APPLICAZIONE AD UN CASO CONCRETO: IL MAR PICCOLO
4.5 Sperimentazione su una fase del processo: lo schema di sintesi degli scenar
Dopo la realizzazione di una procedura reiterata di workshop interattivi, sia strutturati secondo particolari metodologie di interazione, sia destrutturati secondo il classico brainstroming, si è giunti ad uno Schema- documento di Sintesi degli scenari emersi.
Le azioni e politiche prioritarie riconosciute nell’ambito del consesso degli esperti sono risultate le seguenti. Questi elementi sono poi confluiti in una lista delle priorità, sintetizzata in una tavola cartografica allocativa, che racchiude le seguenti istanze, elencate in ordine prioritario decrescente:
1. Formazione, imprenditorialità, e managment pubblico 2. Cultura storica e ambientale
3. Disciplina giuridica degli usi dei suoli e degli specchi d’acqua 4. Regolamentazione della mitilicoltura
5. Revisione e adeguamento del sistema di collegamenti marittimi 6. Regolamentazione scarichi dal Mar Piccolo
7. Emanare un divieto di piscicoltura
8. Regolamentazione e sospensione dei dragaggi 9. Integrazione attività stagionali( turismo, agricoltura) 10. Conservazione delle risorse ambientali
11. Monitoraggio ambientale
12. Stabilizzazione della dinamica costiera
Le aree strategiche prioritarie, sempre riconosciute dal consesso degli esperti, sono risultate le seguenti:
-Formazione e riqualificazione di operatori turistici, di dirigenti settori urban planning ed Ecologia di Comune e Provincia, di cittadini e imprenditori su nuove forme di imprenditoria, nonché sulla riappropiazione delle valenze del Mar Piccolo e della storia ambientale di Taranto;identificazione del bene comune.
- Salvaguardia attiva delle aree ambientalmente pregevoli, creazione corridoi ecologici, miglioramento del sistema trasporti con coinvolgimento dei privati, promozione dell’area tramite apposito ente/agenzia, valutare l’opportunità di un Programma Unitario Ambiente e Archeologia, sulla base delle strategie comunali e dei finanziamenti disponibili o attivabili.
Tutte queste istanze sono poi state sintetizzate all’interno del quadro fisico cartografico dell’ambito di Mar Piccolo, inteso sia come specchio d’acqua che come aree di pertinenza e contorno. Vanno comunque aggiunte alcune chiavi di lettura e precisazioni a quanto di seguito riportato.
Anzitutto, l’area presa in considerazione dagli esperti non coincide con l’area totale oggetto di studio: ciò significa non che il resto delle aree amministrative non rivesta importanza, ma semplicemente che gli esperti hanno ritenuto prioritarie azioni in taluni ambiti particolari (quelli immediatamente a ridosso del mare).
In secondo luogo, le indicazioni di possibile destinazione di uso delle aree non sono in questo stadio confinate entro ambiti precisi, non vengono univocamente descritte da contorni di zone territoriali. Ciò allo scopo da un lato di rafforzare il valore di strumento strategico (e non semplicemente implementativo rispetto a scelte preordinate) dello Schema, e dall’altro di evitare di generare, all’interno del forum, conflitti secondari, non risolvibili e inutili in uno Schema strategico.
Con queste premesse, il quadro diacronico degli interventi può essere rappresentato come segue:
A- Regolamentazione attività legate alla mitilicoltura (breve termine); dismissione e riconversione a Parco naturalistico-archeologico (medio termine)
B- Rilancio dell’agricoltura- frumento, oliveti- (breve termine), e valorizzazione del paesaggio agrario (lungo termine)
C- Riconversione adacquacultura ecosostenibile (breve termine) dismissione e riconversione ad attività di supporto parchi F e D (lungo termine)
D- Regolamentazione attività legate alla mitilicoltura (breve termine); dismissione e riconversione a leisure area (medio termine)
E- Rilancio dell’agricoltura- vigneti- (breve termine), e valorizzazione del paesaggio agrario( lungo termine)
F- Recupero e consolidamento dell’oasi naturalistica (breve termine); riconversione a Parco naturalistico (medio termine)
G- Bonifica e consolidamento del parco della rimembranza, con riuso cantieri per sede Agenzia di piano e attività di supporto e di formazione (breve termine); riconversione a Parco naturalistico con l’area del Galeso (breve termine);
H- Recupero e consolidamento dell’area del Galeso (breve termine); riconversione a Parco naturalistico con il parco della rimembranza (medio termine).
