Aos 16 anos não sabia nada. Só sabia que amava o Herberto Helder.49
Nel 1981 Tolentino “comincia a leggere” e a interessarsi alla poesia di Herberto Helder:
46 «C’era una disponibilità, anche se non si può pensare che un bambino possa avere già la sua vita decisa. C’era tale
disponibilità per intraprendere un cammino dove la dimensione spirituale fosse strutturante.» Grande Entrevista: José
Tolentino Mendonça, “Estante”, 10 aprile 2014.
47 «È stata una notizia molto brutta. L’hanno ricevuta con molta cautela ed una certa opposizione, Ma c’è stata la
verificazione, dopo, nel tempo, di una certa coerenza in questa mia disponibilità. Non si trattava soltanto di un capriccio adolescenziale. Penso che si sono riconciliati (con questa scelta) quando ero già all’università per studiare Teologia qui a Lisbona e hanno capito che era un progetto coerente e che corrispondeva in effetti alla mia volontà di forma molto libera e matura.» Ibidem.
48 «I libri sono arrivati più tardi, nell’adolescenza, quando sono entrato nel seminario, e di un tratto abitavo in una casa
con una biblioteca assolutamente straordinaria, con libri che ricoprivano i muri, libri di generi molto diversi. Nel seminario, ad esempio, c’era l’embrione di un museo di storia naturale. C’erano libri di Storia, di Geologia e poi tutti i libri di Filosofia. Era come abitare in un mondo ammirevole. I libri che ho letto, che leggo, danno un senso alla mia vita.»
Ibidem.
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Tinha 16 quando o comecei a ler (a Herberto Helder). Foi uma grande descoberta. Foi como se pudesse ouvir a música do mundo. Sentir que todas as coisas estavam vivas. Um lado orgânico do real. E aqueles advérbios que nele dão mais do que qualquer adjetivo50.
Nato a Madeira, come Tolentino, Herberto Helder (1930-2015) è considerato uno dei più originali poeti viventi di espressione portoghese, intorno a cui si è generata una certa aura di mistero, dato che ha sempre rifiutato i premi e declinato le interviste. La sua scrittura, all’inizio influenzata da un surrealismo tardivo, evolve in un sperimentalismo che lo porta a organizzare nel 1964 insieme ad António Aragão il primo quaderno antologico di poesia sperimentale. Photomaton & Vox (1979) è il suo undicesimo volume, una raccolta di saggi e testi, tra i quali alcune poesie.
Tra questi testi, con il titolo “(ramificações autobiográficas)” il seguente testo:
Ao princípio era uma ilha. Em seguida o conhecimento de tudo: infância e adolescência. Depois venho por sobre as águas, caminhando em cima das águas sem me afundar. Chego a Lisboa. Portugal é um mapa: vou daqui para ali; não gosto. E a Espanha, a França, a Bélgica, a Holanda. E a Inglaterra? Dizem que sim, que Londres. Ora, ora. Vai-se ver, e a Europa já não está. (...)51
Da questo primissimo contatto poetico, nasce “A infância de Herberto Helder”, uno dei primi
componimenti di Tolentino:
Lembro-me de a certa altura, quando esse poema foi escrito – e foi de facto um dos primeiros poemas que escrevi –, ter sido muito importante para mim a leitura de Photomanton & Vox. Recordo-me perfeitamente de andar pela montanha, sozinho, na ravina, pendurado numa pedra, deitado entre as ervas a ler esse texto, a sublinhar. Esse livro foi sem dúvida uma obra seminal em mim. (...) Foi nessa altura (que escrevi «A infância de Herberto Helder»). E mais do que buscar o Herberto Helder como patrono, foi a consciência, já então, de que o verdadeiro encontro connosco próprios é um encontro não direto. Tal como não se pode ver a Deus face a face também não nos podemos ver a nós próprios face a face. (...) Nenhum de nós viu o seu rosto. Vemo-lo num espelho mas o rosto, de forma direta, é uma coisa que nos está vedado ver52.
50 «Avevo 16 anni quando l’ho cominciato a leggere (Herberto Helder). È stata una grande scoperta. È stato come se io
potessi ascoltare la musica del mondo. Sentire che tutte le cose erano vive. Un lato organico del reale. E quegli avverbi che in lui sono più di qualsiasi aggettivo.» Ibidem.
