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L’ubicazione degli insediamenti nella regione della grande ansa dell’Eufrate nella prima metà del II millennio

STRUTTURA INSEDIATIVA

5.1. L’ubicazione degli insediamenti nella regione della grande ansa dell’Eufrate nella prima metà del II millennio

a.C.

La geografia naturale della regione della grande ansa eufratica condizionò la distribuzione insediativa; la maggioranza degli abitati del II millennio a.C. continuò a localizzarsi, come per le epoche precedenti5, sui terrazzi fluviali. La prossimità al fiume dei terrazzi consentiva da un lato lo sfruttamento delle risorse ripariali6, mentre la loro posizione elevata sulla piana alluvionale proteggeva i siti dalle piene fluviali stagionali o da altri eventi eccezionali di innalzamento delle acque. In particolare, lungo il corso dell’Eufrate a nord di Emar i siti individuati dalle indagini archeologiche si localizzavano per lo più sui terrazzi fluviali pleistocenici, in una posizione sopraelevata che sovrastava la golena da un’altezza solitamente compresa tra i 5 e i 20 m7.

Nonostante la natura dinamica dell’alluvio eufratico vi renda particolarmente rischiosi attività e insediamenti antropici8, la possibilità che fossero presenti siti nell’area golenale non è stata del tutto esclusa9. E’ stato infatti suggerito che la mancanza di deposito archeologico nella golena non fosse solo indice dell’assenza di attività antropica10, ma

5 Cooper 2006a: 52-53. 6 Cf. § 2. 7 Bunnens 2010: 8 Cf. §§ 2.2.1. e 2.2.2. 9 Bunnens 2010: 10 Wilkinson 1994.

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anche l’effetto dei processi morfologici di erosione11 e sedimentazione12 che avrebbero potuto obliterare eventuali tracce di insediamento antico nella golena fluviale13.

Per quanto la quantità di dati raccolti sia abbondante e frutto, in alcuni casi, di esplorazioni intensive, il quadro non è comunque esaustivo e non permette una ricostruzione puntuale del tessuto insediativo della regione nel Bronzo Medio. Infatti, è opportuno ricordare come i siti indagati furono scelti in base all’emergenza e alla necessità immediata del loro salvataggio dalle acque dei bacini di Tabqa e Tishrin14, ed è quindi probabile che alcuni di essi non siano stati individuati e che, di conseguenza, siano stati sommersi dall’Eufrate.

Inoltre, solo alcuni tratti lungo il corso dell’ Eufrate furono ricogniti, per di più attraverso metodologie di indagine varie e non uniformi per grado di sistematicità e di intensità.

Occorre infatti precisare che la ricognizione di superficie individua solo una frazione dei siti originariamente esistenti all’interno di una determinata area15. Le dimensioni di questa frazione, infatti, dipendono da diversi fattori concomitanti. Alcuni di essi sono quantificabili, come, ad esempio, l'intensità della ricognizione, oppure

11 Akkermans 1999.

12 Wilkinson 1994.

13 La maggior parte dei sedimenti golenali si sono accumulati in tempi piuttosto recenti (Wilkinson 2007: 31), pertanto risulta assai problematico identificare con sicurezza aree golenali riferibili all’età antica. A riguardo cf. § 2.2.2.

14 Cf. § 1.3.

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la visibilità del territorio, ed è talvolta possibile stimare l'impatto che essi possono avere sui risultati della ricognizione. Altri, invece, non sono misurabili o rimangono addirittura sconosciuti e introducono quindi un elemento di casualità nel processo di individuazione dei siti. Tale livello di imponderabilità nella ricognizione (definibile, in termini statistici e matematici, come stocastico) rende la distribuzione di siti rinvenuti un campione estratto casualmente dal complesso dei siti presenti16.

Con ciò si intende che, anche qualora fosse possibile applicare un'intensità massima di ricerca, vi sarebbero comunque siti che sfuggono alla localizzazione. Se infatti esistono siti che appaiono e scompaiono per dinamiche interne alla zona indagata (ad esempio a causa di fattori ambientali e stagionali come la presenza di vegetazione particolarmente rigogliosa, il livello delle acque, etc.), è evidente che in una sola ricognizione non è possibile rinvenire altro che i siti visibili in quel preciso momento (e a quella intensità)17.

Per quanto la maggioranza degli insediamento antichi del Vicino Oriente sia rappresentata da tell facilmente individuabili nel paesaggio, ricognizioni off-site non adeguatamente condotte o non condotte affatto possono compromettere eventuali ricostruzioni e proiezioni del tessuto insediativo regionale18. Ricognizioni sistematiche in sito, intra-sito e fuori sito nella regione della grande ansa dell’Eufrate, strumenti di indagine indispensabili per formulare con precisione ipotesi relative

16 Cambi e Terrenato 1994: 143-145.

17 Cambi e Terrenato 1994: 143.

18 A riguardo di problematiche e limiti relativi all’archeologia dei paesaggi del Vicino Oriente cf. Wilkinson 2003: 3-16, 33-38.

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all’entroterra rurale di ciascun sito e le gerarchie insediative locali, sono state condotte in maniera sistematica in soli due casi: all’interno del Tell es-Sweyhat Project e del Land of Carchemiš Project.

E’ infatti possibile osservare come la distribuzione dei siti del Bronzo Medio nella Fig. 5.1 sia tutt’altro che uniforme. Nell’area ricognita dal Land of Carchemiš (Syria) Project19 la concentrazione di siti è maggiore rispetto al resto della regione della grande ansa eufratica.

Analogamente, anche nell’insenatura sulla riva sinistra intorno al sito di Tell es-Sweyhat è presente un’alta concentrazione di siti di dimensioni inferiori a 1 ha, un pattern insediativo non riscontrato in altre aree all’interno della regione della grande ansa dell’Eufrate (Fig. 5.1). Sebbene le dimensioni e la naturale morfologia di quest’area abbiano senza dubbio favorito la crescita degli insediamenti in epoca antica, dobbiamo probabilmente attribuire l’alta concentrazione dei siti individuati nell’entroterra di Sweyhat all’intensità e la sistematicità delle indagini che vi sono state condotte20.

Talora, la scelta insediativa nella regione della grande ansa dell’Eufrate in epoca antica pare ricadere anche su posizioni facilmente difendibili e che sfruttano la morfologia del territorio a scopi difensivi.

19 Il Land of Carchemish Project (LCP) ha condotto dal 2006 al 2010 cinque campagne di ricognizione sistematica nella regione del triangolo del Sajur. L’area si è compresa tra l’Eufrate a oriente, il Sajur a meridione e il moderno confine siro-turco a settentrione (Peltenburg et al. 2012). Sfortunatamente, al momento, della ricerca sono stati editi solo dati preliminari.

20 Il Tell es-Sweyhat Project consisteva in un progetto di ricerca archeologica basata sullo scavo di Tell es-Sweyhat, sito localizzato sulla sponda orientale dell’Eufrate, 65 km ca a valle di Karkemiš, e sulla ricognizione sistematica del suo entroterra (Danti 1997 e 2009, Wilkinson 2004).

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Il sito di Tell el-Qiṭār, ad esempio, sorge su una gola particolarmente stretta lungo il corso del fiume21, in cima ad un’altura che si eleva 76 m al di sopra la golena fluviale, posizione che, probabilmente, permetteva un buon controllo della valle fluviale. A oriente el-Qiṭār era protetto dal corso dell’Eufrate, mentre il versante settentrionale del tell era particolarmente roccioso, scosceso e difficilmente scalabile22.