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bn 1 Alluvioni terrazzate del I ordine e conoidi reincise (Pleistocene)

2.2.5 Area della piana alluvionale costiera della Marina di Cardedu

Inquadramento e delimitazione delle aree interessate dal fenomeno

La zona interessata dall’intrusione salina è la piana alluvionale costiera della Marina di Cardedu, situata nella costa centro-orientale della Sardegna (Ogliastra, figura 24).

Figura 24. inquadramento dell’area

1 Quantitativo, al netto dell’evapotraspirazione potenziale, che ritorna in falda per infiltrazione 2 Quantitativo perso per evapotraspirazione

Caratterizzazione del problema

La zona costiera del Comune di Cardedu, nonostante sia caratterizzata da una bassa densità abitativa, è stata sempre intensamente utilizzata a scopo agricolo e, negli ultimi tempi, è stata interessata da un notevole sviluppo turistico. Questo ha comportato un aumento della domanda d’acqua e, di conseguenza, un aumento degli emungimenti delle risorse idriche sotterranee (le uniche disponibili) e un conseguente aumento del rischio di intrusione marina, già favorito dalla riduzione della ricarica natura degli acquiferi a causa del persistere, negli ultimi anni, di un clima sempre più arido.

tabella 12. stato e disponibilità dei dati raccolti

dati stato disPoniBilitÀ note

Ubicazione pozzi sufficiente no 39 pozzi disponibili

portata emunta dai pozzi no

livello piezometrico, conducibilità elettrica

e ph misuarati nei pozzi sufficiente

Si (solo in formato cartaceo e non

leggibile)

Sono disponibili le mappe del livello piezometrico e della conducibilità elettrica misurati nei pozzi

Definizione dell’acquifero interessato

da ogni pozzo no

Utilizzo dei pozzi no

andamento temporale della piezometrica no

Geometria degli acquiferi 2D no Ricavabile dalla geologia superficiale

Geometria degli acquiferi 3D no

Qualità delle acque di falda:

principali anioni e cationi no

Qualità delle acque di falda:

determinazione inquinanti no

Definizione delle aree contaminate da

intrusione marina e posizione cuneo salino no

produttività degli acquiferi = R/a,

dove R è la ricarica attiva (riserve regolatrici) e a è la superficie affiorante dell’acquifero (andamento nell’annata media)

no

Aspetti geologici, idrogeologici delle aree interessate dal fenomeno.

Lineamenti geologici

Dal punto di vista geologico, l’area in studio (figura 25) è caratterizzata da un basa- mento paleozoico, la cui profondità varia da qualche metro (in alcuni punti affiora costi- tuendo degli “isolotti”) fino presumibilmente a qualche decina di metri (e localmente fino a 100 m), ricoperto da sedimenti alluvionali di età quaternaria. Il basamento paleozoico è costituito per la maggior parte da metarenarie e metasiltiti (Formazione di San Vito), da metavulcaniti (Formazione di Serra Tonnai) e da formazioni granitiche che affiorano in maniera estesa nella parte meridionale dell’area e costituiscono in forma maggioritaria la vicina piattaforma continentale. La parte più superficiale del basamento (di circa 4-5 me- tri) è molto alterata e fratturata favorendo una buona circolazione del flusso sotterraneo. La copertura alluvionale è rappresentata da alluvioni terrazzate antiche, alluvioni recenti,

depositi detritici pedemontani e depositi di ambiente fluvio-lacustre. Le alluvioni terrazza- te antiche (Pleistocene) sono composte da materiali eterogenei a varia granulometria con matrice limo-argillosa.

Figura 25. inquadramento geologico schematico dell’area (da Cartografia Geologica della

Sardegna, Carmignai et alii, 1996)

LeGeNDA: 1 – Ghiaie, sabbie, limi ed argille sabbiose dei depositi alluvionali, colluviali, eolici e litorali; 22 – rioliti e rioda- citi in espandi menti ignimbritici e colate; 26 – Leucograniti equigranulari; 32 – Granodioriti tonalitiche; 33b – tonaliti; 47 – Metarenarie, quarziti e filliti; 52 – Metavulcaniti intermedie o raramente basiche, meta grovacche (Formazione di Serra Tonnai); 55 - Metarenarie micacee e quarziti alternate a metapeliti (Formazione di S.Vito)

Lineamenti idrogeologici

Dal punto di vista idrogeologico, i depositi alluvionali terrazzati assieme ai deposi- ti pedemontani costituiscono dei terreni a permeabilità medio-alta. Le alluvioni recenti (Olocene) sono costituiti da materiali in grani a tessitura medio-grossa (sabbie e ghiaie) di natura scistosa e granitica. Queste costituiscono i terreni ad alta permeabilità e rappresen- tano l’acquifero principale della zona. Le acque ospitate in questo acquifero vengono uti- lizzate per l’agricoltura e per l’approvvigionamento idrico delle piccole popolazioni rurali e degli insediamenti turistici.