51 «In principio era un’isola. Di seguito la conoscenza di tutto: infanzia e adolescenza. Dopo vengo sulle acque,
camminando sulle acque senza affondare. Arrivo a Lisbona. Il Portogallo è una mappa: vado da qui a lì; non mi piace. E la Spagna, la Francia, il Belgio, l’Olanda. E l’Inghilterra? Dicono di si, di Londra. Via, via. Ci si mette a guardare, e l’Europa non c’è più. (...)»: “(ramificazioni autobiografiche)” in H. Helder, Photomaton & Vox, Lisboa, Assírio & Alvim, 1979, p.27.
52 «Mi ricordo che a un certo punto, quando questo poema è stato scritto - ed è stato, in effetti, uno dei primi poemi che
ho scritto - la lettura di Photomanton & Vox risultò essere molto importante per me. Ricordo perfettamente di camminare nella montagna, do solo, nella scogliera, appeso ad una roccia, sdraiato tra le erbe a leggere quel testo, a sottolinearlo. Questo libro è stato senz’altro un’opera seminale per me. (...) È stata in quell’epoca (che ho scritto «A infância de Herberto Helder»). E più che cercare Herberto Helder come patrono, è stata la coscienza, già allora, che il vero incontro con noi stessi è un incontro non diretto. Tale come non si può vedere Dio faccia a faccia, non possiamo anche vedere noi stessi
35 Tre anni più tardi, Tolentino aggiunge:
Na infância dos outros, na efabulação dessa vida que julgamos existir nos outros, tocamos a verdade da nossa vida. Esse poema é sobre a minha infância. Uma infância que podia ter sido a de Herberto Helder. Também no contexto insular. A dele, a vida numa pequena cidade, o Funchal.53
La poesia inizia con una citazione quasi letterale del testo di Herberto Helder: No princípio
era a ilha / Ao princípio era uma ilha. È interessante, però, verificare l’importanza del significato
della variazione operata da Tolentino, con il cambiamento dall’articolo indefinito al definito. Per il nostro poeta non si tratta di un’isola qualsiasi, ma dell’isola. E tutto lo sviluppo del testo si distanzia dalle “ramificazioni autobiografiche”, nel dilungarsi sull’infanzia e su come la realtà appariva al bambino che in quel principio abitava l’isola - mentre per Herberto Helder questo spazio-tempo è velocemente accennato prima di seguire il suo viaggio. Ecco il testo:
No princípio era a ilha embora se diga o Espírito de Deus abraçava as águas Nesse tempo estendia-me na terra para olhar as estrelas e não pensava
que esses corpos de fogo pudessem ser perigosos Nesse tempo
marcava a latitude das estrelas ordenando berlindes
sobre a erva
Não sabia que todo o poema é um tumulto
que pode abalar
a ordem do universo agora acredito
Eu era quase um anjo e escrevia relatórios precisos
faccia a faccia. (...) Nessuno di noi ha visto il suo stesso volto. Lo guardiamo allo specchio, ma il volto, in modo diretto, è un qualcosa che ci è vietato vedere.» C. Vaz Marques, art.cit.
53 «Nell’infanzia degli altri, nell’affabulazione della vita che pensiamo esistere negli altri, tocchiamo la verità della nostra
vita. Questo poema è sulla mia infanzia. Un’infanzia che avrebbe potuto essere quella di Herberto Helder. anch’essa in contesto isolano. La sua, la vita in una piccola città, Funchal.» A. Mota Ribeiro, art. cit.
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acerca do silêncio Nesse tempo ainda era possível encontrar Deus pelos baldios Isso foi antes
de aprender a álgebra54
Tolentino spiega i suoi versi in questi termini55:
«No princípio era a ilha». Foi ali o meu princípio biográfico e o meu princípio como poeta. Nasci ali e ali comecei a escrever. São duas marcas, duas etapas que determinam um tempo arquetípico. O meu arché foi aquele lugar. (...)
Mas o verso “No princípio era a ilha” é embebido da palavra divina. Era a meditação sobre a palavra, uma ruminação, uma apropriação. Era um corpo a corpo com a palavra e com a poesia. (...)
Esse primeiro poema fala de coisas que fazia na infância. Deitar-me na terra para olhar as estrelas. Ordenar berlindes sobre a erva. Andar pelos baldios. Essa dimensão dos espaços...(...) Não era panteísta, que engraçado. Era o esplendor do mundo. A infância expande os espaços. Se calhar há um sentido religioso em tudo isto, mas não o vivia assim.
