Gli aspetti più veritieri della poetica cernudiana non si fondano solo sulla contemporaneità della propria esistenza, ma sono prodigalmente alimentati dalla lettura e dalla cultura dei classici spagnoli, rifusione non solo di spontanei sentimentalismi, ma prodotto di meditata e studiata rielaborazione culturale64. Il poeta, per il suo percorso biografico, si avverte come “naufrago della vita”. Nella sua condizione di “naufrago”, di pellegrino della vita, avverte il bisogno di appartenenza, che in lui è tanto più sentito quanto maggiore è la mancanza di affetti e di una realtà familiare di cui egli non accetta la convenzionalità. L'appartenenza ad un luogo, che è tra gli aspetti primari nella determinazione di una condizione identitaria della quale Cernuda è alla continua ricerca, si ricrea in una patria personale ed interiore, che non deluda le aspettative del poeta. Ne consegue che Cernuda non manifesti in età matura l'atteggiamento di ripudio in via definitiva e di rottura con l'esperienza civile in cui precedentemente si era impegnato. Si determina dunque non la sconfessione, ma anzi la piena riaffermazione dell'ideale di patria che non è contemplato nel modello del mito ovidiano65 dei Tristia, laddove l'anelato ritorno rappresenta una costante. Al contrario, per il poeta sivigliano l'idea di patria vive nella memoria, ormai non definita da angusti limiti geografici, ma in certo senso nobilitata e sublimata in una idea di patria universale e condivisa. Pertanto, riprendendo le considerazioni di J.Matas Caballero, «puede decirse que Cernuda asume una conciencia universal que, una vez superados todos los límites patrióticos y
62Paz, O. 1988: 15. 63
Flys, Miguel J., La realidad y el deseo (ed.), 1983: 30-35, in particolare p. 31. 64
Martínez Álvarez, Tomás Néstor , “Vivir sin estar viviendo”: Luis Cernuda visita a san Juan de la Cruz. El alimento
de la palabra, in Matas, J.-Martínez, J.E.-Trabado, J.M., (eds.), “Nostalgia de una patria imposible”, Madrid, Akal,
2005, pp. 435-46: 439 osserva che «los tres grandes pilares de la poética cernudiana, sin duda alguna, son Garcilaso de la Vega, san Juan de a Cruz y Bécquer le aportan sensibilidad, lirismo y diversas visiones del amor: el idílico, el sublime y el sentido o vivido».
65 È uno dei miti classici reimpiegato da Cernuda. Sull'argomento si considerino Zardoya, Concha, 1980, Ugarte, Miguel, 1986 e Faber, S.,“El norte nos devora”: La construcción de un espacio hispánico en el exilio anglosajón de
localistas, lo vincula a la dimensión cósmica de la naturaleza y del hombre, por eso, en lugar de querer volver a una patria que ya no tiene, el poeta siente la necesidad de seguir su destino cósmico que lo lleve a viajar siempre adelante conociendo nuevas tierras nunca holladas y nuevos horizontes vitales»66. È un motivo, quello del poeta apolide ed anelante la patria ideale che, come si vedrà, è connaturato con la poesia del sivigliano ed è, nelle sue diverse sfumature, condiviso in particolare dai poeti romantici inglesi67.
Il tema dell'esilio, come nel caso di altri motivi, non indipendenti ma interrelati, e manifestazione di un unico tema umano dominante, si connette all'amore di patria, al tema di Spagna. È tra gli aspetti in cui confluisce la vena elegiaca del “poeta di Sansueña”, e che, a partire dalla guerra civile, diverrà una costante dell'anima, che accompagnerà la vita quotidiana e spirituale del poeta. Questo, che a ragione, può dirsi motivo tradizionale ed unamuniano68, si manifesta in tutta la sua costanza. A partire dalle due “Elegías españolas” di Las nubes, ed ai poemi di “Tierra nativa”, “Primavera vieja”, “Hacia la tierra” ed “Elegía anticipada”, compresi questi ultimi poemi nella sezione di Como quien espera el alba, la preoccupazione per il destino della patria continua ad essere presente in lui69.
Si è detto della strutturazione uniforme sul piano tematico dell'intera raccolta di “La realidad y el deseo”. Tale aspetto si conferma, quale elemento di continuità e coerenza70, anche nel linguaggio poetico impiegato. Così, dalle inflessioni liriche di ascendenza francese, tanto lontane dagli schemi prosastici e poco trasparenti nel rispecchiare l'”esperienza umana” che il lirismo cernudiano trasuda, le scelte del poeta sivigliano si orientano ad una costante “essenzialità lirica”71. In cui l'uso degli epiteti rivela il ricorso a costanti aggettivali che fanno riferimento a qualità del corpo adolescenziale
66 Matas Caballero. J., 2005: 508. Su questo motivo classico, reimpiegato nella letteratura del Siglo de Oro e ancora fertile in età contemporanea si veda anche Juan Matas Caballero, Luis Cernuda “Peregrino”: de la elegía del exilio
a la vida como una “peregrinatio”, in “Armas y Letras”, n°38, Monterrey (México), 2002: 3-9 e Eufraccio, Patricio, Cernuda: entre el regreso y la errancia, http://www.ucm.es/info/especulo/numero8/cernuda.html, 1988.
67 L'atteggiamento critico che Cernuda mantenne nei riguardi del Romanticismo è ben definito da Paz, O., 1974: 65, che parla di “ironía”, intendendola nell'interpretazione schlegeliana di «amor por la contradicción que es cada uno de nosotros y conciencia de esa contradicción». È uno dei procedimenti che, assieme all'attenzione per la forma, all'impiego delle esclamazioni, al tono prosaico, tutti espedienti di controllo delle emozioni, Blanc, M.A., 1988: 44- 45 individua come agente nella forma di isolamento che Bécquer stabilisce rispetto al romanticismo in voga nel suo tempo.
68
La similarità contenutistica del Romancero del destierro di Miguel de Unamuno conferma la stessa condizione spirituale di disinganno dinanzi al tragico destino della patria.
69Cano, J.L., 1970: 251-57 considera che si determina, nei libri cernudiani a partire da Las nubes fino a Desolación de
la quimera, una evoluzione, che rimanda, ivi: 253, alla seguente comparazione: «hay en la relación de Cernuda con
España una evolución semejante a la que puede experimentar el enamorado que sufre, con su amada, un trágico desengaño. La pasión inicial se va transformando en amargo desprecio, en desdén profundo y, finalmente, en indiferencia».
70
Il concetto di coerenza in termini cernudiani assume, è possibile dire, una connotazione morale, implicando una fedeltà mai negata ai principi ispiratori di quella poesia ed ai dettami formali che egli sottopose ad una personale ricerca.
71 Cano, J.L., 1970: 246, nelle sue notazioni sul linguaggio poetico cernudiano, riporta che «el lenguaje poético de Cernuda es un lenguaje que participa de esa esencialidad lírica, y es al mismo tiempo un lenguaje romántico matizado ya por una exquisita sensibilidad moderna».
ed alla fugacità della bellezza. Mentre, in perenne uniformità argomentale, i sostantivi appartengono all'ambito semantico dell'amore, sia nei suoi aspetti positivi ed entusiastici, sia in quelli più malinconici e ombrosi. Di quanto esposto, anche in termini di coerenza artistica si darà conto nei capitoli dedicati.
Molti aspetti della disciplina teorica che Cernuda si impose nell’arte poetica sono stati da lui direttamente esposti in saggi critici, che parzialmente ne delimitano la natura e le fonti di ispirazione, anche in misura contrastiva rispetto ad alcuni contemporanei.