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L’apporto della sociologia nella costruzione di una teoria oggettivi stica

Pierre Marie Nicolas Léon Duguit36 nasce a Libourne, amena citta-

dina non distante da Bordeaux, il 4 febbraio 1859, e muore nel capoluo- go della Gironda il 18 dicembre 192837. Nell’intraprendere gli studi di

35 In questo senso: «Die gesellschaftliche Vorgänge spielen sich zum großen Teile im

Raume nebeneinander dargestellt werden: denn jedes Buch ist notwendigerweise ein Nacheinander», E. EHRLICH, Die juristische Logik, cit., p. 179.

36 Si faccia innanzitutto riferimento al Dossier personnel a lui dedicato presso gli

Archives nationales, n° F 17/26737. Per gli aspetti biografici relativi alla sua figura, cf. M. LABORDE-LACOSTE, La vie et la personnalité de Léon Duguit, Atti del Congrès commémoratif du centenaire de la naissance du doyen Léon Duguit, numero monografico della «Revue juridique et economique du Sud-Ovest», 1959, 3-4, pp. 93-114, nonché M. A.-J. BOYÉ, Souvenirs personnel sur Léon Duguit, ivi, pp. 115-128. La vie de Bordeaux ha pubblicato una sintesi dell’intervento di Marcel Labord-Lacoste nel Convegno dedicato al centenario della nascita di Duguit, dal titolo Le centenaire d’un grand juriste et d’un homme de bien, pubblicato il 6 giugno 1959, p. 2 e ss. Un rigoroso ritratto di Duguit è il necrologio di A. PAGANO, Léon Duguit (1859-1928), in «Rivista internazionale di

filosofia del diritto», 1929, pp. 470-473.

giurista, si iscrive a pieno titolo nella tradizione familiare: suo padre, Paul Duguit38, infatti, rimasto orfano all’età di 14 anni, sostenuto negli

studi dalla nonna materna, abilitatosi alla professione di avvocato a Poi- tiers, aveva fissato il suo studio a Libourne, un’amena cittadina distante qualche decina di chilometri da Bordeaux, ed era distaccato presso il tribunale locale in qualità di giudice di pace. A Libourne, Paul conosce Caroline Fourcaud, di qualche anno più piccola di lui, discendente da una famiglia molto conosciuta e stimata, che aveva costruito la sua for- tuna sul commercio di vini. Dalla loro unione, molto promettente dal punto di vista sociale, nasce Léon, primogenito. Quello tra i genitori di Duguit è un matrimonio abbastanza tipico in quell’epoca, tra un rampol- lo della borghesia addottorato nelle cose di legge e una donna benestan- te, votata alla carità e all’assistenza dei più svantaggiati, ma dal carattere energico, autoritario, molto presente ed incisiva nell’educazione di Léon. Dopo una formazione liceale in cui ha modo di distinguersi per brillan- tezza, Duguit inizia il suo percorso di studente universitario nel novem- bre del 1876: la benedizione dell’arcivescovo di Bordeaux anticipa l’ingresso delle giovani matricole all’anfiteatro della facoltà di Lettere: il suo curriculum universitario è eccellente, il che gli consente di partecipa- re ad un concorso nazionale cui concorrono i migliori laureati dello stes- so anno accademico. Ne risulta vincitore: la sua tesi in diritto romano, che ha per titolo De usufructu, gli conferisce una base e una preparazio- ne quanto mai solide nei fondamenti romanistici del diritto nazionale francese. Nell’agosto del 1879, può iscriversi al foro di Bordeaux: è av- vocato, ma già sente forte e predominante la vocazione per l’insegnamento universitario: conclude brillantemente i suoi studi, inizia- ti nel 1876, e, nel 1882, porta a termine due tesi di dottorato, con cui si guadagna una medaglia d’oro, che la città di Bordeaux gli conferisce per

pronunciati in quell’occasione sono raccolti nel volumetto A la mémoire de Léon Duguit, Bordeaux 1929.

