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La “seconda rivoluzione urbana” in Mesopotamia settentrionale e nella valle dell’Eufrate

28 ARM XXVI/2: 638

3.1. La “seconda rivoluzione urbana” in Mesopotamia settentrionale e nella valle dell’Eufrate

Attorno alla metà del III millennio a.C., dopo il declino del sistema di insediamenti costituitosi per impulso della cultura Uruk, si affermò in alta Mesopotamia una nuova fase di urbanizzazione con relativo incremento del trend insediativo, questa volta in modo più stabile e diffuso. Tale fenomeno è stato definito “seconda urbanizzazione” o “seconda rivoluzione urbana”.

In pochi secoli le società urbane complesse1 si diffusero in tutta l’area della Mesopotamia settentrionale concentrandosi soprattutto nella pianura della Jezirah, nelle valli fluviali, nella piana dello Jebel Sinjar in Iraq settentrionale - in siti come Tell Taya2 e Tell al-Hawa3 - , in

1 Le realtà antropiche culturali, economiche e politiche sviluppatesi attorno alla metà III millennio a.C. trovano definizione nell’espressione “società complesse”, ovvero di società caratterizzate da crescita demografica con notevole incremento della densità di popolazione, stratificazione sociale, organizzazione del lavoro e della produttività, tendenza all’urbanizzazione e alla creazione di gerarchie insediative sul territorio (Cf. Schwartz 2006: 17 nota 1). Le società complesse si distinguono, inoltre, per un’organizzazione politica complessa, burocratizzata e multilivello, con un sistema di governo a base urbana statale o proto-statale (Yoffee 2005).

2 Oates 1965: 62–68; Reade 1968; 1971; 1973; 1997.

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quella dell’Eufrate in Anatolia sudorientale - in siti come Titriş Höyük4 e Kazane Höyük 5 - in Siria settentrionale a Tell Chuera6 come sul Balikh a Hammam et-Turkman7, nel triangolo del Khabur in Siria nordorientale – nei siti di Tell Leilan8, Tell Mozan9, Tell Beydar10, Tell Brak11, Tell Hamoukar12, in Siria occidentale a Ebla13, Hama14 – e lungo il corso dell’Eufrate siriano in siti come Jerablus Tahtani15, Tell Ahmar16, Halawa17, Tell Banat18, Tell Sweyhat19, Tell Hadidi20, Selenkahiye21 e Tell Bi’a22. 4 Algaze 1999. 5 Creekmore 2008: 115-132. 6 Novák 1995: 173–182. 7 Van Loon 1988. 8 Weiss 1983. 9 Buccellati e Kelly-Buccellati 1988: 58–65. 10 Lebeau e Suleiman 2008. 11 Oates et al. 2001. 12 Ur 2011. 13 Milano 1995: 1219–1230. 14 Fugmann 1958.

15 Peltenburg et al. 1995; Peltenburg 1999.

16 Woolley e Barnett 1952; Roobaert e Bunnens 1999.

17 Orthmann 1989.

18 Porter, McClellan 1998; Porter 2002a.

19 Holland 1976; Danti e Zettler 1998; Zettler 1997.

20 Dornemann 1979.

21 Van Loon 2001.

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Fiorirono, di fatto, insediamenti di varie dimensioni, costituiti da centri minori, maggiori e, talvolta, da capitali regionali, che andarono organizzandosi in sistemi gerarchicamente ordinati e creando importanti reti economiche e politiche. Si tratta di centri urbani dotati di strutture quali edifici di interesse ed uso pubblico, complessi templari e sistemi difensivi, spesso caratterizzati da impianti urbani in cui è stato possibile rintracciare tentativi di pianificazione urbana e dall’impiego della scrittura, che palesava la presenza di forme complesse di apparato amministrativo e burocratico23.

Nel medesimo periodo anche l’area della grande ansa dell’Eufrate sperimentò un notevole impulso alla diffusione dell’insediamento e allo sviluppo di società urbane complesse, con caratteristiche peculiari e proprie della regione (Fig. 3.1).

I siti del tratto settentrionale dell’Eufrate non raggiunsero le dimensione di quelli coevi della Mesopotamia Settentrionale, come quelli nella Jezirah settentrionale dell’Iraq, come Tell Taya, e della Siria nordorientale, come Tell Leilan24 e Tell Hamoukar25.

Le dimensioni dei siti erano inoltre vincolate al potenziale produttivo primario dei territori attorno agli insediamenti e alla quantità di surplus e di altri prodotti essenziali che l’entroterra poteva generare per supportare il fabbisogno della popolazione “urbanizzata”26. A differenza della Mesopotamia meridionale e di alcune zone della Jezirah

23 Cooper 2006a.

24 Wilkinson 1994: Tavola 2.

25 Ur 2011.

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della Mesopotamia settentrionale, la valle dell’Eufrate costituiva una regione marginale dal punto di vista della produzione primaria agricola. La pratica dell’agricoltura seccagna era spesso condizionata negativamente da precipitazioni insufficienti che non consentivano la produzione di surplus necessario a sostenere una costante crescita demografica27.

