È ancora nell’anno accademico di 1989-90 che, appena conclusa la laurea di Teologia in Portogallo, José Tolentino Mendonça lascia Lisbona per Roma per frequentare il Pontificio Istituto Biblico, «un centro di alti studi della sacra Scrittura nella città di Roma per promuovere il più efficacemente possibile la dottrina biblica e tutti gli studi connessi secondo lo spirito della Chiesa cattolica.»88
Istallato nel palazzo Muti Papazzurri, nel rione Trevi (Piazza della Pilotta 33), il Pontificio Istituto è organizzato in due facoltà, di cui la Biblica è stata frequentata da Tolentino. La sua formazione triennale gli ha permesso di approfondire campi come la filologia (greco, ebraico biblico, aramaico biblico, lingua orientale), isagogia (archeologia-geografia biblica, storia dell’Antico e del Nuovo Testamento, critica testuale, ermeneutica) e l’esegesi teologica (introduzione, teologia e esegesi dell’Antico e del Nuovo Testamento).
Di tale erudizione biblica acquisita al Pontificio Istituto Biblico, ci sarà, naturalmente, un’eco importante e ricorrente nella poesia tolentiniana - come conferma questo componimento pubblicato nel primo libro uscito dopo il soggiorno romano, Longe não sabia89:
Acende a lâmpada junto da janela esta casa deve avistar-se
na distância dos campos Todas as noites buscam abrigo viandantes
atravessam o atalho das rosas e adormecem
nos quartos que dão para nascente Assim Melitão assomou
por um inverno
quando os hereges de Sardes
88 Lettera apostolica Vinea electa di Pio X in http://www.biblico.it/index.html (ultima visualizzazione 14.05.2015). 89 «Accende la luce vicino alla finestra / questa casa si deve avvistare / nella distanza dei campi // Tutte le notte cercano
rifugio / viaggiatori / attraversano il sentiero delle rose / e si addormentano / nelle camere girate a levante // Così Melitone è comparso / in un inverno / quando gli eretici di Sardi / pensavano di ucciderlo // Leggendo i suoi manoscritti / mentre lui dormiva / ho imparato, segretamente, dottrine / riguardo al canone / delle Sacre Scritture // Quando è partito ho rifiutato cortesemente / la sua donazione in monete / e ho fornito indicazioni valide / su locande e strade // Certamente avrà trovato strana / tanta bontà dalla parte mia / ma non l’ho voluto lasciare / senza la giusta retribuzione // Anni dopo / leggendo gli Atti dei un Concilio di Frigia / estratti alla bisaccia / di un teologo affaticato / ho saputo che Melitone difendeva anch’egli / insegnamenti dichiarati / oggi prescritti // Ho imparato allora che si deve aspettare / ansiosamente / il prossimo viaggiatore»: “O próximo viandante” in J.T. Mendonça, Longe cit., pp. 28-29.
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haviam planeado dar-lhe a morte Lendo os seus manuscritos enquanto ele dormia
aprendi, em segredo, doutrinas acerca do cânone
das Escrituras Santas
Quando partiu recusei cortesmente a sua dádiva em moedas
e forneci indicações válidas sobre hospedarias e estradas Certamente terá estranhado tanta bondade da minha parte mas não o quis deixar sem honesta retribuição Anos depois
lendo as Atas de um Concílio da Frigia extraídas ao alforge
de um teólogo fatigado
soube que Melitão defendia ele também ensinamentos declarados
agora prescritos
Aprendi então que se deve esperar ansiosamente
pelo próximo viandante
La convocazione della figura di Melitone, padre apologeta e martire del II secolo, vescovo della città di Sardi, in Lidia, rivela lo studio che Tolentino ha fatto in quegli anni dei padri della chiesa primitiva. Attribuita a Melitone una lunga esegesi del capitolo XII del libro dell'Esodo e il paragone tra l'Antico e il Nuovo Testamento attraverso estratti della Legge e dei Profeti che predicono Cristo e il cristianesimo. In questa poesia, Tolentino ci presenta Melitone come un viaggiatore casuale della cui saggezza l’ospite s’appropria segretamente durante il suo sonno: insegnamenti “ora prescritti” eppure sempre preziosi.
Nel 1992, Tolentino conclude la laurea canonica in Scienze Bibliche con una tesi che riflette sulla presenza del corpo e della sessualità nel testo biblico, concludendo i suoi studi universitari cum
Laude. Su questa ricerca sarà pubblicato il suo secondo libro, nel 1994 con il titolo "As Estratégias
do Desejo"90.
