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Le traduzioni inglesi

Nel documento Luis Cernuda: la realizzazione del desiderio (pagine 189-191)

CAPITOLO 4. CERNUDA EREDE DEL ROMANTICISMO INGLESE: ANALIS

4.4 Le traduzioni inglesi

L'importanza dell'impegno dei poeti del gruppo in tale ambito culturale è riconosciuta nella funzione innovatrice e di apertura che l'attività traduttiva in generale ebbe in quella contingenza storica, per cui «sin duda contribuyó a abrir nuevos horizontes a los lectores españoles, a difundir la obra de importantes autores de la poesía universal, a establecer contactos con muchos de ellos, así como a enriquecer su propia escritura con aportaciones diferentes de las de la tradición española»45. Si manifestò, da quanto è possibile arguire anche dalla dedizione alla traduzione da altre lingue europee, come un aspetto dell'ampliamento in prospettiva europeistica di voci colte, in taluni casi altrimenti arrestate all'ambito nazionale. E, coerentemente con l'operato dei propri maestri, anche Cernuda vi si dedicò, ed in modo particolarmente proficuo, nell'avvicinamento alla realtà anglosassone.

L'attività traduttiva probabilmente dovette essere interpretata da Cernuda come integrante l'attività poetica. Non gli fu estraneo il concetto che dell'impiego della traduzione per nulla accidentale e venale ebbe Jiménez. Aspetto che di certo condivise. Mai dovette intenderla come lavoro mercenario, ma sempre come percorso conoscitivo. Come il suo ritrarsi introspettivo era mitigato dalla personale intenzione della poesia quale mezzo ed atto di comunicazione, così la traduzione funge, strumentalmente, da ponte di connessione e di contatto tra ambiti culturali dissimili e, sul piano gnoseologico, da “metodo conoscitivo” ed autoconoscitivo, processo che simultaneamente implica l'avvicinamento all'altro da sé ed un conseguente rivolgersi a se stesso, in un arricchente continuo processo di autoanalisi. Che Cernuda fosse interessato alla sperimentazione, mediata anche attraverso la conoscenza della produzione poetica altrui, e raggiunta nella forzatura dei limiti imposti dalle restrizioni dettate dal codice linguistico e dalle regolarità ritmiche non sempre trasponibili, lo dichiara egli stesso, in stralci della personale testimonianza biografica che fornisce in Historial de un libro. Considerava infatti, già a proposito della traduzione da Hölderlin, che «Al ir descubriendo, palabra por palabra, el texto de Hölderlin, la hondura y hermosura poética del mismo parecían levantarme hacia lo más alto que pueda ofrecernos la poesía. Así aprendía, no

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Non è entusiastica, ma ironica, la prospettiva sulla traduzione che O.Paz, ivi: 121 esprime in una sezione del suo saggio in cui osserva: «La historia de cada literatura y de cada arte, la historia de cada cultura, puede dividirse entre imitaciones afortunadas e imitaciones desdichadas. Las primeras son fecundas: cambian al que imita y cambian a aquello que se imita; las segundas son estériles. La imitación española del siglo XVIII pertenece a la segunda clase». 45 È l'opinione apposta a conclusione della presentazione del lavoro traduttivo della Generación del '27 contenuto in

sólo una visión nueva del mundo, sino, consonante con ella, una técnica nueva de la expresión poética»46. La traduzione da fonti germaniche evidentemente rappresenta una possibilità di esercizio sperimentale, una attività arricchente e conoscitiva, attraverso la quale si definiscono i confini, sempre più esili ed orientati ad una graduale condensazione, alla cui ricerca Cernuda poeta sembra esser proteso a partire da un momento di definitiva scissione nella sua opera. E che si definiscono in innovative possibilità di creazione verbale e di personalizzazione ritmica che al poeta, novello creatore, sono concesse47.

