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I.IX Progressione intellettuale, professionale e sociale

I.IX.III Attività accademica e pastorale

Dal 2004 José Tolentino Mendonça comincia a collaborare con la Sociedade Bíblica de Portugal – un’associazione cristiana interconfessionale che ha come obiettivo promuovere un’ampia ed efficace distribuzione delle Sacre Scritture, come si legge nel suo motto “Levando a Bíblia às pessoas, trazendo as pessoas à Bíblia”230. Stabilita in Portogallo nel 1835 e riconosciuta dal Governo

come entità collettiva di utilità pubblica nel 1996, ha festeggiato, dieci anni dopo, il 325.º anniversario della prima edizione del Nuovo Testamento tradotto in portoghese (1681).

Tali celebrazioni si sono fatte intorno alla figura dal primo traduttore, João Ferreira Annes d'Almeida (1628-1691)231, hanno incluso una mostra e alcune pubblicazioni, tra le quali gli otto

volumi di A Bíblia Ilustrada, doppia edizione curata dalle editrici Assírio & Alvim e Círculo de Leitores. Il testo originale di Almeida è stato fissato da José Tolentino Mendonça e l’opera monumentale è stata corredata da illustrazioni originali di Ilda David’. In Portogallo è diventato un fenomeno bibliografico:

As sucessivas edições, correções e atualizações ortográficas (em Portugal e no Brasil) tinham, entretanto, transformado a original Bíblia d’Almeida (que continua a ser publicada pela editora Sociedade Bíblica Portuguesa). A tradução original era já uma referência por vezes vaga.

José Tolentino Mendonça, biblista, conferiu então as sucessivas edições e fixou-lhe o texto. Tal como no trabalho de Almeida, deixou-o despojado de notas (o protestantismo recusou, até recentemente, os comentários em rodapé, em consequência da livre interpretação do texto). Também não o povoou de títulos de capítulos que já induzem o leitor no tipo de aproximação que se faz ao texto. E deixou-o com a indicação (tradicional até há pouco tempo) de

229 «Come mai esistono le storie? Come mai resistono all’ineluttabile manto dell’oblio? Qual è il loro potere? Come mai

ci attraggono, come mai ritorniamo a loro, anche quando secoli si sono sommati ad altri secoli, e il mondo che le ha generate ci sembra enigmatico, segreto, lontano? Quale transito ci porta così sospesi: soltanto un commercio di artificio, che le fragili storie mettono in scena, o l’impalpabile traffico, ma presente, della verità stessa? Come mai Gesù ha raccontato storie? Come mai le raccontiamo noi per dire Gesù?» J.T. Mendonça, A Construção cit., p.235.

230 “Portando la Bibbia alle persone, portando le persone alla Bibbia”.

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acrescentar ao título dos livros iniciais agora apresentados no volume I (Génesis, Êxodo, Levítico) "O primeiro/ segundo/ terceiro livro de Moisés".

Finalmente, Ilda David’ releu o texto e deixou-se conduzir: viajou entre a criação e o Éden, entre o deserto e a sarça ardente, entre o exílio e a regulamentação da vida comunitária, entre a promessa e a liberdade. O fogo, os anjos, as sombras, a luz ou as trevas, assomam aqui como um novo texto que a ilustradora vai desenhando, em paralelo ao da palavra. “As imagens não fixam, interpretam”, escreve Tolentino Mendonça, e tornam-se mesmo uma outra hermenêutica.232

Riguardo all’edizione tolentiniana della cosiddetta “Bibbia d’Almeida” ne hanno parlato anche le voci autorizzate di importanti intellettuali portoghesi, invariabilmente complimentose nei confronti dell’iniziativa e soprattutto dell’accurato lavoro di revisione e fissazione del testo operato da Tolentino. Poco dopo l’inizio della pubblicazione degli otto volumi, scrive João Bénard da Costa, con lo spirito che lo contraddistingueva, sulla sua cronaca nel giornale Público:

