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Il GIS per la rappresentazione di conoscenze plural

LA COSTRUZIONE PROBLEMATICA DELLA DECISIONE PROCESSI AUTOCENTRAT

3.6 Il GIS per la rappresentazione di conoscenze plural

L’ambiente GIS pur rappresentando un riferimento di partenza per quanto attiene alla programmazione del sistema, non ne rappresenta il cuore strutturale e tanto meno quello funzionale. Di fatto, l’ambiente GIS rappresenta lo sfondo nel quale l’intero sistema è costruito e, almeno rispetto alle funzioni di base, esso costituisce un mero strumento di supporto per la visualizzazione delle informazioni cartografiche, per la geo-referenziazione ed esplorazione geografica del luogo. Obiettivo fondamentale nell’utilizzo dei GIS sono stati :

- trasferibilità di informazioni e conoscenze - accessibilità al processo

Nell’ultimo decennio la democrazia e la crescita della cosiddetta network society ha creato forti sollecitazioni per l’integrazione di mappe automatiche e georeferenziate con database di conoscenza locale e globale. Ciò è accaduto con l’intento di creare interazioni a distanza tra stakeholders, decisori pubblici e pianificatori, per favorire scambi di conoscenza e politiche pubbliche. Al tempo stesso, sono stati realizzati sistemi di informazione geografica di tipo partecipato, dove comunità e decisori sono coinvolti insieme, per consentire alla conoscenza locale di svolgere un ruolo decisivo nelle arene deliberative.

Tuttavia, da un lato esiste una consapevolezza crescente delle difficoltà che incontrano sistemi GIS e di supporto alla decisione (DSS) specialmente nelle regioni di margine, dove dati e informazioni non sempre sono disponibili ed è basso l’accesso alla tecnologia e la qualifica degli staff di pianificazione pubblica. D’altro canto, il bisogno di costruire basi di conoscenza multiattore e multidisciplinari comporta la ricerca e il coinvolgimento di conoscenze formali ed informali, di stakeholders esperti e non esperti, con linguaggi diversi e difficilmente trasferibili tra i domini cognitivi coinvolti.

Rimangono, purtroppo, non ancora chiari i metodi più efficaci sia per integrare le diverse prospettive e conoscenze, sia per gestire i conflitti ambientali, sociali ed economici indotti.

Si è cercato in sostanza, di creare un sistema in grado di contenere le informazioni che tale organizzazione è stata in grado di accumulare nel corso delle sue attività e che le serve per generare decisioni più informate (Walsh, Ungson, 1991). Si tratta di informazioni che sono ottenute come risultato di decisioni già implementate o esplorate e alle quali concorrono le decisioni dei singoli ma anche le interpretazioni collettive frutto di dialoghi argomentativi. Questo genere di attività se strutturata all’interno di sistemi informativi di supporto al coordinamento di decisioni e azioni in ambienti organizzati, può rivelarsi uno strumento utile per lo sviluppo di apprendimento collaborativi multilivello(individuale, di gruppo e organizzativo) e supportare, così, la cooperazione in ambientio multi-task o multi-utente; essa può, infatti, agevolare l’integrazione degli attori organizzativi, ridurre i costi di transazione e adattarsi alle necessità imposte dal cambiamento (Walsh, Ungson, 1991). L’apprendimento organizzativo è difatti facilitato se gli individui e i gruppi (

che sono gli agenti attraverso i quali avviene il trasferimento della conoscenza) condividono in qualche misura i sistemi cognitivi.

In ambito urbanistico l’approccio sistemico, inteso come volontà di comprendere e controllare fenomeni territoriali costituiti da relazioni complesse, ha inizio negli anni ’60. In quel momento la modellazione della realtà che si utilizza è vista come un processo di riduzione della complessità dei fenomeni; la pianificazione è intesa come un atto di controllo dei processi di trasformazione che riguardano i singoli sistemi in cui la realtà si può scomporre. Successivamente ci si rende conto che questi sistemi sono dinamici e aperti, cioè variano nel tempo sia indipendentemente dagli altri sistemi, sia a causa delle modifiche apportate dalle interazioni con gli altri sistemi. Quindi il processo di modellazione, utilizzato fino ad allora, risulta mostrare i suoi limiti, perché incapace di controllare tutte le variabili che entrano in gioco e soprattutto di adattarsi ai diversi stati di evoluzione del sistema nella sua interezza.