90J.T. Mendonça, As estratégias do desejo: um discurso bíblico sobre a sexualidade, Lisboa, Cotovia, 1994. Ai due saggi
53 I.III.II Ordine sacerdotale
Truman Capote diz que estamos sempre sós debaixo dos céus com aquilo que amamos. Um grande amor provoca uma grande solidão. O amor é mesmo isso, é estarmos diante daquilo que amamos na nossa nudez. É o território do despojamento radical perante o outro. Nesse sentido, a condição de padre, como a condição de marido ou de quem vive outro grande amor, é de uma desejada solidão. Mas, ao mesmo tempo, como padre, sou uma obra dos outros, vivo numa relação permanente com eles, numa comunidade que marca a minha vida. Realizo-me nessa espécie de tráfego quotidiano que me aproxima e reenvia continuamente para os outros. (...)
Era a disponibilidade para viver uma história em que Deus é um centro e nos estimula. Lia as passagens da Bíblia e sentia que aquela história continuava a fazer sentido. A realização da minha vida também passava por dar corpo, à minha maneira e neste tempo, àquelas histórias, à possibilidade de vida que elas guardam.91
Dopo gli anni del seminario e la formazione intellettuale in teologia, José Tolentino Mendonça è pronto a dare il passo, ad affrontare la “desiderata solitudine” davanti al grande amore che rappresenta per lui mettersi al servizio degli altri come prete.
Il 28 luglio 1990, nella cattedrale dell'Assunzione di Maria Vergine, sede della diocesi di Funchal, Tolentino riceve l’ordine sacerdotale da Don Teodoro de Faria (1930) suo vescovo titolare dal 1982. L’ordine è uno dei sette sacramenti del cattolicesimo che conferisce il potere e la grazia di esercitare le funzioni e i ministeri ecclesiastici che si riferiscono al culto di Dio92. Dall’imposizione delle mani e dalle parole del vescovo, un battezzato diventa sacerdote con il potere di perdonare i peccati, conferire gli altri sacramenti e far diventare il pane e il vino in Corpo e Sangue di Cristo.
Momento centrale nella sua vita, Tolentino parla in questi termini della sua vocazione religiosa:
Sinto-me pai. Sinto que exerço a paternidade. É interessante, nos primeiros anos da ordenação fazia-me impressão que as pessoas me chamassem padre. Talvez tenha sido a minha geração que viveu assim a entrada no ministério. Pedia às pessoas que me tratassem pelo nome, e
91 «Truman Capote dice che siamo sempre da soli sotto i cieli con quello che amiamo. Un grande amore provoca una
grande solitudine. L’amore è proprio quello, è stare davanti a quel che amiamo nella nostra nudità. È il territorio dello spogliamento radicale davanti all’altro. In tale senso, la condizione del prete, come la condizione del marito o di chi vive un’altro grande amore, è di una desiderata solitudine. Ma, allo stesso tempo, come prete, sono un’opera degli altri, vivo in un rapporto permanente con loro, in una comunità che segna la mia vita. Mi realizzo in questa specie di traffico quotidiano che mi avvicina e invia continuamente verso gli altri. (...) Era la disponibilità di vivere una storia in cui Dio è il centro e ci stimola. Leggevo i brani della Bibbia e sentivo che quella storia aveva ancora un senso. Nella realizzazione della mia vita c’entrava anche dare corpo, a mio modo e in questo tempo, a quelle storie, alla possibilità di vita che racchiudono.» C. Carvalho, A crise vai recentrar-nos, “Diário de Notícias”, 28 novembre 2012.
92 Codex Iuris Canonici, liber IV - De Ecclesiae munere sanctificandi, titulus VI - De Ordine - Can. 1008n — Sacramento
ordinis ex divina institutione inter christifideles quidam, charactere indelebili quo signantur, constituuntur sacri ministri, qui nempe consecrantur et deputantur ut, pro suo quisque gradu, novo et peculiari titulo Dei populo inserviant. Can. 1009 — § 1. Ordines sunt episcopatus, presbyteratus et diaconatus. § 2. Conferuntur manuum impositione et precatione consecratoria, quam pro singulis gradibus libri liturgici praescribunt. Qui constituti sunt in ordine episcopatus aut presbyteratus missionem et facultatem agendi in persona Christi Capitis accipiunt, diaconi vero vim populo Dei serviendi in diaconia liturgiae, verbi et caritatis.
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continua a haver muitas pessoas que me tratam pelo nome. Mas quando me chamam padre isso não é indiferente. Quando me chamam padre associo imediatamente a pai. Sou padre há 23 anos. Essa dimensão da minha vida também se cumpriu, mesmo não tendo nenhum filho biológico.93