Tolentino non conosceva allora il poeta Herberto Helder e i due non si sono mai frequentati. Gli bastava l’incontro con le sue parole, avvenuto in quella prima gioventù:
Já me encontrei com ele (Herberto Helder). Mas não temos uma relação. Tenho a veneração que a maioria de nós tem por ele. É quanto baste.56
Penso que há muitas formas de encontro. Compreendê-las ajuda-nos a fazer caminho.57
Per concludere è interessante sottolineare quanto, a livello biografico, su questo punto, Tolentino si avvicini a Pasolini: la prima gioventù profondamente marcata dal contatto con la natura
54 «In principio era l’isola / sebbene si dica / lo Spirito di Dio / abbracciava le acque // In quel tempo / mi sdraiavo sulla
terra / per guardare le stelle / e non pensavo / che quei corpi di fuoco / potessero essere pericolosi // In quel tempo / segnavo la latitudine delle stelle / ordinando biglie / sull’erba // Non sapevo / che la poesia / è un tumulto / che può scuotere / l’ordine dell’universo / lo so // Ero quasi un angelo / e scrivevo resoconti / precisi / sul silenzio // In quel tempo / era ancora possibile / incontrare Dio / per gli ermi // Questo fu prima / di apprendere l’algebra» J.T. Mendonça, La notte cit., pp. 7 e 9.
55 «”In principio era l’Isola”. È stato lì il mio principio biografico e il mio principio come poeta. Sono nato lì e lì ho
iniziato a scrivere. Sono due marchi, due tappe che determinano un tempo archetipico. Il mio arché è stato quel luogo. (...) Ma il verso “No princípio era a ilha” è imbevuto dalla parola divina. Era la meditazione sulla parola, una ruminazione, un’appropriazione. Era un corpo a corpo con la parola e con la poesia. (...) Quel primo poema parla di cose che facevo nell’infanzia. Sdraiarmi per terra per guardare le stelle. Ordinare le palline di vetro sull’erba. Camminare per i terreni abbandonati. Tale dimensione degli spazi... (...) Non era panteista, che divertente. Era lo splendore del mondo. L’infanzia espande gli spazi. Forse c’è un senso religioso in tutto ciò, ma io non lo vivevo così.» A. Mota Ribeiro, art. cit.
56 «Mi sono già visto con lui (Herberto Helder). Ma non abbiamo un rapporto. Ho la venerazione che la maggioranza di
noi ha per lui. È quanto basta.» Ibidem.
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e con l’isolamento periferico - il Friuli pasoliniano e la Madeira tolentiniana. Dei molteplici rimandi alla natura che si confonde con le origini biografiche, ci occuperemo in modo più dettagliato in capitolo specifico.
Havia uma noite, na minha adolescência, em que se acendiam fogos pelas encostas. Lembro- me de um grito que descia pelas levadas, aos tropeções, e entrava, de noite, com os rapazes, pelo mar dentro. Esse grito continha, e isso poderá parecer tão estranho ao mundo moderno, o nome da terra.58
I.I.VIII Lisbona
Nel 1982, José Tolentino Mendonça parte da Funchal, dal Seminario Maggiore della Madonna di Fatima, per arrivare a Lisbona - dove si iscrive al corso di laurea in Teologia presso la Facoltà di Teologia dell’Università Cattolica Portoghese, che concluderà nel 1989.
Non ci sono notizie di questi anni decisivi per la formazione dell’individuo, in quella età misteriosa e estremamente plastica che costituisce il passaggio tra l’adolescenza e l’età adulta. È facile, però, indovinare quanto siano stati importanti nell’ampliamento della cultura e delle nuove esperienze di vita che una città come Lisbona deve aver aperto al poeta.
A Lisbona, Tolentino si avvicina all’opera di tre dei maggiori nomi della poesia contemporanea portoghese - Ruy Belo (1933-1978), Eugénio de Andrade (1923-2005) e Sophia de Mello Breyner Andresen (1919-2004) - e, sempre in questo periodo, compare la poesia di Pier Paolo Pasolini.
Tive a sorte de receber a grande literatura — ela sabia um romance medieval — através da voz humana, através do embalo da minha avó. Um encantamento. Depois [esse encantamento] aconteceu na poesia do Herberto Helder. E em poéticas como a de Ruy Belo, Eugénio de Andrade, Sophia de Mello Breyner, o Pasolini traduzido pelo Manuel Simões. Fui encontrando um carácter — como dizer? — polifónico dentro de um mundo encantado. Era como se estivesse dentro de um instrumento musical cósmico que aquelas vozes me traziam59.