Inoltre le possibilità di espansione topografica dei siti sono determinate anche dalla morfologia e dalla geografia della valle fluviale della grande ansa del fiume Eufrate. Di fatto, lo spazio fisico realmente sfruttabile per l’antropizzazione (sia quello legato alla produttività agricola sia utilizzabile per l’insediamento) nella regione è limitato e frammentato, circoscritto a poche aree golenali e ai terrazzi fluviali, fattore che avrebbe contenuto la crescita e l’espansione di entità politiche di grandi dimensioni28.

Le società complesse (di tipo urbano) fecero la loro comparsa nella valle fluviale nella seconda metà del III millennio a.C., quando si innescò un processo di rapido popolamento che culminò nello sviluppo di insediamenti, anche di notevoli dimensioni (in ogni caso mai superiori ai 50 ha29), talvolta cirocondati da sistemi di villaggi gerarchicamente organizzati tra loro30.

Lungo l’Eufrate sorsero siti di varia grandezza, in una regione in

27 Cf. § 2.4.

28 Wilkinson 1994: 503-505.

29 Cooper 2006a: 50, Tav. 3.1.

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cui l’antropizzazione, attestata a partire dal periodo natufiano31, era particolarmente favorita da adeguate condizioni ambientali ed ecologiche, da fattori quali la possibilità di praticare diverse strategie di sussistenza, tra cui principalmente il pastoralismo su larga scala, e l’agricoltura, attività integrate dalla pratica della caccia e della pesca.

Inoltre, la regione occupò una posizione nevralgica nella rete delle comunicazioni e dei commerci antichi, ponendosi come interfaccia naturale, e quindi importante via di comunicazione e di interazioni culturali, tra il Levante e il bacino del Mediterraneo orientale a occidente, il mondo anatolico a settentrione, la bassa Mesopotamia, l’Iran e il Golfo Persico a oriente e meridione32.

Questa fase è anche caratterizzata dalla comparsa di importanti opere pubbliche, quali, ad esempio, i sistemi difensivi attorno ad alcuni siti nella regione della grande ansa. Tali opere divennero un tratto tendenzialmente comune agli insediamenti lungo l’Eufrate nel corso del III millennio a.C., forse perché esposti al rischio di incursioni di gruppi pastorali dalle aree di steppa, come si osserva a Habuba Kabira, le cui mura sono databili al primo secolo del III millennio a.C.

Strutture difensive sono state inoltre rinvenute nei siti lungo il tratto turco dell’Eufrate come Kurban Höyük e Titriş Höyük e lungo il tratto siriano del fiume Jerablus Tahtani33, Halawa34, Tell es-Sweyhat35,

31 Akkermans e Schwartz 2003.

32 Algaze 1999: 536–537; Copeland e Moore 1985: 69.

33 Peltenburg et al. 2000: 60-73.

34 Orthmann 1989: 87–88.

104 Tell Banat36, Munbaqa37 e Selenkahiye38.

La realizzazione di opere di interesse pubblico, quali le fortificazioni, suggeriscono l’esistenza di una forma di organizzazione del lavoro e di gestione delle risorse umane da parte, probabilmente, di un organismo centrale, che potevano essere periodicamente tolte da attività di produzione primaria per essere impiegate nella costruzione e la manutenzione delle linee difensive39.

Anche la pianificazione dello spazio interno agli insediamenti del Bronzo Antico della regione è indice di coordinazione, controllo e organizzazione della comunità, come è dimostrato dalla disposizione dei quartieri abitativi a Tell Habuba Kabirae Tell Halawa40, dove le case datate al Bronzo Antico furono costruite secondo un allineamento ordinato dentro le mura cittadine.

Questi modelli sono ricorrenti, così come la standardizzazione delle planimetrie domestiche. Anche a Titriş Höyük, nell’Anatolia sud-orientale, ad esempio sono state messe in luce due abitazioni in cui è evidente un tentativo di pianificazione architettonica41. Siti come il Tell

36 McClellan 1999: 535–572.

37 Werner 1998.

38 Van Loon 2001: 3.51, 3.86, 3.89 e Fig. 3.18.

39 Cooper 2006a: 69.

40 Orthmann 1989: 89; Pfälzner 2001: 127.

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A di Halawa42, Tell Hadidi43, Tell es-Sweyhat44 e Selenkahiye45 erano caratterizzati da lunghe strade, alcune che si intersecavano ad angolo retto e da blocchi di abitazioni ben allineati all’interno del tessuto urbano. Questo livello di regolarità nella realizzazione dei quartieri residenziali suggerisce la presenza di una qualche forma di organismo centrale che avesse capacità di pianificazione, mobilitazione e organizzazione della forza lavoro46.

3.2. La crisi tra III e II millennio: collasso e ripresa, elementi