contenuti del piano in 6 strategie e 15 linee di azione
IV - LA CITTÀ SI AMMODERNA 8. Sistema della mobilità
9. Luoghi per la produzione
Nel territorio reggiano il sistema economico e produttivo è da sempre fattore decisivo nella produzione di ricchezza, di posti di lavoro, di socialità e democrazia. La cultura del lavoro è componente essenziale della nostra identità. Un ruolo rilevante, in tal senso, spetta a quella molteplicità di imprese, di media e piccola dimensione, che hanno saputo superare il primo impatto con la competizione delle economie emergenti (a più basso costo della manodopera), per imporsi sui mercati internazionali attraverso l’alta qualità dei prodotti,
1“Analisi di impatto del nuovo assetto urbanistico del comparto nord della città”
l’innovazione, e supplendo alla modestia della loro massa critica con la capacità di fare sistema, sia a scala regionale che internazionale.
Il sistema imprenditoriale industriale reggiano ha così continuato a dimostrare, anche in questi anni, caratteri di grande solidità, radicamento territoriale e propensione all’export, che hanno determinato a loro volta un rafforzamento del mercato creditizio ed una progressiva domanda locale di servizi alle imprese e di servizi avanzati.
L’espansione del tessuto imprenditoriale (avvenuta in primo luogo per aggregazione attorno a soggetti leader e per progressiva diffusione di logiche di gruppo) e della base occupazionale, non ha tuttavia modificato i tratti essenziali della struttura economica locale, contraddistinta ancora da una vocazione di tipo produttivo manifatturiero.
Anche per le attività terziarie (in particolare per il commercio) si è assistito, negli ultimi anni, ad un importante processo di crescita, quanto, se non superiore, a quello consolidato nel secondario. La provincia ha così recuperato parte del divario che esisteva dal punto di vista quantitativo, all’inizio degli anni novanta, nei confronti delle province limitrofe di Parma e Modena.
Nonostante l’elevata propensione all’export, un ulteriore dato significativo è rappresentato dal forte radicamento al territorio dimostrato da queste realtà imprenditoriali, in ragione anche di una rete locale di fornitura di livello mondiale. Contrariamente a quanto avviene nella maggior parte delle città, anche vicine alla nostra, a Reggio infatti il sistema produttivo continua a richiedere spazi e ad attirare nuova manodopera non solo nei comuni della cintura ma anche e in particolare nello stesso capoluogo, che rappresenta, in buona misura, il motore economico della provincia e svolge il ruolo di centro servizi e centro finanziario per l’area vasta.
All’elevato tasso di occupazione (intaccato solo dalla recente situazione di crisi economica generale) e alla nascita di nuove imprese fa riscontro, tuttavia, il perdurare di caratteristiche più problematiche come: la bassa specializzazione e scolarizzazione di una mano d’opera non locale; la difficoltà di un tessuto produttivo in forte crescita a trovare personale qualificato; la crescita limitata del prodotto lordo pro-capite. Tutto questo, assieme alla citata crisi finanziaria ed economica internazionale, che avrà inevitabilmente ripercussioni anche sul piano sociale, fa intravedere possibili limiti nella capacità di replicare, anche nel futuro, l’attuale modello
In tal senso, pare prioritario orientare lo sviluppo economico verso modelli maggiormente consapevoli dei costi sociali ed ambientali prodotti, in grado di valorizzare l’identità della città ed i suoi valori cardine, di investire maggiormente sulla professionalità, la conoscenza e l’innovazione. Occorrerà, in particolare, accompagnare le imprese manifatturiere verso processi di terziarizzazione dell’industria, sostenendo la loro capacità ad inserirsi in filiere internazionali, conservando le radici nel locale garantendo collegamenti infrastrutturali efficienti ed insediamenti industriali caratterizzati da servizi moderni e innovativi da concentrare in pochi luoghi strategici.
Nel nuovo piano per la città, la pianificazione delle aree produttive è orientata a favorire e sostenere la competitività delle imprese a scala globale, con riferimento sia alle grandi aziende, sia al tessuto diffuso di medie e piccole imprese leader nel loro settore.
Lo stesso sistema produttivo richiede di qualificare i luoghi della produzione, attraverso una maggiore qualità e vivibilità degli spazi del lavoro; un potenziamento delle relazioni con gli ambiti urbani;
una maggiore presenza di servizi sia alle persone che alle imprese;
una multifunzionalità di usi (ricreativi, commerciali, direzionali …) congrui con quelli produttivi; una elevata dotazione ed efficienza delle infrastrutture tecnologiche; standard ambientali di maggiore qualità.
