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1 Plot di rilevamento vegetazionale

6.1 Considerazioni general

In primo luogo, va constato che la ricerca sul campo in paesaggi frammentati deve inevitabilmente concentrarsi su “specie resistenti alla frammentazione”, in quanto le specie più sensibili potrebbero già essersi estinte (Swihart et al., 2003). In questo senso, tuttavia, il grado di perdita di habitat e la configurazione spaziale del paesaggio assumono una rilevante importanza. Per fare un esempio, anche se presente in tutti i paesaggi campionati, il moscardino è risultato più abbondante al Lamone, che rappresenta un continnum forestale immerso in una matrice a vocazione agricola, piuttosto che nel Viterbese e in Sabina. Questo conferma quanto riportato da diversi autori (Bright e Morris, 1994; Mortelliti et al., 2010a; Mortelliti et al., 2010b) che considerano la perdita di habitat e la frammentazione come la principale minaccia e fattore limitante per la specie.

La scelta delle specie studiate è legata a molteplici fattori, tra i quali i principali sono di carattere ecologico, ovvero la loro stretta associazione all‟habitat forestale e il loro grado di

specializzazione nell‟uso di determinate risorse. È infatti oramai ampia la letteratura nella quale si è rilevata una maggiore sensibilità alle componenti del processo di frammentazione per determinate e specifiche esigenze ecologiche, in particolare per le specie definite specialiste rispetto a quelle generaliste (Bright, 1993; Diaz et al., 1999; Marsh et al., 2001). Per alcune delle specie oggetto di questo studio, è ben documentato uno stretto legame con le caratteristiche strutturali e microambientali tipiche di ambienti forestali: ne sono degli esempi la presenza di alberi come siti di nidificazione, per il moscardino (Bright, 1998; Bright e MacPherson, 2002; Wolton, 2009), e di un ampio strato arbustivo, importante fonte di cibo e riparo dai predatori, per il moscardino, le arvicole e A. flavicollis (Diaz et al., 1999; Marsh et al., 2001).

La conclusione più importante che emerge dal confronto delle specie analizzate è che, indipendentemente dalla scala a cui le specie percepiscono il paesaggio frammentato, le dimensioni e la configurazione spaziale dei frammenti, da soli, non spiegano completamente i modelli di distribuzione. La qualità degli habitat, che è stata misurata indirettamente attraverso la struttura interna dei frammenti e direttamente attraverso la stima delle risorse alimentari, è risultata determinante. Va comunque detto, che come già affermato da Mortelliti et al., (2009b), distinguere l‟effetto della qualità dei frammenti dalle loro dimensioni non è sempre facile, dato che queste ultime possono parzialmente spiegare l‟effetto della qualità.

Per il moscardino l‟effetto biunivoco tra le caratteristiche geometriche dei frammenti e la qualità ambientale presente al loro interno è particolarmente evidente, sia per quel che riguarda i modelli di distribuzione che per le dinamiche di estinzione/colonizzazione. In alcuni casi è emerso anche un

174 effetto additivo tra variabili esplicative della configurazione del paesaggio o del grado di isolamento e le variabili che esprimono il grado di qualità all‟interno dei frammenti (vedi probabilità di estinzione). Dai risultati emerge che la presenza e la densità del roditore arboricolo sono determinate dal grado di maturità arborea e dal numero di frammenti connessi a ciascun frammento; i processi di colonizzazione, invece, sono regolati dall‟ammontare di habitat forestale che circonda i frammenti occupati dalla specie e dalla loro configurazione spaziale, mentre quelli di estinzione risentono della dimensione dei frammenti e dell‟abbondanza di specie arbustive i cui frutti rientrano nella dieta abituale; sulla fecondità, infine, incidono negativamente le variabili esplicative dell‟abbondanza di risorse trofiche e i valori di densità della specie stessa. Le marcate differenze in termini di densità e di fecondità riscontrate tra l‟area controllo del Lamone e i paesaggi frammentati di Viterbo e Fara Sabina, potrebbero avere influenzato le analisi di regressione, dando maggior “peso relativo” alle caratteristiche proprie del paesaggio del Lamone. Se così fosse, si potrebbero spiegare alcune relazioni ottenute che si discostano da quelle più comunemente note in letteratura (vedi paragrafo 5.1.2).

Apodemus flavicollis e A. sylvaticus sono ampiamente diffusi nel paesaggio campionato. I

rispettivi valori di probabilità di presenza sono di 0,87 e 0,96, con probabilità di cattura mediamente superiore a 0,8 in entrambe le specie. Anche nel caso di questi roditori terricoli, il contributo della qualità degli habitat va distinto dagli effetti delle caratteristiche geometriche e dal grado di connettività dei frammenti, ciò nonostante le dinamiche di popolazione e i pattern di distribuzione osservati sono il risultato della loro commistione.

Per A. flavicollis l‟abbondanza di risorse (produzione di ghiande, abbondanza, ricchezza e diversità di specie arbustive) è di maggiore importanza rispetto ad A. sylvaticus nello spiegare i valori di densità registrati, mentre la connettività assume rilevanza nei confronti della probabilità di estinzione. I modelli elaborati riguardo la fecondità per A. flavicollis, non hanno fornito un quadro chiaro sulle variabili che influenzano questo parametro e sul loro relativo peso. Con ogni probabilità le variabili considerate hanno un ruolo marginale nel determinare i processi riproduttivi della specie.

A. sylvaticus è dotato di maggiore plasticità e adattabilità rispetto agli altri roditori terricoli

studiati (Capizzi e Filippucci, 2008; Debernardi et al., 2003), che gli consente di sfruttare al meglio, quando favorevoli, anche le condizioni della matrice (Todd et al., 2000). Si può supporre, per questo roditore, che la dinamica di popolazione muti nell‟arco delle stagioni, con una fase legata alle rotazioni colturali dei coltivi in cui i pattern di distribuzione sono meno determinati dalla configurazione spaziale del paesaggio e dalla posizione dei frammenti. I pattern di presenza nei frammenti sono quindi temporanei (Tew et al., 2000; Mortelliti e Boitani, 2007). Il modello binario

175 di habitat/non habitat utilizzato per analizzare i dati potrebbe non essere quello ideale per questa specie (Mortelliti et al., 2010a). Grande importanza assumono la produzioni ghiande e la disponibilità di specie arbustive nel determinare l‟attività riproduttiva della specie.

Per Myodes glareolus, considerato che è un roditore specializzato agli habitat forestali con limitate capacità dispersive (Geuse et al., 1985; Van Apeldoorn et al., 1992; Kozakiewicz et al., 1999) i risultati ottenuti dimostrano che la qualità degli habitat rappresenta un fattore prioritario per spiegare i modelli elaborati; infatti, rispetto ai valori di densità, l‟abbondanza di risorse legate all‟alimentazione evidenziano una relazione positiva, mentre la configurazione spaziale dei frammenti e il loro grado di connessione influiscono negativamente. L‟aumento della probabilità di estinzione nei frammenti di maggiori dimensioni e la riduzione della capacità riproduttiva nelle aree nelle quali le densità di A. flavicollis e A. sylvaticus sono più elevate, fa supporre l‟esistenza di una competizione interspecifica che sfavorisce il cricetide.