38 Paul Duguit nasce in terra girondina, a Coutures-sur-Dropt il 13 dicembre 1833, e

si trasferisce nel 1861 a Libourne, dove abiterà fino al 1901, dove esercita da avvocato, essendo consigliere locale dell’ordine negli anni 1904-05; proprietario di una viticoltura, quella del Château de Tourenne, in Saint-Germain-la-rivière, sindaco di questa cittadina, vi soggiorna sino alla morte, sopraggiunta nell’agosto del 1909. Pierre Paul Duguit si sposa con Jeanne Marie Caroline Fourcaud il 18 aprile 1858 a Libourne. Devo queste notizie a Jean e Bernard GUÉRIN, Des hommes et des activités autour d’un demi-siècle à Bordeaux, Lormont 1957, p. 904. Sulla costituzione e l’attività della Facoltà di diritto a Bordeaux, si veda l’esaustivo testo di M. MALHERBE, La Faculté de Droit de Bordeaux (1870-1970), Bordeaux 1996.

il suo valore scientifico39. L’anno 1882 ha un particolare valore: insieme

a Michoud, Berthélemy e Hauriou, Duguit partecipa al concorso nazio- nale di abilitazione, che ha come soggetto De la conservazion du privilège

du vendeur d’immeubles. Duguit supera l’agrégation - con una dispensa

per limiti d’età – vincendo il concorso, ma arriva sesto: gli altri vincitori sono Monnier, Saint-Marc, Aubry, Michoud esoprattutto, Hauriou, che sarà primo. Il primo incarico d’insegnamento presso l’università per il giovane Duguit sarà a Caen, mentre Hauriou sarà distaccato a Tolosa.

Docente agrégé presso la Facoltà di Caen nel 1883, il giovane profes- sore non ha difficoltà ad integrarsi nella nuova realtà, capace com’è di farsi apprezzare tanto dai suoi colleghi, quanto dalle autorità locali: è proprio il rettore, Louis Liard, che nota come sarebbe «heureux de con- server M. Duguit à Caen le plus longtemps possible».

È di ritorno nell’ateneo di Bordeaux40 nel 1886: con il decreto retto-

rale del 24 luglio 1889 il diritto costituzionale viene introdotto come fondamentale per il conseguimento della licenza, insegnamento che Du- guit terrà nel prestigioso ateneo per tutto il corso della sua vita di studio- so e di docente, legatissimo com’era al capoluogo girondino. La sua cifra esistenziale è quella di un docente che ama le sue materie e che crede profondamente nella missione di professore e di intellettuale: quella di ricostruire le basi spirituali della nazione dopo la sconfitta patita nella guerra franco-prussiana del 1870-71. Scarsamente dotato sul piano dell’evocatività e della forza retorica41, probabilmente anche a causa del-

la sua voce, è in grado di compensare questa sua mancanza con un gran- de impegno: oltre al suo incarico istituzionale, relativo ai corsi di storia del diritto pubblico e privato, forma gli studenti attraverso una serie di seminari, e, nel 1875, sostiene la creazione di insegnamenti di storia del diritto nuovi e connessi alla metodologia delle scienze sociali. La sua at- tività politica e il suo impegno all’interno delle attività solidaristiche e mutualistiche hanno lasciato tracce ancor oggi percepibile nel capoluogo 39 Du principe de la théorie des risques dans les stipulations (droit romain). De conflits

de législations relatifs à la forme des actes civils (droit français), Tesi di dottorato, discussa presso l’Università di Bordeaux, anno accademico 1882-83.

40 M. MALHERBE, La Faculté de Droit de Bordeaux (1870-1970), cit., pp. 266-268. 41 Come sostiene Roger Bonnard in uno dei suoi ricordi commemorativi: «Le voix

manquait de sonorité et le geste d’ampleur ; la phrase n’avait pas le mouvement oratoire», R. BONNARD, À la memoire de Léon Duguit (1858-1928), Bordeaux 1929, p.

15. Anche Marcel Laborde-Lacoste riferisce di un’impressione simile: «[…] en lécoutant pour la preière fois et dès les premières paroles, on était étonné par sa voix aiguë avec exès, ingrate pour un orateur […]», M. LABORDE-LACOSTE, La vie et la personnalité de Léon Duguit, in «Revue juridique et economique du Sud-Ovest», 1959, p. 98.

girondino. In un certo senso è stato, per la generazione degli studenti che si è formata nei primi anni del ‘900, “il professore” per eccellenza. Il riconoscimento del decanato, della carica di Doyen giunge al termine di un lungo percorso preparatorio: fu assessore dal 1901 al 1919, assistente di docenti del calibro di Baudry-Lacantiniere e di Henry Mornet: in questa veste partecipa alle sedute del Consiglio dell’università, dimo- strando una grande attenzione per tuttoi gli aspetti della vita accademi- ca, inclusi quelli tecnico-burocratici42. Il 23 aprile 1919 è eletto Doyen

dai suoi colleghi, carica di cui si è sempre dimostrato fiero e che ha adempiuto con scrupolo fino alla sua morte.

