …] “di un cavallo [e ha il corpo di un leone …]” (21) - ^a~î “di un maiale” (22)
- amēlūti “di un essere umano” (23)
Questi esempi dimostrano con chiarezza quanto è stato anticipato nell’introduzione al capitolo, vale a dire il prevalere di meccanismi speculativi (sequenze, schemi binari) sulla realtà dell’osservazione. Nell’analisi delle successive categorie (assenza, collocazione ectopica, aspetto mutilo, soprannumero) si troverà ulteriore supporto a questa teoria.
B. Assenza
B.1. Sistemi binari
Il principale criterio organizzatore nella descrizione dell’assenza di una parte del corpo è quello binario destra/sinistra, applicato a tutte le parti del corpo duplici. Anche in questa categoria, come nella precedente, il testo è strutturato in diadi e triadi. Si veda al riguardo l’esemplificazione che segue:
Diadi: destra/sinistra
ii) T. 7: 55) šumma izbu la~ûšu [ša] šumēli lā ibbašši … “se un izbu non ha la mandibola sinistra …” iii) T. 14: 1: šumma izbu kurīt imitti^u lā ibba^^i … “se un izbu non ha lo stinco destro …”
iv) T. 14: 2: šumma izbu kurīt ^umēli^u lā ibba^^i … “se un izbu non ha lo stinco sinistro …” Triadi: destra/sinistra/entrambi
i) T. 3: 30) šumma sinništu ulidma na~īr imittišu lā ibbašši … “se una donna partorisce e (il feto) non ha la narice destra …”
ii) T. 3: 31) šumma sinništu ulidma na~īr šumēlišu lā ibbašši … “se una donna partorisce e (il feto) non ha la narice sinistra …”
iii) T. 3: 32) šumma sinništu ulidma na~īrāšu lā ibbaššâ ... “se una donna partorisce e (il feto) non ha le narici ...”7
iv) T. 5: 30) šumma la~ru nēša ulidma uzun imittišu lā ibbašši … “se una pecora partorisce un leone e (il feto) non ha l’orecchio destro …”
v) T. 5: 31) šumma la~ru nēša ulidma uzun šumēlišu lā ibbašši … “se una pecora partorisce un leone e (il feto) non ha l’orecchio sinistro …”
vi) T. 5: 32) šumma la~ru nēša ulidma uznāšu kilattan lā ibbaššâ … “se una pecora partorisce un leone e (il feto) non ha entrambe le orecchie …”
vii) T. 14: 7) šumma izbu imittašu ša imitti lā ibbašši ... “se un izbu non ha la spalla destra …” viii) T. 14: 8) šumma izbu imittašu ša šumēli lā ibbašši ... “se un izbu non ha la spalla sinistra ...” ix) T. 14: 9) šumma izbu būdāšu lā ibaššâ ... “se un izbu non ha le spalle …”8
In alcuni casi questo sistema binario è applicato anche a parti del corpo che non si presentano in coppia:
i) T. 12: 76) ^umma izbu muttat li^āni^u ^a imitti lā ibba^^i … “se un izbu non ha la metà destra della lingua …”
ii) T. 12: 77) ^umma izbu muttat li^āni[^u ^a] ^umēli lā ir^i … “se un izbu non ha la metà sinistra della lingua …”
Oltre alla dicotomia destra/sinistra, di gran lunga la più produttiva, altre distinzioni binarie sono attive in &umma izbu nella descrizione dell’assenza di una parte del corpo. Le prime due
7La stessa malformazione è oggetto della Tavola 12: 19-20, 22.
serie di omina qui di seguito riportate dimostrano l’utilizzo delle coppie sopra/sotto (i-iii) e davanti/dietro (iv-x), in quest’ultimo caso congiuntamente alla dicotomia destra/sinistra. La serie i-iii) è una triade, mentre la serie iv-x) costituisce una tetrade.