A Assírio & Alvim editou no passado Outubro a primeira versão moderna da tradução da Bíblia de Annes d’Almeida, num texto magnificamente revisto pelo padre Tolentino Mendonça. Por enquanto, só saíram dois volumes (do Génesis ao Livro dos Juízes), mas leio uma Bíblia em magnífico português, coisa que em vida minha nunca me acontecera. Para quem tem, como Barbey d"Aurévilly tinha e como eu tenho (perdoe-se-me a colossal imodéstia), o gosto pelas analogias, o português de João Ferreira Annes de Almeida (pelo menos tal como o padre Tolentino Mendonça o fixou) está para a nossa língua como Rubens está para a cor e como a “suavidade correggiana do nome de Mozart está para o sopro de éter que se evola da Flauta Mágica”. Estou a citar Un Prêtre Marié, coisa que o convertido Annes também foi.233

Nella prefazione di questa opera, Tolentino commenta uno degli eteronimi di Fernando Pessoa, il futurista Álvaro de Campos, che, nella sua poesia del 20 dicembre 1934, dal titolo “Ali não

232 «Le successive edizioni, correzioni e aggiornamenti ortografici (in Portogallo e nel Brasile) avevano, nel frattempo,

trasformato l’originale Bibbia d’Almeida (che continua ad essere pubblicata dalla editrice Società Biblica Portoghese). La traduzione originale era ormai un riferimento vago. José Tolentino Mendonça, biblista, ha controllato le successive edizioni e ha fissato il testo. Così come nel lavoro di Almeida, l’ha lasciata spoglie di note (il protestantesimo ha rifiutato, fino a poco fa, i commenti a piè di pagina, in conseguenza della libera interpretazione del testo). Non l’ha nemmeno popolata di titoli di capitoli, che inducono il lettore nel tipo di approccio al testo. E l’ha lasciata con l’indicazione (tradizionale, fino a poco tempo fa) di aggiungere al titolo dei libri iniziali ora presentati nel I volume (Genesi, Esodo, Levitico) «Il primo / secondo / terzo libro di Mosè». Finalmente, Ilda David’ ha riletto il testo e si è lasciata condurre: ha viaggiato tra la creazione e l’Eden, tra il deserto e il rovo ardente, tra l’esilio e la regolamentazione della vita comunitaria, tra la promessa e la libertà. Il fuoco, gli angeli, le ombre, la luce o le tenebre, compaiono come un nuovo testo che l’illustratrice disegna in parallelo alla parola. «Le immagini non fissano, interpretano» scrive Tolentino Mendonça, e diventano proprio un’altra ermeneutica.» A. Marujo, A Bíblia de Ferreira d’Almeida é a obra em português mais

publicada, “Ípsilon”, 6 maggio 2006. Cf. anche A. Marujo, A Bíblia, a arte e as culpas do pecado original, “Público”, 24

ottobre 2009.

233 «Assírio & Alvim ha pubblicato nell’ottobre scorso la prima versione moderna della traduzione della Bibbia di Annes

d’Almeida, in un testo magnificamente rivisto da padre Tolentino Mendonça. Per ora, sono usciti soltanto due volumi (dalla Genesi al Libro dei Giudici), ma leggo una Bibbia in magnifico portoghese, cosa che in vita mia non mi era mai successo. Per chi ha, come Barbey d’Aurévilly aveva ed io ho (mi si scusi la colossale immodestia) il gusto per le analogie, il portoghese di João Ferreira Annes de Almeida (almeno come il padre Tolentino Mendonça lo ha fissato) sta per la nostra lingua come Rubens sta per il colore e come la «soavità correggiana del nome di Mozart sta per il fiato dell’etere che si vaporizza dal Flauto Magico». Sto citando Un Prêtre Marié, cosa che il converso Annes è stato pure.» J. Bénard da Costa, O dicionário do estendimento, “Público”, 11 febbraio 2007.

