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2.2 individuazione aree di interesse per il fenomeno dell’intrusione salina

2.2.2 Area della piana di Quirra

Delimitazione delle aree interessate dal fenomeno

L’area di studio, localizzata a nord dell’abitato di Villaputzu, nella costa sud-orientale della Sardegna, è una piana alluvionale di circa 8 km2, costituita da due principali zone: l’area di Santa Barbara, situata a sud della confluenza dei fiumi Corr’e Cerbos e Quirra e delimitata a sud dalla S.S. 125, e l’area di Pranu Gialea, parte costiera della piana delimita- ta a nord e a sud rispettivamente dai fiumi Quirra e Flumini Pisale (figura 10).

Figura 10. inquadramento dell’area

La piana rappresenta una importante risorsa per la popolazione locale per via della presenza di suoli a forte vocazione agricola. I depositi paludosi costieri che formano la zona retrostante della spiaggia di Murtas, sono stati parzialmente interessati da interventi di bonifica negli ultimi 30 anni (A. Pilia, 2005). Ciò nonostante, la parte della piana prossima al mare è incolta a causa della salinizzazione dei suoli e delle acque dovuta all’intrusione di acqua marina e all’accumulo dei sali nel terreno. L’acqua per le attività agricole e zoo- tecniche, sviluppate nella parte interna della piana, è fornita da numerosi pozzi scavati. Le aree coltivate sono suddivise in piccoli appezzamenti di terreno, ben irrigate con sistemi a goccia, e sono in genere coltivate ad aranceti, colture ortive e foraggiere.

I suoli e le acque superficiali e sotterranee sono caratterizzate da alti tenori in me- talli pesanti, in particolare Arsenico, dovuti sia alla naturale presenza di metalli nelle formazioni geologiche costituenti il bacino del rio Baccu Locci, sia a causa della presenza,

lungo le sponde del fiume, ad una distanza di circa 6 km dalla piana, dell’impianto mine- rario omonimo, inizialmente destinato all’estrazione e al pretrattamento dell’arsenopirite e della galena e oggi in disuso. I tailings rimanenti dall’impianto di flottazione sono stati per decenni presi in carico dalle acque dal rio Baccu Locci che li ha trasportati a valle e distribuiti, durante gli eventi alluvionali, nella piana sottostante dove si sono mescolati ai sedimenti alluvionali (C. Dadea et al., 2005).

Attualmente l’uso delle acque del fiume, il pascolo e la mobilizzazione e il trasporto di suolo sono proibiti lungo il corso d’acqua, per prevenire qualsiasi possibile rischio per la salute umana e degli animali. Un intervento di bonifica della zona mineraria, finanziato dalla regione Sardegna, è attualmente in corso di svolgimento.

Caratterizzazione del problema

La piana alluvionale dei fiumi Quirra e Pisale ospita un principale sistema acquifero multistrato costituito da depositi palustri dell’Olocene (limi e argille ricche di materiale or- ganico) per uno spessore di 50-70 m in prossimità della costa, e da depositi fluviali non omo- genei dell’Olocene (argille in superficie e sabbie e ghiaie più o meno cementate in profondità, a volte con matrice limosa) con un probabile spessore di 35-40 m, nella parte interna della piana, sovrastanti il basamento metamorfico. Le acque sotterranee contenute nel sistema acquifero risultano fortemente saline per circa 1 km dalla linea di costa, il contenuto salino diminuisce spostandosi verso l’interno della piana, ma a circa 1,5 km dalla linea di costa è ancora possibile trovare acque di scarsa qualità con un forte contenuto salino, specialmente negli strati più profondi in prossimità del Flumini Pisale. Tutti i campioni di acqua sotterra- nea raccolti nella piana tra il 2003 e il 2006 (M. Sodde, 2007) hanno infatti mostrato valori di conducibilità elettrica e dei cloruri superiori ai limiti di legge per le acque potabili (i valori limite sono rispettivamente 400 µS/cm e 25 mg/l), e in molti casi superiori anche ai valori limite per gli usi agricoli (California State Water Quality Control Board, 1963).

tabella 5. stato e disponibilità dei dati raccolti

dati stato disPoniBilitÀ note

Ubicazione pozzi sufficiente si

la localizzazione dei pozzi costituenti la rete di monitoraggio condizionata dalla distribuzione dei pozzi utilizzati a scopo irriguo, alcune zone rimangono pertanto scoperte mentre in altre l’accesso ai pozzi difficoltoso.

portata emunta dai pozzi insufficiente no

i dati di portata non sono disponibili e andrebbero reperiti all’archivio del Genio Civile, nonostante i pozzi denunciati sono sicuramente in numero inferiore rispetto a quelli realmente esistenti.

livello piezometrico, conducibilità elettrica, pH ed Eh misurati nei pozzi

buono si

i tre parametri sono stati generalmente misurati per tutti i pozzi censiti. le misure del livello idrico nei corsi d’acqua sono insufficienti.

Definizione dell’acquifero

interessato da ogni pozzo insufficiente si

Si conosce la profondità dei pozzi ma le stratigrafie a disposizione non permettono una definizione accurata della geometria dell’acquifero.

dati stato disPoniBilitÀ note

Utilizzo dei pozzi insufficiente si l’utilizzo è generalmente agricolo e saltuariamente zootecnico, ma non si hanno informazioni certe.

andamento temporale

della piezometerica sufficiente si i dati del 2004 e quelli del 2005-2006 si riferiscono a reti di monitoraggio differenti Geometria

degli acquiferi 2D insufficiente si

Si ipotizza che i limiti dell’acquifero corrispondano ai limiti delle formazioni alluvionali oloceniche, ma non si hanno dati certi a riguardo.

Geometria

degli acquiferi 3D insufficiente si

i dati stratigrafici disponibili non permettono una definizione accurata e andrebbero integrati cono nuovi sondaggi e indagini geofisiche.

Qualità delle acque di falda: principali anioni e

cationi sufficiente si

Bisognerebbe integrare i punti di campionamento ed effettuare un monitoraggio continuo nel tempo. Qualità delle acque di

falda: determinazione

inquinanti sufficiente si

i dati a disposizione riguardano i metalli pesanti. Bisognerebbe integrare i punti di campionamento ed effettuare un monitoraggio continuo nel tempo. Definizione delle aree contaminate da intrusione marina e posizione dell’interfaccia acqua dolce-acqua salata sufficiente si

le aree interessate da contaminazione marina sono deducibili dall’analisi delle linee di isoconducibilità elettrica e isocloro integrate dalle piezometriche e dalle analisi chimiche. tali dati sono stati integrati con dei profili elettrici verticali, che hanno dato risultati insufficienti e poco attendibili e che andrebbero pertanto integrati con nuove indagini.

produttività degli acquiferi = R/a, dove R è la ricarica attiva (riserve regolatrici) e a è la superficie affiorante dell’acquifero (andamento nell’annata media)

insufficiente no il dato è deducibile solo tramite ipotesi approssimative sui dati occorrenti

Aspetti geologici, idrogeologici delle aree interessate dal fenomeno

Carta Geologica

L’area in esame è compresa all’interno del Foglio 549, Sezione 1 – Castello di Quirra, della Carta Geologica della Regione Autonoma della Sardegna alla scala, alla scala 1:25.000 (Carmignani e altri, 2001). Le diverse unità geologiche presenti nell’area in esame (figura 11) sono le seguenti:

DePOsiti QuaternariDell’areaemersa

b Depositi di alluvioni recenti (Olocene)

a Depositi colluviali e di versante (Olocene)