I,L,M,N- Aree della riqualificazione del rapporto città- Mare Piccolo. O- Rilocalizzazione attività mitilicole (lungo termine)
P- Possibili approdi di un sistema di collegamenti marittimi interno.
Questo ha senz’altro limitato fortemente, ma non ha impedito l’arricchimento dello Schema di nuove istanze e problematiche , riassumibili come segue:
a) estendere l’Agenzia di Piano ai confini del Bacino Idrografico, applicando i dettami della 183/ 1989: di conseguenza redigere un Piano di Bacino del Mar Piccolo, in modo da affrontare le problematiche del bacino imbrifero ( e degli scarichi fognari) in maniera integrata e concertata con tutte le amministrazioni coinvolte.
b) creare una task force esperta e stabile presso la sede UE a Bruxelles, che operi lobbisticamente curando gli interessi del Mar Piccolo, canalizzando e attraendo possibili linee di finanziamento.
c) cercare di spingere l’amministrazione regionale a dare attuazione da un lato all’iter di istituzione dell’area protetta “Palude la Vela”, individuata dalla LR 19/1997, e dall’altro all’applicazione della direttiva europea 92/43 che consente di individuare l’intero Mar Piccolo come sito d’importanza comunitaria(SIC). Ciò anche per accedere alle notevoli incentivazioni finanziarie della legge 394/91 per i parchi naturali, da parte sia dell’attore pubblicocce di quello privato.
d) Considerare l’eventualità di dimezzare la portata dell’idrovora ILVA nel primo seno su 100000 mc/h, consentendo la realizzazione di due idrovore aggiuntive a ciclo continuo nel secondo seno.
e) Modificare i confini di pertinenza dello Schema direttore del Mar Piccolo, includendo anche l’area della Salina Grande.
f) Utilizzare per la mitilicoltura solo gli specchi d’acqua del primo seno.
g) Spostare la circummarpiccolo verso l’interno, nel tratto prospiciente alla zona AIVAM.Sono mancate le posizioni degli stakeholders imprenditoriali, all’interno del forum, eccezion fatta per i rappresentanti dei mitilicoltori, la cui rappresentatività è però limitata dal loro perdurante stato di abusivi,in mancanza di un regolamento vigente sugli usi degli specchi d’acqua.
L’assenza delle posizioni e dei contributi imprenditoriali ovviamente grava sulla completezza del quadro offerto dallo Schema direttore oggi definito. Tuttavia, la quantità degli sforzi profusi per raggiungere il coinvolgimento imprenditoriale ( questionari, forum,contatti personali) rivelatosi purtroppo vani, consente ad oggi di trarre alcune conclusioni in grado di dar maggior corpo e giustificazione alle politiche di piano. Anzitutto va precisato che le strategie rivenienti da questo Schema vanno integrate e rese congrue con i programmi strategici e i piani di area più ampia, riferiti all’intero territorio comunale e attualmente in fase di definizione da parte del Comune di Taranto.Ciò consentirà di utilizzare le analisi macroeconomiche e di prospettiva riguardanti le potenzialità economiche del comune e del distretto tarantino per particolareggiarne alcuni aspetti più interessanti vero l’area del Mar Piccolo, così creando possibile congruenza con i programmi sovraordinati.
In secondo luogo, la latitanza imprenditoriale, peraltro ampiamente prevedibile soltanto osservando la storica debolezza e esodipendenza del sistema industriale locale documentata negli ultimi due secoli, oggi diviene un oggetto delle politiche da intraprendere nell’area di Taranto e nel Mar Piccolo in particolare. Un piano che
non produca profitti immediati è ritenuto ancora oggi un pericoloso vincolo allo sviluppo, il che deriva in gran parte dalla scarsa confidenza con i meccanismi macroeconomici, ancorché finanziari e creditizi, legati allo sviluppo sostenibile. Su questo punto solo una formazione continua e scientificamente di alto profilo, come quella proposta dallo Schema, può essere in grado di deviare queste visioni imprenditoriali dal fiato corto verso orizzonti di crescita economica differenziati. L’ambiente, l’agricoltura, la cultura, la tradizione veri punti forza di Taranto, costituiscono anche grosse opportunità di sviluppo, se solo osservate e affrontate con qualifica e competenza, attraverso processi di riqualificazione imprenditoriale scientifici e strettamente orientati.