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bn 1 Alluvioni terrazzate del I ordine e conoidi reincise (Pleistocene)

2.2.6 Area della piana alluvionale costiera e dei rilievi dell’area della Nurra

Inquadramento e delimitazione delle aree interessate dal fenomeno

La zona di interesse, ubicata nella Sardegna Nord occidentale, nel territorio della provincia di Sassari, è compresa tra le coordinate UTM 4.452.964 N e 4.491.915 N di latitu- dine e 448.608 E e 492.792 E di longitudine (figura 26). Il bacino studiato ha un’estensione di circa 400 km2 e ricade nei territori comunali di Alghero, Ittiri, Olmedo, Putifigari, Sas- sari, Uri e Villanova Monteleone. Esso è compreso nei Fogli IGM, in scala 1:50.000, n. 440, 441, 458, 459, 478 e 479. I dati riportati nella presente scheda sono stati estratti dagli studi compiuti per il progetto RIADE [Ghiglieri et Al., 2006] [www.riade.net].

Caratterizzazione del problema

Nell’area in esame sono stati individuate cinque unità idrogeologiche, meglio identi- ficate nel seguito. Le quote piezometriche sono in generale decrescenti in direzione dello stagno e della costa, sia per gli acquiferi freatici sia per quelli in pressione. Sono stati rile- vati picchi di conducibilità elettrica attribuibili in massima parte al chimismo dei litotipi di circolazione, con valori elevati in corrispondenza dei livelli gessosi del Triassico, delle marne del Cretaceo e delle vulcaniti alterate da circolazione idrotermale, alternati a repen- tini abbassamenti in corrispondenza del calcare dolomitico del Giurassico. In prossimità dello stagno del Calich si rileva un’area interessata da fenomeni di intrusione salina con piezometriche depresse e conducibilità elettriche elevate.

tabella 13. stato e disponibilità dei dati raccolti

dati stato disPoniBilitÀ note

Ubicazione pozzi buono si

portata emunta dai pozzi

insufficiente in generale. Sui pozzi gestiti dall’EaF ed utilizzati per usi civili si hanno dati attendibili sui prelievi medi

si

il dato è stimabile con una certa approssimazione

Sono state fatte stime indirette sulla base dell’uso del suolo (1:5000) e quindi sui fabbisogni idrici di ogni coltura. l’informazione è integrata dai dati sui consumi idrici rilevati dal Consorzio di bonifica della Nurra livello piezometrico,

conducibilità elettrica e ph misuarati nei pozzi

molto buono si

Sono disponibili i dati del censimento e tre monitoraggi successivi

Definizione dell’acquifero

interessato da ogni pozzo molto buono si

Utilizzo dei pozzi ottimo si l’utilizzo è stato rilevato durante il censimento

andamento temporale della

piezometrica buono si Dal 2003 al 2005

Geometria degli

acquiferi 2D molto buono si

Geometria degli

acquiferi 3D sufficiente si

Qualità delle acque di falda:

principali anioni e cationi molto buono si .

Qualità delle acque di falda:

determinazione inquinanti molto buono si

Definizione delle aree contaminate da intrusione marina e posizione cuneo salino

sufficiente si

le aree interessate da contaminazione marina sono deducibili dall’analisi delle linee di isoconducibilità elettrica integrate dalle piezometriche e dalle analisi chimiche. Non si hanno dati sulla posizione del cuneo salino. produttività degli acquiferi

= R/a, dove R è la ricarica attiva (riserve regolatrici) e a è la superficie affiorante dell’acquifero (andamento nell’annata media)

Aspetti geologici, idrogeologici delle aree interessate dal fenomeno.

Lineamenti tettonici e geologici generali

All’interno del bacino idrografico si distinguono due grandi aree: la Nurra di Alghero, con paesaggi pianeggianti nella porzione centro settentrionale del bacino; l’altra, costituita da paesaggi collinari che da Alghero si spingono verso Villanova Monteleone, occupando la parte meridionale del bacino.

