SECONDA PARTE
ADOTTATO CONTROD
13. IL TERRITORIO RURALE
13.1 L’articolazione del territorio rurale in ambiti ai sensi della L.R.20/2000 Può essere utile richiamare preliminarmente che nell’impianto della nuova legge
urbanistica regionale il “territorio rurale” è concetto abbastanza diverso e più ampio rispetto a quello delle “Zone agricole E” della precedente legge.
Il territorio rurale comprende tutto quanto il territorio comunale che non sia classificabile come “territorio urbanizzato” e non sia destinato a potenziale urbanizzazione. Esso quindi comprende non solo le aree agricole e relativi insediamenti di servizio e le aree naturali, ma anche tutti quegli insediamenti, infrastrutture, impianti che, pur non avendo a che fare con l’agricoltura, siano sorti, per varie ragioni o casualità, in un conteso rurale, all’esterno del territorio urbano e urbanizzabile, ovvero debbano essere realizzati in tale contesto. La disciplina urbanistica del territorio rurale deve quindi contemplare e governare anche questa varietà di ‘oggetti’.
Ai sensi della L.R. 20/2000, oltre ad individuare nel territorio rurale le aree di valore naturale e ambientale (art. A-17), il PSC ha il compito di articolare tale territorio secondo tre principali tipologie di ambiti, riferiti prevalentemente alle differenti condizioni di esercizio delle attività agricole: gli ambiti agricoli “di rilievo paesaggistico” (art. A-18), gli ambiti “ad alta vocazione produttiva agricola” (art. A-19) e gli “ambiti agricoli periurbani”
(art. A-20).
Nel territorio di Reggio si è consolidata nel tempo l’individuazione di aree con particolari caratteristiche di conservazione dei paesaggi storicizzati e con valenze paesaggistiche ambientali più accentuate, identificate essenzialmente nell’area occidentale e meridionale del comune. Così come si è progressivamente individuato un ‘rurale periurbano’ e in particolare i due ambiti intorno al Torrente Crostolo e intorno al Torrente Rodano per i quali già nella pianificazione precedente sono previste politiche e disposizioni specifiche per valorizzarli come parchi-campagna periurbani.
Sulla base degli elementi esposti nel Quadro Conoscitivo, ma anche di questa
‘sedimentazione di percezione’, l’articolazione definita dal PSC è evidenziata nella Tavola P.6.
Partendo da nord-ovest troviamo il cuneo di territorio comunale a ridosso di Cadelbosco di Sopra e Campegine, che porta ancora i segni dell’antica bonifica; al suo interno si trova il complesso di risorgive imperniate sui fontanili di “Corte del Re”, la cui importanza ecologica è confermata anche dalla istituzione di una riserva orientata. L’area è delimitata ad est dal corso del Crostolo e a sud, in parte, dal confine comunale.
Il Torrente Modolena delimita ad est una porzione di territorio che giunge sino al confine con il comune di Cavriago e che presenta elevate caratteristiche paesaggistiche ed ambientali; in questo caso la risorsa principale è rappresentata dal complesso di incisioni fluviali che caratterizzano questa area di transizione tra gli ambienti collinari e la pianura.
Il corso del Torrente Quaresima e del suo affluente Rio Coviola rappresentano il fulcro delle risorse dell’area; l’ambiente è paesaggisticamente attrattivo al punto da essere stato prescelto per l’insediamento di un campo da golf presso la sorgente di Acque solforose e di un insediamento residenziale a S. Bartolomeo. Il Rio Moreno e la Fossa Marcia, pur meno importanti dal punto di vista ambientale, completano l’assetto a “ventaglio” delle incisioni fluviali dell’area.
Superata la cesura costituita dall’edificazione lineare che si è addensata in uscita da Reggio Emilia lungo la SS del valico del Cerreto, verso est si incontra l’area individuata dalla pianificazione comunale come “Parco Crostolo” in cui ricadono alcuni dei complessi immobiliari storici più importanti del territorio rurale comunale (la Reggia Ducale di Rivalta, la villa di Rivaltella ,il Casino delle Delizie -Vasca di Corbelli). E’ la parte dell’alveo del Crostolo dotata delle maggiori valenze di naturalità.
Di particolare importanza, sia a fini paesaggistici che per le connessioni ecologiche appare il mantenimento del tratto inedificato posto lungo il confine comunale subito a sud di Rivalta (le Tibbie e Casino delle Delizie); ciò permette di assicurare la continuità tra due territori di particolare pregio.
Un’ulteriore area che presenta caratteristiche paesaggistiche particolari è quella tra il Parco Crostolo e l’altro complesso di incisioni fluviali dell’alta pianura: il Rio Acque Chiare ed il suo affluente di destra orografica Torrente Lavezza. L’area termina a est con un altro complesso di corsi d’acqua imperniato sul Torrente Rodano che riceve il Rio Acque Chiare in corrispondenza dell’abitato di Reggio nell’Emilia. I centri quasi compenetrati di Osteria e Fogliano interrompono in gran parte la continuità dell’area.
L’intero settore descritto del territorio rurale comunale presenta le caratteristiche per essere considerato fra gli “Ambiti agricoli di rilievo paesaggistico”, cioè quegli ambiti le cui caratteristiche sono determinate dalla “integrazione del sistema ambientale e del relativo patrimonio naturale, con l’azione dell’uomo volta alla coltivazione e trasformazione del suolo”.
