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Fraintendimenti e paradossi della potenzialità

2. L’argomento del principio di simmetria morale

Michael Tooley affronta direttamente l’argomento di potenzialità, sviluppando la propria critica in due tempi. Egli formula una difesa del principio di simmetria morale ed, in secondo luogo, propone un esperimento mentale al fine mostrare le contraddizioni dell’argomento di potenzialità applicando tale principio. Il principio di simmetria morale stabilisce che tra un’azione ed un’omissione, tali da avere come identico esito il blocco di un dato processo, non vi sia una differenza morale significativa.271

Tooley esemplifica tale principio con queste parole:

Sia A un’azione che dà inizio al processo C, e B un’azione che comporta un consumo minimo di energia, capace di bloccare il processo C prima dell’esito E. Assumiamo che le azioni A e

B non hanno altra conseguenza, e che E è il solo esito moralmente significativo del processo C. Allora non fa differenza sul piano morale eseguire intenzionalmente l’azione B o astenersi intenzionalmente dall’azione A, assumendo motivazione identiche in entrambi i casi.272

Applicando il PSM (principio di simmetria morale) non vi sarebbe differenza, sul piano morale, tra compiere un’azione che blocca un processo prima del suo esito e non dare affatto inizio al processo stesso. Il parere di Tooley nel particolare caso in cui la conseguenza delle due azioni considerate sia la morte di qualcuno (dunque considerando le due fattispecie “uccidere” e “lasciare morire”) è che tra esse non sussista una

271 Cfr. Massimo REICHLIN, L’argomento di potenzialità, in Aborto. La morale oltre il diritto, pp. 65-92, pp. 65-73, Carocci, Roma 2007. Esprimo la mia gratitudine a Massimo Reichlin per avermi permesso di visionare il capitolo in anteprima rispetto alla pubblicazione del volume. 272 Michael TOOLEY, Aborto e infanticidio, in Giampaolo FERRANTI e Sebastiano MAFFETTONE

(a cura di), Introduzione alla bioetica, Liguori, Napoli 1992, pp. 25-55, p. 48 (Abortion and

differenza intrinseca: entrambe risultano parimenti biasimevoli dal punto di vista morale.

Sulla base del principio di simmetria morale, Tooley formula un esperimento mentale nel tentativo di scardinare l’argomento di potenzialità. Ponendo che esista una sostanza chimica che, iniettata in dei gatti, renda il loro cervello analogo a quello umano, Tooley osserva che, assumendo il principio di simmetria morale, sarà lecito interferire con il processo di trasformazione del gattino tanto quanto astenersi dal darvi inizio, deducendone, in conclusione, che sia moralmente lecito interferire con il processo mediante il quale gli esseri umani acquisiscono le proprietà che conferiscono loro un particolare tipo di tutela morale:

Le potenzialità sono le stesse in entrambi i casi. La sola differenza è che nel caso di un feto umano le potenzialità sono presenti fin dall’inizio dello sviluppo dell’organismo, mentre nel caso del gatto sono presenti solo a partire dalla inoculazione della speciale sostanza chimica. La differenza nel momento dell’acquisizione delle potenzialità è moralmente irrilevante.273

A mio parere, la differenza moralmente rilevante che passa tra il caso dell’aborto e la situazione prospettata nell’esperimento mentale non sta, come afferma Tooley, nella considerazione dei momenti in cui la potenzialità viene acquisita dal soggetto della trasformazione. Tooley opera un’erronea semplificazione: qualora il criterio fosse meramente cronologico, infatti, è evidente che l’argomento di potenzialità, come afferma l’autore, sarebbe inficiato nella sua cogenza morale e non costituirebbe un argomento significativo a questo proposito. Possiamo,

per esempio, immaginare che sulla Terra siano rimasti solo pochi esemplari di un certo albero, ad esempio una quercia, e che sia d’interesse generale tutelare tale specie vegetale. Le ghiande, il seme da cui le querce si sviluppano, sono, a loro volta, numericamente scarse: questo le rende preziose e degne di un particolare tipo di tutela morale. Il fatto che qualcuno distrugga una ghianda o faccia in modo che essa non venga mai piantata, sono due gesti che, seguendo il PSM di Tooley, potrebbero avere la stessa rilevanza morale. In questo caso, cioè, si può affermare che la potenzialità della ghianda di svilupparsi in una quercia venga ugualmente ostacolata, sia che tale risultato venga conseguito per mezzo di un’azione (come prevede il caso della distruzione della ghianda) o di un’omissione (come prospetta il caso in cui la ghianda non venga piantata). Il PSM di Tooley, che annulla la distinzione morale tra doveri positivi e doveri negativi, troverebbe in quest’ipotesi un effettivo riscontro, sulla base del fatto che è alla stessa potenzialità – quella della ghianda di divenire una quercia – alla quale viene impedito, in modo o in un altro, di attualizzarsi. Non è così nell’esperimento mentale che Tooley stesso propone, poiché in questo caso non si è di fronte alla stessa potenzialità, ma a due differenti tipi di potenzialità: quella dell’embrione, potenzialmente in grado di svilupparsi in un essere umano completo, e quella del gatto, potenzialmente passibile dei mutamenti che conseguirebbero all’inoculazione della sostanza chimica che gli conferirebbe le proprietà superiori degli esseri umani. In entrambi i casi si è dunque, senza dubbio, in presenza di una potenzialità, ma si tratta qui di analizzare, per verificare che l’esperimento mentale di Tooley regga, la natura delle due potenzialità e, a partire da questa analisi, verificare se ad esse si possa accordare la medesima tutela morale.