La Nurra costituisce un alto strutturale delimitato verso est da un semigraben mio- cenico (Bacino di Porto Torres). I depositi miocenici del semi-graben trasgrediscono, con rapporti di onlap, questo alto strutturale nel quale i terreni più antichi affiorano progressi- vamente verso ovest. La trasgressione si realizza al disopra di vulcaniti oligo-aquitaniane e talvolta direttamente sopra le coperture carbonatiche mesozoiche, ad ovest delle quali, sulla costa, affiora il basamento metamorfico varisico. Verso sud la regione confina con il Mejlogu: un’area caratterizzata da plateaux ignimbritici miocenici variamente incisi. Ad ovest la Nurra è delimitata dal Bacino Balearico ed a nord dal Golfo dell’Asinara.

L’attuale assetto strutturale, che controlla la distribuzione e la giacitura dei terreni in affioramento, si è delineato con molta probabilità a partire dall’Oligocene-Miocene infe- riore, anche se alcuni tratti strutturali, che interessano le coperture mesozoiche, possono essere riferiti a fasi tettoniche del Cenozoico inferiore o del Mesozoico. La grande varietà di litologie coinvolte, in una strutturazione solo apparentemente priva di complessità, rende problematica la ricostruzione della circolazione idrica sotterranea e le geometrie dei serba- toi. Perciò il lavoro, oltre ad un’analisi dei dati di letteratura editi ed inediti, si è basato su un’attenta lettura delle stratigrafie disponibili da sondaggi per scopi geognostici e sondaggi minerari [Progemisa S.p.A., Ersat, Genio Civile] e su rilievi originali di campagna integrati da indagini geofisiche.

Lineamenti idrologici e idrogeologici

Nell’area in studio, la vicinanza dei rilievi alla costa non permette la formazione di corsi d’acqua di una certa importanza; le precipitazioni infatti si raccolgono in modesti compluvi e defluiscono direttamente a mare. In generale il reticolo idrografico del bacino è impostato con orientamento verso il Golfo di Fertilia. Le linee principali di deflusso sono a raggiera e solo in parte legate a direttrici tettoniche. L’area è percorsa dai seguenti fiumi principali: Il Rio Barca, con i suoi principali affluenti (Riu Filibertu, Riu Sassu e Riu Ser- ra), il Riu De Calvia e il Canale Urune.

Questi, alimentati da una serie di torrenti, confluiscono nello stagno costiero del Calich. Sono tutti a carattere torrentizio stagionale, fatta eccezione del tratto finale del Rio Barca, il quale, avendo in questa zona il fondo dell’alveo ad una quota minore del livello medio del mare, risente, nei periodi estivi, dell’influenza della marea (figura 27).

Figura 27. idrografia e classificazione gerarchica delle aste fluviali del Bacino del rio cuga – nurra (da Ghiglieri et al., 2006)

Le precipitazioni sono mediamente pari a 600 mm/a. All’interno del bacino sono presenti due invasi artificiali: corrispondenti alle dighe del Cuga e di Surigheddu.

Il territorio in esame presenta una serie stratigrafica quasi completa che va dal Pa- leozoico ai terreni più recenti del Quaternario. Mediante rilievi geologici, strutturali, pro- spezioni geofisiche ed uno studio idrogeochimico di dettaglio è stato realizzato il modello idrogeologico concettuale (Ghiglieri et al. 2006, Ghiglieri et al 2007).

Da un punto di vista idrogeologico, sono state identificate 5 Unità Idrogeologiche principali che a loro volta sono state suddivise in 7 Complessi Idrogeologici o Acquiferi, caratterizzati da livelli di produttività medio-alta:

– acquifero ospitato nelle metamorfici del Paleozoico, (cme) – molto modesto con flussi sub-superficiali, non produttivo, K=1x10-11;

posito (dolomie, marne, gessi, argille, calcari dolomitici etc.), scarsamente produt- tivo; K=1x10-6;

– acquifero ospitato nelle formazioni del Giura (cc) – complesso calcareo (calcari, calcari dolomitici, marne, ecc.), molto produttivo; K=1x10-4;

