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Motivi di comunanza in William Wordsworth

Nel documento Luis Cernuda: la realizzazione del desiderio (pagine 183-189)

CAPITOLO 4. CERNUDA EREDE DEL ROMANTICISMO INGLESE: ANALIS

4.3 Motivi di comunanza in William Wordsworth

Temporalmente l'avvicinamento a Wordsworth costituisce l'evento inaugurale dell'attività traduttoria del poeta spagnolo, che si era precedentemente dedicato alla traduzione, spesso a quattro mani, come si è visto, da poeti francesi e poi tedeschi. Il lavoro di creazione poetica, affiancato dagli studi di critica letteraria, è dunque completato dalla dedizione alla traduzione. Quasi un rituale iniziatico all'approccio traduttorio e critico della letteratura inglese è quello intrapreso da Cernuda, in cui consapevolmente il poeta andaluso si abbandona all'autoidentificazione nei motivi “vitali” e nei ritmi languidi e nostalgici del poeta del Lake District, nel quale ricercherà tracce della

22 Ivi: 35 Cernuda apprezza la “scoperta” della ricchezza morale ed estetica della poesia wordsworthiana, nascosta da una parvenza di semplicità. Pare che tra gli aspetti che erano fonte di entusiasmo poetico per Cernuda ci fosse proprio la contraddizione insita nell'evidenza dimessa nelle immagini, nei toni, e la profondità contenutistica, accessibile solo a pochi eletti.

filosofia morale23 che mossero la sua coerente e moralmente integra esistenza. Ma, nella ricerca all'interno della vastità della produzione wordsworthiana, che tocca tematiche svariate, l'interesse del poeta spagnolo sarà di certo condizionato dalla contingenza del necessario più che imposto abbandono della propria patria, e dalle conseguenze che quell'evento dovette sortire sulla sua sensibilità. Per cui sarà indotto ad attingere, nel suo lavoro traduttorio dall'opera wordsworthiana, dalla raccolta di poemi libertari e patriottici che confessano, attraverso la “naturale” rievocazione storica24, l'impossibile abiura del proprio sincero credo per la strenua difesa di quegli ideali tanto a lungo perseguiti.

Si è detto quanto simile fosse l'esperienza di vita di Cernuda con il poeta d'Oltremanica. La base di comunanza e di condivisione è da ricercarsi in primis in una simile impostazione filosofica di base empirica25, e nella comune base epistemologica, che inscrive il fare poetico in un percorso conoscitivo. È noto che l'accesso alla poesia si determina sulla base del vissuto personale, considerando che la propria esperienza, trovando eco nelle attese dei lettori, induce all'accettazione ed alla condivisione di principi sostenuti. Se il punto di partenza per l'approccio poetico è la realtà fenomenica, anche l'accettazione della cultura straniera, da parte di Cernuda, si determina non in modo dogmatico ed aprioristico, ma a partire da una acuta disposizione critica. Ciò che conferma una uniformità di intenti e di aspetti procedurali tra produzione poetica e speculazione critica.

Altro punto epistemologico in comune è il concetto di immaginazione26, che funziona altresì come principio conoscitivo. L'immaginazione è fondamento del processo di creazione poetica, consiste nell'essenza pensabile della realtà fenomenica, che lo spirito poetico, nel suo ruolo profetico, ha la facoltà di trasmettere agli uomini. Nella tradizione romantica inglese tale concetto assume variabili interpretative diverse. Se in Shelley e in Coleridge l'immaginazione viene assimilata all'idea di

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P. De Man 1984: 85 definisce, a partire dall'opinione che L.Stephen, contemporaneo di W.Wordsworth, ne ebbe, il ruolo che W.Wordsworth svolse nel Romanticismo inglese, non come mero poeta, ma come filosofo nel dire: «he meant by philosopher something very different from what the term may conjure up today. He meant moral philosophy, the fact that Wordsworth's poetry was not just “a thing of beauty”, an object of aesthetic pleasure, but that it also had the power to console, to edify, and to protect from anxieties that threaten life and reason».

