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Approcci e metodi per la soluzione di conflitti ambiental

LA COSTRUZIONE PROBLEMATICA DELLA DECISIONE PROCESSI AUTOCENTRAT

3.4 Approcci e metodi per la soluzione di conflitti ambiental

La mediazione è un attività molto complessa che richiede abilità nell’identificare, all’inizio del processo decisionale, tutte le parti che possono avere un interesse negli esiti e nell’anticipare scenari per il futuro. Assume, allora, un ruolo molto importante, ma nello stesso tempo mostra anche i suoi limiti nel momento in cui essa non da la possibilità di rappresentare gli interessi di tutti( si pensi per esempio agli interessi di coloro che non hanno potere e non possono far sentire la propria voce) e, soprattutto, non è in grado di mostrare gli effetti di determinate scelte che non sono definitive e che riguardano gruppi difficili da rappresentare (le generazioni future). La negoziazione in questi casi, non è una soluzione alla disuguaglianza.

Inoltre gli approcci alla costruzione del consenso spesso mirano più alla soluzione del conflitto che alla definizione della disputa; cioè spesso, soprattutto quando si parla di conflitti ambientali, il risultato è una soluzione urgente più che saggia. Inoltre la soluzione ottimale che è in grado di incontrare e soddisfare gli interessi di tutti non è mai raggiungibile per una serie di ragioni legate ai limiti di tempo e di risorse che si hanno a disposizione, per cui nel momento della scelta ci si limita alla alternativa più soddisfacente.

Nelle diverse procedure di soluzione dei conflitti ambientali tramite i processi di negoziazione si cerca di mediare tra la pluralità dei valori presenti. Il risultato è una soluzione che in realtà non soddisfa appieno nessuno dei valori in gioco. Il problema è che, nella maggior parte dei casi, più che concentrarsi sui valori ci si concentra sugli interessi; la gente è più preoccupata di sapere ciò che guadagnerà o perderà da una determinata decisione, cioè è abituata a pensare in termini di win-lose, e per questo motivo il conflitto è inevitabile.

Tutti questi approcci guardano ai conflitti come un qualcosa che deve essere superato e risolto senza riconoscere che in realtà i conflitti potrebbero avere benefici effetti, soprattutto quando hanno funzione costruttiva e portano ad una formulazione dei problemi di tipo creativo. Ma soprattutto nel caso dei conflitti ambientali, non sempre tutti i conflitti devono essere risolti; ci possono essere delle situazioni in cui alcuni conflitti possono produrre delle soluzioni e delle idee creative e inusuali, che i metodi di costruzione del consenso potrebbero non mettere in luce . Soluzioni innovative che cercano di soddisfare non gli interessi

delle parti in gioco, ma i loro valori accettandone il pluralismo. Date tali premesse, nel caso di studio del Mar Piccolo, si è voluto cambiare prospettiva, cercando di delineare un approccio diverso.

Si è detto in altra parte di questo lavoro che la legge quadro sulle aree protette presenta alcuni limiti evidenti, riguardanti soprattutto la procedura prevista per l’istituzione di aree protette. Le norme di salvaguardia hanno orientamento prettamente vincolistico, finalizzato a limitare le trasformazioni nell’ambito del perimetro dell’area, in attesa dell’istituzione dell’Ente Parco e della redazione del piano del parco. Queste in assenza di indirizzi per la tutela attiva, vengono percepiti come un ostacolo allo sviluppo e generano conflitti. Occorre, invece, in questa fase transitoria particolarmente difficile, dare un supporto attivo sia per la pianificazione ordinaria, sia per la stipula di “accordi di campo” nel quadro della programmazione concertata ispirati da obiettivi di tutela e valorizzazione ambientale.

A questo scopo si è pensato di elaborare delle linee guida per il futuro che, in un certo senso vogliono sopperire ad una delle mancanze più importanti rappresentate dalla legge 394/91 e cioè alle norme di salvaguardia. Per questo motivo si vogliono dare degli orientamenti affinché, anche nella fase transitoria, in attesa che venga redatto il piano del Parco, si cominci ad avere un parco attivo. Ogni operazione che va verso la costruzione di norme attive è un mezzo per la soluzione di conflitti. Lo scopo è costruire delle visioni sul futuro del parco che mettano insieme tutela e sviluppo.

Obiettivo fondamentale è quello di costruire una geografia di valori non tramite una semplice stratificazione, ma anche e soprattutto facendo riferimento ai valori di relazione. Il presente lavoro parte dalla critica delle norme di salvaguardia e soprattutto della loro natura vincolistica, nonché della consapevolezza che i conflitti ambientali sul Mar Piccolo rischiano di perdurare e forse di inasprirsi, senza che nulla si riesca a fare per risolverli. Nel momento in cui si registra la volontà da parte delle istituzioni di non affrontare affatto il problema (Regione) o di rimandarlo ad altre sedi( Provincia), ci si rende conto che la ricerca può fornire un supporto di conoscenze utile alle decisioni future, tanto più se esso si fonda su un sistema informativo che è un supporto fondamentale alla conoscenza e alla decisione. Le cronache dei giornali testimoniano e confermano l’incapacità delle istituzioni locali di raggiungere un accordo. Tutto questo non fa altro che testimoniare le conseguenze negative dovute all’imposizione di vincoli e nello stesso tempo spinge la ricerca a trovare delle soluzioni alternative e innovative in grado di risolvere i conflitti. Anche di qui nasce l’idea del presente lavoro. Scopo fondante è di esplorare la possibilità di risolvere i conflitti nel Mar Piccolo, in maniera innovativa, costruendo una geografia dei valori ambientali per il parco, valori che saranno alla base delle azioni future da realizzare nel parco, se è vero che il parco deve essere inteso in maniera attiva e non come un vincolo. Con l’aiuto del sistema informativo e avendo a disposizione tutti gli studi portati a termine da coloro che hanno lavorato nel gruppo di ricerca nel “progetto Posidonia”si è cercato di costruire una geografia di valori ambientali al fine di individuare nuovi valori per tale area su cui fondare lo sviluppo e il futuro della zona stessa.

Se si considera un altro nodo fondamentale ed elemento di conflitto e cioè quello relativo agli accordi di programma si ha un motivo in più per andare avanti in questa ricerca.

Esaminando le parti in conflitto, ma forse in questo caso è meglio parlare dei valori in gioco, emerge da una parte il valore economico e dall’altro il valore ambientale rappresentato dal parco. Se si tentasse la strada della soluzione del conflitto tramite la mediazione si avrebbe una soluzione che senza dubbio cercherebbe di mediare tra questi due valori senza soddisfarli in pieno. Quindi la proposta è quella di ricercare nuovi valori o meglio, dallo studio attento del territorio, ricercare nuove4 possibilità di sviluppo per il Mar Piccolo che siano in grado di coniugare valori economici e valori ambientali.

3.5 Approcci basati sulla costruzione di nuove geografie di