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RIABILITAZIONE EQUESTRE ED ONOTERApIA: NUOVA FRONTIERA DELLA SANITà!

lUcA schIAVone

direttore del centro “domenico divella” Tecnico di equitazione di campagna F.I.s.e. Tecnico specializzato in Riabilitazione equestre F.I.s.e.

la riabilitazione equestre è una disciplina “giovane” in corso di specializzazione e va in- serita all’interno di un progetto riabilitativo generale.

È rivolta a persone con difficoltà cliniche (disabilità neuro-motorie, intellettive, psichiche e sensoriali) e sociali.

Cos’è la Riabilitazione Equestre

l’Ippoterapia o meglio “Riabilitazione equestre” si inserisce nell’ambito di un intervento terapeutico multidisciplinare offrendosi come momento riabilitativo “aperto” grazie ad una più attiva collaborazione tra operatori specializzati e l’intero ambiente (famiglie, tempo libe- ro, associazione) in cui il portatore di handicap vive.

Cenni storici

Ippocrate di Kos (Grecia: 460 a.c. - 377 a.c. circa), nel “libro delle diete”, fu probabil- mente il primo a descrivere le proprietà salutari del ritmo del cavallo, consigliando l’equita- zione per il trattamento dell’insonnia.

Girolamo mercuriale (Italia: 1530 – 1606), nel 1569, nella sua opera “de arte Gymnasti- ca” riferisce che l’ equitazione non esercita solo il corpo, ma anche i sensi.

nel 1681 Thomas sydenham (Inghilterra: 1624 – 1689) consiglia, nel suo libro sulla gotta, “Tractatus de podagra“, di praticare assiduamente lo sport equestre.

Gerhard van swieten (Austria: 1700-1772) e maximilian stoll (Austria: 1742-1787) della prima scuola di medicina di Vienna, consigliavano l’equitazione nei casi di psicopatie; stoll, in particolare, sosteneva che le fibre muscolari divenivano meno eccitabili per cui diminuiva- no gli episodi di ipocondria ed isteria.

nel trattato di medicina sportiva “medicina Gymnastica”, scritto da Francisco Fuller nel 1750, l’equitazione viene definita come l’esercizio ginnico più importante per i suoi effetti sul corpo e sulla psiche.

nell‘ “encyclopedie” (1751) ritroviamo un capitolo sull’equitazione e le sue implicazioni per il mantenimento ed il ristabilimento della salute.

l’Abate di saint Pierre, nel 1734, inventò una “sedia Vibrante”, ricordata anche da Voltai- re, da usare quando il tempo era inclemente e non si poteva cavalcare all’aperto.

nel 1758, samuel Theodor Quelmalz, di lipsia inventò la “macchina equestre“, capace di simulare il movimento tridimensionale del dorso del cavallo.

nel 1772 In Italia Giuseppe Benvenuti, medico alle terme dei Bagni di lucca scrisse le “Riflessioni sopra gli effetti del moto a cavallo” in cui sostiene l’efficacia terapeutica dell’equitazione.

Alla fine del XIX secolo (1875), chessigne a Parigi prescriveva l’equitazione a persone interessate da patie neurologiche, soprattutto per trattare i disturbi dell’equilibrio e le altera- zione del controllo del tono muscolare.

diffusa negli anni ’60 e ’70 in canada e negli UsA, soprattutto grazie alle imprese della dane- se liz hartel, che, pur essendo affetta da poliomelite dal 1943, vinse la medaglia d’argento nel dressage (gara equestre) ai giochi olimpici di helsinky nel 1952 e di melbourne nel 1956.

nel 1965 in Francia nasce la riabilitazione equestre: i primi lavori ufficiali sono firmati da de lubersac e lallery: “Rieducazione attraverso l’equitazione” e da Killilea: “da Karen con amore“.

In Francia l’ippoterapia diviene presto materia di studio, tanto che nel 1969 avvenne la presentazione al centro ospedaliero Universitario della salpetrière del primo lavoro scienti- fico sulla rieducazione equestre.

Articolazione della Riabilitazione Equestre

le differenti modalità della Riabilitazione equestre sono state definite con chiarezza al congresso Internazionaledi Amburgo (1982) (Klüwer, 1994) in tre sezioni congressuali.

In esse vengono riconosciuti tre moduli: - hippotherapy (Ippoterapia);

- Remedial educational Vaulting and Riding (Rieducazione equestre e Volteggio); - Ridings as sport for the handicapped (equitazione sportiva per disabili).

I tre moduli possono costituire un percorso (Watts, 1994) nel quale si rende attuabile il passaggio, per le persone che ne hanno i requisiti, da una forma di Riabilitazione tecnica a una di Riabilitazione Integrata e poi sociale. In questo caso considereremo i moduli come tre fasi del processo riabilitativo.