Tooley fonda la propria argomentazione sull’analogia: egli delinea la situazione in cui due enti, l’ente A e l’ente B, siano entrambi dotati della potenzialità di subire un processo C che li farà giungere al medesimo esito E, giunti al quale si contraddistingueranno dagli enti che erano in partenza in virtù delle proprietà che avranno acquisito nel corso del processo, proprietà che garantiscono loro il diritto alla vita. Al di là della natura degli enti di partenza (si tratti, cioè, di un embrione umano o di un gatto), secondo Tooley ciò che la comunità morale si propone di tutelare è l’esito E, ovvero l’ente individuale vivente dotato delle capacità superiori, quale l’autocoscienza. Il criterio che Tooley, attraverso questo esperimento mentale, si propone di introdurre quale requisito fondamentale per il diritto alla vita è appunto l’autocoscienza. A mio avviso, tuttavia, egli sottovaluta l’argomento di potenzialità, imbattendosi in un errore teoretico esiziale, che inficia la validità della sua argomentazione. L’analogia tra un embrione umano e un gatto cui si possa iniettare la sostanza trasformante non è valida, poiché ad essi non è propria lo stesso tipo di potenzialità: ponendoci nell’ipotesi che la sostanza chimica descritta da Tooley fosse effettivamente disponibile, nel primo caso si sarebbe in presenza di un tipo di potenzialità attiva, mentre nel secondo caso si avrebbe una ipotetica potenzialità passiva. L’embrione umano, invero, è dotato della potenzialità attiva di svilupparsi in un ente individuale vivente dotato delle capacità superiori e tale attualizzazione dipende dalla sua stessa natura: questo esito, cioè, si verificherà ogni qual volta non intervengano impedimenti in grado di interrompere tale processo. La natura del gatto, al contrario, non fa sì che esso abbia l’intrinseca potenzialità di svilupparsi in un tipo di ente dotato di quelle determinate caratteristiche che fonderebbero il suo diritto alla

vita, bensì è necessario un intervento artificiale, esterno, che modifichi radicalmente l’essenza del gatto. Nel caso dell’embrione umano il principio di mutamento è intrinseco, mentre nel caso del gatto il principio è estrinseco. Si tratta di una distinzione essenziale, senza la quale non è possibile utilizzare il concetto di potenzialità senza incorrere in numerosi paradossi. Tale articolazione interna era stata prevista ed illustrata da Aristotele stesso, e non è possibile trascurarla né per utilizzare, né per attaccare l’argomento di potenzialità, pena il cattivo esito tanto dell’utilizzo quanto dell’attacco al concetto stesso.

Il punto fondamentale è che, mentre nel caso del feto vi è la potenzialità naturale di svilupparsi in un individuo dotato di caratteristiche che si considerano moralmente decisive per l’attribuzione del diritto alla vita, nell’esperimento mentale di Tooley c’è solo un intervento esterno che, in maniera del tutto artificiale, determina una trasformazione in un gattino portandolo a sviluppare tali capacità. Intervenire sul feto significa interferire con un processo che, in maniera del tutto indipendente da ogni nostra intenzione e seguendo una teleologia perfettamente naturale, tende a produrre un individuo autocosciente e razionale; intervenire sul gattino trasformato significa semplicemente frustrare le nostre stesse intenzioni di produrre artificialmente un gatto razionale.274

La versione tuziorista dell’argomento di potenzialità sostiene dunque che ad un individuo vivente, in grado, per sua propria natura ed in assenza di impedimenti esterni, di svilupparsi nel tempo fino a far passare all’atto le proprie capacità superiori, sia da attribuire un serio diritto alla vita. Tooley, nel suo attacco a questa versione dell’argomento di potenzialità, commette l’errore di trascurare uno dei suoi elementi fondamentali, vale a dire la caratteristica espressa dalla proposizione

«per sua propria natura». Prospettando un intervento artificiale proveniente dall’esterno, l’autore manca il proprio bersaglio polemico.