• Non ci sono risultati.

Il Molise: agire oggi per programmare il futuro

3.1 Arte Contemporanea in Molise: problematiche ed opportunità

Il Molise è un posto strano, chiunque ne venga a contatto lo trova estremamente interessante, per la qualità dei lavori che gli artisti locali producono, per i rapporti che si instaurano, per l’incontaminata bellezza dei luoghi; mentre chi ci vive spesso non riesce a distinguere le qualità che questo piccolo lembo di terra offre in termini di vivibilità e di opportunità, purtroppo ancora ignorate per colpa del ritardo culturale che va ormai troppo stretto a molti. L’attenzione per l’arte contemporanea è molto scarsa, pur tuttavia, esistono differenti realtà in regione che, attente al legame tra arte e territorio, raccontano l’attuale situazione attraverso il linguaggio dell’arte. Probabilmente perché l’arte contemporanea, rivestendo un ruolo atipico sul territorio, ha ancora la sua funzione di scompaginamento all’interno delle proposte culturali.

L’arte contemporanea in Molise rappresenta, comunque, fra tutte le discipline artistiche, forse quella che negli anni ha espresso progetti tra i più concreti, tra i più corrispondenti alla realtà globale.

Dalla realtà odierna si evince che il Molise sia sprovvisto non tanto della cultura dell’Arte Contemporanea, quanto di un vero e proprio sistema dell’Arte che, inevitabilmente comporta la mancanza di discussione tra gli operatori culturali senza creare quella rete intercomunicativa capace di diffondere la conoscenza degli eventi, occasione che potrebbe essere il veicolo per uscire dall’anonimato e dall’isolamento.

Il Molise non ha il sistema dell’arte. Il che ci permette di crearlo.

Il maggior punto di forza potrebbe essere individuato, paradossalmente, proprio nella condizione di isolamento, inteso come condizione estrema e come tale caratterizzante di un nuovo fronte di ricerca nel “Contemporaneo”.

D’altra parte, invece, sono individuabili i punti deboli nella mancanza di critici e storici dell’arte che selezionino mostre ed artisti, garantendo un alto livello qualitativo delle esposizioni che periodicamente hanno luogo in alcuni spazi, mal gestiti e poco frequentati; inoltre, la gestione politica molte volte troppo burocraticizzata rallenta le disponibilità di spazi e dei fondi pubblici,

rendendoli disponibili solo dopo molte difficoltà, inducendo gli organizzatori a rivolgersi altrove.

Ulteriore elemento che evidenzia le carenze esistenti è da attribuire all’autodidattismo diffuso nel mondo degli operatori della cultura e dell’arte. Nel Molise mancano le accademie e le iniziative private, e questo comporta una spontanea ed autonoma gestione del mondo dell’arte e dell’Arte Contemporanea. Gli artisti di questa regione si sono improvvisati e tuttora si improvvisano loro malgrado operatori culturali, galleristi, politici, giornalisti, critici e quant’altro per rivendicare un ruolo e portarlo alla giusta dimensione che gli dovrebbe essere riconosciuto.

I progetti per l’arte contemporanea non sempre hanno trovato una sponda tra i banchi dei consigli comunali dei piccoli centri, delle province, della regione e delle imprese private. Si è per lo più imitato e conseguito un guardare agli altri senza capire che le esperienze di crescita in altre regioni hanno preso corpo da radici profonde che affermano con forza l’identità di un luogo.

Nonostante ciò si deve dare atto alle istituzioni che, anche se lentamente, negli ultimi anni hanno seguito con un’embrionale attenzione questi nuovi eventi.

Le maggiori energie finanziarie si dovrebbero spendere per promuovere ed assecondare la libera lettura del presente che i nostri artisti fanno e documentano con le loro opere.

L’arte, si sa porta sviluppo, non solo economico e culturale, ma anche intellettuale, e lo sviluppo intellettuale è forza.

3.2 MAACK

Attraverso la scoperta delle opere d’arte disseminate sul territorio di Casacalenda si viene rapiti dalla vitalità creativa che anima il progetto Kalenarte. Negli anni si è definita in maniera sempre più organica e coerente la vocazione artistica di Casacalenda e di Kalenarte quale Museo all’Aperto di Arte Contemporanea, oggi noto come MAACK.

Confrontarsi con Kalenarte significa misurarsi non soltanto con un’eccellenza del patrimonio artistico molisano ma anche con l’arte e la storia dell’arte.

Il progetto ideato per Casacalenda vanta una storia più che ventennale e la realizzazione di numerosi interventi ed eventi artistici di alto profilo ma non si limita a questo, Kalenarte è un work in progress che con forza e con grazia si palesa in un territorio, il Molise, assumendo sempre più il carattere di contenitore di idee, capace di stimolare riflessioni e contaminazioni inedite. A Kalenarte si fondono progettualità e strategia, creatività e pianificazione, utopia e realtà.

Nato nel 1990 da un’idea dell’architetto Massimo Palumbo, accolta con entusiasmo da un gruppo di sostenitori riunitisi nell’Associazione Kalenarte e dalle diverse Amministrazioni comunali di Casacalenda, il MAACK Museo all’Aperto di Arte Contemporanea Kalenarte, che opera in sinergia con la Galleria Civica di Arte Contemporanea “Franco Libertucci”, è oggi sinonimo di qualità artistica e sperimentazione culturale. È così che un’idea diviene progetto aperto e condiviso.

