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Fraintendimenti e paradossi della potenzialità

8. L’argomento del divenire

Nel 1980 Joel Feinberg scrisse una breve appendice al capitolo di un suo volume, intitolata The paradoxes of potentiality. In essa Feinberg chiosava le proprie riflessioni sui diritti animali enumerando alcuni paradossi del concetto di potenzialità. In primo luogo, l’autore osserva che tale concetto ci porrebbe su una china scivolosa: stabilendo di attribuire diritti ad esseri potenziali si includerà un numero di enti

330 Cfr. ARISTOT. Metaph. 8, 1049 b 18-27, tr. cit., pp. 417-419. Ivi Aristotele specific ache l’unico senso in cui la potenza è anteriore all’atto è in riferimento al medesimo individuo particolare, mentre l’atto è anteriore alla potenza in riferimento alla specie.

praticamente infinito, paralizzando qualsiasi decisione, poiché «qualsiasi cosa può essere potenzialmente quasi ogni cosa!».332 Feinberg considera del succo d’arancia in polvere: esso sarà potenzialmente succo d’arancia, poiché sarà sufficiente aggiungere acqua, ma potenzialmente è anche limonata, poiché si potrebbe anche pensare di aggiungere succo di limone; oppure si potrebbe aggiungere arsenico, per cui esso sarebbe potenzialmente veleno; o acqua, farina e uova, ed ecco che il succo in polvere apparirebbe come una torta in potenza e così via, ad infinitum. È evidente che qui Feinberg strumentalizza la radice teoretica del concetto di potenzialità a fini polemici: il concetto è effettivamente applicabile agli esempi che qui vengono presentati come assurdità, proprio in quanto è il concetto metafisico che rende ragione del darsi della possibilità dei mutamenti descritti. Per quel che riguarda l’embrione, Feinberg trasferisce il ragionamento appena fatto: si può affermare che l’embrione è potenzialmente un bambino perché, nutrendosi, esso si svilupperà ma, considerando la sua nutrizione come una “combinazione” con il cibo che gli fornisce il nutrimento necessario, si arriva alla conclusione che anche il cibo è potenzialmente un bambino:

Dunque è appropriato affermare che il cibo sia un “bambino potenziale” quanto è un “bambino potenziale” il feto? Se è così, cosa non sarà un “bambino potenziale”? (Elementi organici nell’aria e nel suolo sono “potenzialmente cibo” e dunque potenzialmente persone!)333

332 FEINBERG, Right, Justice and the Bounds of Liberty, cit., p. 183.

333 Ibidem, traduzione mia. Il testo originale è: «Is it then just as proper to say that food is a “potential child” as that embryo is a “potential child”? (Organic elements in the air and soil are “potentially food”, and hence potentially people!)». Questa considerazione, riportata da Feinberg quasi con veemenza, ricorda una graziosissima poesia di Gianni Rodari, che ovviamente aveva tutt’altri intenti, diventata il testo di una canzone per bambini negli anni Settanta (Luis Bacalov - Sergio Endrigo): «Per fare un tavolo ci vuole il legno / per fare il legno ci vuole l’albero / per fare l’albero ci vuole il seme / per fare il seme ci vuole il frutto / per fare il frutto ci vuole il fiore / per

È evidente che Feinberg – come la maggior parte degli autori che attaccano il concetto di potenzialità – non conosce la differenza tra potenzialità attiva e potenzialità passiva e, sebbene il suo scopo retorico sia attaccare l’argomento in riferimento allo statuto dell’embrione, egli sceglie con così poca accortezza i propri esempi da considerare solo casi di potenzialità passiva (come nel caso del succo d’arancia in polvere) o di mutamenti sostanziali (come per le sostanze che nutrono un vivente). Feinberg pare rendersi conto di aver considerato esempi che in comune hanno solo una nozione così dilatata di potenzialità da sfociare nell’insignificanza e così propone di operare una distinzione interna al concetto: si dovranno dividere i casi di potenzialità “diretta” o “prossima” e i casi di potenzialità “indiretta” o “remota”. Uno dei criteri per distinguere questi due novelli tipi di potenzialità sarebbe quello che Feinberg stesso suggerisce come il criterio “dell’importanza causale” («the first is the criterion of causal importance»334), che consisterebbe nel considerare l’importanza della circostanza che ha da mutare, per esercitare il proprio ruolo causale in riferimento al passaggio all’atto di un ente in potenza. Purtroppo questo criterio, osserva Feinberg, implica una valutazione soggettiva, quale l’attribuzione ad un ruolo di una certa importanza. Alla falla si potrebbe rimediare se sostituissimo ad esso la valutazione del grado di deviazione dal “naturale corso degli eventi” («criterion […] of degree of deviation required from “the normal course