Anche nel restante territorio rurale comunale sono presenti ambiti (ad esempio intorno al Torrente Rodano o un lembo di territorio organizzato secondo lo schema della centuriazione a Bagno al confine con Rubiera) in cui la pianificazione ha individuato aree da sottoporre a vincoli di tipo paesaggistico ambientale, ma non presentano la continuità territoriale e la integrità di quelli descritti.
Nel restante territorio comunale, tranne nelle aree compenetrate agli sviluppi urbani di Reggio, prevalgono decisamente le attitudini produttive rispetto a quelle paesaggistiche ed è possibile riconoscere le caratteristiche che l’art. A19 della L.R. 20/2000 prevede per gli “Ambiti ad alta vocazione produttiva agricola”. Tali ambiti si definiscono come quelli che presentano “ordinari vincoli di tutela ambientale” e sono “idonei, per tradizione, vocazione e specializzazione, ad una attività di produzione di beni agro-alimentari ad alta intensità e concentrazione”. Nel nostro caso, oltre alla massima concentrazione delle colture viticole, si registra la massima concentrazione degli allevamenti bovini di medio-grande dimensione e degli allevamenti suini.
Tali caratteristiche sono fondamentalmente suffragate anche dagli aspetti pedologici che vedono prevalere in questi ultimi ambiti i suoli pianeggianti, con pendenza che varia tipicamente da 0,1 a 0,8%; che si sono formati in sedimenti fluviali a prevalente tessitura media, la cui deposizione risale di regola a non meno di 1000-1500 anni fa.
Le porzioni che vengono proposte come “ambiti agricoli di rilievo paesaggistico” sono invece poste: quelle a sud di Reggio Emilia, su suoli che si sono formati in sedimenti a prevalente tessitura media, la cui deposizione si ritiene risalga a decine o, frequentemente, a centinaia di migliaia di anni fa; quelli a nord ovest, su alluvioni molto recenti e a tessitura media o moderatamente fine.
Il territorio rurale di Reggio Emilia si incunea entro l’abitato laddove residuano dei varchi fra una direttrice di espansione e l’altra che sono stati tutelati o quanto meno risparmiati dalla pianificazione urbanistica; ciò è particolarmente evidente tra il margine ovest dell’abitato e il T. Modolena. Anche sul lato orientale si trovano intrusioni relitte coltivate fra il margine urbano il Torrente Rodano, ma di dimensione più ridotta in quanto questo scorre quasi a ridosso dell’edificato. Questi i lembi di territorio possono assumere, senza incertezze interpretative, l’attribuzione di “Ambiti agricoli periurbani” ai sensi della L.R.
20/2000, così come anche taluni lembi agricoli residui fra la Via Emilia e la linea ferroviaria Bologna-Milano.
Appare inoltre coerente considerare come territorio rurale periurbano anche quelle due aree agricole più vaste, lungo il Torrente Crostolo e intorno al Rio Acque Chiare-Rodano-Ariolo, fortemente caratterizzate da elementi significativi dal punto di vista delle risorse ambientali e storico-architettoniche, che sono già individuate nel PRG 2001 come “Parchi territoriali periurbani”, dando a questo termine il senso di una destinazione e una gestione che faccia convivere le attività agricole con la possibilità di fruizione da parte dell’utenza urbana attraverso una serie di percorsi attrezzati ippo – ciclo -pedonali.
Va chiarito che il senso degli ambiti agricoli periurbani nella L.R. 20/2000 è diverso da quello che sovente veniva dato alle aree agricole periurbane nei PRG; queste ultime erano spesso intese come aree di protezione dell’abitato dalle attività agricole intensive incompatibili e di fatto risultavano aree in attesa di rendita. Nel caso della L.R. 20/2000, invece, l’attribuzione della caratterizzazione di ‘periurbano’ va inteso come una scelta positiva, ossia l’attribuzione di un ruolo stabile di compensazione ecologica della città e di offerta di spazi per le attività ricreative e il tempo libero.
La recente definizione dell’assetto infrastrutturale (TAV, Adeguamento A1, ecc.) ha portato ad un ulteriore incisione del territorio rurale a nord del centro abitato; in particolare ha rafforzato la cesura paesaggistica ed ecologica che già in precedenza era rappresentata dall’Autostrada; la scelta del potenziamento infrastrutturale in forma di fascio ha evitato ulteriori frammentazioni del sistema delle aziende agricole, ma d’altra parte ha dato luogo ad una duplice barriera praticamente insuperabile dal punto di vista dei collegamenti ecologici per il movimento delle specie animali terrestri. Così, anche porzioni agricole a nord della città fino all’autostrada possono presentare caratteristiche tali da essere incluse negli ambiti agricoli periurbani, con una particolare finalizzazione verso usi che siano compatibili con la frammentazione fondiaria avvenuta (usi in parte già previsti dalle fasce di ambientazione delle infrastrutture in via di realizzazione) e con la posizione altimetrica sottostante al centro urbano che li rende particolarmente idonei a soddisfare esigenze di manufatti e aree per la laminazione del sistema drenante.
Per quanto riguarda la regolamentazione degli interventi edilizi nel territorio rurale, gli indirizzi fondamentali sono già stati espressi nel punto 6.14 della Parte Prima; nei punti seguenti sono specificate le disposizioni che si intende tradurre in norma nel RUE.