“Kalenarte” luogo della scultura tra museo e territorio è una storia nata nel 1990, anno in cui cominciarono ad arrivare a Casacalenda i primi artisti.

La paternità del progetto di arredo urbano è di Massimo Palumbo, il quale, fin dal principio, ha promosso questa operazione evitando che si risolvesse con una disseminazione sul territorio di panchine o altro, ma fosse invece, momento da cogliere per aprire un discorso “più nobile”. Un’apertura all’arte per dare al territorio una valenza in più recuperando spazi abbandonati, luoghi dismessi in un’ottica generale di riappropriazione degli spazi pubblici.

Pianta di Casacalenda con le indicazioni delle opere presenti

Si mise in moto, a ridosso degli anni Novanta, la possibilità, unica nel Molise, e tra le poche in quel periodo, anche in campo nazionale, di porre le basi per un Museo all’aperto di Arte Contemporanea33. Un Museo legato al luogo, capace di reinterpretare nel segno del moderno e del contemporaneo il territorio stesso. Un museo da costruire di anno in anno, in un arco di tempo non definito. Si trovò la possibilità di far crescere un’idea, anche grazie alla presenza di amministratori disposti a scommettere su un argomento, l’Arte Contemporanea, che a ragione

risultava argomento ostico, difficile da capire; capace di creare, al contrario, molte diffidenze.

A Casacalenda con la sua storia, le sue tradizioni, si capì che comunque valeva la pena provare, si poteva sperimentare e innestare sulla propria storia, il valore dell’Arte con interventi sul campo. Gli artisti cominciarono ad intervenire nel paese. Ognuno di loro ha lasciato un segno del proprio passaggio: disegni, appunti, plastici, proposte, possibilità

diverse. Le opere realizzate sono sotto gli occhi di tutti: il Museo all’aperto di Kalenarte.

Il Museo all’aperto di Casacalenda ha accolto numerosi artisti, aprendosi sempre più a laboratorio per nuovi interventi, cercando di instaurare ancora una volta la possibilità di dialogo; il dialogo con il luogo, il rapporto, la sinergia possibile che viene a crearsi tra il fare arte e il territorio, tra arte e ambiente. riaprendo il dialogo tra l’arte e l’architettura. È dalle sinergie tra

33 Le opere realizzate a Casacalenda sono il “Monumento ai caduti” di Franco Libertucci, “Aurora” di

Antonio Fiacco, “Cromoscala” di Tonino D’Erme, “Efesto” di Hidetoshi Nagasawa, “Crepuscolare (feritoie)” di Alfredo Romano, “La Meridiana” di Fabrizio Fabbri, “La Scacchiera” di Massimo Palumbo, “Il guardiano del bosco” di Andrea Colaianni, “Germinazione” di Claudio Calmieri, “Senza nome” di Adrian Tranquilli, “Il Poeta” di Costras Varotsos, “Arcobaleno” di Carlo Lorenzetti,

questi due ambiti, che si può mettere in moto una circolarità positiva, ridando importanza all’idea di progetto.

Centralità alla cultura del progetto, capace di inglobare i significati e le specificità del luogo. L’architettura e l’arte tornano ad essere un tutt’uno: non pensare a sculture in deposito, ma proporre interventi mirati tra dimensione artistica e ricerca architettonica, capaci di dare il senso di un proprio carattere.

Le opere, con il loro proporsi discreto e silenzioso tra le case e le contrade del piccolo centro, dialogano non solo con i cittadini increduli del luogo, ma da

qualche anno ormai, anche con quelle persone che spesso arrivano da fuori regione per visitarle, come turisti

pionieri.

L’edizione di Kalenarte del 1997 presenta una innovazione: l’avvio dell’istituzione di una Galleria Civica d’Arte Contemporanea.

Questa iniziativa si colloca in un’ottica più ampia tesa a radicare l’arte contemporanea nel territorio. La Galleria Civica ha sede nel sottotetto del Palazzo Comunale. Uno spazio di grande qualità e di forte carattere architettonico, recuperato con il restauro dell’intero edificio avvenuto negli anni ottanta. La Galleria Civica che ospita la collezione, si articola in diverse stanze: la prima, è dedicata al museo all’aperto, e propone opere degli artisti che vi hanno partecipato, insieme ai bozzetti e disegni delle opere realizzate.

La sala successiva è un omaggio a Franco Libertucci, artista vivente di Casacalenda, di grande qualità intellettuale che ancora attende una giusta valorizzazione storico-critica.

L’ultimo nucleo della collezione, esposto nella terza sala è costituto dalle diverse donazioni di artisti che hanno creduto opportuno contribuire con la loro presenza ed il proprio lavoro alla crescita dell’arte contemporanea in un territorio ai margini dei circuiti dell’arte. Lo spazio Galleria accoglie sul suo pavimento l’intervento artistico di Baldo Diodato, un installazione permanente e funzionale alla fruizione del luogo34.

Al centro dell’ambiente di destra l’Ippomene reniano insegue Atalanta, in una posizione che casuale non è. Tracciando infatti un triangolo a partire dal Bronzo di Riace, il Reni rapito ne costituisce il secondo vertice, mentre il terzo è situato nella stanza di sinistra: un Nettuno Greco stagliato su marmo grigio. È quindi una precisa geometria che unisce i tre ambienti, e non un apparente casualità.

Nella fusione delle immagini rapite e ricreate da Diodato trovano un loro spazio armonico le opere della collezione della Galleria Civica d’arte contemporanea di Casacalenda.