Triadi: sopra/sotto/entrambi
i) T. 7: 56) šumma izbu la~ûšu elūtu lā ibbaššâ … “se un izbu non ha le mascelle superiori …”9
ii) T. 7: 57) [šumma izbu la]~ûšu šaplūtu lā ibbaššâ … “[se un izbu] non ha le [mas]celle inferiori …” iii) T. 7: 58) šumma izbu la~ûšu elūtu u šaplūtu lā ibbaššâ … “se un izbu non ha le mascelle superiori e inferiori …”
Triadi: davanti/dietro/entrambi
iv) T. 16: 1) šumma izbu kursinni imittišu panītu lā ibbašši ... “se un izbu non ha il polpaccio anteriore destro …”
v) T. 16: 2) šumma izbu kursinni šumēlišu panītu lā ibbašši... “se un izbu non ha il polpaccio anteriore sinistro …”
vi) T. 16: 3) šumma izbu kursinnāšu pānâtu lā ibaššâ … “se un izbu non ha i polpacci anteriori …”
vii) T. 16: 4) šumma izbu kursinni imittišu arkītu lā ibbašši ... “se un izbu non ha il polpaccio posteriore destro …”
viii) T. 16: 5) šumma izbu kursinni šumēlišu arkītu lā ibbašši ... “se un izbu non ha il polpaccio posteriore sinistro …”
ix) T. 16: 6) šumma izbu kursinnāšu arkâtu lā ibaššâ… “se un izbu non ha i polpacci posteriori …” x) T. 16: 7) šumma izbu kursinnāšu erbe lā ibaš^â … “se un izbu non ha i polpacci …”
Una terza distinzione binaria riconoscibile all’interno della serie è la dicotomia presenza/assenza. Nella coppia di omina che segue la presenza di una parte del corpo su uno dei due lati è seguita, nell’ambito della stessa protasi, dall’esplicita menzione della sua assenza sull’altro. Entrambe le protasi presentano dunque due coppie binarie, vale a dire, destra/sinistra e presenza/assenza, che si corrispondono secondo rapporti orizzontali, verticali e trasversali (vd. lo schema).
i) T. 3: 20) šumma sinništu ulidma uzun imittišu šaknatma uzun šumēlišu lā ibbašši … “se una donna partorisce e (il feto) ha l’orecchio destro ma non quello sinistro …”
9 Il termine la~û è generalmente tradotto con “mandibola”, mentre la mascella è identificata dal termine isu. Tuttavia, la distinzione tra i due all’interno di &umma izbu non è sempre chiara: vd. il commentario a Tavola 3: 16- 17 e 33-34.
ii) T. 3: 21) šumma sinništu ulidma uzun šumēlišu šaknatma uzun imittišu lā ibbašši … “se una donna partorisce e (il feto) ha l’orecchio sinistro ma non quello destro …”
destra sinistra presenza assenza
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sinistra destra presenza assenza
Una variante a questo schema è rappresentata da omina la cui protasi contiene l’affermazione della presenza in forma ridotta (1) di una parte del corpo normalmente duplice. In molti casi è possibile osservare un ampliamento orizzontale della protasi attraverso l’addizione delle categorie Assenza (o meglio, presenza ridotta) e Aspetto mutilo/deforme. Vd. l’esemplificazione che segue:
i) T. 2: 49) šumma sinništu ulidma īnšu i^tiatma u rabiat … “se una donna partorisce e il bambino ha un (solo) occhio e (esso) è grande …”
ii) T. 3: 91) šumma sinništu ulidma šēpšu i^tiat … “se una donna partorisce e (il feto) ha un (solo) piede …”
iii) T. 3: 92) šumma sinništu ulidma šēpšu i^tiat u makât … “se una donna partorisce e (il feto) ha un (solo) piede e (esso) è debole …”
iv) T. 10: 1) [šumma iz]bu īnšu i^tiatma rabiat ... “[se un iz]bu ha un (solo) occhio e (esso) è grande …” v) T. 12: 21) šumma izbu na~īršu i^tiatma zīzma šakin ... “se un izbu ha una (sola) narice e (essa) è divisa in due …”
