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XVIII e XVII sec. a.C

1) ARM XXVI: 122, [ARM II: 134] [A.49041] [ZL 10’-11]

Išhi-Addu55 scrive al re che gli oracoli riguardanti la spedizione del magister capellae Warad-ili-šu a Yamḫad non sono affatto positivi e decide di inviarli a Zimri-Līm affinché egli possa rifletterci; propone allora di consultare gli oracoli o per effettuare il viaggio in barca o per l'assegnazione di una scorta armata.

“[...] Ora, se il mio signore è d’accordo, io desidero prendere bene gli oracoli a proposito di un battello che riguarda l’imbarco delle ragazze.

53 Dossin 1974: 179 A.1153; Durand 1988: 178-181; Durand 1990: 44.

54 Durand 1990: 42-43.

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Altrimenti, il mio signore m’invierà un drappello di scorta che ci scorterà anche fino a Emar. Qui il mio Signore me lo invii affinché io prenda gli oracoli. Ad ogni modo che il mio signore mi invii un messaggio”.

La rotta da Mari verso Emar pare procedere lungo la sponda occidentale del fiume Eufrate ed è assai probabile che dovesse giungere Tuttul quale intermedia. Per evitare i pericoli di un percorso terrestre, Išhi-Addu ha l’idea di compiere il viaggio per via fluviale, ma alla fine opta per una scorta armata che li accompagni fino a Emar, dove riceveranno una nuova scorta di soldati di Yamḫad che li accompagnerà a destinazione.

2) ARM XXVI: 18 [A.2493+M.7S0S+M.9097+M.14439]

Un testo tratto dalla corrispondenza di Asqudum56 riguarda il trasporto di un alûm (un ex-voto regale) da Mari ad Aleppo per un festività sacra, la festa dello hiyârum57. L’alûm doveva essere di peso notevole e inizialmente, per il suo trasporto, erano stati previsti almeno otto uomini. Ad essere incaricato del suo trasporto da Mari a Tuttul è Asqudum e una volta arrivato in città, Hammu-Samar, funzionario di Yamḫad, avrebbe dovuto prendere in consegna l’alûm per portarlo lui stesso fino alla destinazione finale. Ma Asqudum si era sentito obbligato

56 Asqudum apparteneva a un ristretto gruppo di funzionari palatini presso la corte di Zimri-Līm a Mari, di cui è conosciuto il titolo ufficiale, quello di indovino, sebbene svolgesse anche funzioni da intendente.

Charpin 1985: 453-462; Durand 1988: 70-80.

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ad arrivare almeno fino Emar: a causa di condizioni climatiche definite particolarmente fredde i trasportatori di Tuttul si erano rifiutati di collaborare con Hammu-Samar. Quest’ultimo, infatti, non essendo mariota, non disponeva dell’autorità necessaria a obbligare gli uomini di Tuttul a trasportare l’ex-voto fino ad Aleppo.

La preoccupazione di Asqudum dimostra quali fossero, al tempo, i limiti dell’autorità di un funzionario di Yamḫad a Tuttul: egli avrebbe al massimo potuto assumere, e solo trovandone di disponibili, degli addetti al carico, ma non requisirli per obbligarli a trasportare l’alûm. Ad Emar, invece, Asqudum si era trovato in una situazione simile: la sua autorità, data direttamente dal governo mariota, sarebbe cessata ed invece sarebbe stato Hammu-Samar a poter richiedere lavoratori coatti.

“Di’ al mio Signore. Così (parla) Asqudum, tuo servitore. Dunque Hammu-Samar, il mio accompagnatore, quando si trattava di trasportare l’alûm aveva detto al mio signore: ‘Bisogna far arrivare questo alûm a Tuttul. Sarò io a farlo portare ad Aleppo’. Questo aveva detto davanti al mio signore. Durante il mio spostamento sulle barche sono stato preda del freddo e tutto il gruppo è stato colpito dal freddo. E’ stato impossibile trainare le barche58. Io sono andato oltre. Ho lasciato nelle barche tutti i miei rifornimenti. Ne ho presi per cinque giorni e sono partito e sono partito verso monte. Secondo quello che era stato detto davanti al mio

58 A monte rispetto al luogo di destinazione. Sulla tecnica dell’alaggio cf. § 2.2.1.1.

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Signore: ‘Otto uomini solleveranno l’alûm’, otto uomini l’hanno sollevato ma non potevano andare avanti. Dodici uomini l’hanno sollevato ma non potevano andare avanti. Ci sono voluti sedici uomini per portarlo. Sui portatori che mi avevano dato, ce n’erano cinque che ho mandato via. Erano uomini di forza (dotati di forza fisica). Ho guadato e ho imposto loro l’alûm. Inoltre ho scelto tra i soldati quelli che dovevano venire con me, il gruppo per il cambio e ho fatto arrivare a Tuttul questo alûm. Il resto del mio gruppo ha portato quello che era necessario (lo stretto necessario)59 […]. Ho detto (a Hammu-Samar): ‘Il gruppo non è contento. Congedali, adesso, da (dal trasporto) dell’alûm’. Senza considerare la cosa come fuori questione, egli ha detto: ‘Falli convogliare verso Emar. Non posso trovare un gruppo da assumere a Tuttul. Mi hanno detto: ‘Fa freddo’. Allora ho insistito col mio gruppo, l’ho fatto arrivare a Emar e là l’ho lasciato, dicendo: ‘Fate i portatori! ’ [...]”.

