2.2. L’ambiente fisico della valle del medio Eufrate
2.2.1. Idrologia superficiale
L’ Eufrate nasce nell’Armenia turca dalla confluenza di due fiumi, il Karasu (lungo 450 km, detto Eufrate occidentale) e il Muradsu (di 650 km di lunghezza e detto Eufrate orientale). Il Karasu proviene dagli altopiani armeni in territorio turco a nord di Erzurum, mentre il Muradsu proviene dall'area sud-occidentale del Monte Ararat, a nord del lago di Van6. Procede attraverso l’Anatolia con una andamento decisamente meandrico ed è soggetto a cattura fluviale7, fenomeno geomorfologico il cui risultato è l’aumento della portata del corso d’acqua stesso e l’incremento della sua forza erosiva che ha determinato, nel corso superiore, la formazione di gole e canyon8, caratterizzati topograficamente da habitat talvolta diversi e separato dall'ambiente circostante, dove tendono ad aumentare le biodiversità9.
6 Birot e Dresch 1956: 280.
7 Margueron 1999: 484.
8 Huntington 1902: 304-305.
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Il regime dell’Eufrate è nivo-pluviale10: esso riceve gran parte dell’apporto idrico dallo scioglimento delle nevi invernali del massiccio del Tauro, in Anatolia e ciò gli conferisce un distinto regime di piena e di secca11. Prima della creazione degli sbarramenti lungo il suo corso12 - che ne hanno fortemente regolamentato il regime13 - il picco massimo di piena veniva raggiunto tra la fine di marzo (più a monte) e la fine di maggio (più a valle). A settembre la portata d’acqua era al minimo ed il fiume – per lo meno nel suo corso medio - tendeva ad essere in secca. Tra ottobre e novembre, una volta diminuita l’evaporazione dovuta alle alte temperature estive ed iniziate le piogge autunnali, il livello delle acque vedeva un modesto innalzamento. Precipitazioni più intense da dicembre in poi, portavano ad un ulteriore aumento del suo livello e solitamente i picchi di piena, più o meno rilevanti a seconda dell’intensità e delle frequenza delle piogge, si manifestavano maggiormente tra gennaio e febbraio. Grazie all’apporto fornito dallo scioglimento delle nevi il livello delle acque continuava a crescere costantemente fino a raggiungere il picco massimo nel mese di aprile; il livello restava alto fino a maggio per poi declinare progressivamente col sopraggiungere delle torride temperature estive14.
A titolo esemplificativo: a Birecik, in territorio turco a circa 85 km
10 Wirth 1971: 109-111; Geyer 1985: 30.
11 Ionides 1937.
12 Nel tratto qui posto in esame si tratta delle dighe di Karkemiš, Tishrin e Tabqa.
13 Bourgey 1974: 344-345.
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dal confine siriano, la portata dell’Eufrate variava da un minimo ad agosto - settembre di circa 150-300 m3/s ad un massimo di 3400 – 4400 m3/s in marzo – aprile; ciò indica una media compresa tra 484 e 1356 m3/s, con una media annuale assoluta di 856 m3/s. Tra Jerâblus e Meskene la portata massima si aggirava attorno ai 3400-3600 m3/s, mentre a Der-ez-Zor il picco di piena viene raggiunto a Maggio inoltrato e si attestava attorno ai 3000-2000 m3/s15.
La peculiarità del regime dell’Eufrate ha determinato particolari strategie antropiche di sussistenza e d’insediamento: a differenza di molti regimi fluviali, dove le piene coincidono con il periodo di crescita del raccolto - in cui l’apporto di elementi nutritivi per il suolo risulta essere fattore assai positivo - l’Eufrate raggiunge il picco di piena durante la fase di maturazione dei cereali, quando, di norma, ormai essi non necessitano di acqua e di altri apporti non recando alcun beneficio, ma solo danni16.
Le inondazioni, verificandosi proprio a ridosso del periodo di maturazione dei cereali ormai pronti per la mietitura, sono particolarmente dannose per i raccolti. Inevitabilmente ciò rende rischiosa la pratica dell’agricoltura nella golena e, di conseguenza, la maggior parte dei raccolti veniva preferibilmente coltivata sulle terrazze fluviali che si elevano diversi metri al di sopra della golena, al sicuro dalle piene stagionali17.
Durante le inondazioni l’alveo maggiore viene abbondantemente
15 Geyer 1985: 24.
16 Beaumont 1996.
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sommerso e le acque ricoprono non solo la golena, ma anche una parte più o meno ampia delle terrazze più basse. Gli anni di piene eccezionali avrebbero avuto effetti disastrosi per eventuali insediamenti nella golena, come confermato da indagini geomorfologiche condotte intorno al sito di Jerâblus Tahtani, dove una serie di eventi anomali e di piene verificatesi intorno alla fine del III millennio a.C. non solo devastarono i campi agricoli attorno tutto il sito, ma furono probabilmente responsabili dell’abbandono dell’insediamento18.