La Regione Emilia-Romagna ha indicato con la formula delle “Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate” (acronimo APEA) il sistema di requisiti a cui deve rispondere una moderna offerta insediativa, adeguata alle esigenze che pongono le aziende produttive.
La realizzazione di una APEA comporta tuttavia investimenti sia economici che organizzativi rilevanti e non ovunque praticabili. Gli obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale devono trovare un giusto equilibrio con il costo di acquisizione delle aree e realizzazione delle opere. In tal senso occorre promuovere politiche pubbliche e innovazioni disciplinari per il contenimento della rendita fondiaria e i costi di insediamento.
Per ridurre la dispersione dell’offerta insediativa e il consumo di territorio, il Comune, la Provincia, assieme alle Associazioni di categoria, hanno concordato sulla necessità di individuare un numero limitato di aree a valenza strategica sovracomunale, sulle quali investire in termini di servizi, infrastrutture, info-strutture e dotazioni ambientali, indirizzandole sui requisiti di APEA.
D’altra parte, le imprese manifatturiere reggiane chiedono ancora nuovi spazi per potenziare e ammodernare le proprie sedi. Anzi, in
Aree produttive
Ambiti specializzati produttivi di rilievo sovracomunale
controtendenza rispetto alle delocalizzazioni all’estero, si registra a Reggio il fenomeno di industrie che richiedono nuove aree per ricollocarsi o per ampliarsi entro i confini comunali. Questo è un importante segnale, non solo della solidità del tessuto imprenditoriale cittadino, ma anche del virtuoso rapporto che si è stabilito con la rete di relazione pubblica e privata espressione del territorio.
Il PSC individua, in coerenza con le Norme di Attuazione del PTCP, i seguenti ambiti specializzati per attività produttive di rilievo sovracomunale:
- Mancasale in qualità di ambito consolidato di qualificazione produttiva di rilievo sovraprovinciale;
- Prato - Gavassa in qualità di ambito di sviluppo di qualificazione produttiva di rilievo sovracomunale
- Corte Tegge in qualità di ambito consolidato di qualificazione produttiva di rilievo sovracomunale
per la loro collocazione ottimale rispetto alle grandi infrastrutture, per la loro collocazione meno conflittuale di altri rispetto alla tutela delle principali risorse ambientali e paesaggistiche, per il loro rilievo dimensionale, e infine, relativamente ai primi due, in quanto offrono opportunità per ospitare ulteriori insediamenti, sia in aree già urbanizzabili secondo il PRG 2001 e non ancora attuate, sia, eventualmente, in aree aggiuntive, nel caso si dovessero manifestare in futuro ulteriori esigenze, soprattutto per ospitare volumetrie derivanti da delocalizzazioni. Queste aree, assieme alla riqualificazione di quelle esistenti, dovranno dunque essere in grado di garantire risposte alle imprese locali che necessitano di nuovi spazi per innovare i propri processi produttivi, razionalizzare la logistica, migliorare l’immagine, qualificare le condizioni di lavoro e di sicurezza.
Per l’ambito consolidato di Mancasale si individua l’opportunità di una sua riqualificazione anche in ragione delle trasformazioni e delle nuove infrastrutturazioni che interessano la zona nord della città.
L'ambito dovrà progressivamente trasformarsi in Area Ecologicamente Attrezzata garantendo: un miglioramento delle condizioni di accessibilità per le merci e le persone; un potenziamento dei servizi di trasporto pubblico locale; la qualificazione dei servizi alle imprese e ai lavoratori; una maggiore efficienza energetica e la promozione dell’uso di fonti energetiche alternative e rinnovabili; l’ottimizzazione del ciclo dei rifiuti; la gestione integrata del ciclo idrico; il miglioramento dell’immagine complessiva degli insediamenti in termini di riordino
urbanistico-edilizio, di qualità architettonica, di opere di mitigazione e ambientazione paesaggistica, attraverso adeguate dotazioni ecologiche e ambientali; di miglioramento della qualità ecologica dell’insediamento e del contesto.
Per questo ambito il PSC prevede inoltre l'inserimento di ulteriori limitati ambiti di sviluppo così come ridimensionati nella variante in riduzione.
Per quanto riguarda la possibilità di ulteriore sviluppo verso nord, nella fascia compresa fra il Torrente Rodano ad est e la nuova viabilità primaria per Bagnolo ad ovest, area dove si trovano già alcune attività produttive, si è ritenuto più opportuno ripristinare il territorio agricolo, cancellando le previsioni di espansione prospettate, al fine di garantire una efficace connessione ambientale sul canale Tassone, in coerenza con i corridoi primari planiziali della rete ecologica provinciale.