All’esterno, la sua politica accademica è consistita nel far valere in massimo grado la sua caratura e la sua fama di studioso, rappresentando con la più grande puntalità l’ateneo bordolese nel contesto nazionale e internazionale. Al tempo stesso, mantenne ottimi rapporti con i vertici del ministero, e, in particolare, con il direttore dell’insegnamento supe- riore, Coville, che era stato, in gioventù, suo collega a Caen. Instancabile nell’esercizio della sua professione, buona parte della sua politica fu ispi- rata ad un’attività di selezione e reclutamento dei docenti e del personale amministrativo, in cui ha materializzato le idee sociologiche sulla divi- sione professionale del lavoro, così caratterizzanti la sua ispirazione teo- rica: quella che è stata la sua linea di condotta è splendidamente espressa nell’imperativo, rivolto ad un suo collega Doyen dell’epoca, Garrigou- Lagrange: «Vous n’aurez pour vous conduire que votre conscience preo- fessionnelle».

Il seguente passo, tratto dall’orazione funebre dedicata a Duguit, la cui dipartita dal mondo dei vivi data 18 dicembre 1928, pronunciata dal suo collega Ferron, rende bene il senso di vuoto, se non di spaesamento, che la sua dipartita dal mondo dei vivi generò nella cerchia dei docenti, ma anche tra gli studenti e i cittadini del capoluogo girondino: «C’est en les perdant que l’on se rend mieux compte de la valeur des hommes. Le vide que fait, dans notre Faculté, le départ pour toujours de celui auquel nous venons de rendre les derniers devoirs est tel que depuis deux jours nous nous sentons complètement désorientés. Nous étions si habitués à compter sur lui! Sous sa direction notre maison paraissait marcher toute seule. Si quelque difficulté se présentait, il l’avait le plus souvent aplanie avant même de nous la signalier. Avec lui nous avions l’impression de la 42Sulla base della testimonianza del rettore dell’ateneo bordolese in quegli anni,

Dumas: «[…] tout les questions l’intéressaient, même les plus minimes, et elles l’intéressaient parce qu’il avait l’esprit profondément universitaire», R. BONNARD, A la mémoire de Léon Duguit, cit., p. 7.

sécurité parce qu’il savait prendre des décisions opportunes. Nous nous laissons guider certains d’être bien conduits. Et maintenant nous restons comme des soldats sans chef»43.

I primi scritti di Duguit sono di natura sociologica, influenzati non solo dalla conoscenza dei ‘classici’ del pensiero sociologico, ma anche da un’attenta ricognizione del pensiero di Claude Bernard44: la definizione

di una “regola sociale oggettiva”, cui il diritto come tecnica deve subor- dinarsi per trovare legittimità scientifica e politica, è solo il punto d’approdo di un percorso articolato che ha luogo a partire da posizioni organicistiche acriticamente recepite, per compiersi in modo più maturo nell’adesione al solidarismo, mediato dall’elaborazione sistematica che di tale concetto offre Émile Durkheim45. Per sciogliere questo nodo, che

presenta una certa problematicità, può avere un senso una storicizzazio- ne dell’opera di Duguit, operando una scansione temporale dei suoi la- vori, scansione non ‘innocente’, nel senso che ad essa resta sottesa la tesi di una coupure interna alla sua ricerca, situata tra i suoi primi lavori e quelli della sua maturità di scienziato46.

Storicizzando la sua produzione, sarà possibile cogliere questa que- stione a partire da una delle due parti in cui si compone: quella più pro- priamente scientifica, prodotto della riflessione di un giuspubblicista la cui adesione al positivismo non fu né univoca, né lineare, maturando

43 Ivi, pp. 13-14. 44Cfr. C. B

ERNARD, Introduction à l’étude de la medicine expérimental, Paris 1865.

Duguit è portato a dichiarare entusiasticamente: «Quels immenses progrès ont fait les sciences biologiques, du jour récent où Claude Bernard a proclamé que la méthode d’observation et la méthode expérimentale étaient seuls des méthodes scientifiques!», L. DUGUIT, Le Droit constitutionnel et la sociologie, in «Revue internationale de

l’enseignement», 1889, p. 490.