I rischi di piene eccezionali erano reali e non infrequenti19: dati relativamente recenti, riferibili a tali eventi, si registrarono, ad esempio, negli anni 1954 e 1967, nei quali vennero raggiunti picchi notevoli: nel 1954, a monte di Meskene, la media minima ad aprile fu di 3422 m3/s quella massima di 7000 m3/s e con un picco massimo giornaliero di 9 410 m3/s20 ed un valore medio di 5679 m3/s; nel mese di maggio del 1967 si verificò in Siria una piena catastrofica, in cui si registrò il picco massimo mai raggiunto dall’Eufrate di 8500 m3/s, con una media giornaliera di aprile e maggio di 5000 m3/s21.
Durante il regime di secca, a settembre, la portata d’acqua è al minimo, e il livello delle acque vede un modesto aumento tra ottobre e novembre, quando l’evaporazione dovuta alle alte temperature estive diminuisce ed iniziano le piogge autunnali di circa 150-300 m3/s.
Nell’area della presente ricerca l’Eufrate ha tre affluenti principali:
18 Wilkinson 2007: 31.
19 Sanlaville 1985: 24.
20 Besançon e Salanville 1981: 6.
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il modesto Sajur sulla riva destra a sud di Jerâblus, il Balikh e il Khabur sulla riva sinistra; l’apporto idrico dato dagli affluenti locali, wadi dal regime torrentizio, è ininfluente22.
2.2.1.1. La navigazione sull’Eufrate in epoca mariota.
La navigabilità eufratica dipendeva soprattutto da due fattori: i regimi di piena e di secca, e la morfologia particolare della valle, in particolare nel tratto della grande ansa. In alcuni tratti dell’Eufrate essa risultava essere particolarmente ostica a causa della morfologia del terreno e della presenza di numerosi meandri23.
La navigazione controcorrente risultava particolarmente difficile a causa della tortuosità del corso fluviale e della sua portata idrica, che, in molti tratti, rendeva quasi impossibile risalire il fiume con metodi di navigazione tradizionale. Alcuni testi dagli archivi di Mari attestano comunque tale pratica24, che avveniva tramite l’alaggio con buoi (maturrû), possibile però solo in alcuni brevi tratti della valle.
Nel testo ARM XXVI: 18, ad esempio, relativo al trasporto per via fluviale di un alûm (un ex-voto regale) da Mari ad Aleppo per un festività sacra25, Asqudum26 comunica a Zimri-Līm che, da Tuttul verso
22 Zarin 1997: 287–290.
23 Cf. § 2.2.2; Sanlaville 1985; cf. § 2.2.1; Wilkinson 2004: 20.
24 Durand 1988: 124.
25 Durand 1988: n. 3.
26 Asqudum apparteneva ad un ristretto gruppo di funzionari palatini presso la corte di Zimri-Līm a Mari. I testi ci informano sul suo titolo ufficiale, quello di indovino, sebbene egli svolgesse anche funzioni di intendente (Charpin 1985: 453-462; Durand 1988: 70-80). Cf. §4.2.
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Emar, non è stato possibile “trainare le barche”27.
Inoltre, far trainare una o più imbarcazioni controcorrente, dove possibile, doveva risultare particolarmente oneroso. A riguardo, esiste un testo dagli archivi marioti in cui Ṣidqum-Lanāsi si esprime negativamente riguardo la navigazione controcorrente. Afferma che il valore di un’imbarcazione, una volta terminato il viaggio a valle, è soltanto quello del legno con cui è stata costruita, se rivendibile28.
La tecnica dell’alaggio, inoltre, è forse da escludere lungo il tratto d’Eufrate nella grande ansa, a causa della meandricità del corso fluviale, la presenza di gole e canyon e l’andamento fortemente irregolare del terreno29, tutti fattori che potevano pregiudicare il traino dalla riva. Pertanto, il trasporto lungo il fiume doveva avvenire, per lo più, da nord verso sud30.
Nonostante nella grande ansa dell’Eufrate la navigabilità fluviale possa, talvolta, essere problematica, stando alle fonti, essa era comunque ampiamente praticata.
2.2.2. Golena.
Precedentemente ai lavori di sbarramento, di cui si è già avuto modo di parlare, la golena del fiume Eufrate nell’area della grande ansa era caratterizzata da una morfologia particolarmente dinamica. Essa comprendeva un canale principale di scorrimento del fiume -
27 ARM XXVI: 18, 11. [A.2493+M.7S0S+M.9097+M.14439].