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havia electricidade”, aveva scritto sulla Bibbia d’Almeida: “Ali não havia electricidade. / Por isso foi à luz de uma vela mortiça / Que li, inserto na cama, / O que estava à mão para ler — / A Bíblia, em português (coisa curiosa!), feita para protestantes (...)”234:

O que talvez Fernando Pessoa não soubesse é quanto a sua adjetivação, «coisa curiosa», era apropriada ao objeto que tinha diante de si. Pois nenhuma outra obra lite-rária, vertida ou criada em português, haveria de chegar ao presente envolta em tamanho enigma: por um lado, os seus mais de 60 milhões de exemplares vendidos colocam-na num plano sem paralelo entre nós; por outro, esse feito é obtido numa completa clandes-tinidade cultural, longe do reconhecimento e do prestígio que lhe são devidos. O seu tra-dutor, João Ferreira Annes d'Almeida, praticamente um desconhecido, é, no entanto, um dos nomes cimeiros da língua portuguesa e um clássico de excelência. Estamos perante um verdadeiro caso!235

L’attività di José Tolentino Mendonça presso la Società Biblica procede fino ad oggi, con sempre più risonanza. A titolo di esempio, si ricordi che nel giugno del 2010, in occasione del bicentenario della prima distribuzione di Bibbie in Portogallo, lui farà parte della delegazione della

Sociedade - che integrava rappresentanti delle principali confessioni cristiane in Portogallo - ricevuta

ufficialmente dal Presidente della Repubblica portoghese, Aníbal Cavaco Silva236.

In parallelo, prosegue la sua attività didattica presso la Facoltà di Teologia, integrando il corpo docente a partire dall’anno accademico 2004-2005 come professore incaricato, assicurando l’insegnamento di unità curriculari nell’ambito del Nuovo Testamento: Scritti Paolini, Vangeli Sinottici e Nuovo Testamento II. Ha avuto anche corsi di Scritti Giovannei, Atti ed Epistole Cattoliche e Nuovo Testamento I, mantenendo la collaborazione nell’insegnamento di Estetica e Teologia. Questi incarichi lo portano ad associarsi alla Commissione scientifica dell’Università Cattolica Portoghese.

La vocazione pedagogica di Tolentino era già stata, però, attestata, da diverse esperienze in questo ambito: tra il 1996 e il 1999 è stato Assistente di ruolo delle discipline di Ebraico e Scritti Paolini nella Facoltà di Teologia e tra il 1995 e il 1999, presso la Facoltà di Economia e Gestione della stessa Università Cattolica Portoghese ha insegnato Cristianesimo e Cultura. Prima ancora, ha

234 “Li non c’era la luce. / Perciò è stato alla luce di una candela debole / Che ho letto, dentro al letto, / Ciò che avevo a

portata di mano da leggere — / La Bibbia in portoghese (cosa curiosa!), fatta per protestanti (...)” in F. Pessoa, Poesias

de Álvaro de Campos, Lisboa, Ática, 1944, p. 69.

235 «Quello che forse Fernando Pessoa non sapeva era quanto la sua aggettivazione, «cosa curiosa», era appropriata

all’oggetto che aveva davanti a se. Poiché nessun’altra opera letteraria, tradotta o creata in portoghese, sarebbe arrivata al presente coinvolta in così grande enigma: da una parte, i suoi più di 60 milioni di esemplari venduti la collocano in un piano senza parallelo tra di noi; tale fatto è ottenuto in una completa clandestinità culturale, lontana dal riconoscimento e dal prestigio che gli son dovuti. Il suo traduttore, João Ferreira Annes d'Almeida, quasi uno sconosciuto è, tuttavia, uno dei più alti nomi della lingua portoghese e un classico per eccellenza. Stiamo davanti un vero caso!» J.T. Mendonça,

Apresentação in Bíblia ilustrada, Lisboa, Assírio & Alvim, 2006-2007.

236Presidente da República recebe delegação da Sociedade Bíblica, “Ecclesia”, 22 giugno 2010 in

http://www.agencia.ecclesia.pt/noticias/nacional/presidente-da-republica-recebe-delegacao-da-sociedade-biblica/ (ultima visualizzazione 23.02.2015).

