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2. Specie modello

2.4 Arvicola rossastra

2.4.1 Sistematica

L‟arvicola rossastra (Myodes glareolus Schreber, 1780) è un roditore terragnolo appartenente alla famiglia dei Cricetidi Fischer, 1817, che comprende 6 sottofamiglie e 130 generi (Musser e Carleton, 2005; Capizzi, 2008). Con circa 580 specie è la seconda famiglia di Mammiferi più numerosa. Delle 12 specie incluse nel genere Myodes Pallas, 1811 (Musser e Carleton, 2005), tre vivono in Europa e solo M. glareolus è presente in Italia. Le altre si trovano in America settentrionale, in Asia centrale, Cina e Giappone (Amori e Paolucci, 2008).

Le ampie variazioni di dimensione corporea e della lunghezza della coda, dei pattern dentali e del colore del mantello hanno portato alla descrizione di oltre 30 sottospecie, delle quali quattro presenti in Italia:

M. g. nageri Schinz, 1845; M. g. hallucalis Thomas, 1906; M. g. garganicus Hagen, 1958; M. g. curcio von Lehmann, 1961.

Il quadro è però ancora incompleto in quanto manca una revisione approfondita che sia basata su criteri, oltre che morfologici, anche genetici (Amori, 2008).

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2.4.2 Distribuzione geografica

L‟areale dell‟arvicola rossastra comprende la Regione Paleartica, dal lago Baikal, la Russia centrale, la parte settentrionale della Turchia, compreso il Kazakistan e i Monti Altai fino alle isole britanniche (Musser e Carleton, 2005). A nord si spinge fino alla Scandinavia ed al Circolo Polare Artico, mentre a sud raggiunge i Pirenei ma è assente nella parte centro-meridionale della penisola Iberica (Spitzenberger, 1999) (Fig. 9).

In Italia è presente in tutto il territorio peninsulare anche nella Pianura Padana, dove però risulta rara in ampie porzioni; assente nel Salento e in tutte le isole (Amori e Aloise, 2005) (Fig. 9).

Fig. 9. Distribuzione geografica di M. glareolus (da Mitchell-Jones et al., 1999).

2.4.3 Morfologia

L‟arvicola rossastra ha alcuni caratteri che ne facilitano il riconoscimento: la forma del cranio è arrotondata, gli occhi sono relativamente grandi, le orecchie superano in lunghezza il livello della pelliccia, la coda è lunga circa la metà della lunghezza del corpo e il piede posteriore possiede sei

50 callosità plantari. Il caratteristico colore rossiccio del dorso, variabile a livello individuale e a seconda della stagione, assume tonalità grigiastre sui lati del corpo per poi diventare biancastro sul ventre (Amori, 2008). Possiede quattro paia di mammelle: 1 pettorale, 1 ascellare e 2 inguinali.

La formula dentaria è la seguente:

I ---, C ---, PM ---, M --- = 16

2.4.4 Riproduzione

Il sistema di accoppiamento dell‟arvicola rossastra può essere definito poligamo o anche promiscuo (Horne e Ylonen, 1998; Macdonald, 2001). Il territorio dei maschi (in particolare quelli dominanti) spesso si sovrappone con quello di più femmine, quindi tanto più grande è il territorio di ogni singolo maschio, maggiore è la probabilità che esso avrà di accoppiarsi con un ampio numero di femmine.

Il periodo riproduttivo è legato al fotoperiodo e va generalmente da aprile ad ottobre (Oksanen

et al., 2001), con un picco nel mese di giugno: in caso di annate particolarmente favorevoli o

sfavorevoli in termini di presenza di cibo, tuttavia, la durata del periodo degli amori può espandersi da marzo a novembre o limitarsi ai soli mesi di maggio e giugno.

L‟estro delle femmine dura circa quattro giorni (Oksanen et al., 1999). La gestazione dura circa tre settimane: la prima gravidanza dell'anno dura solitamente di meno (18 giorni), mentre le successive (fino a cinque in un anno) hanno solitamente durata maggiore, poiché la femmina può rimanere di nuovo gravida mentre sta ancora allattando la figliata precedente e perciò molto probabilmente ritarda l'impianto degli ovuli nel proprio utero per evitare di partorire nuovamente mentre sta ancora accudendo i cuccioli (Macdonald, 2001; Koskela et al., 1998). In prossimità del parto, le femmine divengono molto aggressive le une nei confronti delle altre e contraggono i confini del proprio territorio, evitando così di sovrapporre parte del proprio spazio vitale a quello di altre femmine. Il numero di piccoli per cucciolata varia da 1 a 10, con medie che oscillano tra quattro e otto (Macdonald, 2001; Oksanen et al., 2001). I piccoli nascono ciechi, sordi e privi di pelo. I primi peli iniziano a crescere sul dorso a partire dal terzo giorno di vita, ma solo attorno alle 5 settimane di vita la peluria grigia giovanile lascerà il posto al manto definitivo. I cuccioli cominciano a sentire a partire dagli 11 giorni di vita, mentre a 12 giorni aprono gli occhi

