2. Copertina del catalogo della mostra Pier Paolo Pasolini, Figuratività e Figurazione.
Segnalando i settant’anni della nascita di Pier Paolo Pasolini, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma ha promosso, a Palazzo delle Esposizioni in via nazionale, dal 29 febbraio al 23 marzo del 1992, una mostra - “Pier Paolo Pasolini: figuratività e figurazione”. Era l’ultimo anno della laurea canonica al Pontificio Istituto Biblico di Tolentino, che a Roma assiste meravigliato ad un ciclo di proiezioni cinematografiche promosso in concomitanza con la mostra:
Quando cheguei a Roma pela primeira vez, em 1989, no Palácio das Exposições, passou uma integral do Pasolini. Gratuita. O que, para um estudante, era irresistível. Eu tinha tempo e tinha vontade de conhecer aquele universo.94
93 «Mi sento padre. Sento di esercitare la paternità. È interessante, nei primi anni dopo l’ordine mi faceva confusione che
le persone mi chiamassero prete. Forse è stata la mia generazione che ha vissuto così l’ingresso nel ministero. Chiedevo alle persone che mi chiamassero per nome, e ci sono ancora tante persone che mi chiamano per nome. Ma quando mi chiamano prete, ciò non è indifferente. Quando mi chiamano prete associo immediatamente a padre. Sono prete da 23 anni. Quella dimensione della mia vita si è pure compiuta, anche se non ho nessun figlio biologico.» A. Mota Ribeiro,
art. cit.
94 «Quando sono arrivato a Roma per la prima volta, nel 1989, nel Palazzo delle Esposizioni, è passata un’integrale di
Pasolini. Gratis. Il che, per uno studente, era irresistibile. Io avevo il tempo e la voglia di conoscere quello universo.»
55
Tolentino ha menzionato più di una volta il contatto con la poesia di Pasolini. Negli anni Ottanta, probabilmente in concomitanza con le celebrazioni pasoliniane che la Fundação Calouste Gulbenkian promuove in occasione dei dieci anni dalla morte di Pasolini, avrà letto e ritagliato un primo componimento del poeta italiano, trovata su una rivista “delle sorelle”95. Poi, la già citata
traduzione di Manuel Simões96 sarà stato un secondo contatto con quest’universo, così affine alla sensibilità pasoliniana:
Os meus poemas são sujos, falam do que está submerso, do que é provisório, do que parece despojado de eterno mas onde eu encontro, precisamente, a possibilidade de pensar o sublime e o eterno.97
In effetti, come ha spesso affermato in interviste, sembra che a Tolentino più delle parole stesse del regista Pasolini, quello che lo ha toccato e tocca dell’opera immensa dell’artista italiano, è il cinema di questo poeta:
Eu penso ter aprendido com o cinema de Pasolini o seguinte: que a verdadeira maneira de tratar o sagrado, é tratá-lo como profano. E a verdadeira maneira de tocar o profano, é tratá-lo como se fosse sagrado. Ele faz o filme Evangelho segundo Mateus, em que mostra Jesus como se estivesse a mostrar uma personagem histórica do nosso tempo e faz filmes sobre marginais da borgata romana, como o seu primeiro filme Accattone, e filma-o como se ele fosse um santo, como se ele fosse um mártir. Ora, é isso que me interessa na relação entre o sagrado e o profano, entre o mundo e o infinito, o eterno, que é no fundo essa espécie de contaminação: o mundo também contamina a alma, o corpo também contamina a alma e não há duvida que a alma contamina o corpo, naquilo que ele é e naquilo que ele busca.98
Tale dialettica è più volte approfondita, sempre in chiave di opposizione e complementarietà tra sacro e profano:
Pasolini parece um autor apenas profano mas a sua profanidade tem uma estatura e uma exigência ética que se aproxima do sagrado. Isso é claro no seu Evangelho segundo Mateus. Quando Pasolini o estava a fazer filmou primeiro a cena do batismo, à maneira de uma pintura
95 Riferitomi dal poeta in una conversazione. 96 M. Simões, op.cit.
97 «I miei poemi sono sporchi, parlano di ciò che è sommerso, di ciò che è provvisorio, di ciò che sembra spogliato
d’eterno, ma dove io trovo, precisamente, la possibilità di pensare il sublime e l’eterno.» J.T. Mendonça citato in http://www.snpcultura.org/jose_tolentino_mendonca_os_meus_poemas_falam_do_que_parece_despojado_eterno.html (ultima visualizzazione 14.05.2015).
98 «Io penso di aver imparato con il cinema di Pasolini quanto segue: che il vero modo di trattare il sacro, è trattarlo come
profano. E il vero modo di toccare il profano, è trattarlo come fosse sacro. Lui fa il film Vangelo secondo Matteo, in cui fa vedere Gesù come se stesse mostrando un personaggio storico del nostro tempo e fa dei film su marginali delle borgate romane, come il suo primo film Accattone, e lo filma come se lui fosse un santo, come se lui fosse un martire. Ora, è questo che mi interessa nel rapporto tra sacro e profano, tra il mondo e l’infinito, l’eterno, che è in fondo questa specie di contaminazione: il mondo contamina l’anima, il corpo contamina anche l’anima e non c’è dubbio che l’anima contamina il corpo, in ciò che il corpo è e in ciò che cerca.» Mia trascrizione dell’intervista nel programma del canale televisivo portoghese RTP “Ler mais ler melhor” di Teresa Sampaio, sul libro Estação Central - in http://www.youtube.com/watch?v=r8R1iQl_wHg(ultima visualizzazione 14.05.2015).
56
sacra. E depois esteve quase três meses sem filmar. Não encontrava o tom. Até que adotou o tom profano. Como se estivesse a fazer um noticiário, retirando a aura sagrada. A nudez, o olhar despido de artifícios e montagem, olhar Jesus como um homem do presente, acabou por ter uma força muito maior. (...)
(Aprendo com isso) a importância do humano. Precisamos de uma nova gramática para dizer a vida. Uma gramática que não viva a separar coisas, razão e fé, compaixão e gestão, dinheiro, criatividade e arte.99
A ventisette anni Tolentino trova definitivamente in Pasolini uno dei maestri della sua vita artistica e spirituale.