Alcune traduzioni holderliniane furono lavori di collaborazione, come del resto lo saranno le traduzioni dei due sonetti wordsworthiani del 1938. Il periodo che in tal senso interessò Cernuda alla produzione poetica inglese fu abbastanza ampio, percorso che, cominciato durante il soggiorno d'esilio tra il 1938 e il 1947, continuò poi anche negli anni successivi trascorsi negli Stati Uniti48. Si tratta, in questo caso, di collaborazioni con Stanley Richardson, a cui seguono le più numerose traduzioni da William Blake, da John Keats e da W.B.Yeats, oltre che le impegnative versioni da Shakespeare.

Attività considerata come faticosa, quella della traduzione, ma attraverso cui si esprime la funzione del poeta, quella creatrice, in un processo di rilettura che non è statico, ma polimorfico, distribuito in un flusso continuo, in quanto accompagna la crescita poetica49 di Cernuda. È soggetto infatti a riorientamenti dalla iniziale scelta di tradurre, su suggerimento di Salinas, i poeti surrealisti francesi, ad iniziare da Paul Éluard.

Tale proficua dedizione si associa all'impegno poetico in un periodo di cambiamento nella vita personale, punteggiata da dolorosi distacchi. Le modalità in cui Cernuda potè derivare un insegnamento vitale per la propria produzione poetica sono sottolineati da F.Arena-Dolz e L.Pérez Rondán, i quali considerano che «conocer con mayor profundidad la faceta de Cernuda como traductor poético nos puede ayudar a entender mejor su obra, ya que su estilo se manifiesta en las traducciones de autores franceses [...], alemanes [...], y más tarde ingleses [...] y, por otro lado, la temática e incluso las figuras de dicción de las tradiciones poéticas de las obras que tradujo son frecuentes en su obra»50. Per il poeta sivigliano, del resto, tutto quanto attiene alla propria creazione letteraria rimanda ad un percorso di ritorno a se stesso, ad un processo, si è detto, di approfondimento conoscitivo che si mantiene in piena coerenza con i principi compositivi assunti.

46

B.Dietz 1995: 285.

47 Su tale interpretazione dell'attività poetica e sull'analogia tra linguaggio e mito si veda il paragrafo “El genio creador ante la sociedad carcelaria” in C.Zegarra 2007: 76-80; si consideri altresì M.Cárdenas 1980.

48

Relativamente a questo argomento si considerino gli studi di Londero 1992 e Barón 2002.

49 Sul ruolo della traduzione nella formazione poetica di Cernuda si consideri almeno F.Ruiz Noguera 2005 e Dietz 1979.

50 Francisco Arena-Dolz-Laura Pérez Rondán, Poesía, metafísica y traducción: Cernuda y Andrew Marvell a propósito

de “The definition of love”, in Matas, J.-Martínez, J.E.-Trabado, J.M., (eds.), “Nostalgia de una patria imposible”,

E tale criterio sembra ancor più valido se si considera l'imponenza dell'esperienza traduttoria inglese nel suo complesso, come anche, in particolar modo, se ci si sofferma sull'argomento di ognuno dei due sonetti che Cernuda tradusse da Wordsworth. Sia perché entrambi, come si vedrà, vertono su di una tematica di base ideologico-politica, pertanto da ritenersi per definizione universale. Sia anche per la già avvenuta iscrizione di quelle tematiche in un ambito mitico, dunque valido per il comune attingimento letterario ed ideologico.

L'attenzione agli aspetti prosodici riveste un'importanza primaria per cui Enid Hamer stabilisce un confronto eloquente nel configurare l'arte di scrivere, come quella del parlare, come connaturate nell'uomo, per cui la cura di tali aspetti pare essenziale. Nella prefazione riflette: «A painter must know something of a colourman's chemistry; a sculptor cannot neglect the properties of stone and metal; a musician must school himself in the complex mathematics of harmony. But the poet's materials are more intimately a part of common life, the sounds of spoken words, and the laws for their manipulation are instinctive»51.

Nel documento Luis Cernuda: la realizzazione del desiderio (pagine 189-191)