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2. Specie modello

2.3 Topo selvatico a collo giallo

2.3.1 Sistematica

Il topo selvatico a collo giallo (Apodemus flavicollis Mechior, 1834) appartiene alla famiglia Muridae Illiger, 1815, sottofamiglia Murinae Illiger, 1815. Insieme ad A. sylvaticus e ad altre sette specie, fa parte del sottogenere Sylvaemus Ognev & Worobiew, 1923. Pertanto, dal punto di vista dell‟inquadramento tassonomico del genere Apodemus Kaup, 1829 vale quanto detto riguardo al topo selvatico (vedi paragrafo 2.2.1).

Allo stato attuale delle conoscenze, sono state accertate cinque sottospecie di cui due in Italia (Capizzi e Filippucci, 2008):

A. f. flavicollis Melchior, 1834; A. f. geminae von Lehmann, 1961.

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2.3.2 Distribuzione geografica

È una specie a distribuzione Paleartica occidentale, diffusa in Europa dagli Urali alla Spagna settentrionale, e dalla Scandinavia meridionale alla Penisola italiana e ai Balcani, presente anche in Anatolia e nel Caucaso (Filippucci et al., 1989; Filippucci et al., 1996; Macholán et al., 2001). In Italia è presente in tutto il territorio peninsulare ad eccezione delle aree maggiormente urbanizzate e coltivate, come la maggior parte delle aree costiere, della Pianura Padana e del Salento; assente in tutte le isole (Capizzi e Filippucci, 2008) (Fig. 8).

2.3.3 Morfologia

Tra le specie del sottogenere Sylvaemus, il topo selvatico a collo giallo è quella che raggiunge le dimensioni maggiori. Tuttavia le popolazioni dell‟Europa meridionale hanno dimensioni ridotte rispetto a quelle centro-settentrionali.

Gli occhi sono relativamente grandi e sporgenti, le orecchie grandi e di forma ovale e comunque di dimensioni maggiori rispetto ad A. sylvaticus. La coda presenta anelli distinti in numero compreso tra 165-235 (Niethammer, 1978) e generalmente è più lunga del corpo, testa inclusa. È ricoperta di peli sparsi che non celano la pelle e si presenta bicolore ancor più nettamente che in A.

sylvaticus, con la parte superiore scura e quella inferiore chiara (Capizzi e Filippucci, 2008). Alla

base della coda è situata una ghiandola sebacea, assai sviluppata nei maschi, che secerne una sostanza biancastra. La struttura della ghiandola, esaminata in sezione trasversale, varia rispetto a A.

sylvaticus (Stoddart e Sales, 1985).

Il pelo è bruno-arancio su dorso e fianchi, mentre la parte ventrale è biancastra con linea di demarcazione tra la parte dorsale e quella ventrale ben marcata. Caratteristica della specie è una macchia giallastra presente sul collo, che a seconda della sottospecie è più o meno ampia e può estendersi a mo' di collare. La parte superiore del piede posteriore è bianca.

Il cranio è piuttosto massiccio e non liscio, con regione rostrale sviluppata e lungo diastema e rilievi laterali negli adulti (Capizzi e Filippucci, 2008).

Il topo selvatico a collo giallo possiede tre paia di mammelle, due addominali e una ascellare (Capizzi e Filippucci, 2008).

La formula dentaria è la seguente:

I ---, C ---, PM ---, M --- = 16 1-1 0-0 0-0 3-3 1-1 0-0 0-0 3-3 I = Incisivi C = Canini PM = Premolari M = Molari

46 Morfologicamente, questa specie è assai simile al topo selvatico comune ed al topo selvatico alpino, coi quali vive in simpatria in gran parte del suo areale, ma rispetto ai quali presenta differenze a livello cranico e dentale e, più in generale, dimensioni maggiori dovute alla maggiore lunghezza della coda rispetto al corpo. Nell‟ultimo decennio, la discriminazione tra le tre specie è stata resa rapida e affidabile grazie a una tecnica molecolare già accennata (vedi paragrafo 2.2.3) e meglio descritta in Michaux et al., 2001.

2.3.4 Riproduzione

L‟attività riproduttiva di A. flavicollis si diversifica a seconda dell‟areale della specie: nelle popolazioni dell‟Europa centro-settentrionale avviene tra febbraio-marzo ed ottobre, con rari casi nei mesi invernali in concomitanza di annate di abbondante produzione di semi di specie forestali (Flowerdew, 1991; Stenseth et al., 2002); mentre nelle regioni mediterranee la riproduzione durante l‟inverno è più frequente, come testimoniano le numerose catture di giovani individui in primavera (Capizzi e Filippucci, 2008). La riproduzione è anticipata di due-otto settimana rispetto a quella di

A. sylavaticus nelle stazioni in cui le due specie sono simpatriche (Montgmery, 1980b).

Ogni femmina adulta può avere due o tre parti all‟anno (Flowerdew, 1991; Stenseth et al., 2002) e dare alla luce un numero di piccoli variabile tra uno e undici, con una media compresa tra 5,0 e 6,8 (Flowerdew, 1985). I piccoli nascono ciechi, sordi e privi di pelo e le fasi di crescite ricalcano sostanzialmente quelle descritte per il topo selvatico (vedi paragrafo 2.2.4).