45 «Lecteur de Bernard, il pense pouvoir faire du droit une science fondée sur

l’expérimentation et l’observation. Dès lors, la construction théorique de Duguit est influencée par cette méthode scientifique. Il n’hesite pas, dès 1889, à renier les méthodes don’t il à eté nourri pour adpter un cheminement intellectuelle qui lui est propre et pour lequel il fait figure de précurseur en l’appliquant au droit, et au droit public en particulier. Cette démarche, pour un juriste, paraît en effet particulièrement originale. Certains auteurs ont été quelques peu étonnés, voire indignés, de l’adoption d’une telle perspective par le Doyen de Bordeaux; elle devait pourtant révéler la mise en œuvre d’une docrine qui à marqué la science du droit», D. ESPAGNO, Léon Duguit: de la sociologie & du droit, Le Mans & Toulouse 2013, p. 24.

46«Notions traditionnelles, notions classiques c’etait bien à quoi s’en prenait le

Doyen Duguit avec un but très déterminé: non point, comme on l’a prétendu, pour démolir mais pour construire, par une méthode particulière, une doctrine personnelle, rénovant la science et la technique juridique», M. LABORDE-LACOSTE, La vie et la personnalité de Léon Duguit, cit., p. 99.

una significativa evoluzione nel tempo. Senza quindi ossequiare un pre- sunto dovere di completezza filologica o di altrettanto presunta esausti- vità nella ricostruzione concettuale, il desiderio qui in gioco è configura- re in modo compiuto la posizione teorica di Duguit nei confronti del po- sitivismo sociologico47. Se è vero, infatti, che è possibile far risalire l’atto

di nascita ufficiale, per dir così, dell’opera di Léon Duguit al 1901, anno in cui pubblica il suo L’Etat, le droit objectif et la loi positive48, primo dei

due volumi con cui il giuspubblicista intende compiere opera critica e demistificatoria circa il legame, sino ad allora considerato indissolubile, tra diritto e Stato, l’altro è L’Etat, les gouvernantes et les agentes49, del

1903, sarebbe ingiusto misconoscere l’importanza di tutta la sua produ- zione sino a quel momento. In quest’ottica, se i primi studi di Léon Du- guit sono di natura prettamente storica, riguardando istituti di diritto romano e di diritto francese: è bene però rimarcare come tanto la sua te- si di laurea quanto la sua tesi di dottorato non siano studi puramente e semplicemente storico-ricostruttivi, quanto, più compiutamente, rico- struzioni dottrinali sostenute da un impianto metodologico già presente, seppur allo stato embrionale. In particolare, già la sua stessa tesi di Dot- torato (Du principe de la théorie des risques dans les stipulations (droit

romain))50, costituisce una valida esemplificazione di quanto asserito, co-

stituendo una sintesi mirabile tra i momenti della ricostruzione filologica e dell’inquadramento teorico-dommatico della disciplina: è proprio dal- lo sviluppo dell’aspetto teorico che sarà possibile trarre utili indicazioni, relative allo sviluppo dell’orientamento dottrinario del giurista france- se51.

47 Sul punto, cfr. D. E

SPAGNO, Léon Duguit: de la sociologie & du droit, cit., pp. 105-

108; L. FONBAUSTIER, Une tentative de refondation du droit: l’apport ambigu de la sociologie à la pensée de Léon Duguit, in «Revue française de droit administratif», 2004, pp. 1053-1069.

48 L. D

UGUIT, L’Etat, le droit objectif et la loi positive, Paris 1901.

49 L. DUGUIT, L’Etat, les gouvernants et les agents, Paris 1903. L’ispirazione teorica

di questo testo emerge sin dalle prime pagine: «L’Etat n’est pas une personne juridique: l’Etat n’est pas une personne souveraine. L’Etat est le produit historique d’une differenciation sociale entre les forts et les faibles dans une société donnée», ivi, p. 1. Ne deriva, in maniera del tutto conseguente, che: «L’Etat est un fait par son origine et reste tel, que soit le moment de son évolution où on l’envisage», G. Burdeau, Traité de Science politique, Paris 1980, p. 36.

50 Cfr. L. D

UGUIT, Du principe de la théorie des risques dans les stipulations (droit

romain), Tesi di Dottorato, Università di Bordeaux, 1882.

