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Prima di analizzare nello specifico l‟organizzazione dei Centri di prima e di seconda accoglienza, appare doveroso far riferimento alle strutture anteposte ad essi, per avere un quadro completo del profilo organizzativo del sistema di accoglienza.

143Ivi.

144

M. CONSITO (2016), ibidem, p. 197. 145L. BARONE (2016), ibidem, p. 91.

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In attuazione dell‟Agenda Europea sull‟Immigrazione, la

Commissione Europea ha adottato una serie di misure volte ad aiutare gli Stati Membri nella gestione i flussi misti in entrata nella maniera più efficace possibile. Con la decisione del Consiglio Europeo n. 1523, del 14 Settembre 2015, si stabiliscono delle regole innovative da attuare in Italia, Grecia e Ungheria in quanto Stati di primo ingresso nelle frontiere UE da parte di cittadini provenienti da Paesi Terzi. Al fine di gestire gli sbarchi secondo le linee guida del Regolamento Dublino III146, sono stati istituiti alle frontiere italiane e greche e ungheresi, luoghi di gestione nei punti di maggiori sbarchi147 (meglio noti come Hotspots); attraverso questo tipo di intervento l‟ UE ha adottato un meccanismo di Relocation, per permettere distribuire le domande di protezione internazionale tra gli Stati Membri. All‟interno delle Procedure Operative Standard

(acronimo inglese SOP) pubblicate dal Ministero dell‟Interno148, l‟ “Approccio Hotspot” può essere inteso come:

- Un‟area designata in prossimità di un luogo di sbarco, nella quale le persone sono accolte in sicurezza venendo sottoposte ad accertamenti medici, fotosegnalazioni, pre-identificazioni; inoltre ricevono informazioni sulla possibilità di presentare domanda di protezione internazionale.

- Un metodo di lavoro di un team149 in stretto contatto, attraverso l‟adozione di procedure standardizzate ed efficienti per il sistema di pronta accoglienza.

146

Cfr. con capitolo 2§ 2.2.2 “L‟asilo e l‟accoglienza”.

147

Attualmente in Italia sono presenti 9 Hotspots: Lampedusa, Taranto, Trapani, Pozzallo, Crotone, Reggio Calabria, Palermo, Messina e Corigliano Calabro (Cosenza). 148

http://www.libertaciviliimmigrazione.dlci.interno.gov.it/sites/default/files/allegati/hot spots_sops_-_versione_italiana.pdf.

149Ovvero il personale delle Forze di Polizia, il personale sanitario e le organizzazioni internazionali e non governative lavorano in piena cooperazione con i team europei di

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Per quanto riguarda l‟equipe, è necessario garantire la presenza del personale medico; di un team di Frontex supportato da mediatori culturali di Frontex ed un team leader per fornire supporto alle attività di pre-identificazione e di screening; di esperti EASO per fornire informazioni sul programma di ricollocazione; di un esperto Frontex per la verifica dei documenti; di addetti della polizia scientifica per le attività di acquisizione delle impronte digitali; di esperti Frontex per supportare le attività di acquisizione delle impronte digitali; di team di Frontex incaricati di svolgere l‟attività di “debriefing”, ed un team leader, con il compito di raccogliere informazioni rilevanti per le finalità dell‟analisi del rischio; di un team UNHCR dedicato al supporto alle autorità nell‟individuazione di soggetti portatori di esigenze specifiche e allo svolgimento dell‟attività di informativa sulla normativa vigente in materia di immigrazione e asilo e sul programma di ricollocamento; di un team dell‟OIM dedicato a favorire l‟individuazione delle vittime di tratta e alla loro segnalazione agli enti e alle autorità competenti oltre che alla individuazione di altri soggetti portatori di esigenze specifiche e attività di informativa sul rimpatrio volontario assistito e ulteriori esperti ed addetti possono essere utilizzati per rinforzare le procedure se le condizioni di operatività rendono utili tali integrazioni150.

L‟ “Approccio Hotspot” è organizzato in moduli che prevedono attività ordinate in maniera sequenziale, procedendo (Figura 7) sono illustrate graficamente secondo una schematizzazione offerta dalle SOP del Ministero dell‟Interno:

supporto, composti da personale incaricato da Frontex, Europol, EASO (Ufficio europeo di supporto per l‟Asilo).

150http://www.libertaciviliimmigrazione.dlci.interno.gov.it/sites/default/files/allegati/hot spots_sops_-_versione_italiana.pdf.

78 Figura 7: Flusso Hotspot

Fonte: SOP, Ministero dell’Interno.

All‟uscita dall‟ Hotspot, gli immigrati giunti in modo irregolare sono collocati in Centri per il Rimpatrio o, se hanno presentato domanda di protezione internazionale, sono sottoposti a misure di ricollocazione (presso Centri di prima accoglienza o trasferiti in altri Stati Membri).

L‟“Approccio Hotspot” gestisce lo sbarco in maniera

indifferenziata, ma le stesse SOP del Ministero dell‟Interno prevedono un approccio di tipo olistico e non invasivo nei confronti dei MSNA. Tenendo conto di quanto è stato appena definito,

Amnesty International nel suo rapporto “Hotspot Italia: come le politiche dell‟Unione europea portano a violazioni dei diritti di

SBARCO SCREENING SANITARIO PRE-IDENTIFICAZIONE

FOTOSEGNALAMENTO VERIFICA RICHIEIEDENTI ASILO RELOCATION PROCEDURA ORDINARIA

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rifugiati e migranti”151

ha denunciato la violazione dei diritti umani all‟interno dei Centri di primissima accoglienza; tale situazione è stata rilevata anche nei confronti di MSNA.

Ulteriore nodo di criticità, riscontrabile circa il metodo Hotspot, è che non esiste ancora alcuna cornice legislativa che possa regolamentarne la sua natura; in particolare il nuovo art 10 ter152 del

d.lgs. 268/98 non è riuscito a configurare una chiara disposizione normativa dell‟approccio in questione153. Vengono, altresì, denunciati la configurazione di Centri contrari ai principi contenuti all‟interno dell‟art. 13 Cost. e dell‟art. 5, §1, CEDU; in quanto nel nuovo art. 10 ter del TUIM non sono individuati i tempi e le modalità con cui il cittadino straniero possa essere limitato della sua libertà personale e non è individuato alcun tempo massimo in relazione al trattenimento. All‟interno dei Centri Hotspot non è ancora stato inquadrato il giusto equilibrio tra i diritti dei migranti e l‟emergenza degli arrivi.