of events”»335) che Feinberg considera un buon criterio in quanto in

fare un tavolo ci vuole un fiore. / Per fare un fiore ci vuole un ramo / per fare il ramo ci vuole

l’albero / per fare l’albero ci vuole il bosco / per fare il bosco ci vuole il monte / per fare il monte ci vuol la terra / per far la terra ci vuole un fiore / per fare tutto ci vuole un fiore».

334 Ivi, p. 184. 335 Ibidem.

grado di considerare eventi tra loro estremamente eterogenei, dal succo d’arancia in polvere all’embrione:

Date le intenzioni dei suoi produttori, distributori, rivenditori e consumatori, il succo d’arancia in polvere nel normale corso degli eventi diventerà succo d’arancia. Similmente, un embrione umano che venga custodito tra le pareti dell’utero materno nel normale corso degli eventi diventerà un bambino.336

Ma evidentemente, osserva l’autore, quelle che vengono percepite come situazioni “normali” possono mutare nel corso del tempo, facendo sì che ciò che è apparso normale in precedenza possa non esserlo più in seguito, e comunque le situazioni “normali” sono così eterogenee tra loro da rischiare di far perdere a Feinberg i punti di riferimento, il quale infatti pare rinunciare al suo proposito iniziale di identificare un criterio per distinguere tra potenzialità tout court, intesa come capacità di ente di subire un mutamento, e potenzialità “prossima”, “diretta” o “normale”. Così frainteso e sminuito, il concetto di potenzialità espone il fianco all’osservazione finale di Feinberg: esso è ridotto ad una nozione che, come “importante” o “facile”, si basa su esperienze soggettive pregresse per valutare la probabilità dell’esito di un dato evento:

É importante notare, in conclusione, che parole che importante, facile e normale hanno senso solo in relazione a esperienze, propositi e tecniche umani. Se questi ultimi cambiano, cambiano anche le nostre nozioni di cosa sia

336 Ibidem, traduzione mia. Il testo originale è: «Given the intentions of its producers, distributors, sellers and consumers, dehydrated orange juice will, in the normal course of events, become orange juice. Similarly, a human embryo securely imbedded in the wall of its mother’s uterus will in the normal course of events become a human child».

importante, difficile, usuale, e così il concetto di potenzialità, o la nostra applicazione di esso.337

In questa prospettiva il concetto di potenzialità non indica più una proprietà intrinseca di un ente ma si riduce a ricoprire il ruolo di considerazione soggettiva, o al massimo intersoggettiva, avente come unico supporto l’induzione, le cui conclusioni, com’è noto, non sono vere a priori bensì passibili di diversi gradi di certezza. La potenzialità arriva così ad indicare quelle che Hume chiamava «materie di fatto», ossia fatti della nostra esperienza per i quali la regolarità con la quale sono avvenuti nel passato non costituisce alcune garanzia per la loro regolarità futura. Quello che Feinberg non considera in questa sua critica è innanzitutto la differenza tra potenzialità naturale, o attiva, e potenzialità passiva, trovandosi confuso dall’osservazione che ogni cosa è in potenza qualcos’altro in quanto suscettibile di modificazioni; mentre, in secondo luogo, non comprende che la potenzialità naturale possa esistere effettivamente come capacità, indipendentemente dal fatto che il suo passaggio all’atto si verifichi o meno.

Non conoscendo le articolazioni interne fondamentali del concetto metafisico originario e non riuscendo a trovarne di nuove, Feinberg dilata a tal punto il concetto da fargli perdere qualsiasi rilevanza e ridurlo ad una mera valutazione.

337 Ibidem, traduzione mia. Il testo originale è: «It is important to notice, in summary, that words like important, easy and normal have sense only in relation to human experiences, purposes and techniques. As the latter change, so will our notions of what is important, difficult, and usual, and so will the concept of potentiality, or our application of it».