D’altra parte lo sviluppo dell’approccio ecologico negli anni successivi mette in evidenza l’importanza di considerare le specificità ambientali dei singoli luoghi e soprattutto le loro storie. Quindi, nasce l’esigenza di avere metodi e strumenti in grado di soddisfare queste nuove esigenze di conoscenza e soprattutto di dare loro adeguate forme di rappresentazione. Per questo motivo si sviluppano tutte quelle procedure finalizzate all’individuazione dei valori ambientali siano essi naturali, storici, culturali che nella storia sono state alla base dello sviluppo della identità di una comunità. Da qui deriva anche una riflessione sulla incapacità di rappresentazione della conoscenza che, ovviamente è multi- e trans-disciplinare. C’è il passaggio da una cartografia “constatativa” ad una di tipo”valutativo”; lo spazio non rappresenta soltanto “uno sfondo fisso ed immutabile su cui si dipana l’azione umana”, ma diventa un ambiente di vita “territorializzato” dall’intervento dell’uomo. (Deplano,1996)

Assumono, quindi, importanza tutti quegli strumenti in grado di rappresentare e soprattutto di monitorare continuamente i processi di trasformazione che avvengono nella realtà, in grado di essere degli strumenti di ausilio alla decisione, tramite anche la capacità di riunire ed essere il punto di convergenza dei diversi saperi disciplinari.

Nel campo della pianificazione spaziale vi è la necessità di revisionare e integrare le tradizionali visioni esperte , dei metodi di soluzione basati su expertice uniche e si pone come fondamentale il tema della iterdisciplinarietà e di un mondo costituito da molteplici attori che interagiscono nell’incertezza e nella complessità dei fenomeni. L’interazione tra i diversi campi disciplinari è necessaria per l’individuazione delle risorse uniche di un contesto territoriale, per la loro valutazione e quindi per la costruzione di scenari che offrono delle opportunità di sviluppo sostenibile per il territorio stesso.

Nel momento in cui ci si accorge che nella maggior parte delle situazioni conflittuali domina il pluralismo e che l’informazione, più che un atto di conoscenza è l’esito di un processo di generazione di conoscenza, ci si deve concentrare oltre che sull’informazione, in quanto tale, anche sui mezzi che possono essere utilizzati per costruire questi processi di apprendimento reciproco.

In tal senso emerge sempre di più l’importanza dei Sistemi Informativi Geografici (GIS). Nel momento in cui, nella pianificazione, emerge la necessità di utilizzare approcci di tipo interdisciplinare, e quindi di considerare e soprattutto di integrare e gestire in maniera flessibile la conoscenza derivante da studi sociologici, culturali,

economici, tecnici, fisici, e naturalistici, si diffonde l’uso dei sistemi informativi come strumenti di supporto alla decisione.

Nel sistema di supporto utilizzato il ruolo dato all’ITC è stato quello di consentire l’esplorazione della struttura organizzativa del processo, dalle sue origini, per consentire anche a nuovi attori di entrare immediatamente nel processo, di esplorare potenziali scenari, con annessa ipot6esi di norme di attuazione e un agenda di attuazione- in uno spazio condizionato dall’esistente campo organizzativo (molteplicità di attori negativi).

Si tratta di uno spazio condizionato da : legislazione e regolamenti, strutture organizzative delle istituzioni, relazioni tra soggetti, pratiche consolidate divenute pratiche di routine, e pratiche auspicate dagli studi preliminari per la protezione degli ambienti naturali e antropici.

Un sistema dato dalla combinazione di conoscenze iniziali disponibili ( conoscenze accumulate nei documenti, nelle pratiche, nelle procedure) e di conoscenze strutturate dal sistema stesso, capaci di descrivere come le conoscenze iniziali sono state utilizzate dai vari utenti, nel corso delle varie interazioni. Un sistema, quindi, che considera e la conoscenza iniziale e la conoscenza di processo ( che considera l’evoluzione e i cambiamenti apportati agli schemi procedurali di uso della conoscenza) sia di una conoscenza nuova sviluppata durante l’interazione. I Gis, infatti, danno la possibilità di gestire una notevole quantità di dati e di costruire informazioni complesse da dati semplici. In particolare, essi sono in grado di gestire dati derivanti dagli studi delle diverse discipline e di collegarli alla stessa realtà spaziale.

3.7 Sistemi di supporto alla pianificazione nella pianificazione