Interazione sociale

la Terapia per mezzo del cavallo, grazie alle sue diverse valenze terapeutiche, sportive e (perchè no!) anche ludiche, riesce ad agire non soltanto sulle difficoltà neuro-psico-motorie del disabile ma anche su quelle della sua interazione sociale.

Cavallo co-protagonista

Peculiarità di tale tecnica è l’uso del cavallo, “soggetto vivente”, dotato di una propria sen- sibilità che si fa co-protagonista dell’azione terapeutica, in una relazione interattiva estrema- mente ricca e complessa

Rispetto a tante metodiche terapeutiche, viene a porsi in primo piano la partecipazione at- tiva dell’utente al suo processo riabilitativo, partecipazione che è strettamente collegata alla motivazione, e questo grazie al rapporto di fiducia, di amore e di rispetto reciproco che si crea con il cavallo: mediante tale relazione affettiva il disabile si sente finalmente protagonista, vi- sto che è chiamato in prima persona a condurre, accudire e a curare l’animale.

Vantaggi

Grazie alle diverse andature del cavallo è possibile agire sulle difficoltà neuromotorie dell’utente facilitandone la regolazione del tono muscolare, dell’equilibrio e della coordina- zione, il controllo del tronco, l’orientamento spazio-temporale, ottenendo un miglior assetto del corpo nelle varie posizioni dello spazio.

È possibile anche stimolare funzioni neuropsichiche come l’attenzione, l’orientamento ed il linguaggio sfruttando il diretto rapporto che si crea con il cavallo, sensibile ad ogni modi- ficazione del comportamento e dei movimenti del cavaliere. non solo ma, anche maggiore consapevolezza della propria immagine corporea, maggiore autostima, competenze in campo psico-motorio, comportamentale e cognitivo.

l’inserimento nel gruppo ed il coinvolgimento ludico-sportivo favoriscono quella dimen- sione sociale e ricreativa necessaria per lo sviluppo armonico della personalità dell’indivi- duo disabile.

Influisce positivamente inoltre anche il rapporto con la struttura equestre e con tutti gli operatori che, rimanendo al di fuori dei tradizionali canoni sanitari, creano un ambiente sti- molante e rassicurante.

Controindicazioni

sono da considerare in anticipo come possibili svantaggi o insuccessi: - l’incostanza delle sedute;

- Una patologia preesistente associata (emofilia, ipertensione, ernia discale, epilessia pri- va di trattamento farmacologico);

- soggetti non inviati, provenienti da strutture esterne o fuori da un programma specifico.

Svolgimento

nel centro “domenico divella” vengono seguiti circa duecento persone disabili affette da patologie diverse, caratterizzate da lesioni neuro-motorie, intellettive, psichiche e sensoriali.

l’attività si svolge nell’ambito del maneggio, della scuderia e dello spogliatoio, 20 minuti sono dedicati al lavoro a terra ed in particolare alla toelettatura degli amici equidi, 45 minu- ti e il tempo della lezione con frequenza da una, due a tre volte alla settimana, 25 minuti è il tempo a disposizione della cura del sé nello spogliatoio.

L’ausilio della MUSICA in R.E.

Utilizzare la musica è importante perchè grazie al ritmo binario, ternario e quaternario che richiama i tempi delle tre andature, induce il paziente/atleta ed il cavallo, ad imbroccare su- bito la giusta andatura.

Utilizzare la musica, anche per isolare, il paziente/atleta ed il cavallo, da distrazioni ester- ne all’attività.

Il trattamento

Il trattamento prevede fasi diverse a seconda del disagio presentato dall’utente:

- la prima fase consiste in Riabilitazione vera e propria, in cui per ogni persona è prevista la presenza di una coppia di operatori (un tecnico e un assistente) scelta in relazione al- la patologia presentata dal soggetto.

- la seconda fase prevede che l’intervento continui individualmente e l’inserimento pro- gressivo in riprese di gruppo, rimanendo costante la presenza del terapista specifico. - nella terza fase il soggetto può essere avviato alla pratica dell’equitazione con la relati-

va autonomia conseguita chiamata attività pre-sportiva.

Conduzione di una seduta / o una ripresa

1° Fase: distacco dal genitore o dall’operatore; 2° Fase: lavoro a terra:

- Pulire il cavallo/asino; - Accudire il cavallo/asino;

- Imparare a gestire il cavallo/asino.

- Prendersi cura del cavallo/asino (uscire dal sé egoista): - Per le prassie;

- Per trovare le strategie risolutive ai problemi; - Per favorire l’iniziativa;

- Per l’acquisizione della terminologia degli attrezzi, finimenti e bardatura; - Per l’acquisizione dell’uso degli attrezzi, finimenti e bardatura;

- Per non bruciare l’attività a cavallo/asino; - Per imparare a gestire l’ansia e le emozioni;

- Per l’accettazione, la consegna e il mantenimento delle regole. 3° Fase: la salita / la discesa;

4° Fase: la cura del sé nello spogliatoio.

