18 Guglielmo Mattioli, nato a Reggio Emilia il 14 ottobre del 1857, ben presto manifestò la sua passione
per la musica. Nonostante l’amputazione del mignolo della mano sinistra, dovuta ad un banale incidente con una penna d’acciaio, si dedicò allo studio del pianoforte e dell’organo. Avviatosi come autodidatta alla composizione, è con la frequentazione della classe di contrappunto di Alessandro Busi a Bologna che acquisisce solide basi contrappuntistiche che gli valsero importanti riconoscimenti in diversi concorsi nazionali. Fra le sue composizioni si ricordano: Introduzione e fuga per organo, sul tema «Fede a Bach», proposto da Arrigo Boito per il concorso bandito dal periodico Musica sacra (1888: secondo premio);
Offertorio da Requiem, per soli, coro a 4 voci e orchestra (1889: primo premio assegnatogli dalla Reale
Accademia di Firenze); Dodici composizioni per organo (1889: primo premio attribuitogli dal periodico Musica
sacra); Messa a 4 voci con organo (1891: primo premio al concorso internazionale bandito dalla Accademia
filarmonica di Bologna); Salmo XCI, per soli, coro a 4 voci e orchestra (1896: primo premio assegnatogli dalla Reale Accademia di Firenze); Messa solenne a 4 voci con organo(1898: primo premio al concorso indetto dal ministero della Pubblica Istruzione per l’Esposizione d’arte sacra di Torino). Membro della Regia Accademia Filarmonica di Bologna dal 1882, fu professore d’organo al conservatorio di Parma (1895), poi di contrappunto, fuga e composizione al Liceo Musicale di Pesaro (1897) e direttore dell’istituto musicale di Bergamo “G. Donizetti” dal 1901. Divenuto presidente della Regia Accademia Filarmonica di Bologna nel 1916, morì in questa città il 7 maggio del 1924. Cfr. DBI, http://www.treccani.it/enciclopedia/guglielmo-mattioli_(Dizionario_Biografico)/
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Notizie e Corrispondenze – Bologna. Firmato DIESSEGI: Della Messa corale del m. Mattioli premiata dalla Regia Accademia Filarmonica.
«Sabato scorso alle 11 antem. avemmo il piacere di udire per la prima volta l'esecuzione di questa Messa nel tempio di S. Giovanni in Monte, in occasione dell'annuale festa di S. Antonio da Padova, che si celebra a cura dell'Accademia Filarmonica. Il tempio era gremito di popolo, e nei posti distinti notammo l'illustre prof. Martucci direttore del Liceo Musicale e i suoi professori, il Presidente dell'Accademia, ed il fior fiore dei musicisti e dilettanti bolognesi. L'impressione che ricevemmo da questo lavoro liturgico-musicale fu eccellente e la manifestiamo in poche parole. La Messa si componeva del Kyrie, Gloria, Graduale, Credo, Offertorio, Sanctus ed Agnus, già prescritti nel suddetto concorso. Ci pare che il signor maestro Mattioli in questo lavoro abbia superato quelle difficoltà che non tutti i nostri maestri hanno forse abbastanza considerato. Vogliamo dire, che l'egregio maestro, ha saputo trovarvi un temperamento fra le forme rigorose del contrappunto usato dai classici ed i ritrovati ardimentosi della musica moderna, e vi fa bella mostra del suo principale intendimento che è il sentimento religioso. Le parti di questa Messa che più addimostrano l'autore coscienzioso compositore di musica liturgica, a noi parvero i Kyrie, l'Incarnatus e
Crucifixus, i Sanctus e Agnus, condotti anche nell'accompagnamento dell'organo con
amore e molta eleganza. Ci parve inoltre di udire la maniera di Haendel nella breve fuga onde termina il Credo e nell'Osanna dopo il Benedictus del Sanctus. Molto bene disimpegnarono la loro parte i signori maestri Baravelli e Milani che sedevano ai due organi. All'egregio Prof. Santoli fu affidata la direzione di questa musica. Peccato però, che nonostante la sua incontestabile perizia ed affettuosa cura, non abbia potuto ottenere da parte della massa corale una esecuzione quale si conveniva a questo lavoro musicale di tanto pregio. E sì che di prove se ne son fatte, e parecchie...Ma diciamo così: Non semper ridet Apollo. Del resto, perché mai lasciare indietro il canto dell'Introitus e del Communio prescritti dalla Liturgia... e le risposte del coro al Sacerdote celebrante, perché non eseguirle con più gravità per mostrare anche col canto i mistici sensi che quelle parole racchiudono? Non si sarebbe potuto eseguire l'Introitus ed il Communio e le risposte della suddetta Messa in canto fermo Gregoriano? Dello studio di questo canto, anche Carlo Gounod fa vedere la eccellenza in una lettera da lui stesso scritta nel 1882 e diceva che i migliori maestri si sono fatti “per la conoscenza e la pratica del Canto
fermo (gregoriano)”. Noi ci uniamo a questi professori, maestri e dilettanti di musica,
che si trovavano presenti in S. Giovanni in Monte alla prima esecuzione della Messa del prelodato m° Mattioli per presentargli le nostre più sincere congratulazioni e i più cordiali felici auguri nella difficile via della riforma della musica chiesastica, per la quale ha già dati altri saggi di musica per organo molto pregiata dagli intelligenti. Un plauso agli illustri professori cavalieri Martucci, Busi cav. Alessandro, m. Cesare Dall'Olio, m. Adolfo Crescentini, Raffaele m. Santoli i quali nel giudicare il lavoro musicale del Mattioli meritevole del premio, hanno dato una splendida prova di voler concorrere, in certo modo, alla restaurazione della musica da Chiesa. […] DIESSEGI»19
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Fig. 1, Frontespizio della Messa di Guglielmo Mattioli, 1891. Nella nota si legge:
«L’autore ha cercato di ottemperare il più possibile alle prescrizioni della Santa Congregazione dei Riti, curando specialmente la prosodia latina ed evitando (salvo qualche eccezione) la ripetizione delle parole del Sacro Testo».
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Fig. 2, Incipit del Kyrie della Messa Mattioli 1891. Presenta l’indicazione agogica (Andante Religioso =66) e quella per la registrazione dell’organo:
Manuale: Org. 1°: Principale 8, Bordone 8, Dulciana 8, Ottava 4. Pedale: Contrabbasso 16, Violone 16, Basso 8.
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