In realtà è probabile che il confine che tra Emar e Tuttul fosse artificiale e puramente politico, e che dividesse un’area, forse, culturalmente omogenea60.

Fra Emar e Tuttul pare esserci stata anche una vicinanza a livello istituzionale. In entrambi i centri era presente un’assemblea di notabili cittadini, chiamata taḫtamum. Il taḫtamum rappresentava un’istituzione

59 Durand 1988: n. d)

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antica, attestata già a partire dal millennio precedente, come dimostrato dalla presenza dell’espressione KA.UNKEN = da-da-mu in un una lista lessicale eblaita del III millennio a.C61..

E’ inoltre possibile che anche ad Abattum vi fosse un’istituzione simile, indicata però con un termine differente62; nel testo M.13096 si può leggere63:

“[...] Gli uomini di Abattum sono in assemblea [...]”

Non esistono informazioni precise riguardo a molti degli aspetti del taḫtamum. E’ ignoto chi avesse il diritto a prendervi parte, oppure come ne venissero eletti o nominati i membri; se la carica fosse ereditaria, e qualora lo fosse, se fosse temporanea o permanente. Non è possibile capire se se si trattasse di un “consiglio degli anziani” oppure di un’assemblea popolare o solo di notabili64. E’ stato comunque ipotizzato che il taḫtamum fosse costituito da un gruppo di maschi adulti, probabilmente i capofamiglia, riuniti in un unico luogo per discutere di affari di natura giuridica, economica e politica, le cui decisioni dovevano avere peso vincolante per tutta la popolazione e che, pertanto, avesse poteri decisionali e, forse, funzioni legislative o giudiziarie65.

Ad ogni modo pare che il taḫtamum fosse un’istituzione

61 MEE 4.4–6 III’:2’; Durand 1989: 27; Selz 1998: 301.

62 Durand 1989: 27- 44; ad Abattum l’assemblea veniva indicata con puhrum. Cf. Fleming 2004: 203.

63 Durand 1990: 44.

64 Durand 1990; Charpin 2004b.

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importante e radicata nella tradizione locale; ad esempio, nonostante la ribellione, la sconfitta e il ritorno sotto l’autorità del sovrano di Mari, a Tuttul il taḫtamum non venne sciolto. Anzi, dai testi pare continuare ad esercitare le proprie funzioni. E’ noto come dopo che la città tornò sotto il potere mariota, il sovrano vi inviò una sorta di “governatore”, un funzionario investito dell’autorità regia che rappresentasse il potere regale (haṣṣânum). Durante il regno dei Zimri-Līm fu un certo Lanasūm a ricoprire tale carica66. Quello che è noto dalla corrispondenza regale è che Lānasūm trasmetteva gli ordini direttamente al taḫtamum dalla capitale, e che talvolta l’assemblea non si dimostrava d’accordo con le richieste del re, rendendo inutili anche i tentativi dello haṣṣânum di influenzarne la decisione, rivelando un significativo livello di autonomia locale.

Durante il regno di Yaḫdun-Līm il regno di Mari controllava l’area fino ad Abattum e il regno di Yamḫad, con il suo centro ad Aleppo, che si estendeva fino alle sponde occidentali del fiume Eufrate nel tratto compreso tra Emar - formalmente autonoma, ma fortemente influenzata da Yamhad - ed il regno di Karkemiš67.

4.3. La grande ansa dell’Eufrate durante i regni di

Samsi-Addu e Yasmaḫ-Samsi-Addu.

Il regno di Yaḫdun-Līm a Mari si concluse circa intorno al 1801

66 Cf. AEMII.

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a.C., in circostanze non del tutto chiare68. Gli succedette il fratello Sumu-Yamam. Poco dopo Samsi-Addu conquistò Mari e ne affidò la reggenza al figlio Yasmaḫ-Addu.

Secondo le fonti il regno di Mari sotto l’autorità di Samsi-Addu mantenne la propria estensione almeno fino a Tuttul, come per le fasi precedenti. Diverse lettere indicano la presenza di governatori e di funzionari marioti ivi stanziati, come ad esempio ARM I: 18, ARM I: 73, ARM I: 162 e ARM V: 29.

Inoltre è possibile ipotizzare che che il regno Samsi-Addu si estendesse, anche più a nord lungo il corso del fiume Eufrate, oltre Tuttul. Ciò è suggerito dalla lettera discusso nel § 4.2, in cui Samsi-Addu suggeriva al figlio quale via prendere per attraversare con l’esercito la steppa siriana69. Il fatto che la rotta prescelta partisse da Abattum sembrerebbe intuire che la città si trovasse all’interno dell’area controllata da Samsi-Addu.

Infine, due ulteriori testi suggeriscono che anche la città di Emar si fosse trovata, almeno per un breve periodo, sotto la giurisdizione di Mari:

1) A.2560

Si tratta di una lettera di Sin-tiri, il governatore di Šubat-Samaš sul

68 Esiste un riferimento a Yaḫdun-Līm, in cui si afferma che egli venne sconfitto assieme ad una coalizione di dodici re da Samsi-Addu (Birot 1985: 225 e 23 1: S 24-23). Non si sa quando questo evento si fosse verificato a causa dello stato frammentario della Cronaca, ma è possibile che esso fosse legato alla morte di Yahdun-Lim.

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Balikh e probabilmente responsabile di tutta la regione tra il Balikh e l’Eufrate, che dice di aver inviato un messaggio al suo signore Yasmaḫ- Addu a Emar70.

“[...] Ho appena inviato un messaggero del mio signore il giorno in cui il mio signore è partito per Emar [...]”.