Attività di mediazione con gli asini (toelettatura)

nella seconda fase, il lavoro a terra, gli utenti svolgono l’attività solo con gli asini nella scuderia, questo per:

• Facilitare l’interazione con altri bambini: formazione dai 5 agli 8 bambini, che si incon- trano durante la toelettatura, non solo per svolgere tale compito, ma anche per conclude- re dei momenti insieme. l’utilizzo di un asino per un gruppo di bambini, comportache questi devono imparare a rispettare le regole e i turni, a ridurre comportamenti di preva- ricazione, a sollecitare e motivare anche il bambino poco partecipe.

l’operatore che li accompagna in questa attività, oltre a osservare e controllare le dina- miche del gruppo, utilizza le strategie di gratificazione mirate ad aumentare la stima e si- curezza nei bambini.

• Riduzione di comportamenti aggressive: l’asino è considerato un animale di docile tem- peramento e questo induce i bambini, durante la toelettatura, a svolgere la propria attivi- tà in un clima sereno. di conseguenza, anche quando nel gruppo sono presenti bambini troppo vivaci o con atteggiamenti provocatori, l’operatore funge da “mediatore” utiliz- zando l’asino per elaborare e analizzare i comportamenti disturbanti del bambino, coin- volgendo il resto del gruppo, presente alla toelettatura.

• miglioramento delle relazioni con gli operatori: durante il momento della toelettatura, i bambini, soprattutto coloro che dimostrano grosse difficoltà relazionali dovute a pato- logie gravi (quail autismo), sono invitati a relazionare, sia verbalmene che tramite lin- guaggio non verbale, le emozioni positive/negative che provano non solo quando sono a contatto con l’animale ma anche in altre situazioni.

• Innalzamento dell’umore e riduzione di stati ansiosi/depressivi: prendersi cura di un asi- no comporta spesso una soddisfazioni e un aumento di sicurezza in sè. molti bambini si presentano impauriti o inibiti, con la consapevolezza di non essere capaci di poter svol- gere ruolo importante, in quanto, i loro vissuti sono sempre di tipo fallimentari, ha di- mostrazione che, durante la toelettatura, il bambino riesce a gestire l’animale procuran- dogli anche un certo benessere, innalza la stima e lo riempie di fiducia.

Anche la paura per gli animali, molto comune nei bambini, è spesso superata, grazie al contatto diretto e ravvicinato con l’asino.

L’equipe al centro “Domenico Divella”

• l’equipe terapeutica è composta da un medico responsabile, possibilmente specializza- to in neuropsichiatria Infantile o in neurologia (per le comunità il medico responsabile è lo Psichiatra);

• Tecnici della Riabilitazione equestre (FIse dipartimento Riabilitazione equestre o seF Italia);

venienti da case circondariali per messe alla prova - estinzione del reato - recupero sociale e persone diversamente abili, facendoli passare da fruitori a importanti collaboratori). • Per ogni utente è prevista una visita medica preliminare con valutazione clinica e riabi-

litativa e relativa indicazione al trattamento da effettuare, nonchè consulenze specialisti- che, esami diagnostici strumentali, controlli testologici.

• Per ogni utente inoltre è necessaria copertura assicurativa.

Alcuni Strumenti:

• Registro firme; • cartella clinica;

• Progetto individualizzato; • Piano di lezione cronometrato; • scheda di osservazione giornaliera.

Prevenzione, sicurezza e benessere animale.

• nel centro vengono osservate tutte le norme per la gestione della sicurezza e la preven- zione degli infortuni dlgs 81 (ex dlgs 626/94);

• Il centro è munito di “documento programmatico sulla sicurezza ” (art. 6 del d.P.R. n° 318/1999, d.lgs n° 196/2003 e d. l. n° 266/2004) di protezione dei dati personali; • Il centro è certificato con il sistema di gestione qualità AenoR - “Iso 9000”;

• Gli operatori e gli animali (Pet Partners) coinvolti nelle attività e terapie assistite, si so- no sottoposti e poi hanno acquisito la “certificazione carta modena”.

Sicurezza

• operatori: devono essere dotati di dispositivi di protezione infortunistica (scarpe col pun- tale d’acciaio); di apposito abbigliamento consono all’attività e di facile riconoscimento; • Formazione: deve essere tecnica, costante e adeguata. deve essere individuato un Re-

sponsabile della sicurezza sul lavoro ai sensi del dlgs 81 (ex dlgs 626/94) e gli opera- tori devono essere dotati di conoscenza di pronto intervento Blsd, PTc e Bls pedia- trico come al centro “domenico divella”.