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insegnato presso il Seminario Diocesano di Funchal Pentateuco e Storia e Geografia del Popolo Biblico e presso il Corso di Scienze Religiose (Funchal), Antico e Nuovo Testamento, tra il 1992 e il 1994.

Interrogato sulla sua attività didattica, risponde in questi termini a Maria Leonor Nunes, in un intervista per il Jornal de Letras:

Para mim o trabalho de professor é das coisas mais extraordinárias. Realizo-me muito a dar aulas, a acompanhar os estudantes. É um tempo de grande criatividade. Não imaginaria a minha vida sem uma componente forte de ensino. Ser professor é uma vocação. E sinto que é também a minha.237

E aggiunge:

A universidade é um laboratório fascinante, de vida, de conhecimento, um lugar de recuperação permanente da memória, porque o conhecimento tem raízes milenares, mas também de formação e de antecipação do futuro. E hoje com o grande desafio de ligar a universidade a nível internacional e ao mundo do trabalho. É fascinante poder acompanhar tudo isso de perto. A Universidade Católica é, por outro lado, a única nacional, não está apenas em Lisboa, mas no Porto, em Braga e Viseu. E isso dá um conhecimento do país, que tem sido de um grande enriquecimento pessoal, neste tempo de colaboração com a reitoria. Conhecer a fundo as aspirações, as formas de ser, os problemas e dificuldades, mas também o que de extraordinariamente positivo está a ser feito, nos vários lados, tem sido uma experiência muito rica.238

Tra il 2006 e il 2008, riflettendo quella che è una sua sensibilità e preoccupazione costante, ha il modo di riproporre la sua visione dell’interazione tra le arti e la spiritualità, accettando l’incarico di professore invitato pressa la Scuola Superiore di Teatro e Cinema dell’Istituto Politecnico di Lisbona, dove tiene un Seminario di drammaturgia dei testi sacri. La scuola, erede del vecchio Conservatorio nazionale e affermata a livello nazionale e internazionale nei suoi ambiti, sarà senz’altro per Tolentino un laboratorio importante per quanto riguarda il teatro, le cui esperienze, dopo Perdoar Helena, continuano e si allargano.

237 «Per me, il lavoro come professore è una delle cose più straordinarie. Mi realizzo molto facendo lezioni,

accompagnando gli studenti. È un tempo di grande creatività. Non sarei capace di immaginare la mia vita senza una componente forte di insegnamento. Essere professore è una vocazione. E sento essere anche la mia.» M.L. Nunes, art.cit.

238 «L’università è un laboratorio affascinante, di vita, di conoscenza, un luogo di recupero permanente della memoria,

perché la conoscenza ha radici millenarie, ma anche di formazione e anticipo del futuro. E oggi con la grande sfida di collegare le università a livello internazionale e al mondo del lavoro. È affascinante poter accompagnare tutto ciò da vicino. L’Università Cattolica è, a sua volta, l’unica nazionale, che non ha sede soltanto a Lisbona, ma anche a Porto, Braga e Viseu. E questo ci da una conoscenza del paese che è di una grande ricchezza personale, in questo tempo di collaborazione con il Rettorato. Conoscere a fondo le aspirazioni le forme di essere, i problemi e le difficoltà, ma anche ciò che di straordinariamente positivo si fa in questo momento, nei vari luoghi, è un’esperienza molto ricca.» Ibidem.

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Si citi, ad esempio, la messa in scena da parte dell’attore e regista John Romão (n.1984)239,

uno dei protagonisti di Perdoar Helena, dello spettacolo A direcção do sangue a partire da testi di Tolentino, una co-produzione Murmuriu e Teatro da Garagem, patrocinata dal Comune di Almada e dalla Fundazione Calouste Gulbenkian240. È stata presentata tra il 19 e il 30 marzo 2008 al Teatro Taborda di Lisbona, integrata nella prima edizione del ciclo “Try Better Fail Better” di giovani creatori. Tolentino racconta l’esperienza:

Um destes dias, o John Romão escreveu-me a pedir para utilizar, no teatro, o título de um poema meu, A direcção do sangue. Eu não lhe disse nada, mas fiquei arrepiado, pois no meio de tantos versos, de tantas palavras, ele, mesmo sem saber (e este “sem saber” é, talvez, o que mais perturba), isolou uma frase que não é minha, mas que eu tinha ido buscar a Shakespeare. É como se as palavras conservassem uma espécie de voz de sangue, um clamor recôndito, uma herança ou uma perda que incessantemente procuram os seus. Ao teatro aquilo que pertence ao teatro, portanto.