24Octavio Paz 1974 analizza il rapporto che l'opera letteraria instaura con i criteri di spazio e tempo. A tal proposito definisce il poema in tal modo: «El poema es una máquina que produce, incluso sin que el poeta se lo proponga, anti- historia. La operación poética consiste en una inversión y conversión del fluir temporal; el poema no detiene el tiempo: lo contradice y lo transfigura». Il rapporto che Cernuda uomo e poeta ha con il fluire temporale è ben presente a se stesso. Ed ivi: 27, quasi riprendendo il mito eliadiano dell'eterno ritorno, in un'interpretazione ciclica e non lineare del tempo, aggiunge: «La historia es una degradación del tiempo original, un lento pero inexorable proceso de decadencia que culmina en la muerte. El remedio contra el cambio y la extinción es la recurrencia: el pasado es un tiempo que reaparece y que nos espera a fin de cada ciclo. El pasado es una edad venidera. Así, el futuro nos ofrece una doble imagen: es el fin de los tiempos y es su recomienzo, es la degradación del pasado arquetípico y es su resurrección». Sono compendiati qui i presupposti filosofici che spiegano il riproporsi, sul piano storico e letterario, di accadimenti simili, come nella biografia del poeta andaluso e del poeta britannico.

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Entrambi basano la propria idea di conoscenza a partire dai principi lockiani e humiani che lo stesso Cernuda nello studio critico di Pensamiento poético commenta. G.Insausti 2000: 11 ritiene che «este talante empírico excluye de principio todo planteamiento apriorístico y opta por un saber a posteriori: un reconocimiento de la experiencia como fuente y fundamento e incluso como requisito para la especulación».

26 Ivi: 149 G.Insausti nota che « “imaginación” es tal vez la palabra más repetida en la primera parte de Pensamiento

ordine e di “connessione umana”27, definendo così l'essenza stessa della realtà che diversamente sarebbe inconoscibile28, per Wordsworth essa «consiste precisamente en la incorporación del sujeto a la naturaleza»29. Costituisce di fatto il tramite di integrazione, è essa stessa evento di trasmissione in quel processo panteistico che accomuna la poesia del romantico inglese e del neoromantico spagnolo.

Si è detto della predilezione che Cernuda manifestò per gli ingegni romantici inglesi, per la condivisione che con questi in generale professò dei principi filosofici ed etici. E non furono solo le comuni basi classiche della formazione culturale, quanto le basi ideologico-politiche, a decretare l'”inderogabile” elezione della poesia inglese da parte del sivigliano nelle proprie letture critiche. Così, di Shelley considerò apprezzabile il suo idealismo ottimistico nell'immaginare, nell'Inghilterra dell'industrializzazione, un futuro senza differenze di casta, di Byron apprezzò il rifiuto di aderire a certe norme della morale convenzionale, che gli guadagnarono l'appellativo di ribelle; e di Wordsworth dovette in particolar modo ammirare quella empatia che il “poeta-filosofo” manifestò verso il povero con il quale sentiva di condividere la sua solitudine30. Il trait d'union che si istituisce con i risultati dell'impegno lirico wordsworthiano, è la trattazione del motivo condiviso dell'esilio31, di evidente matrice biografica per entrambi. Benché tale motivo sia stato indicato come proprio della poesia di Cernuda, dal quale una serie di temi esistenziali e di vissuto poetico si dipartono, il legame con il romantico inglese si intravvede anche nella elezione dell'argomento patriottico in funzione della trattazione degli ideali libertari. Aspetti che in Wordsworth non appaiono come temi solamente episodici, ma permeano, anche nelle varianti tematiche d'arrivo di una democrazia idealizzata, gran parte del suo sentire. Così pure per Cernuda non è l'esilio motivo episodico, ma costante dolorosamente e compostamente accettata della propria esistenza. Diviene esso stesso, da processo fisico, temporalmente circoscritto, in quanto spostamento geografico, a interiore peregrinatio, a viaggio progressivamente diretto verso se stesso, nella contemporanea acquisizione contenutistica dalla fonte inglese. E simile dovette essere la condizione interiore di esiliato avvertita da Wordsworth, vistosi costretto ad abbandonare la Francia ed a rinnegare pubblicamente i principi politici che lo ispiravano, e che vide miseramente delusi. La peregrinatio, nella disillusa ricerca di una patria ideale, che dell'esilio è conseguenza, anche in Wordsworth funge da fattore generatore di