La zona industriale di Mancasale presenta inoltre condizioni particolarmente favorevoli per l’inserimento di nuove funzioni logistiche e precisamente:
- il collegamento diretto con il nuovo casello autostradale di Reggio, mediante la variante della SP3, che permette ai mezzi commerciali un accesso alla zona industriale senza impegnare la viabilità urbana;
- la prossimità con la linea ferroviaria Reggio-Bagnolo, che potrebbe consentire una sua agevole raccordabilità ferroviaria, in particolar modo in previsione dell’ampliamento a nord della zona industriale stessa;
- l’esistenza di unità produttive consolidate che in genere richiedono funzioni di supporto al trasporto su gomma (autoparchi, officine, depositi/magazzini ecc.) integrative rispetto a quelle direttamente assolte da queste ultime.
L’area immediatamente a nord della stazione AV, destinata dal PRG 2001 a “Piattaforma logistica” presenta una serie di controindicazioni di ordine urbanistico e funzionale. Inoltre non trova corrispondenza nella programmazione di scala sovralocale (PTCP, PRIT98, Piano Nazionale dei Trasporti e della Logistica), per cui viene diversamente destinata come parte del Polo funzionale delle Porte della città”.
La possibilità in futuro di realizzare nell’ambito di Mancasale uno scalo ferroviario ed una adeguata piattaforma logistica va posta in relazione alla quantità di materiale da movimentare e allo sviluppo della rete di scali ferroviari come Dinazzano, Guastalla e Cittanova Marzaglia.
A scala comunale è dunque di maggior interesse la predisposizione di una o più aree da dedicare a funzioni miste di autoparco e centro di
Mancasale
distribuzione urbana, per le quali non sono necessarie superfici di ampie dimensioni.
Per quanto riguarda invece la possibilità di sviluppo in direzione sud-ovest, nell’area libera interclusa fra Via dei Gonzaga, Via Occhino, l’Autostrada e il nuovo Casello, si prevede di insediarvi aziende di eccellenza, produttive e terziarie, ponendo una particolare cura al paesaggio, l’architettura e all’innovazione tecnologica. La progettazione del luogo deve essere vista in sinergia con le aree già urbanizzabili a ridosso del casello e soprattutto come occasione per ampliare in modo consistente il bosco urbano già realizzato poco più a sud.
Per l’ambito di sviluppo Prato - Gavassa, che fin dalla sua nascita si caratterizza come APEA, vengono individuati ulteriori aree di nuovo insediamento a nord dell’asse autostradale al fine di: favorire la saturazione delle zone intercluse tra le previsioni già in essere negli strumenti di pianificazione urbanistica dei Comuni di Reggio e Correggio; perseguire una progettazione unitaria ed una piena integrazione delle reti ed infrastrutture di servizio, razionalizzando le dotazioni territoriali da realizzarsi e gli spazi per servizi comuni fino a raggiungere la gestione unitaria dell’ambito.
La particolare qualità di queste due aree produttive dovrà evidenziarsi anche dal punto di vista paesaggistico ed ecologico, realizzando al loro contorno fasce di verde, anche boscato, sia per qualificarne l’inserimento paesaggistico nel territorio rurale della pianura, sia per riconnettere segmenti della rete ecologica.
I progetti presentati dall’Amministrazione Comunale per la candidatura degli ambiti produttivi di Mancasale e Prato - Gavassa ai fini dell’ottenimento dei contributi previsti dalla Regione Emilia Romagna rappresentano un primo importante contributo al lavoro di programmazione e costruzione delle due APEA. In particolare vengono approfonditi in tali studi gli aspetti concernenti la produzione e distribuzione di energia da fonti rinnovabili ed assimilate, come opportunità non solo in termini di sostenibilità ambientale, ma anche di competitività economica ed efficienza di approvvigionamento.
Con l’obiettivo di invertire, in prospettiva, la tendenza alla proliferazione degli insediamenti produttivi nel territorio, non si intende precludere la possibilità di riqualificare le altre aree produttive della città, o di corrispondere alle esigenze di
Prato - Gavassa
ampliamento o di consolidamento delle imprese già insediate nel territorio. Al contrario il PSC e il RUE considerano pienamente queste esigenze, pur considerando, per tutte le aree produttive di rilievo comunale, il quadro dei diritti sanciti dal PRG 2001.