– acquifero ospitato nelle formazioni del Cretaceo (ccm) – complesso calcareo mar- noso (calcari, calcari dolomitici, marne, ecc.), mediamente produttivo; K=1x10-5; – acquifero ospitato nel complesso piroclastico Oligo-miocenico (cpi) (rioliti, rioda-

citi, tufi, ecc.), mediamente produttivo; K=1x10-8;

– acquifero ospitato nei depositi marini del Miocene (cmc) (sequenza di marne e calcari), che affiorano marginalmente nell’area del bacino idrogeologico. Per il ba- cino idrogeologico in studio, tale acquifero non costituisce una falda importante, mentre è da considerarsi strategico per la zona del sassarese; K=1x10-8

– acquifero ospitato nelle alluvioni del Quaternario – complesso sedimentario recen- te, scarsamente produttivo; 1x10-6≤ K≤1x10-4.

Lo schema idrogeologico, riportato in figura 28, rappresenta anche l’ubicazione dei pozzi censiti rispetto ai complessi idrogeologici identificati (Ghiglieri et al. 2006; Ghiglieri et al. 2007).

Calcolo dei volume di ricarica di falda per i vari acquiferi

La ricarica media idrogeologica (AHR), detta anche riserva regolatrice, è stata calco- lata per ogni unità idrogeologica, definita nella sua estensione geografica. Il valore di AHR rappresenta il volume medio anno che marca il limite delle riserve di acqua sotterranee ol- tre il quale si vanno ad intaccare le riserve permanenti (non ricaricabili) di falda, creando così effetti depressivi della superficie piezometrica che possono portare, specie nelle aree costiere, in notevoli fenomeni di intrusione marina: questi volumi rappresentano quindi il limite di sostenibilità per lo sfruttamento degli acquiferi

Nella seguente tabella 7 sono riportate le riserve regolatrici (mc/anno) per ciascuna unità idrogeologica, calcolate all’interno del bacino idrogeologico (da Ghiglieri, Progetto RIADE 2006, modificata).

tabella 14. Valori medi di ricarica di falda sotterranea per i vari acquiferi delle unità idroge- ologiche calcolati per il periodo 1961-2005

unità idrogeologica

complesso metamorfico (cme)

Valori di ricarica (m3/anno)

228.839,1

Complesso Sedimentario Composito (csc) 3.456.057,1

Complesso Calcareo (cc) 11.435.442,4

Complesso Calcareo Marnoso (ccm) 3.659.451,6

Complesso piroclastico (cpi) 16.356.185,3

Complesso Marnoso Calcareo (cmc) 2.742.091,5

totale 37.878.067,0

Aree interessate da intrusione marina laterale e dalbasso e dinamiche attuali e future

I fenomeni di intrusione marina sono stati riscontrati nell’unità idrogeologica del Quaternario, in prossimità dello stagno Calich, zona in cui le piezometriche sono depresse e le conducibilità elettriche elevate.

Non si hanno dati sulla variazione delle caratteristiche proprie (temperatura, salini- tà, ossigeno disciolto, permeabilità) nella porzione di acquifero interessata dalla zona di transizione.

Altri meccanismi di salinizzazione delle falde (presenza di salinità “naturale” in- dotta da uso di pozzi in acquiferi profondi salini o parzialemente salini)

L’intrusione salina è limitata alla fascia costiera; le analisi chimiche confermano che la diffusa salinizzazione riscontrata negli acquiferi non è, nella maggior parte dei casi, ricollegabile all’azione dell’acqua di mare.

La salinizzazione è attribuibile a processi di interazione acqua-roccia, p.e. alla so- luzione di rocce di origine evaporitica (Acquifero del Trias, presente nel settore nord- occidentale del bacino idrogeologico). Infatti, le acque sotterranee prelevate da questo ac- quifero, dunque a contatto con tali formazioni, contengono grandi quantità di sali e solfati. Le conducibilità appaiono piuttosto elevate in corrispondenza del settore sud-orientale del bacino, ovvero nord-occidentale dell’altopiano ignimbritico, ove si supera abbondantemen- te il valore di 4000 S/cm. Una simile anomalia trova spiegazione nel litotipo di circolazione

fortemente modificato da una diffusa idrotermalità che si caratterizza per intensi fenomeni di idrolisi dei silicati.