58 «C’era una notte, nella mia adolescenza, in cui si accendevano fuochi nei pendii. Mi ricordo di un urlo che scendeva
dai canali, inciampando, ed entrava, di notte, con i ragazzi, mare addentro. Tale urlo conteneva, e ciò potrà sembrare tanto strano al mondo moderno, il nome della terra.» J. Ribeiro, art. cit.
59 «Ho avuto la fortuna di ricevere la grande letteratura - lei conosceva un romanzo medievale - attraverso la voce umana,
attraverso il cullare della mia nonna. Un incantamento. Dopo (tale incantamento) è successo con la poesia di Herberto Helder. E in poetiche come quella di Ruy Belo, Eugénio de Andrade, Sophia de Mello Breyner, Pasolini tradotto da Manuel Simões. Ho trovato un carattere - come dire? - polifonico dentro un mondo incantato. Come se io stesse dentro ad uno strumento musicale cosmico che quelle voce mi portavano.» A. Mota Ribeiro, art. cit.
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Il libro a cui si riferisce, Pasolini, Poeta60 è stato pubblicato a Lisbona nel 1978, a cura di
Manuel Simões (1933), poeta, critico letterario, saggista e professore di Lingua e Letteratura Portoghese alla Università di Venezia “Cà Foscari” – a cui ci riferiremo più ampiamente nel capitolo seguente61.
Questi sono anni che coincidono con diverse traduzioni di Pasolini in Portogallo62 e di varie manifestazioni che hanno segnalato la ricorrenza del decimo anniversario sulla morte di Pasolini, promosse dalla Fondazione Calouste Gulbenkian a Lisbona - di cui parleremo approfonditamente più avanti.
Sono certamente questi gli anni della scoperta di Pasolini dalla parte di Tolentino, che ha ricordato - nel corso di una conversazione privata - aver letto e ritagliato da una rivista “delle sorelle” i primi componimenti di Pasolini.
Nello stesso periodo, Tolentino pubblica per la prima volta alcune sue poesie nel DN Jovem, un supplemento settimanale del quotidiano di Lisbona Diário de Notícias (uscito tra 1983 e il 2007), indirizzato ad un pubblico tra i 18 e i 24 anni, la cui iniziale intenzione di creare uno spazio per la vocazione giornalistica dei giovani presto si tramutò in una collaborazione artistica - poesia, narrativa, fotografia e disegno - diventando un vero laboratorio per alcuni di quelli che sono diventati i grandi nomi della cultura portoghese contemporanea63.
Interrogato sull’effetto della prima apparizione pubblica, Tolentino risponde:
Para uma pessoa tímida como eu é sempre uma mistura de sentimentos: sem dúvida uma alegria, um sentido de responsabilidade, mas também uma vontade muito grande de que aquilo não seja verdade. (...) O desconforto mantém-se, no sentido em que quando me pedem para dar um autógrafo ou quando me dizem que leram os meus poemas fico sempre muito atrapalhado. Não sei o que dizer, não sei bem o que fazer, como reagir. Evidentemente que gosto de publicar e é uma situação de serenidade para mim, mas uma coisa é o confronto com o livro, outra coisa é a relação que a publicação do livro desperta ou de certa forma impõe. Prefiro sempre fazer de conta que o livro não é meu.64
60 M. Simões (a cura di), Pasolini, Poeta, Lisboa , Plátano Editora, 1978.
61 Vissuto in Italia dal 1971 fino alla età della pensione, è stato redattore della rivista “Rassegna Iberistica” e collaboratore
di diverse riviste letterarie portoghesi. Ha tradotto, oltre a Pasolini, Eugenio Montale, Tiziano Rossi e Salvatore Quasimodo.
62 Ad esempio: M. Serras Pereira, Empirismo Herege, Lisboa, Assírio & Alvim, 1982; I. Saint-Aubyn, As Últimas
Palavras de um Ímpio, Lisboa, Distri, 1985 e J. Silva Melo, Amado Mio, Precedido de Actos Impuros, Lisboa, Difel,
1986.
63 «Espaço de partilha e intervenção artística, o caderno destacável promoveu tertúlias, recitais, conversas com
personalidades da cultura, participações em salões de artes visuais, concursos e provas desportivas, viagens de confraternização e uma antologia com 71 textos, editada em 1990.» H. de Sousa Freitas, DN Jovem, Uma existência entre o Papel e a Net, “JJ”, gennaio-marzo 2008.