La successiva e ultima serie (i-v) dimostra la possibiltà di creare omina sulla base di sequenze predefinite e associazioni:
i) T. 3: 46) šumma sinništu ulidma issu ištiat … “se una donna partorisce e (il feto) ha un (solo) braccio …”
ii) T. 3: 47) šumma sinništu ulidma qāssu ištiat … “se una donna partorisce e (il bambino) ha una (sola) mano …”
iii) T. 3: 48) šumma sinništu ulidma qāssu ša imitti lā ibbašši … “se una donna partorisce e (il feto) non ha la mano destra …”
iv) T. 3: 49) šumma sinništu ulidma qāssu ša šumēli lā ibbašši … “se una donna partorisce e (il feto) non ha la mano sinistra …”
v) T. 3: 50) šumma sinništu ulidma qātā lā ibba^^â … “se una donna partorisce e (il feto) non ha le mani …”
Gli omina i-ii) sono preceduti nella serie da una coppia binaria che descrive il braccio destro e quello sinistro come corti (kurû: vd. Aspetto mutilo/deforme). L’aspetto mutilo e ridotto di un braccio è associato nell’omen i) alla presenza di un solo braccio (1 invece di 2: Presenza ridotta) e nell’omen ii) di una sola mano, vale a dire una parte del corpo contigua e dunque connessa. Infine, la presenza in quantità ridotta delle mani è seguita nella triade iii-v) dall’assenza della mano destra, di quella sinistra e infine di entrambe (Assenza).
B.2. Sequenze orizzontali
Un criterio produttivo all’interno della categoria Assenza comporta la formazione di sequenze nelle quali la malformazione riguarda diverse parti del corpo, generalmente tra loro connesse (ad esempio: braccia e mani; naso e narici; pene e testicoli). Si veda l’esemplificazione che segue:
Esempi:
i) T. 2: 12) šumma sinništu ul[idma issu] u qāssu ša imitti lā ibbašši … “se una donna partori[sce e (il feto) non ha il braccio] e la mano destra …”
ii) T. 2: 13) šumma sinništu ulidma [issu] u qātāšu lā ibbaššû … “se una donna partorisce e (il feto) non ha [il braccio] e le mani …”
iii) T. 3: 29) šumma sinništu ulidma appu u na~īrā lā ibbaššû ... “se una donna partorisce e (il feto) non ha il naso e le narici …”
iv) T. 7: 48) <šumma> izbu issašu u la~ûšu u pûšu lā ibbaššû … “<se> un izbu non ha la mascella, la mandibola e la bocca …”
v) T. 7: 49) [šumma izbu] issašu la~ûšu na~īrāšu lā ibbaššû … “se un izbu non ha la mascella, la mandibola e le narici …”
vi) T. 3: 69) šumma sinništu ulidma i^aršu u iškāšu lā ibbaššû ... “se una donna partorisce e (il feto) non ha il pene e i testicoli …”
vii) T. 3: 71) šumma sinništu ulidma ūra u iška lā ir^i ... “se una donna partorisce e (il feto) non ha la vulva e i testicoli …”
viii) T. 3: 79) šumma sinništu ulidma šapūlu u i^aru lā ibbaššû … “se una donna partorisce e (il feto) non ha il triangolo femorale e il pene …”
ix) T. 17: 43) šumma izbu iška u i^ara lā ir^i … “se un izbu non ha i testicoli e il pene …” x) T. 10: 39) šumma izbu īnī u appa lā ir^i … “se un izbu non ha gli occhi e il naso …”
xi) T. 10: 41) šumma izbu īnī u appa u uznī lā ir^i … “se un izbu non ha gli occhi, il naso e le orecchie …” xii) T. 10: 42) šumma izbu īnī <u> na~īrī lā ir^i … “se un izbu non ha gli occhi <e> le narici …”
xiii) T. 10: 43) šumma izbu īnī uznī u na~īrī lā ir^i … “se un izbu non ha gli occhi, le orecchie e le narici …”