51 Un genealogista delle teorie giuridiche, un decostruttore degli impliciti teorici del-

lo Stato sociale, potrebbe essere un foucaltiano come Rosanvallon ed Ewald, o un deleu- ziano come Donzelot, sarebbe forse divertito dalla scoperta che la tesi di dottorato di

L’interesse che muove Duguit in questa ricerca può essere sintetizza- to nei seguenti termini: se si suppone un’obbligazione esistente e valida, e l’esecuzione di quest’obbligazione diviene impossibile, il giureconsulto ha il dovere di ricercare le conseguenze che da tale impossibilità deriva- no. A questo riguardo, possono presentarsi tre ipotesi: 1) L’impossibilità proviene da un fatto che proviene dal debitore, e bisognerà allora fissare il suo grado di responsabilità; 2) L’impossibilità di eseguire l’obbli- gazione sopravviene durante la demeure del debitore, e quindi il pro- blema è quello relativo ad una teoria della demeure del debitore; 3) L’impossibilità di eseguire l’obbligazione può infine essere completa- mente indipendente dal fatto del debitore, per configurarsi in un mo- mento in cui non c’è più demeure; ci si chiede, in questo caso, come si confuguri la situazione del debitore, ma anche quale sia il destino dell’obbligazione.

Per Duguit, una vera e propria specificazione della questione si può operare solo sulla scorta della differenza tra atti unilaterali e atti sinal- lagmatici52; in questo senso, infatti: «La réunion des règles, à l’aide de-

squelles on résoud ces questions, porte dans la science du droit le nom de théoririe des risques. La théorie des risques se présente dans des condi- tions absolument différentes, suivant qu’on l’éetude dans les rapports de droit unilatéraux, ou dans les rapports de droit synallgmatiques»53.

Considerato quindi che l’atto generatore di ogni obbligazione è nel diritto romano la stipula, che si configura come un atto unilaterale, è so- prattutto ad essa che si rivolgerà l’attenzione del giovane studioso e av- vocato bordolese. Ed è importante notare come fin da allora, Duguit non fosse animato da semplice spirito storico-ricostrottuttivo; egli di- chiara, infatti: «Ces recherches ont souvent été faites. Aussi notre but n’est-il-pas de proceder à une longe inteprétation exégetique des différentes textes qui touchent à notre matière. Nous nous proposons surtout de rechercher le principe géneral, qui réglait en droit romain la dévolution des risques dans les stipulations, et de déterminer l’idée gé- nérale propre à rendre compte de tous les textes, qui paraissent parfois contradictoires»54. E se per giungere a determinare questo principio ge-

Duguit, discussa a Bordeaux nel 1882, aveva come oggetto il proprio il rischio nelle ob- bligazioni.

52 Distinzione messa efficacemente in rilievo e teorizzata per primo da V

ANREROW,

Lehrbuch der Pandecten, t. III, § 591, p. 204.

53 L. D

UGUIT, Du principe de la théorie des risques dans les stipulations (droit

romain), cit., pp. 1-2.

nerale saranno analizzate tuute le soluzioni che i giureconsulti romani avranno offerto ai problemi, da un lato grande spazio avrà lo studio del- le ipotesi sottese a tali risoluzioni, il metodo prescelto sarà essenzialmen- te analitico, ciò non vuol dire che sarà enunciata sin dall’inizio il princi- pio generatore le soluzioni che il diritto romano offre alla problematica del rischio. Duguit, in altri termini, accetta una prima tipizzazione, ma rifiuta il metodo della pandettistica, secondo il quale la schematizzazione concettuale, l’opera di astrazione, è in qualche modo presupposta al momento della verifica empirica, proprio della ricerca, che non ha un vero e proprio valore di verifica del dato di partenza. Così, il lavoro di dottorato di Duguit è strutturato in modo tale che l’ipotesi ha sempli- cemente un valore funzionale, è verosimile ma non vera, dal momento che: «Cette formule générale, nous ne la proposerons que comme une hypotèse, mais une hypothese dont nous aurons tout d’abord déterminé la vraisemblance; il nous restera ensuite à en démontrer l’exactitude, en établissant que toutes les solutions particulières viennent la confirmer»55.

Per cui, dopo aver esaminato tutte le soluzioni della giurisprudenza ro- mana, italiana e francese, Duguit giunge alla conclusione che l’elemento esterno, la forma dell’atto, è retta dalla legge del luogo dell’atto, cui que- sta legge è applicabile in via esclusiva. Se si prende in considerazione che le solennités, ossia le formes instrumentaires degli atti scritti, nonché i moyens de preuve costituiscono precisamente ciò che Duguit definisce elemento esterno o forma dell’atto giuridico, ciò che rileva, la formula generale di cui è alla ricerca, è che tale forma, tale elemento esteriore è