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Ivi: 183-84 ilcritico lo riporta come «ese “principio de síntesis” que recoge las imágenes inconexas que le proporcionan las facultades inferiores, para configurar una totalidad a la que quedan referidos todos los individuos». 28 Ivi: 191 «la imaginación es no sólo la puerta para transgredir las fronteras de este mundo sino, sobre todo, lo que

hace posible que haya mundo en absoluto, y no un confuso bullir de elementos inconexos». 29 Ivi:193.

30 Cernuda 1986: 21-22.

31 È il tema che si ritiene qui funzionale alla coerenza esplicativa della presenza di Wordsworth nella poesia di Cernuda. Del quale è necessario considerare gli esili vissuti da entrambi i poeti, dovendo tener conto di quello che è stato individuato, da M.Ugarte 1986, come “esilio dell'anima”.

un viaggio dell'anima diretto alla ideale ricomposizione e stabilizzazione identitaria, alla ricerca di una possibile dimensione personale oltre che pubblica, che la catastrofe imperialistica e i regimi assolutistici avrebbero inevitabilmente annullato. Come ha considerato Emilio Barón32, a partire dal 1938, l'anno del suo allontanamento dalla Spagna, l'esilio è diventato il tema onnipresente nella poesia di Luis Cernuda, argomento sofferto che non lo abbandonerà mai, e la cui raggiunta consapevolezza inciderà ancor più sul suo rapporto oppositivo con la realtà circostante. Da cui la possibilità di inveramento dell'idea di patria e di appartenenza solo nella dimensione poetica. È, il viaggio, motore della capacità immaginifica del poeta perché, come in questo caso, mezzo di contatto interculturale, che stabilisce un nuovo inizio nella poesia cernudiana33. Motivo dell'anima, assunto nell'ambito di una rilettura mitica34, che ne consacra l'attingibilità da parte di due poeti, Wordsworth e Cernuda, distanti nel tempo, ma vicini nello spirito poetico.

Il 1937, anno di allontanamento a Glasgow, e poi il 1948, anno di spostamento a New York, sono di fatto le date di due cesure nella condizione esistenziale del poeta sivigliano, per cui individuano una fase anche nella produzione poetica che muove dalle traduzioni wordsworthiane ed in contemporanea con esse, attingendo al tema condiviso dell'esilio. Nella traduzione da Wordsworth Cernuda sperimenta un percorso di scrittura poetica che si configura come tragitto naturale della creazione poetica personale, in quanto prevede l'assunzione dell'esperienza di vita e la trasposizione in un ambito di attingimento mitico comune, in un passaggio dal “proprio particolare” all'universale. Nelle traduzioni da Wordsworth Cernuda applica questo stesso inconsueto percorso di allontanamento da sé e di generalizzazione, rintracciando non nelle proprie possibilità immaginifiche e creatrici, ma nella riproposizione di miti condivisi, l'elemento vivificante la propria poesia. C'è una certa uniformità contenutistica e stilistica tra i sonetti tradotti e certi componimenti raccolti in Las nubes, in particolare Un español habla de su tierra. É, quest'ultimo, un poema emblematico per l'evocazione del passato personale e della storia di Spagna, che rivivono nel ricordo, che è indicativo della coerenza stilistica ed estetica mantenuta dal poeta sivigliano nella scrittura poetica mano sua e nelle traduzioni dal poeta del District Lake. Il tono prosastico nello stile dichiarativo del titolo, l'asciuttezza sintattica nell'omissione di funtivi grammaticali e nelle enumerazioni sistematiche che emergono nel poema, conferiscono uniformità di intenti all'una ed

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2002: 193-202. 33

J.Matas Caballero 2005: 479 considera che «cuando el viaje se termina convirtiendo en una necesidad y obligación vital en la obra poética de Cernuda es a partir de su definitivo exilio en 1938 y será, por lo tanto, desde Las nubes hasta

Desolación de la Quimera, cuando el mito del viaje adquiera, tal vez, su mayor riqueza expresiva, es decir, en la poesía

madura de Cernuda que será donde se centre esta reflexión».