A partire dalle misure effettuate nei 39 pozzi disponibili in un’area di circa 6 km2, la profondità dell’acqua sotterranea, varia approssimativamente da non più di 9 metri dalla superficie del terreno, nella zona centrale della pianura, fino a 2 metri, in prossimità della linea di costa.

Aree interessate da intrusione marina laterale e dal basso e dinamiche attuali e future

La determinazione della forma e della estensione del cuneo di intrusione salina è stata effettuata attraverso 120 sondaggi elettromagnetici nel dominio di frequenze, rego- larmente distribuiti su un’area di quasi 6 km2. Sono state quindi elaborate delle mappe che mostrano la conduttività elettrica apparente alle profondità di 7,5 m, 15 m, 30 m e 60 m.

Nella parte superficiale della pianura alluvionale (7,5 m) sono stati sostanzialmente misurati valori di conduttività bassi, segno della assenza di acque salate in tutta l’area, ad eccezione di un’area limitata legata ad un gruppo di abitazioni, della stessa fascia costiera, della piccola zona della laguna e in prossimità della spiaggia, dove i valori di conduttività sono risultati moderati. A maggior profondità (15 m) si riconosce una lingua di intrusione salina in corrispondenza dell’area dove è cospicuo l’emungimento di acqua sotterranea da diversi pozzi. La conduttività sotto la laguna tende a diminuire, segno della presenza di livelli argillosi che impediscono all’acqua salata di penetrare in profondità. La anomalia conduttiva tende a spostarsi verso nord-est. A maggior profondità (30 e 60 m) tutti i fe- nomeni descritti tendono ad accentuarsi. I massimi di conduttività sono tuttavia di mag- giore intensità e ampiezza in corrispondenza del piccolo abitato dove si concentrano le captazioni di acqua sotterranea dell’acquifero alluvionale, segno della presenza di acque salate.

La direzione da cui proviene l’intrusione salina sembra essere la direzione NE, poi- ché verso tale direzione si riscontra un aumento di conduttività. Dalle mappe si riscontra inoltre la presenza di due diversi pennacchi di intrusione, chiaramente dovuti all’influenza di un sovraemungimento delle acque sotterranee. L’aumento di conduttività verso nord- est è considerato preoccupante a causa del pompaggio per l’approvvigionamento di acqua potabile nel pozzo ESAF (Società di gestione dell’acqua potabile).

Il confronto con i dati di conducibilità elettrica misurati nei pozzi conferma le con- clusioni tratte dai risultati delle prospezioni geofisiche.

Non si hanno a disposizione dati sulla variazione delle caratteristiche proprie (tem- peratura, salinità, ossigeno disciolto, permeabilità) nella porzione di acquifero interessata dalla zona di transizione, né su altri meccanismi di salinizzazione delle falde (presenza di salinità “naturale” indotta da uso di pozzi in acquiferi profondi salini o parzialmente salini)

Emungimento per uso irriguo

Le risorse idriche, utilizzate a scopi irrigui sono provenienti dall’utlizzo di pozzi; dal- le informazioni raccolte si desume el’esistenza di una rete di monitoraggio di 39 pozzi in un’area di circa 6 km2, di cui però non si hanno dati circa la localizzazione, la profondità, ecc. Le aree di maggior rischio dal punto di vista dell’intrusione marina sono localizzate nella parte nord-orientale della piana.

Riepilogo e dati disponibili

Si riportano in sintesi i dati disponibili recuperati ai fini di possibili ulteriori va- lutazioni:

1. Tipo di acquifero: un acquifero superficiale freatico.

2. Conducibilità idraulica acquifero: dato non disponibile. Esiste unicamente una mappa della conducibilità misurata nei pozzi.

3. Altezza del livello di falda rispetto al livello del mare: dato non disponibile. Esiste solo una carta dei livelli piezometrici misurati nei pozzi.

4. Spessore dell’acquifero: dato non disponibile.

5. Definizione dei limiti dell’acquifero: non completa, in parte deducibile dalla carta geologica.

6. Portate emunte globalmente in media annua (mc): dato non disponibile. 7. Pozzi assegnati ad ogni acquifero: dato non disponibile.

Informatizzazione: non sono disponibili dati su file.