• Utenti/atleti: abbigliamento equestre, lezioni equestri teoriche e pratiche.

• cavalli/asini: devono essere certificati con i seguenti requisiti (animali tranquilli e pre- vedibili anche in situazioni particolarmente stressanti come manipolazioni maldestre, vocalizzi improvvisi oppure l’uso di accessori indispensabili come le pedane, il paranco per issarli a cavallo. Gli animali si devono lasciare avvicinare da persone estranee, por- tare in passeggiata, a piedi, senza mordere o impennarsi, accarezzare anche in maniera energica, non devono reagire a stimoli uditivi improvvisi (caduta di attrezzi, grida etc), non devono scalciare al passaggio di persone in prossimità del posteriore, non non de- vono avere reazioni esagerate in presenza di persone che si muovono rapidamente. Gli animali devono essere in ottimo stato generale, dei mantelli, degli zoccoli, dei denti, de- gli apparati muscolo scheletrico, delle mucose, incidenza di coliche e trattamenti anti- parassitari. devono essere in possesso del passaporto obbligatorio dell’anagrafe equina, del coggins test, vaccino West line, di tutte le vaccinazioni obbligatorie come rabbia, antinfluenzale, tetano, etc.). devono essere dotati di bardature e finimenti di qualità e di buona tenuta; staffe di protezione con chiusura di protezione ad elastico.

Occorre precisare…

occorre comunque precisare che in nessun caso, qualunque sia la patologia di base, la Ria- bilitazione equestre può sostituirsi alle altre forme di trattamento riabilitativo, ma deve essere considerata piuttosto come una integrazione ad esse, inserendosi in quella visione interdisci- plinare e globale che considera l’individuo disabile nella sua totalità.

Modello: Flessibilità di interventi In conclusione…

Va inoltre ribadito che il cavallo o l’asino costituisce sempre e solo il mezzo e non il fine dell’intervento terapeutico, intendendo con questo che non si deve mirare alla semplice pro- gressione equestre ma piuttosto al miglioramento dell’individuo inteso nel suo complesso psicosomatico e nella sua vita di relazione, offrendogli la possibilità di scoprire man mano delle capacità insospettate, di ritrovare coraggio, determinazione, sicurezza, e soprattutto di affermare una propria autonomia.

Affiliazioni al centro “Domenico Divella”…

Alcune affiliazioni importanti: north American Riding for the handicapped Association, The Federation of Riding for the disabled International, la Federazione Italiana sport eque- stri, l’Associazione “lAPo” sezione “l.R.e.” e la cattedra di neuropsichiatria Infantile - Università di Firenze.

I nostri amici cooterapeuti…

I cavalli impegnati in Riabilitazione equestre:

• nome: Tazio - Razza: Anglo-Arabo età: 08 anni; • nome: chicca - Razza: Anglo-Arabo età: 19 anni; • nome: Golia - Razza: Avelignese età: 13 anni; • nome: Regina - Razza: P. s. I. età: 17 anni; • nome: Penelope - Razza: Appaloosa età: 11 anni; • nome: Jack - Razza: Paint età: 12 anni;

• nome: dida - Razza: Ungherese età: 10 anni; • nome: Urro - Razza: murgese età: 04 anni; • nome: Pio - Razza: cruzado età: 05 anni; • nome: Pauluccio - Razza: Pony età: 10 anni; • nome: Flash - Razza: lipizzano età: 20 anni; • nome: Romeo - Razza: Appaloosa età: 05 anni; Altri animali coinvolti:

• Gli asini: ciukina, Gennaro, Frida e musolino; • la mula carolina e la zebra martin.

Struttura

la struttura è dotata di maneggio coperto munito di videocamera e filodiffusione, di ma- neggio all’aperto 20 x 25 anch’esso munito di videocamera e filodiffusione; di un maneggio all’aperto 60 x 150 (l’equitazione sportiva), di una scuderia e selleria, di una sala d’attesa mu- nito di monitor e aula didattica, di due spogliatoi/docce per uomini e donne, di una stanza di ricevimento di medici e psicologi, di un ufficio amministrativo.

Sezione Attacchi

nella sezione attacchi i cavalli impegnati sono: - Urro

- Tazio - Flash

- il pony Pauluccio. I legni utilizzati:

- calesse modello milatirina - Break-vagonette

- carrozza Vis a Vis.

Oltre la Riabilitazione Equestre…

• squadra sportiva del circolo ippico costituita da ragazzi diversamente abili ed atleti nor- modotati;

• scuola di Formazione per operatori in Attività e Terapie Assistite con gli Animali (Ria- bilitazione equestre ed onoterapia).