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2. Il crowdfunding per il portico di San Luca

2.1. Aspetti generali e obiettivi del progetto

“Un passo per San Luca” è stato un progetto di crowdfunding civico promosso dal Comune di Bologna e dal Comitato per il Restauro del Portico di San Luca, realizzato con la collaborazione tecnica dell’associazione GINGER17, con lo scopo di raccogliere le risorse finanziarie necessarie

per il restauro del monumento (Barollo e Agrizzi, 2015; Lodi, 2015). L’iniziativa è nata dalla

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volontà del Comune di Bologna e per la realizzazione della campagna di crowdfunding l’amministrazione si è rivolta a GINGER, associazione specializzata in questa tipologia di

raccolta fondi, mentre il Comitato per il Restauro del Portico di San Luca si è occupato della gestione dei fondi raccolti per le attività di restauro.

Sul sito web del progetto, gli obiettivi sono definiti in questo modo:

Un passo per San Luca è un progetto di crowdfunding civico dedicato alla raccolta fondi per il restauro del portico più lungo al mondo. Ma è anche un modo per dare a tutti la possibilità di contribuire, di fare del portico di San Luca un luogo al centro della vita sociale e culturale della città18.

Da queste parole risulta evidente la duplice finalità dell’iniziativa. In primo luogo si riscontra un obiettivo concreto, di breve periodo e facilmente misurabile: raccogliere fondi destinati al restauro del portico di San Luca. Infatti, come è emerso dalle analisi condotte nel capitolo precedente, al momento del lancio della campagna di raccolta fondi il portico di San Luca necessitava di interventi urgenti di manutenzione, in modo particolare nel tratto collinare. In alcuni punti il monumento era soggetto a cedimenti strutturali che hanno dato luogo a crepe di media ed elevata entità. I tratti maggiormente interessati da questo fenomeno erano quelli tra il

II-III e il VI-VII mistero. In particolare nel secondo caso si sono verificati danneggiamenti di sei archi a causa del progressivo abbassamento del terreno. Per questo motivo si era reso necessario intervenire per effettuare una sottomurazione, simile a quella già realizzata in passato nel tratto tra il IX e il X mistero.

Oltre a ciò il progetto prevedeva anche la realizzazione di interventi di manutenzione più contenuti e mirati. Come è ricordato sul sito, infatti, per restaurare un solo arco di portico sono sufficienti in media € 15.000. Per questo motivo nella fase iniziale, in attesa di raccogliere le donazioni necessarie per aprire un cantiere di dimensioni maggiori, è stato deciso di partire con lavori di manutenzione nella parte alta del portico, ovvero gli archi 605-609 compresi tra il XIV- XV mistero, in modo tale da far fronte ai casi più eclatanti di degrado del monumento.

Per consentire la realizzazione di questi interventi, è stato avviato il progetto con l’obiettivo iniziale di raccogliere € 300.000 attraverso donazioni dei privati cittadini, ma anche contributi e sponsorizzazioni da parte di istituzioni, aziende, associazioni e qualunque altro tipo di ente pubblico o privato (Carolfi, 2014; Barollo e Agrizzi, 2015; Lodi, 2015). Per raggiungerlo si è

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scelto di adottare il crowdfunding, una modalità di raccolta fondi innovativa e collettiva basata su Internet e sulle nuove tecnologie, nella sua versione reward-based19, in modo da ricercare

una partecipazione molto ampia da parte della cittadinanza, anche attraverso donazioni di piccola entità, in cambio delle quali i sostenitori sono stati premiati con una ricompensa20 (Barollo e Agrizzi, 2015). L’iniziativa è stata particolarmente interessante in quanto si è trattato del primo caso in Italia in cui una pubblica amministrazione si è avvalsa del crowdfunding per reperire le risorse finanziarie necessarie al restauro di un bene pubblico. Nello specifico il Comune di Bologna, oltre a promuovere l’iniziativa, ha dato avvio alla raccolta versando un contributo iniziale di € 100.000 (Carolfi, 2014; Lodi, 2015).

In secondo luogo, “Un passo per San Luca” aveva un altro scopo di più ampio respiro. Al di là della somma di denaro da raccogliere, alla base del progetto vi erano anche obiettivi strategici più difficilmente quantificabili e misurabili, ma non per questo meno importanti. Quando si parla di obiettivi strategici si fa riferimento all’insieme di «quei risultati che possono esplicitare i loro effetti anche successivamente alla chiusura del progetto e che continuano oltre la durata dell’evento» (Acerboni, 2009, p. 269). Nel caso specifico rientrano in questa categoria tutte quelle ricadute sociali e culturali generate, o comunque messe in moto, dall’iniziativa, in termini di maggiore conoscenza, consapevolezza e coinvolgimento della cittadinanza. Come afferma Martina Lodi (2015) di GINGER, «l’obiettivo di “Un passo per San Luca” non è stato unicamente

quello di raccogliere fondi ma anche quello di comunicare l’emergenza, avvicinare il portico di San Luca alla città e la città al bene pubblico, per prendersene cura».

