Su queste premesse è possibile ricostruire una sfera pubblica che ci dia la possibilità di dibattere e gestire i nostri interessi collettivi?
Due grandi pensatori della nostra generazione ci aiutano in questo compito.
Anthony Giddens, attingendo alle tradizioni marxista e weberiana della sociologia, offre una teoria sociale che aiuta ad interpretare i modi di essere individuali nel contesto di vincoli sociali, attraverso una teoria della strutturazione.
Jurgen Habermas, attingendo alla tradizione germanica della teoria critica, fornisce una filosofia normativa per la ricostituzione della sfera pubblica costruita su una concezione di coscienza intersoggettiva e sulla teoria della azione comunicativa. Giddens sostiene che il nostro senso di noi stessi è costruito attraverso l’interazione con altre persone e con il mondo naturale (Giddens, 1984,1990), che nel suo rifluire sedimentano patrimoni relazionali.
In questo senso le nostre identità individuali e relazioni sociali sono strutturate anche da quanto non c’è più. Queste strutture divengono astratte rispetto al nostro
10 Cambiare le abitudini di viaggio delle persone è assai più di un esercizio di scienza economica . E non è neanche politica in senso tradizionale. Ciò implica dislocazioni culturali, nei modi di pensare al viaggio e nei modi di accordare posizione sociale e status, laddove politiche di prezzo possono esacerbare differenze di accesso a beni di status (Healey, 1997).
lavoro quotidiano di ‘costruzione della vita’ in quanto, per la maggior parte del tempo, lavoriamo in esse e le usiamo come tecnologie o routines gestionali.
Come agenti attivi e nelle situazioni sociali delle relazioni entro cui viviamo, costruiamo il nostro senso di identità e attraverso i differenti sistemi di significato che si stratificano l’ uno sull’altro, abbiamo le potenzialità di “costruire senso insieme”( Forester, 1989).
La teoria sociale di Habermas ha alcuni parallelismi con quella di Giddens, ma è di concezione più realistica e statica. Egli usa il concetto di sistema astratto per identificare le strutture dell’ordine economico ( il mercato) e dell’ordine politico ( la burocrazia) che vincolano la vita quotidiana. Ciò si oppone al mondo vitale della esistenza personale, al quotidiano,dell’esistenza personale della vita.
Questa interazione, nel suo rifluire, mescola fatti e valori, così come non riconosce differenze tra le nostre sensazioni emotive e i modi in cui impieghiamo le nostre risorse materiali.
Egli sostiene che vi sono tre modi di ragionamento che mischiamo insieme: il ragionamento strumentale tecnico, il ragionamento morale, il ragionamento emotivo-estetico. Il primo si riferisce al ragionamento scientifico e razionalista, che lega i fini ai mezzi e la prova alle conclusioni. Il secondo si riferisce al ragionamento focalizzato attorno ai valori e etica. Il terzo si riferisce al ragionamento derivato dall’esperienza emotiva.
Poiché il ragionamento scientifico e il razionalismo strumentale sono stati fortemente associati con le sfere della vita economica e politica, Habermas sostiene che la loro dominanza nel discorso pubblico è stata uno strumento per consentire ai sistemi astratti di invadere i mondi vitali. Al ragionamento strumentale-tecnico si è consentito di tenere fuori della porta questi altri modi di ragionamento.
L’economia neoclassica riconosce che come soggetti abbiamo delle preferenze , ma non si chiede da dove vengano.
È questa l’idea alla base della teoria dell’azione comunicativa di Habermas con la sua etica comunicativa. E quanto assumiamo che sia vero e giusto starà nel “potere dell’argomentazione migliore” articolata in specifici contesti socio-culturali (Habermas, 1984). Si tratta di restituire, cioè, centralità argomentativi al ragionamento morale e al ragionamento emotivo-estetico.
In questo l’attenzione di Habermas si concentra sui processi di dialogo collettivo (modalità). I contributi di Giddens fanno leva sull’agenzia attiva( soggetti singoli o collettivi) nel potere delle strutture sociali.
Azione comunicativa e agenzie attive forniscono i capisaldi per la comprensione delle dinamiche urbane e dell’azione collettiva, e cioè il lavoro della politica pubblica , rigettando la nozione di un mondo sociale costituito di individui autonomi ciascuno dei quali persegue le sue proprie preferenze al fine di ottenere una soddisfazione materiale , secondo il modello utilitarista della teoria economica neoclassica.
Azione comunicativa e agenzie attive sono le coordinate della governance attiva, la quale si territorializza nella produzione dei beni pubblici istituzionalmente resi disponibili ( l’informazione, la partecipazione, il sapere, la professionalità, la responsabilità), e offre la misura della rilevanza delle istituzioni nel campo dei dilemmi dell’azione collettiva.
Ricondurre le istituzioni nell’universo dei beni comuni, dopo aver riferito questi agli esiti complessivi del processo sociale, si contrappone alla tendenza di indicare il
potere della struttura come un qualche genere di forza esterna, separata dalle relazioni sociali del flusso giornaliero della vita. Queste non sono ‘sovra-strutturali’, non sono forze esterne; queste forze sono presenti nelle relazioni sociali della vita quotidiana.
Il metodo democratico della decisione si confronta continuamente, non solo con i conflitti tra soggetti ma anche con conflitti tra comunità culturali caratterizzate da particolari sistemi di significato e modi di valutare e agire. I conflitti locali sono l’esito di differenti interessi e posizioni inseriti in differenti culture relazionali. I nostri interessi si formano nell’interazione sociale attraverso sistemi di significato inquadrati culturalmente.
Un conflitto ambientale locale può, perciò, non riguardare solo temi specifici ma anche concezioni della natura di un problema e delle forme organizzative, ovvero un modo di intendere il problema. Il linguaggio moderno ha relegato la cultura in un settore della vita sociale piuttosto che riconoscere il radicamento culturale di tutta la vita sociale e questo molto importante per comprendere le forme organizzative, economiche, sociali,locali.
Nel dominio pubblico, la mobilitazione del significato è un attività critica, è un progetto, poiché in essa si attinge e si sviluppano vocabolari e metafore per descrivere temi e elaborare strategie entro assetti istituzionali ( attori pubblici e non, sistemi di norme, regolazioni, flussi finanziari, caratteri dell’interazione sociale, ecc.) immersi in ambienti culturali (culture, mutamento sociale, demografia, caratteristiche della forza lavoro, ecc.). Le ricadute pratiche di queste capacità istituzionali, in ambito urbano per esempio, stanno nel superamento degli approcci macro-economici alle dinamiche socio-spaziali, in quanto la realtà contemporanea dei mercati fondiari e immobiliari è molto più complessa. Essi non sono unificati , ma divisi in segmenti che si relazionano al commercio in differenti tipi di proprietà. Significa innanzitutto valutare le grandezze economiche nel modo in cui esse sono direttamente percepite, spesso in maniera assai poco omogenea, dai gruppi economici (Gemelli,1997)11. Così come l’interdipendenza economica, ma anche
psicologica e culturale caratterizzano i rapporti sociali che ineriscono la sfera della produzione (Healey,1997).
11 D’altra parte, questa, seppur con argomenti diversi, è una tesi sostenuta anche da studiosi distoria