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2.4.1. Clima moderno

La Siria si colloca all’interno di una zona di transizione della cosiddetta regione sub-tropicale a clima caldo102: il clima da mediterraneo sulla costa diviene, procedendo verso oriente e verso l’interno, continentale desertico103, ed è fortemente condizionato da determinati modelli metereologici e fattori topografici104. Durante l’estate un’area di bassa pressione sulla penisola arabica attira correnti d’aria dall’interno dell’Asia verso nordest, le quali, un volta sopra Cipro, sono soggette a eventi di subsidenza atmosferica che le convoglia in una precisa direzione, raggiungendo la Siria da sud-ovest105. Il carico di umidità contenuto in esse è minimo così da eliminare, quasi totalmente,

101 Middleton e Thomas 1992: 42; per i dettagli del processo di degrado della flora steppica cf. Wirth 1971: fig.23, 130-134.

102 Wirth 1971: 90.

103 de Vaumas 1956: 67-68; Kerbé 1987: 366; Wirth 1971: 104. E’un clima caratterizzato da estati con forti escursioni termiche nell'arco della giornata e alti tassi di evaporazione dell'umidità atmosferica.

104 Glossario dinamico per l’Ambiente ed il Paesaggio - Revisione marzo 2012. ISPRA-CATAP, 201; IPCC Fourth Assessment Report: Climate Change 2007.

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la possibilità di precipitazioni durante i mesi estivi; tale fenomeno viene incentivato anche dall’azione, del tutto simile, dei venti provenienti da Anatolia e Iran106. Parallelamente alla diminuzione ed alla scomparsa, nei mesi più caldi, delle precipitazioni piovose si assiste ad un aumento sostanziale delle temperature ed a un inevitabile incremento dell’evostraspirazione107. In inverno la circolazione dell’aria è dominata dalla formazione di zone di alta pressione in Asia centrale, e, talvolta, da ottobre a maggio, da cicloni carichi di umidità provenienti dall’Atlantico e dal Mediterraneo che giungono fino in Siria108: ciò determina, in linea di massima, inverni tendenzialmente umidi, con temperature medie comprese tra i 6° e gli 8° C, e con precipitazioni concentrate particolarmente nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio109.

Nella grande ansa del fiume Eufrate il clima è tendenzialmente più temperato rispetto a quello dei plateau della Jezirah e della Shamiya che la circondano: è relativamente più umido durante tutte le stagioni dell’anno, a parità di latitudine le medie minime invernali sono di qualche grado C° più alte rispetto alle località delle regioni confinanti, mentre d’estate le medie massime appaiono di qualche grado inferiore110. Ciò si traduce in inverni più miti ed estati meno aride

106 Traboulsi 2004: 233; Saaroni et al. 2010: 1014–1025.

107 Wirth 1971: 92; Si confontino le Figg. 3-4 (Wirth 1971) con le medie della decade 1989-1999 delle stazioni della regione. Per i dati che interessano nello specifico la regione della valle dell’Eufrate cf. Figg. 3-9 (Wirth 1971).

108 Fisher 1978: 48.

109 Haude 1963: 282; Wirth 1971: 80.

110 cf. I dati da Faoclim 2000 e Icarda; Pochi gradi, ma trattandosi di medie a lungo termine costituiscono una variante comunque significativa se osservata nell’impatto sulle attività umane dell’area.

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rispetto alle località dell’interno siriano e di quelle della Shamiya lontane dagli effetti mitiganti della costa mediterranea.

L’analisi delle precipitazioni si basa sui dati pluviometrici raccolti dalle stazioni metereologiche di Birecik in Turchia, e di Jerablus, Membej, El Khafseh, Bailaneh e Raqqa in Siria, nella decade compresa tra 1989 – 1999 (Figg. 2.6 e 2.7)111, e nella regione le piogge tendono a concentrarsi nei mesi di gennaio e febbraio. La comparazione dei dati relativi alle precipitazioni annuali e intrannuali dalle stazioni selezionate nell’area della grande ansa eufratica suggerisce una certa differenza tra le località più settentrionali e quelle meridionali, evidenziando una progressiva diminuzione delle precipitazioni tra la stazione posta più a settentrione e quella più meridionale. Inoltre l’osservazione delle variazioni interannuali all’interno di un preciso intervallo temporale permette di identificare cicli annuali di siccità112; durante questi cicli (come ad esempio quella nell’intervallo 1958-1960, ed in quelli 1983-84 e 1986-87, periodi in cui le piogge andarono concentrandosi nei mesi di aprile e maggio, anziché cadere tra dicembre e febbraio)113, l’isoieta dei 200 mm può spostarsi notevolmente verso nord; com’è ovvio dalle piogge, e soprattutto dalla loro regolarità, dipende il successo dei raccolti.

La regione della grande ansa del fiume Eufrate attraversa diverse

111 Dati generati attraverso FAOCLIM e FAOClim-NET. (http://geonetwork3.fao.org/climpag/agroclimdb_en.php); figg. 2.5 e 2.6.

112 Osservazioni a lungo termine di piovosità e temperature sembrano indicare che gli anni asciutti ricorrono in gruppi (Wirth 1971: 97).

62 zone di precipitazioni (Fig. 2.4)114:

1. 400 – 600 mm. La parte più settentrionale dell’area, a cavallo tra il territorio turco e quello siriano, tra la città di Birecik e Jarābulus, riceve 400 – 600 mm di pioggia annui; precipitazioni comprese tra i 350 e i 600 mm e mai inferiori ai 300 nei cicli di siccità: grano, legumi (piselli e lenticchie), frutta, verdura e colture\campi estivi non irrigati115.

2. 350 mm: coincide grossomodo con la confluenza tra l’affluente Sajur ed Eufrate.

3. 300 mm - 250 mm: fascia piuttosto ampia tuttavia in annate secche con precipitazioni al di sotto della media l’isoieta può spostarsi verso nord; ciò implica che l’area può venire a trovarsi al di fuori della fascia in cui è possibile praticare l’agricoltura seccagna116.

4. 200 mm: L’area a sud di Meskene si trova entro i limiti

114 Dati da MAAR/GCSAR – 2006; Wilkinson 2004: 42 - 44.

115 Zone di Coltivazione definite da Wachholtz 1996; in termini ecologici di economia agricola la Siria settentrionale può essere suddivisa in 5 zone come segue (Cocks et al. 1988; Jones 1993: fig.3.): queste zone sono associate con colture cerealicole che declinano significatamente da nord a sud.

116 Wilkinson pone il limite della pratica dell'agricoltura seccagna nell'età del Bronzo tra i siti di Selenkahiye e Meskene (Wilkinson 2004: fig. 3.1 e 39). Ci troviamo in un'area al limite, in cui anni di siccità avrebbero minato seriamente la possibilità di ottenere un raccolto tramite agricoltura seccagna.

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dell’isoieta dei 200 mm: quest’ultima viene considerata dagli agronomi come la frontiera estrema per la pratica dell’agricoltura seccagna – la dry farm belt – al di sotto della quale diviene necessario integrare qualsiasi attività agricola con irrigazione artificiale117. E’ area al limite in cui la pratica di agricoltura non irrigua rappresenta una scelta fortemente a rischio.

2.4.2. Paleoclima e le problematiche della ricostruzione