34La presenza del mito, non come mero tema incidentale, ma quale metodo condiviso di sublimazione del reale, aveva affascinato Cernuda sin dalle letture del poeta tedesco Hölderlin, le cui traduzioni erano dirette all'approfondimento dei miti gregi. Tali aspetti della cultura hölderliniana sono messi in relazione con la poetica cernudiana da Jordi Juliá,

Cernuda y Hölderlin: de la traducción a la forma poética, in Matas, J.-Martínez, J.E.-Trabado, J.M., (eds.), “Nostalgia

all'altra produzione35. Pertanto Las nubes, contemporanea alle traduzioni da Wordsworth, è una raccolta nucleare, perché, si è detto, l'esilio condiziona l'intera vita del poeta, nella quale si rispecchia la vita della propria nazione.

Fin qui la base fisolofica comune. Ma l'analisi compositiva in funzione contrastiva permette di evincere una convergenza sia contenutistica sia formale nella produzione poetica dei due autori. Così, sul piano estetico, il criterio condiviso consiste nel ripudio dell'estetica neoclassica da parte di Wordsworth, percorso elettivo assimilabile a quello cernudiano, che rifiuterà l'accostamento al concettismo quale tratto distintivo generazionale36. A tal proposito è di grande rilievo per le possibilità interpretative che dischiude, l'osservazione riportata da G.Insausti, il quale afferma: «el encuentro de Cernuda con el romanticismo inglés se traduce en Las nubes en el empleo del encabalgamiento con funciones rítmicas, en el paso de la metáfora como vertebración de todo el poema a un discurso que requiere de una musicalidad distinta»37. Tali scelte, che egli dovette riconoscere come consueto materiale di costruzione formale già in Hölderlin, le ritrova, in un impiego sistematico, nel blank verse di Coleridge e di Wordsworth. E il ricorso non acritico al blank verse di Wordsworth dovette rappresentare per Cernuda uno strumento di distanziamento rispetto alla tradizione poetica francese38.

Se dunque la condivisione del credo filosofico wordsworthiano è assicurata in Cernuda dalla simile esperienza di vita e dalle scelte ideologiche effettuate, anche il simile vissuto politico e la lotta sociale sostenuta inducono ad una immediata identificazione di esperienze39. Pertanto, è proprio nell'adeguamento delle scelte linguistiche e formali che si possono riscontrare, pur nella similitudine, una serie ampia di espedienti traspositivi diversi e profondamente unicizzanti l'esperienza traduttiva del poeta spagnolo, e che rendono conto di uno stile personale costantemente preservato. A tal proposito, come Austin ha osservato, il linguaggio impiegato dal romantico inglese è molto ridotto sia nel vocabolario sia pure nella strutturazione frastica, essendo ciò associato alla omissione di tutto quanto rimanda alle norme di strutturazione strofica e dell'organizzazione ritmica

35 Utile a riguardo è la lettura del poema raccolto in Las nubes. Cfr. P.Silver 1997. 36

Il rifiuto cernudiano dell'ampollosità barocca costituisce un elemento di comunanza con la lirica inglese. G.Insausti 2000: 38 riporta che «los ingleses le parecían carentes de ese ornato verbal que españoles y franceses habían convertido en la razón de ser de la poesía».

37 Ivi: 39. 38

La precisazione di G.Insausti ivi: 39 a riguardo è ampiamente esplicativa: «el contrapunto o divergencia entre las unidades métrica y gramatical, entre el verso y la frase, ofrecían un ritmo y una sonoridad distintas de las que se observan en la tradición francesa incluso en Rimbaud o el surrealismo, cuyos versículos siguen ostentando esa plenitud coincidente con la oración gramatical».