2.3.5 Ecologia

Il topo selvatico a collo giallo è una specie strettamente legata agli ecosistemi forestali, presente sia in boschi di conifere sia di latifoglie, con preferenza per questi ultimi (Wolk e Wolk, 1982); Locatelli e Paolucci, 1998; Debernardi et al., 2003). Predilige i boschi maturi, evitando comunque quelli molto giovani o gli stadi iniziali dei cedui (Montgomery, 1985; Capizzi e Luiselli, 1996; Marsh et al., 2001). Può tuttavia frequentare anche arbusteti aperti e habitat secondari. La sua distribuzione nelle aree boschive di grandi dimensioni è legata alla produttività e alla distribuzione spaziale delle specie arboree a disseminazione barocora, soprattutto querce e nocciòli (Juškaitis, 2002).

47 piante arbustive ed arboree, giungendo talvolta sino alla cima degli alberi più alti (Borowsky, 1962; Montgomery, 1980a, 1991). La si può trovare solitamente all‟interno di cassette nido (Montgomery e Gurnell, 1985) posizionate sui tronchi o sui rami degli alberi.

Ha abitudini strettamente notturne, con un picco di attività concentrato nelle ore centrali della notte.

Scava gallerie nella lettiera e nel sottosuolo che possono raggiungere anche 1,5 m di profondità, ma in genere sono concentrate nei primi 50 cm di suolo (Montgomery, 1991), oppure occupa quelle scavate da altri micromammiferi, in particolare Myodes glareolus (Amori et al., 1986c). Il nido è ricavato all‟interno delle gallerie, in camere allestite con foglie e piume e, specialmente in inverno, lo stesso nido può essere utilizzato da più individui. All‟interno delle gallerie, in apposite camere- magazzino, accumula grandi quantità di semi di piante arboree e anche invertebrati. Tale comportamento è determinante per la dispersione dei semi di molte specie arboree, specialmente nelle annate di abbondante produzione (pasciona), quando le scorte che eccedono il fabbisogno germinano nelle tane (Jensen, 1982; 1985).

La dieta è essenzialmente granivora, con il cibo di origine animale che assume importanza soprattutto nel periodo primaverile-estivo (Holisova e Obrtel, 1980; Obrtel e Holisova, 1983; Hansson, 1985).

Come già accennato (vedi paragrafo 2.2.5), A. flavicollis spesso vive in simpatria con altri roditori forestali, con i quali può entrare in competizione, sia per le risorse trofiche e il microhabitat. Ciò è più evidente con A. sylvaticus piuttosto che con M. glareolus. Infatti, la sovrapposizione della nicchia trofica tra i due Apodemus può raggiungere l‟80% (Holisova e Obrtel, 1980). Tuttavia, in condizioni di simpatria, A. flavicollis sembra essere predominante nei confronti di A. sylvaticus, anche grazie al fatto che il suo home range è più ampio (Montgomery, 1979; Wolton e Flowerdew, 1985).

I principali predatori del topo a collo giallo sono i Carnivori, gli Strigiformi, e gli Ofidi. Tra i Carnivori maggiori predatori sono i Mustelidi, soprattutto Mustela nivalis, M. erminea, Martes

foina e M. martes (King, 1985; Zalewski et al., 1995; Jedrzejewski et al., 1996; Capizzi, 2000). Tra

i rapaci notturni il principale predatore è Strix aluco, mentre tra i Rettili particolare importanza rivestono i Colubridi e i Viperidi che frequentano l‟habitat forestale (Capizzi e Luiselli, 1996; Capizzi, 1997).

I parassiti legati al topo selvatico a collo giallo sono in gran parte gli stessi di A. sylvaticus (vedi paragrafo 2.2.5), tuttavia per informazioni più approfondite si rimanda a Milazzo et al., 2008.

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2.3.6 Status e conservazione

Come il topo selvatico, il topo selvatico a collo giallo non è una specie protetta dalla legislazione italiana, né da convenzioni internazionali o direttive comunitarie. È molto diffusa nelle aree forestali, sebbene risulta essere maggiormente penalizzata, rispetto ad A. sylvaticus, nei boschi cedui appena utilizzati e nei soprassuoli nei quali le operazioni di taglio interessano periodicamente l‟intera superficie. Incontra condizioni più favorevoli nei boschi assestati, laddove cioè le operazioni selvicolturali seguono uno schema dilazionato nello spazio e nel tempo (Gurnell et al., 1992; Capizzi e Luiselli, 1996).