64 «Per una persona timida come io è sempre una mischia di sentimenti: senza dubbio una gioia, un senso di responsabilità
ma anche una voglia molto grande che quello non sia vero. (...) Lo sconforto si mantiene, nel senso che quando mi chiedono un autografo o quando dicono che hanno letto i miei poemi rimango sempre molto imbarazzato. Non so cosa dire, non so esattamente cosa fare, come reagire. Evidentemente mi piace pubblicare ed è una situazione di serenità per me, ma una cosa è il confronto con il libro e l’altra è il rapporto che la pubblicazione del libro scatena o, di certa forma, impone. Preferisco sempre far finta che il libro non sia mio.» C. Vaz Marques, art.cit.
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Nell’anno successivo alla laurea, Tolentino è ordinato sacerdote, pubblica il suo primo libro di poesia - Os dias contados - e parte per Roma.
I.I.IX 1990
É verdade, 1990. Não pensei nisso assim, mas aconteceram ambas as coisas no mesmo ano. A poesia, como a vida religiosa, é uma vocação. O Rainer Maria Rilke descreve-a como um sacerdócio, como uma forma de religação. Não as sinto como duas vocações. Sinto ambas como uma única vocação. Como um caminho exigente, desafiador, apaixonado.65
Nel 1990, dopo la caduta del muro di Berlino, l’Europa vede le due Germanie unire le loro economie e i cinque länder della parte orientale vengono annessi alla Repubblica Federale Tedesca. Dal Sudafrica un segno di speranza: la liberazione di Nelson Mandela, dopo 28 anni di carcere, a febbraio, e la sua elezione come vice presidente dell'African National Congress nel mese successivo, simboleggiano l'abolizione dell'Apartheid. In questo stesso anno entra in vigore la Convenzione sui diritti dell'infanzia, approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite e l'Organizzazione Mondiale della Sanità elimina la voce omosessualità dalla lista delle malattie mentali.
L’Italia cerca di dimenticare, ospitando il campionato mondiale di calcio, le ferite che dilaniano ancora la società italiana - come quella che si manifesta a Roma, il 2 febbraio: il boss della Banda della Magliana, Enrico De Pedis, viene ucciso a colpi d'arma da fuoco in pieno giorno. Esce l’ultimo film diretto da Federico Fellini, La voce della luna, e l’opera emblematica di Giuseppe Tornatore, Nuovo cinema Paradiso, vince l'Oscar come miglior film straniero. Il 26 di settembre, muore a Roma, Alberto Moravia, amico di sempre di Pasolini.
Sedici anni dopo la rivoluzione democratica, la storia portoghese, dalla fondazione del paese fino alla guerra coloniale, può essere finalmente rivista dal regista Manoel de Oliveira, che dirige
Non, ou a Vã Glória de Mandar. Protagonista Luís Miguel Cintra, che diventerà, anni dopo,
riferimento importantissimo nell’universo tolentiniano66. La scrittrice portoghese Maria Gabriela
65 «È vero, 1990. Non avevo pensato a questo, ma le cose sono successe entrambe nello stesso anno. La poesia, come la
vita religiosa, è una vocazione. Rainer Maria Rilke la descrive come un sacerdozio, una forma di rilegare. Non le sento come due vocazioni. Le sento entrambe come un’unica vocazione. Come un cammino esigente, sfidante, appassionato.» A. Mota Ribeiro, art. cit.
66 Amicizia e tanti progetti in comune, come la recente messa in scena della pièce teatrale O Estado do Bosque, introdotta
dalla lettura di Gennariello di Pier Paolo Pasolini (gennaio 2013), nel Teatro do Bairro Alto a Lisbona. A Cintra viene dedicata la poesia “Retrato de Pasolini em Nova Iorque”.
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Llansol (1931-2008)67 vince il gran premio per il romanzo e la novella APE/IPLB dell’Associação
Portuguesa de Escritores con "Um Beijo Dado Mais Tarde".
Il 1990 rappresenta anche una pietra miliare nella strada di José Tolentino Mendonça. All’età di 24 anni, nello stesso mese di luglio, è ordinato sacerdote e vede pubblicato il suo primo libro di poesia. Arriva a Roma per la prima volta, pochi mesi prima, per studiare Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico.
67 Nel dicembre del 2012, dichiara: «Mas agora estou a ler tudo da Maria Gabriela Llansol. Essa visão de conjunto é o
que considero uma possibilidade de leitura. Como se não me bastasse ler um fragmento. Como se precisasse de grandes sequências para colher o sentido.» (A. Mota Ribeiro, art. cit.) Alla scrittrice verrà dedicata silenziosamente nel 2008 il