Na biografia que escreveu sobre Shakespeare, o poeta Vítor Hugo começa por falar dele desta maneira: «E Shakespeare quem é? Quase se poderia responder: a Terra». O teatro é quase tudo. Tudo é do teatro.241

14. A direcção do sangue, regia John Romão. Lisbona, Teatro Taborda, 19-30 marzo 2008.

Il componimento “A direcção do Sangue” appartiene alla terza e ultima sezione del volume

De igual para igual (2001) dal titolo “Un’ombra, un chiarore” - curiosamente, uno dei due poemi

della sezione che Tolentino non riporta nell’antologia A noite abre os meus olhos:

239 John Romão è diventato negli ultimi anni un importante divulgatore di Pier Paolo Pasolini in Portogallo. Un anno dopo

aver approcciato il suo universo attraverso Cada Sopro, di Benedict Andrews, ha messo in scena Teorema (Teatro Municipal São Luiz, 27- 28.11.2014) e Porcile/Pocilga (Culturgest, 15-17.01.2015).

240 Cf. http://johnromao.blogspot.it/2008/02/direco-do-sangue-criao-de-teatro.html (ultima visualizzazione 24.02.2105). 241 «Uno di questi giorni, John Romão mi ha scritto chiedendomi di utilizzare, in teatro, il titolo di una mia poesia, “A

direcção do sangue”. Io non gli ho detto nulla, ma rimasi agghiacciato, perché in mezzo a tanti versi, tante parole, lui, senza saperlo (e questo “senza saperlo” è, forse, ciò che mi turba di più), ha isolato una frase che non è mia, ma che avevo preso da Shakespeare. È come se le parole conservassero una specie di voce di sangue, un clamore recondito, un’eredità o una perdita che incessantemente cercano i suoi. Al teatro ciò che appartiene al teatro, dunque. Nella biografia che ha scritto su Shakespeare, il poeta Vitor Hugo comincia parlando di lui in questo modo: «E Shakespeare, chi è? Quasi si potrebbe rispondere: la Terra». Il teatro è quasi tutto. Tutto è del teatro.» Ibidem.

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Quando se viaja sozinho pelas imagens que perduram

as evocações ganham um modo tão real A mancha ténue dos arbustos

indica o caminho para o regresso que nunca há

o mar ficou de repente perto sobre esta praia travámos lutas para as quais só muito depois encontramos um motivo

era à pedrada que nos defendíamos do riso mais inocente

ou de um amor

Mas aquilo que nunca esquecemos deixa de pertencer-nos e nem notamos Estamos sós com a noite

para salvar um coração242

Da segnalare anche che durante dieci anni, tra il 2004 e il 2014, José Tolentino Mendonça ha assunto l’incarico di direttore della rivista “Didaskalia”, la pubblicazione annuale della Facoltà di Teologia dell’Università Cattolica Portoghese. Destinata a fomentare la ricerca scientifica della Facoltà e a divulgare i suoi risultati, è stata iniziata nel 1971 e si presenta in due fascicoli, di cerca 230 pagina ognuno, con collaborazioni di esperti di diversi centri universitari, portoghesi e stranieri.

