faustissimo evento «Musica Sacra»:
29 «Musica Sacra», XX/1, 15 maggio 1896, p. 9.
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a Musica sacra al Congresso Salesiano tenutosi a Bologna. Dalle Marche, maggio. «Se questememorabili adunanze furono un trionfo per l'Opera di D. Bosco, segnano pure una data faustissima per la riforma della musica sacra. Ecco innanzitutto il programma delle composizioni eseguite: 1° giorno: Messa Iste Confessor di Palestrina. Super flumina
Babylonis di Palestrina. Introito: Canto fermo ediz. di Solesmes. Alla benedizione Ave Maria di Palestrina. Tantum ergo a quattro voci di Beethoven. O Bone Jesu. 2 giorno: Peccavimus a 5 voci di Palestrina. Tantum ergo a 3 voci di Mozart. O felix anima di
Carissimi. 3 giorno: Ripetizione di alcuni mottetti. Sanctus della Messa Aeterni Christi
munera di Palestrina. Tantum ergo di Palestrina. Adoramus di Palestrina. Al Santuario di San Luca nel pellegrinaggio. Vari mottetti di Palestrina. Magnificat di Palestrina. All'Accademia:
Laude Spirituale a 4 parti. Anonimo del sec. XV. Laude Spirit. A 4 . p. Anonimo del sec. XVI. Adoramus te Christe del Perti Bologn. (sec. XVIII). Super flumina Babylonis di Gounod. Addio a 3 voci Mendelssohn.
Delle esecuzioni dissero già molto, e certo senza esagerazioni, i fogli quotidiani, ai quali sottoscriviamo pienamente quando le dichiarano accuratissime e le proclamano uno spettacolo grandioso, quasi affatto nuovo in questa plaghe. - Aggiungiamo che una sola volta potemmo rilevare un lieve abbassamento, che per essere simultaneo di tutte le voci non riuscì sgarbato, sfuggendo forse alla gran parte degli uditori e dovuto più che ad imperizia, ad influenze atmosferiche ed a stanchezza. - piuttosto, massime nei pezzi più polifonici, colle voci quindi più frazionate, notavasi quasi generalmente che il coro era debole, e che in ambiente sì vasto e sinuoso qual è la chiesa di S. Domenico, smorzato per di più nella risuonanza dai ricchi addobbi e dal fitto uditorio, ne sarebbe occorso uno triplo per lasciar percepire anche agli orecchi più discosti dall'abside le tante morbidissime sfumature ed i lievi e rapidi vezzi, onde Palestrina sa infiorare le grandi linee delle maschie sue melodie. Di tale inconveniente però, se è lecito lamentarsi, non si può insieme incolpare nessuno. È presto detto: triplicate quella massa. Se i cantori fossero statuette di gesso da improvvisare e moltiplicare colla forma! Rimanemmo colmi di meraviglia in udir quel coro si ben disciplinato e dovemmo persuaderci che davvero D. Baratta è stoffa d'artista, che nella sua valentia e coltura deve trovare grandi risorse per riuscire a tanto con dei ragazzi, ai quali non può consacrare che pochi ritagli del suo tempo quasi tutto assorbito da altre grandissime occupazioni, quali la direzione dell'istituto e della fiorentissima Scuola di Religione di Parma, della quale egli è l'anima. Con grande compiacenza poi facciamo osservare in questo avvenimento musicale un segno assai eloquente del progresso fatto della riforma nostra. A Bologna doveano convenire personaggi distintissimi, 4 Cardinali, presso a 30 Vescovi, pubblicisti e scienziati illustri, nonché gran numero di privati, anche di diverse nazioni; persona tutte assai rispettabili e che doveansi accogliere e trattare convenevolmente. Or bene quasi per istinto si pensò che per accontentar tutti, nostrali e forestiere, clero e popolo, in ordine alla musica, non vi volesse meno di Palestrina, o di chi lo segue, e Palestrina difatti deliziò quelle grandiose funzioni, elevandoci su su pei cieli, in mezzo agli Angeli,come deve sempre fare la musica per la chiesa. Ma, oltre, a ben testimoniare del passato, le esecuzioni di Bologna danno diritto a grandi speranze per l'avvenire della riforma musicale. In quell'accolta di intelligenti convenuti può dirsi da quasi tutto il mondo ( il Congresso era internazionale) poté forse trovarsi anche chi non avea ancora idea concreta di quanto propugna la riforma, della musica palestriniana specialmente,
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che forse nutriva pregiudizi o sull'indole o sull'opportunità o sulla difficoltà della musica veramente sacra. Or non par temerario né puerile il lusingarsi che costoro, rilevate sotto le anguste arcate di S. Domenico la somma convenienza dalla polifonia all'ambiente di un tempio, alle sublimi cerimonie del culto, nonché ai dogmi del cattolicesimo, converranno che dunque disdica in gran parte la musica moderna foggiata con leggero e lezioso ammanto, e troppo consanguinea nelle forma tecniche colla musica da teatro e da sala. I molti Direttori poi di sante case Salesiane ivi presenti certo avranno ricevuto gagliardo impulso o a proseguire o ad introdurre nei loro istituti la musica della riforma sell'esempio del loro confratello D. Baratta, come pure D. Ottonello, che già da diversi anni con tanto splendore dirigeva ottime esecuzioni di musica sacra a S. Giovanni in Torino. Oh vivesse ancora il grande riformatore Witt! Quanto godrebbe nel vedere ormai compiuto il suo voto espresso in una lettera aperta indirizzata 10 o 12 anni fa all'Amelli e da questi pubblicata nella vostra «Musica Sacra», che cioè gli Istituti di D. Bosco, i quali dispongono di tanti mezzi, divenissero quasi Conservatori della buona musica per chiesa. I tempi sembrano ormai maturi, specie dopo l'ultimo sapientissimo
Regolamento della Sacra Congregazione dei Riti. E noi siamo ben lieti di additare anche in
questa, come in tante altre cause buone, i Salesiani, come forti ed intelligenti araldi, solleciti d'infondere ne' loro alunni e nel popolo con canto firmo di Dio, il buon gusto e l'amore per le arti classiche, le quali tanto devono alla Religione, che le ha ispirate. (firmato FELSINEUS)». 31