39Il Wanderer, una delle simboliche immagini poetiche che più frequentemente ricorrono, e consapevolmente, nella poesia di entrambi, come il poeta sivigliano 1986 osserva nelle sue pagine di critica.

proprie dello scrivere poesia che non fossero le sole della rima e del metro40. É, quella scelta da Wordsworth, una risoluzione che rischia di banalizzare, nella “naturale”, per nulla edulcorata e raffinata resa testuale, il profondo messaggio personale che intende mediare. Nel poeta britannico è frequente l'impiego di nomi astratti, di scelte verbali specifiche e meditate, scelte aggettivali abbastanza elementari, che F.Austin definisce “ordinarie”41. Anche la sintassi appare molto limitata, con minime possibilità di varianza, per cui è frequente l'impiego di frasi brevi, con abbondanza di “prosastiche” relative, ed in generale il ricorso alla struttura frasale paratattica42. È noto altresì come spesso il poeta inglese ricorra alla struttura latina della frase, con posizione clausurale del verbo, fattore questo che rimanda alla sua formazione classica.

L'impostazione culturale classica si riconosce come tratto distintivo anche in Cernuda, che ne fa un sapiente impiego funzionale al controllo emotivo, perseguito nel testo poetico mediante il ricorso ad espedienti formali vari, tra cui, si vedrà, c'è la punteggiatura. Un aspetto parziale di tale orientamento Cernuda lo individuava nel fare poetico wordsworthiano. La convinzione che il metro in poesia funziona come elemento formale equilibrante, come mensura, animae rerum diremmo, misura delle cose che attengono all'ambito delle emozioni, diviene concetto ampiamente condiviso da Cernuda. Anche se, abbastanza semplicisticamente, Wordsworth riteneva il metro come unico elemento di distinzione del verso rispetto alla prosa, attribuendogli così una funzionalità puramente meccanica. Per cui tale aspetto dovette individuarlo Cernuda già in Bécquer, e condividerlo come elemento, non solo formale, di riproposta poetica futura43.

Si è inteso commentare la coincidenza di aspetti di ampia tradizione classica insieme nella poesia cernudiana e wordsworthiana, indicati come peregrinatio, sul piano storico-biografico, consolatio, sul piano ermeneutico-filosofico, ed il concetto di mensura, sul piano estetico-formale. Gli uni e l'altro essendo motivi biografici e principi ontologici di ampia e determinante

40 Lo stile di Wordsworth pare nudo, è il modo in cui lo definisce F.Austin 1989: 67 nel dire: «Wordsworth uses both diction and syntax in such a new and bold manner that it sometimes hovers on the borders of collapse into the ludicrous even today».

41 Ivi: 16 Austin analizza il linguaggio wordsworthiano in questi termini: «The abstract nouns that are found usually denote commonly felt emotions such as grief and patience. Verbs are generally less forceful than nouns and there is frequent use of grammatical or lexically empty verbs like the verb to be and verbs denoting states rather than actions. ... Adjetives are on the whole rather conventional and commonplace. Examples are comely; fair; sad; happy; and lovely. Because of their very ordinariness, Wordsworth can use them to good effect by stepping only very slightly outside his usual run».

42 Ivi: 17 «Most clauses are short, running to two lines and most, and the lines also are short, consisting mainly of eigth syllables. Just a few clauses, in certain poems, are longer. Most clauses are self-contained sentences or if linked to another clause in a clause complex are joined by a co-ordinate conjunction, such as but; for or, most usual,

and. Subordinate clauses are few and such as do exist are restricted to the simpler if and when type».

43 O.Paz 1974: 17 in riferimento ai canoni estetici, in generale ritiene che «En la historia de la poesía de Occidente el culto a lo nuevo, el amor por las novedades, aparece con una regularidad que no me atrevo a llamar cíclica pero que tampoco es casual. Hay épocas en que el ideal estético consiste en la imitación de los antiguos; hay otras en que se exalta la novedad y la sorpresa».

condivisione. Benché l'ultimo punto di convergenza, sul piano formale, individuato nel principio di “misura”, possa dirsi concetto cernudiano e romantico di ascendenza bécqueriana.

Nel documento Luis Cernuda: la realizzazione del desiderio (pagine 183-189)