Tolentino ne ha contribuito spesso con inediti già dal 2003, anno in cui pubblica “O espaço como categoria Cristológica em Lc 7, 36-50” (“Didaskalia”, XXXIII, 2003, pp.121-137). Seguono “Identidade e Enigma: a interação dos personagens na secção galilaica de Lucas” (Ibidem, XXXV, 2005, pp.175-200); “A Construção de Jesus: uma leitura narrativa de Lc, 36-50” (Ibidem, XXXVI, 2006, pp.85 – 93); “As declinações do Amor. Uma curiosidade do Texto Lucano” (Ibidem, XXXVII, 2007, pp.107-114); “O acto de ler como acto de justiça” (Ibidem, XLI,1, 2011, pp. 257-269) e “The reactivation of Paul: a critical dialogue on Giorgio Agamben” (Ibidem, XLI, 2, 2011, pp. 53-63); “O que resta de Deus” (Ibidem, XLII, 1-2, 20013, pp. 285-294).

Sarà durante la sua direzione che, nel 2006, la più antica rivista teologica portoghese ancora in pubblicazione subirà un necessario rinnovamento, di cui parla il giornalista Nuno Rosário Fernandes:

242 «Quando si viaggia da soli / per le immagini che perdurano / le evocazioni guadagnano un modo così reale / La macchia

tenue degli arbusti / indica la strada del ritorno / che non c’è mai / il mare rimase subitamente vicino / su questa spiaggia facevamo lotte / per le quali solo molto dopo / abbiamo trovato una ragione / era a sassate che ci difendevamo / del riso più innocente / o di un amore // Ma quello che non dimentichiamo mai / smette di appartenerci e neanche ci rendiamo conto // Siamo da soli con la notte / per salvare un cuore» in J.T. Mendonça, De igual cit., p.50.

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A Faculdade de Teologia, em Lisboa, da Universidade Católica Portuguesa, publicou um novo fascículo da Revista «Didaskalia», agora com uma nova imagem gráfica e com definição de conteúdos actualizada. Segundo o Pe. José Tolentino Mendonça, o director desta publicação que já dura há cerca de três décadas e meia (1971), a Revista «Didaskalia» foi assistindo a muitas alterações exteriores: “A Faculdade cresceu em tamanho e em configuração. Surgiram no seu seio outras Revistas teológicas. O próprio paradigma da investigação e da publicação científicas reivindica ajustamentos. A circulação nacional e internacional sugere novos requisitos”, escreve na Nota Editorial. Neste sentido, foram revistos os Estatutos da Revista, redefinindo, assim, o núcleo programático “desta nova etapa”, com o objectivo de “fomentar e difundir a investigação científica operada no domínio da Teologia”, privilegiando a “abertura à percepção interdisciplinar”, a “atenção aos processos contextuais e orgânicos da Cultura”, e um “acompanhamento da produção científica que se efectua em outros países”. Este primeiro fascículo da Didaskalia, agora «de cara lavada», e com cerca de 270 páginas é dedicado à Teologia escrita por dez teólogos portugueses, entre os quais se encontram, Luisa Almendra, José Tolentino Mendonça, Isidro Lamelas, José Manuel Cordeiro, e Domingos Terra. Para além destes, são publicados artigos de outros teólogos estrangeiros.243

Nel 2004 è nominato Direttore del Secretariado Nacional da Pastoral da Cultura, una delle dieci segreterie nazionali della Conferência Episcopal Portuguesa244, di carattere tecnico e esecutivo, sotto la supervisione di una Commissione episcopale245 - in questo caso, la Comissão Episcopal da Cultura, Bens Culturais e Comunicações Sociais. Al termine del suo mandato, dieci anni passati dalla sua assunzione, José Tolentino Mendonça e il suo operato sono ricordati dal suo successore nel posto, José Carlos Seabra Pereira, nel testo che pubblica il 18 novembre 2014, dal titolo “Em louvor de Tolentino Mendonça (ou o exemplo de uma poética da espiritualidade)”246:

Durante anos decisivos da sua existência ao serviço da Igreja e da cultura em Portugal, o Secretariado Nacional da Pastoral da Cultura (SNPC) foi orientado e movido pelo Padre José

243 «La Facoltà di Teologia, a Lisbona, dell’Università Cattolica Portoghese, ha pubblicato un nuovo fascicolo della rivista

“Didaskalia”, ora con una nuova immagine grafica e con definizione di contenuti aggiornata. Secondo Padre José

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