“Un passo per San Luca” è stato infatti proposto come progetto capace di riavvicinare la città e i cittadini a uno dei suoi monumenti simbolo, di diffonderne la conoscenza e di favorirne la fruizione nel modo più consapevole possibile. Finalità di questo tipo fanno parte delle strategie di valorizzazione del patrimonio artistico-culturale affermatesi in diverse realtà nel panorama attuale delle città d’arte21.

19 Le caratteristiche del crowdfunding saranno approfondite nei paragrafi seguenti. In particolare, del modello

reward-based si parlerà nel paragrafo 2.3.

20 La tipologia di campagna di crowdfunding adottata e il tema delle ricompense saranno oggetto di

approfondimento rispettivamente nei paragrafi 2.3 e 4.3.2.

21 A questo proposito in letteratura si parla di cultural planning. Si tratta di un termine non definito univocamente

ma generalmente associato al concetto di buone pratiche, declinate in campo culturale e organizzate all’interno di una pianificazione d’insieme. Si fa riferimento dunque a un insieme ampio e variegato di comportamenti virtuosi adottati dalle pubbliche amministrazioni nel campo della cultura con l’obiettivo di migliorare e rendere più

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Nel campo artistico-culturale molto spesso gli obiettivi specifici del singolo progetto vanno a configurarsi come uno dei tanti tasselli che, nel complesso, contribuiscono alla realizzazione di una programmazione più ambiziosa. Come afferma Acerboni (2009, p. 269-280), le organizzazioni culturali «si trovano ad operare in un contesto di programma, in cui l’evento singolo si inserisce come elemento di un più ampio sistema […] raramente l’evento culturale è unico e isolato in termini temporali e operativi». A questo proposito, con l’espressione program

management si definisce «la gestione centralizzata e coordinata di un programma al fine di

raggiungere obiettivi e benefici strategici», laddove per programma si intende un «gruppo di progetti correlati gestiti in modo coordinato al fine di ottenere benefici e un controllo non possibili nella gestione individuale dei singoli progetti» (Project Management Institute, 2004, p. 371).

Questo è esattamente quello che è avvenuto nel caso di “Un passo per San Luca”. Il progetto, infatti, si inserisce in una programmazione di raccolta fondi portata avanti dal Comitato per il Restauro del Portico di San Luca su base decennale al fine di operare un restauro complessivo del monumento. Come ha affermato Agrizzi, co-fondatrice e presidentessa di GINGER, la cifra

di € 300.000 «deriva dalla frammentazione di un obiettivo più ampio, ovvero 3 milioni di euro in 10 anni per risanare tutto il portico, quindi 300.000 euro all’anno» (Trivellin, 2015, p. 111). Pertanto possiamo dire che l’obiettivo è stato definito congiuntamente agli altri attori sulla base di un disegno strategico di più ampio respiro.

Uno degli aspetti chiave per la buona riuscita dei progetti in ambito culturale consiste nell’identificare con chiarezza quali siano le finalità e gli obiettivi da raggiungere. Molto spesso capita che questi rimangano per lungo tempo vaghi e imprecisi, oppure che non vi sia un’adeguata comunicazione a riguardo. Una situazione di questo tipo ha buone probabilità di dare luogo a ostacoli, fraintendimenti, se non addirittura al fallimento dell’intera iniziativa. Per ridurre al minimo questi rischi è opportuno che gli obiettivi di un progetto culturale siano specifici, misurabili, raggiungibili, realistici e pianificati nei tempi (Acerboni, 2009).

Gli obiettivi di “Un passo per San Luca” senza dubbio soddisfano i suddetti requisiti. Fin dall’inizio è stato definito con chiarezza l’importo complessivo che si intendeva raccogliere attraverso la campagna di crowdfunding, il quale, alla luce del successo finale dell’iniziativa, si è dimostrato ambizioso ma allo stesso tempo alla portata. Il tutto è avvenuto delineando la cornice temporale all’interno della quale si sarebbe svolta l’iniziativa. Il progetto è iniziato nel

innovativa la gestione di musei, biblioteche e più in generale del patrimonio culturale nel suo complesso (Verschaffel, 2008).

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mese di ottobre 2013 e si è concluso nel mese di dicembre 2014, per una durata complessiva di 14 mesi. Nel mese di marzo del 2014, parallelamente alla raccolta fondi, è stato aperto il primo cantiere di restauro. Trattandosi, nel complesso, di un periodo di tempo piuttosto lungo, fondamentali sono stati gli eventi e le iniziative organizzati nel corso di tutta la durata del progetto, in modo tale da mantenere sempre molto viva l’attenzione e da coinvolgere il maggior numero possibile di persone (Trivellin, 2014).