1-1 0-0 0-0 3-3 1-1 0-0 0-0 3-3 I = Incisivi C = Canini PM = Premolari M = Molari

51 (Macdonald, 2001). Lo svezzamento avviene dopo circa 20-25 giorni (Horne e Ylonen, 1998; Oksanen et al., 1999; Macdonald, 2001; Oksanen et al., 2001).

Studi hanno dimostrato che le popolazioni di arvicola rossastra hanno dei picchi di proliferazione ogni 3-4 anni, ai quali conseguono improvvisi e drastici cali numerici (Ferris-Kahn, 1995): questi sono dovuti al fatto che, in condizioni di stress da sovrappopolamento, le femmine ricorrono spesso all'infanticidio delle figlie femmine, mentre i piccoli maschi vengono il più delle volte risparmiati. La femmina può inoltre uccidere i cuccioli delle femmine dei territori vicini, così da evitare concorrenza sia per sé che per la propria progenie, mentre i maschi possono uccidere le nidiate per indurre l‟estro nelle femmine (Koskela et al., 1997; Koskela et al., 1998; Horne e Ylonen, 1996).

2.4.5 Ecologia

L‟arvicola rossastra vive soprattutto nei boschi, dal livello del mare sino ad oltre 2000 m di altitudine, ma la si può rinvenire anche in aree rocciose purchè ricoperte da arbusti (Amori, 2008). Di abitudini prevalentemente terricole, tuttavia è capace di arrampicarsi sugli alberi. È attiva soprattutto di notte e nelle ore crepuscolari, ma non è raro osservarla anche durante il giorno. Scava un complicato sistema di cunicoli e gallerie che utilizza sia come nido che come magazzino per l‟accumulo di provviste.

La dieta è prevalentemente vegetariana a base di semi, di frutta, di funghi, di germogli di fiore e, più raramente, di radici e di bulbi, integrata talvolta con larve e adulti di insetti, vermi, lumache e altri invertebrati (Canova e Fasola, 1993).

Nelle aree dove l'arvicola rossiccia coabita col topo selvatico dal collo giallo (Apodemus

flavicollis), è stata osservata una competizione interspecifica tra le due specie a livello di scelta di

habitat a microscala (Amori, 2008), mentre Fasola e Canova (2000) hanno verificato una competizione interspecifica di tipo asimmetrico con il topo selvatico (A. sylvaticus), cioè la rimozione dall‟area di studio di individui di A. sylvaticus provocava l‟aumento della densità di popolazione di M. glareolus, ma non il contrario. Una peculiarità tra i Roditori, che l‟arvicola rossastra condivide con le altre specie del genere Myodes è la territorialità delle femmine.

La maturità sessuale è raggiunta dopo 2-3 settimane nelle femmine e dopo 6-8 settimane nei maschi (Macdonald, 2001). Gli esemplari che si riproducono lo stesso anno della propria nascita generalmente non superano l'inverno, e questo è valido in particolare per le femmine. La longevità media è di 12-15 mesi, con la maggior parte degli individui che spesso non superano più di una stagione riproduttiva (Macdonald, 2001; Ostfeld, 1985).

52 I principali predatori di questo roditore sono diverse specie di Carnivori (Vulpes volpes, Martes sp., Mustela nivalis, Felis silvestris, ecc.), alcune specie di rapaci notturni (Strix aluco e Tyto alba) e diverse specie di serpenti (cfr. Angelici e Luiselli, 1998; Amori, 2008). Per quanto riguarda i parassiti (ectoparassiti e endoparassiti), si rimanda ad Amori et al. (2000; 2008).

2.4.6 Status e conservazione

La specie non è protetta dalla legislazione italiana, né è inserita in alcuna convenzione internazionale o direttiva europea. Tuttavia appare vulnerabile sia alla perdita di habitat e alla frammentazione dell‟habitat forestale che alle utilizzazioni forestali, soprattutto se effettuate su vaste superfici contigue e con turni brevi (Capizzi e Luiselli, 1996).

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