Emungimento per uso irriguo

Per quanto riguarda la determinazione dello spessore di acquifero impegnato nell’emungimento, dai dati elaborati risulta che la profondità massima dei pozzi, a seconda dell’acquifero, varia da 150 a 220 m.

Le acque sotterranee, in parte utilizzate a fini irrigui, sono emunte attraverso i pozzi, che sono stati censiti per un total di 365; tai pozzi insistono su diverse unità idrogeologi- che, a seconda della loro profondità (figura 29). Le acque fornite dal Consorzio di Bonifica della Nurra interessano solo la parte pianeggiante dell’area ; l’invaso del Cuga, interno all’area in esame, è gestito dal Consorzio stesso.

All’interno dell’area di interesse è presente anche l’invaso Surigheddu, gestito dall’ER- SAT e attualmente non utilizzato.

Figura 29. mappatura dei pozzi censiti (Ghiglieri et al., 2006)

Tra quelli censiti, sono stati selezionati i seguenti pozzi (tabella 11) e sottoposti a monitoraggio

tabella 15. numero pozzi per unità e formazione geologica scelti per il monitoraggio

Formazione numero pozzi

Cretaceo 6

Giurassico 23

trias 10

Complesso vulcanico oligo-miocenico 9

Quaternario 3

In base al censimento dei pozzi, è stato possibile inoltre identificare l’uso principale e/o prevalente, come riportato in figura 30.

Figura 30. uso principale e/o prevalente per fini riigui dei 365 pozzi censiti nell’area della nurra.

Aree di maggior rischio dal punto di vista dell’intrusione marina

L’area più a rischio è la fascia costiera, in corrispondenza dell’acquifero superficiale del Quaternario, in particolare l’area limitrofa dello stagno Calich che, come già detto, è l’unica parzialmente interessata dall’intrusione marina. Attualmente non sono segnalati fe- nomeni di contaminazione marina negli acquiferi carbonatici, ma le condizioni idrogeolo- giche di tali acquiferi sono tali che, in occasione di particolari stress climatici (siccità ecc.) che dovessero eventualmente verificarsi, possono essere facilmente innescati fenomeni di

intrusione marina, la cui propagazione sarebbe alquanto rapida. Per questa ragione, l’area è comunque da considerarsi a rischio.

Riepilogo e dati disponibili

Si riportano in sintesi i dati disponibili recuperati ai fini di possibili ulteriori va- lutazioni:

Tipo di acquifero

– acquifero ospitato nelle formazioni del Trias: confinato; – acquifero ospitato nelle formazioni del Giura: confinato; – acquifero ospitato nelle formazioni del Cretaceo: confinato;

– acquifero ospitato nel complesso piroclastico Oligo-miocenico: confinato; – questi acquiferi possono essere considerati freatici nelle aree di alimentazione; – acquifero ospitato nelle alluvioni del Quaternario: freatico.

Conducibilità idraulica acquifero: come specificato nel paragrafo “lineamenti idrolo- gici ed idrogeologici”

• Altezza del livello di falda rispetto al livello del mare: ricavabile dal data base pozzi del progetto RIADE.

• Spessore dell’acquifero: non si hanno dati certi sugli spessori dei vari acquiferi, ma possono essere ricavati dalle sezioni e dalle stratigrafie.

• Definizione dei limiti dell’acquifero: in caso di sovrapposizione di due acquiferi si è considerato quello di maggiore importanza dal punto di vista idrogeologico

• Portate emunte globalmente in media annua (mc): il dato è stimabile con una cer- ta approssimazione. Sono state fatte stime indirette sulla base dell’uso del suolo (1:5000) e quindi sui fabbisogni idrici di ogni colture. L’informazione è integrata dai dati sui consumi idrici rilevati dal Consorzio di bonifica della Nurra. Sui pozzi gestiti dall’EAF ed utilizzati per usi civili si hanno dati attendibili sui prelievi medi • Pozzi assegnati ad ogni acquifero: si veda il paragrafo relativo alla ubicazione pozzi

e reti di monitoraggio.